«28»

Esattamente un'ora dopo l'incontro con Francesca, Delia era già operativa tra le corsie dell'ospedale. Doveva ammettere che la strigliata dell'amica le aveva fatto bene. Si, amica, ora la considerava come tale. Prima di firmare la sua dichiarazione di buona salute e tornare al lavoro era stata visitata da un medico. Era stato un attacco di panico a farla star male, ma dal punto di vista fisico era tutto apposto.

Cercò di tenere la mente occupata prendendosi cura dei suoi pazienti. Ogni qualvolta che ne aveva l'occasione si fermava davanti ad un televisore per ascoltare le notizie sull'incidente. Il numero di morti e feriti era esorbitante.

Durante una pausa decise di chiamare sua figlia, ovviamente non le avrebbe detto niente di Cristian, ma il solo sentire la sua voce la fece sentire meglio. Era felice, le raccontò che il padre l'aveva portata allo zoo. Avrebbe anche voluto portare a casa una scimmia, ma per fortuna Enrico era riuscito a farle cambiare idea.

«Delia!» Sentì urlare il suo nome mentre terminava la donazione del sangue ad un volontario. Erano ore che era chiusa nella sala prelievi senza notizie esterne, fortunatamente molti erano stati i donatori che si erano presentati a dare il loro contributo. «Delia!» Francesca spuntò tutta trafelata nella sala. «Vieni presto!» Intimò girando i tacchi e tornando da dove era venuta.

Delia rimase interdetta per qualche secondo. Dal tono della voce dell'amica non era riuscita a capire se c'erano buone o cattive notizie. Finì quello che stava facendo e si catapultò all'inseguimento della collega.

Fu in quel momento che riprese a vivere.

Lo vide in piedi vicino alla reception, insieme ad altri colleghi sporchi e graffiati come lui. Ma era vivo e camminava sulle sue gambe.

Era ancora più bello di quel che la sua mente ricordava. Si voltò lentamente verso di lei e le sorrise. Un sorriso stanco, sfinito, ma pieno d'amore e di vita.

Sono qui, amore.

«Cristian!» Urlò saltandogli letteralmente addosso e facendolo barcollare all'indietro. L'uomo ritrovò quasi subito l'equilibrio e strinse la donna forte a sé. In quelle ore passate sotto cumuli di macerie aveva sognato, anzi agognato, di avere un'altro minuto insieme alla sua Delia. La donna gli afferrò il viso con entrambe le mani e lo baciò.

Lo baciò e lo baciò ancora, fino a farsi dolere le labbra dalla foga.

Dopo attimi interminabili, si staccarono per riprendere fiato. Lei lo guardò dritto nei suoi occhi scuri. Dio, quanto le erano mancate quelle iridi così profonde ed espressive. Vide la sua immagine riflessa nello sguardo innamorato di lui.

«Ti amo!» Gli disse decisa senza perdere il contatto visivo. Lui spalancò appena la bocca sorpreso, poi con il cuore pieno di gioia si impadronì nuovamente delle sue labbra. «Ti amo! Ti amo!» Cantilenò nuovamente la donna tra un bacio e l'altro senza riuscire a smettere di sorridere.

Il vuoto che fino a poco fa le opprimeva il petto ora era pieno di vita. Di speranza. D'amore.

Continuarono a baciarsi a lungo nonostante i fischi degli altri vigili del fuoco, divertiti da quel siparietto. Cristian riprese fiato accarezzando dolcemente il volto della sua donna. Aveva l'occasione di stare ancora con lei. Non voleva sprecare un altro solo giorno senza di lei.

«Sposami!» 

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