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Quel giorno Delia si recò presso la scuola della figlia per un colloquio con la maestra Luciana. Era arrivata qualche minuto in anticipo e le segretaria l'aveva fatta accomodare in un'aula vuota mentre andava ad avvisare la docente del suo arrivo. Si guardò intorno osservando i disegni dei bambini appesi alle pareti.
Era la prima volta che veniva chiamata a scuola per un colloquio privato, solitamente partecipava solo a quelli generali, aveva ricontrollato i voti della figlia anche la sera prima ed erano ottimi. Cominciò a preoccuparsi che magari potesse avere problemi di altro tipo, magari era maleducata o litigava con i compagni oppure...
Stava torturando il manico della borsa che aveva in grembo quando la maestra entrò nella stanza e la fece scattare in piedi. «Buongiorno Delia.» La salutò la donna stringendole la mano. «Buongiorno Luciana...» Rispose l'altra tornando a sedersi mentre l'altra si posizionava davanti a lei. «C'è forse qualche problema con Gaia?» Domandò subito Delia ansiosa. «Stia tranquilla, Sua figlia è bravissima.» La rassicurò Luciana sorridendole e la genitrice tirò un sospiro di sollievo. La maestra inforcò gli occhiali ed aprì il suo registro. Cominciò ad elencare tutti i risultati della bambina e mano a mano che proseguiva Delia non poté fare a meno di essere orgogliosa di sua figlia.
«Come vede Gaia è brava in tutte le materie. Interviene, aiuta i compagni ed è una bambina molto sveglia per la sua età.» Concluse la maestra Luciana chiudendo il registro e guardando negli occhi Delia che annuì per farla proseguire. «Ho voluto convocarla perché ultimamente ho notato che la bambina sembra far fatica a leggere quello che viene scritto sulla lavagna. Spesso chiede di essere messa nei banchi davanti, ma comunque la vedo strizzare ripetutamente gli occhi.» Spiegò la docente.
Delia ne rimase sorpresa, sua figlia non le aveva mai parlato di questo fastidio e non aveva mai sospettato niente. «Non ne sapevo niente. Avevo fatto fare una visita oculista a Gaia quando era più piccola senza che venisse riscontrato nessun problema.» Rispose la donna pensierosa. «La ringrazio di avermi messo al corrente di ciò. Le farò fare un'ulteriore visita di controllo.» Aggiunse. «Bene, ma oltre a questo c'è qualcos'altro di cui volevo parlarLe.» Continuò Luciana. Delia la guardò interrogativa. «Qualche giorno fa abbiamo fatto un tema in classe nel quale si doveva parlare del proprio migliore amico o amica.» Spiegò la maestra. Delia capì subito di chi avesse parlato la figlia e non riuscì al trattenersi dal sorridere imbarazzata. «Ha parlato di Cristian, vero?» Domandò e la docente annuì confermando la sua ipotesi. «Nel tema sua figlia ha scritto che è un vigile del fuoco. Siccome abbiamo appena avviato un progetto per spiegare ai bambini la prevenzione agli incendi e come comportarsi in caso di emergenza, volevo sapere se questo signore era disponibile a venire in classe uno di questi giorni a raccontarci la sua esperienza.» Disse la docente entusiasta all'idea. Delia ci ragionò un attimo e l'altra donna interpretò la sua esitazione come una probabile risposta negativa. Si tolse gli occhiali e la fissò sorridendole. «Sarebbe molto istruttivo per tutti i bambini. Non le dico quante domande hanno posto a sua figlia sui pompieri quando ha terminato di leggere il suo tema davanti alla classe.» Cercò di convincerla.
Delia si immaginò la scena, Gaia davanti a tutti che orgogliosa raccontava la gesta di Cristian e un sorriso si impossessò delle sue labbra. «Ne parlerò con il diretto interessato. Conoscendolo non credo ci saranno problemi.» Asserì Delia convinta. Luciana la ringraziò ripetutamente e le lasciò un recapito telefonico per prendere accordi direttamente con Cristian.
***
Come aveva previsto il vigile del fuoco fu entusiasta di accettare la proposta della maestra Luciana. Nonostante i turni riuscì a trovare una mattina da dedicare alla classe si Gaia. Quel giorno aveva deciso di indossare parte della divisa da lavoro per da un maggior impatto sui bambini e di potare all'interno di una sacca anche qualche regalo.
