«24»
«E tu gli credi?» Domandò Cristian a Delia dopo che questa ebbe finito di raccontargli della discussione con Enrico. La donna alzò le spalle confusa. «Non lo so, ma mi sembrava sincero e convinto di quel che diceva. Una seconda opportunità non si nega a nessuno, no?» Rispose lei mentre si lasciava coccolare del vigile del fuoco. Aveva messo a letto Gaia poco dopo la ripartita di Enrico, dopodiché aveva concentrato tutte le sue attenzioni su Cristian portandolo nella sua camera matrimoniale per mostrargli quanto le era mancato.
Ora entrambidistesi nudi sotto le lenzuola sembrava non potessero smettere di toccarsi ed accarezzarsi. «Credo che tecnicamente la sua seconda possibilità se la sia bruciata. Questa dovrebbe essere la terza.» Espose Cristian pensieroso. «Tre è il numero perfetto, no? Magari è quella buona.» Disse lei sarcastica. «Lo terrò d'occhio, e se combina un altro dei suoi casini se la vedrà direttamente con me!» Esclamò l'uomo minaccioso. «Non accadrà vedrai.» Delia lo baciò sulla punta del naso facendolo tranquillizzare all'istante. «Ho la sensazione che stavolta andrà tutto per il meglio. Siamo insieme, non potrebbe andare diversamente.»
***
Nei giorni che seguirono Delia fu chiamata in tribunale per il riconoscimento di Gaia da parte di Enrico. Dopo un serie di trafile burocratiche Enrico De Guidi era ufficialmente il papà di Gaia e la bambina portava il suo cognome. Il giudice stabilì anche un importo per gli assegni famigliari e la frequenza per le visite: una sera a settimana, almeno un weekend al mese ed una vacanza all'anno di sette giorni, salvo accordi diversi con la madre.
In tutte quelle occasioni Delia ed il suo ex si salutarono a malapena finché il venerdì sera successivo al riconoscimento Enrico si presentò a casa della donna. «Ciao Delia.» La salutò elegante come sempre. In mano teneva una busta bianca.
«Gaia è quasi pronta. Te la chiamo.» Disse fredda la donna, quello sarebbe stato il primo weekend che la figlia avrebbe passato dal padre e questo fatto la rendeva nervosa. Lui cercò di sorriderle, ma sembrava più una smorfia di dolore che altro. «Prima se non ti dispiace vorrei fare due parole con te.» Intervenne lui. Lei annuì confusa e lo fece accomodare. Avrebbe preferito che in quel momento ci fosse stato Cristian con lei, ma purtroppo era al lavoro.
«Volevo consegnarti questo.» Annunciò lui porgendole un foglio che estrasse dalla tasca della giacca. «Trovi tutti i miei numeri, quello dello studio, quello di casa e i tutti recapiti dei miei genitori.» Spiegò mentre Delia ispezionava l'elenco. «Non c'è quello della tua fidanzata?» Lo schernì lei marcando con disgusto sull'ultima parola.
Lui fece un sorriso triste in risposta e abbassò lo sguardo mortificato. «Con la mia fidanzata è finita. Abbiamo annullato il matrimonio. Se c'è una cosa che ho capito è che lei non era quella giusta per me...» Ribatté l'uomo. «Ahn... mi dispiace....» Balbettò lei presa alla sprovvista.
Enrico scosse la testa tornando a guardarla negli occhi. «Non dispiacerti. E' stato un bene per entrambi. Non saremo mai stati felici e di questa consapevolezza devo ringraziare te.» «Me? Vuoi dire che è colpa mia? Senti Enrico...» Delia stava già perdendo la pazienza, ma venne interrotta dall'uomo «No, dico che è merito tuo! Ho visto come guardi Cristian quando siete insieme. Quell'amore, quella complicità... noi non l'abbiamo mai avuta. E vedo anche la devozione negli occhi di lui. Sono stufo di fare errori Delia e quel matrimonio sarebbe stato l'ennesimo.» Sputò tutto d'un fiato.
La donna rimase ammutolita riflettendo sulle parole dell'avvocato. «Ad ogni modo in questo momento della mia vita voglio concentrami su Gaia. Voglio essere un buon padre per lei, è l'unica cosa che al momento mi importa.» Aggiunse lui allungando la busta bianca a Delia perché l'afferrasse. «Ho aperto un libretto di risparmio a nome di Gaia. All'interno c'è la sua parte di eredità che potrà usare quando sarà maggiorenne.» Delia lo guardò stupita, non si aspettava quel gesto da parte di Enrico.
«E con lo studio come farai?» Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Lui sorrise più tranquillo. «Non preoccuparti per quello. Taglierò qualche spesa extra, lavorerò più sodo e mi rimetterò in carreggiata.» Delia rimase in silenzio osservandolo attentamente. «Immagino che io debba ringraziarti...» Sussurrò appena indecisa. Lui scosse a testa a destra ed a sinistra lentamente. «No, sono io che ringrazio te.»
«Papà!!!» Gaia fece la sua comparsa con lo zainetto rosa in spalle. Corse incontro ad Enrico e lui si abbassò per abbracciarla. Delia sentì una vampata di felicità raggiungerle il petto. «Sei pronta principessa?» Domandò l'uomo e la bambina annuì vigorosamente. «E'venuta bene la mia cameretta?» Domandò curiosa Gaia. Qualche giorno prima infatti, Enrico aveva portato la bambina a vedere casa sua, per far si che si abituasse al nuovo cambiamento. Le aveva mostrato la sua camera e si era fatto spiegare come desiderava arredarla. Inulte dire che la cameretta era diventata una distesa di colore rosa e bambole di ogni tipo e dimensione.
«Sarai tu stessa a dirmelo! Io ho cercato di seguire tutte le tue indicazioni!» Le rispose il padre soddisfatto del proprio lavoro. Delia sorrise fra sé ripensando a Gaia intenta a "progettare"la sua cameretta disegnandola su un foglio.
«Fai la brava, tesoro.» Intervenne la mamma abbracciandola stretta a sé e baciandola sulla fronte. Un'improvvisa tristezza si impadronì di lei, ma ingoiò a vuoto per scacciarla.
Delia afferrò un borsone pronto con tutte le cose della figlia e lo porse ad Enrico. «Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi!» Ordinò severa. «Qualsiasi cosa!» Ribadì. Lui annuì sicuro per tranquillizzarla. «Andiamo principessa!» Gaia riabbracciò e baciò nuovamente sua madre prima di allontanarsi con Enrico ed uscire di casa, non prima però di un'ultimo salutò sull'uscio.
Quando Delia rimase da sola restò a fissare la porta per qualche minuto. Dentro di lei sentiva delle emozioni contrastanti. Le faceva male non essere più l'unico punto di riferimento della figlia, ora infatti avrebbe dovuto condividerla con Enrico, ma sapeva che tutto questo era un bene per Gaia. Ora aveva un padre che le voleva bene e che da quel che le aveva dimostrato finora si sarebbe preso cura di lei in ogni modo. Sorrise appagata fra sé, finalmente tutto stava andando per il verso giusto.
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