«Sei riuscita a prenotare la visita oculistica?» Domandò Cristian mentre guidava la sua auto verso la scuola. «Si, la lista d'attesa era lunga, ma lavorare in ospedale ha i suoi vantaggi.» Rispose Delia appuntandosi mentalmente di dover un favore alla ragazza della prenotazione delle visite. «Quando l'hai fissata?» «Fra una settimana.» Meglio di così quella povera ragazza non era riuscita a fare nonostante l'insistenza dell'infermiera. «Hai bisogno che vi accompagni? Posso chiedere qualche ora di permesso.» Domandò Cristian senza staccare gli occhi dalla strada. «No, non preoccuparti.» Rispose la donna scuotendo la testa, avrebbe apprezzato la compagnia dell'uomo, ma non poteva ogni volta dipendere da lui. Cristian annuì nascondendo la delusione.
Arrivarono a scuola e dopo aver parlato con la segreteria vennero accompagnati da una bidella nella classe di Gaia. Non appena entrarono i bambini rimasero estasiati dalla vista di un pompiere. Cristian li salutò tutti mentre Delia si posizionava sul fondo della classe per non disturbare.
La maestra Luciana spiegò la presenza dell'uomo e quando gli passò la parola Cristian cominciò a spiegare in modo semplice il suo lavoro. Distribuì dei mini caschi da vigile dal fuoco ad ogni bambino e lì istruì su cosa fare o non fare in caso di incendio.
Delia rimase ad ascoltarlo sorridente. Si sentì piena di orgoglio per lui e per quello che faceva, notò che anche Gaia lo guardava con ammirazione. La donna non poté far a meno di pensare che da quando lui era entrato a far parte delle loro vite erano entrambe più felici.
Lui c'era sempre stato per loro. Ogni qualvolta che lei aveva avuto bisogno di aiuto, anche senza averlo chiesto, lui era lì. Anche per Gaia era importante. Non poteva certamente sostituire il padre, però era stata l'unica figura maschile sempre presente nella sua vita. Le aveva sempre fatto promesse che poi manteneva così da dimostrarle che non tutti gli uomini scappano alle prime difficoltà che incontrano.
In quel momento Cristian puntò i suoi occhi scuri su di lei e sentendosi colta in flagrante mentre pensava a lui, arrossì violentemente. I bambini cominciarono a porgli domande di vario genere, compresa una bambina che gli chiese se quando fosse diventate grande potesse sposarla.
Delia non poté far a meno di sorridere a quella domanda. Cristian era indubbiamente un bel ragazzo e anche la bambina lo aveva notato. Sentì una strana sensazione allo stomaco e la sua testa cominciò a fare viaggi mentali assurdi. E se fosse stata lei a sposare Cristian? Lui sarebbe stato sicuramente stupendo in abiti eleganti. Gaia come l'avrebbe presa? Sicuramente ne sarebbe stata felice, finalmente avrebbe avuto un padre e una vera famiglia, anche se in realtà si comportavano già come tale.
Scosse la testa per togliersi quei pensieri assurdi.
La prima notte di nozze, come sarebbe stato vendere Cristian n... Basta! Cercò di concentrarsi su cosa stava spiegando il ragazzo per fermare quel flusso di pensieri poco casti, ma la sua attenzione venne attirata dalle sue labbra in movimento. Chissà se erano morbide e calde come le immaginava. Rimase a fissarle come se le vedesse la prima volta. Cosa gli stava succedendo? Sentì uno strano calore sul petto.
Cristian domava gli incendi eppure era riuscito ad accendere una scintilla in lei che ora lentamente si stava trasformando in fiamma, sciogliendo il freddo che si era impossessato del suo cuore.
Improvvisamente una consapevolezza la colpì, qualcosa che aveva sempre avuto davanti agli occhi, ma che solo adesso poteva vedere.
Lasciò che quella piccola fiamma si impadronisse di lei, sapeva che era rischioso e già una volta ne era rimasta scottata, ma stavolta sentiva che era diverso. Per quanto quel fuoco fosse pericoloso qualcosa dentro di lei le diceva che Cristian non l'avrebbe lasciata bruciare.
★R
[È la prima volta che mi capita, prima mi chiudevo in una scatola, sempre un po' distante dalle cose della vita, perché così profondamente non l'avevo mai sentita. E poi ho sentito un'emozione accendersi veloce e farsi strada nel mio petto senza spegnere la voce. E non sentire più tensione solo vita dentro di me...]
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