«21»

«Delia...» La voce di Cristian uscì come una preghiera. «Mi sei mancato...» Ribadì la donna senza smettere di toccare ed ispezionare il suo viso in ogni angolo. L'uomo chiuse gli occhi e si lasciò cullare del suo gesto. Si era impegnato per dimenticarla. Per scordare ogni sua carezza o sguardo e adesso tutto era andato in fumo. Lei non si era mai allontanata dal suo cuore, era sempre rimasta lì coperta da un velo di tristezza, ma ora era riemersa e aveva preso il pieno possesso di lui.

Il vigile del fuoco riaprì gli occhi per bearsi della visione dinanzi a lui. «Delia ti prego... fa male.» La supplicò. «Sono tornata da te Cristian.» Esclamò lei con enfasi. «Voglio te... ti prego perdonami!» «Delia, io...» Cercò di ribattere lui, ma lei mise l'indice sulle sue labbra per zittirlo. «No, Cristian lascia parlare me, poi quando avrò finito potrai decidere se mi rivuoi con te o meno.» Istruì decisa. Lui annuì lentamente, le prese la mano delicatamente e gliela spostò per poter parlare. «Hai intenzione di farlo qui sul pianerottolo o vuoi entrare in casa?» Le domandò. «Forse è meglio entrare, ti va di venire da me?»

Cristian acconsentì e nel girò di qualche minuto di ritrovò nella cucina della donna con una tazza fumante di caffè tra le mani. Dopo giorni finalmente si sentiva nuovamente a casa. Assaporò il liquido nero a piccoli sorsi godendosi quel senso di familiarità che gli era tanto mancato.

«Dunque...» Cominciò Delia seduta di fronte al vigile del fuoco. Fece una pausa cercando le parole da usare mentre giocherellava con le mani imbarazzata. Dov'era andata tutta la sicurezza che aveva dimostrato poco prima? «Accidenti è più difficile di quanto pensassi.» Ammise prendendosi la testa tra le mani. Cristian non parlò, si limitò ad appoggiare la tazzina ormai vuota sul piattino. «E va bene!» Delia si alzò e con passo deciso aggirò il tavolo della cucina per avvicinarsi a Cristian. «Cosa f..» L'uomo non riuscì a terminare la frase che le labbra di lei sigillarono quelle di lui. Inizialmente rimase immobile, poi lei approfondì il bacio afferrandolo per i capelli e avvicinandolo di più a sé.

In un semplice bacio Cristian riuscì a percepire tutti i sentimenti della donna faticava ad esprimere a parole.

Mi dispiace.

Poteva sentire tutto il suo rammarico per la situazione che si era creata. Per averlo fatto soffrire ed aver dubitato di lui.

Mi sei mancato.

Riusciva a trasmettergli tutto il dolore che aveva provato a causa della sua assenza. Il vuoto che aveva lasciato. La sensazione d'incompletezza.

Voglio te.

Il desiderio di lui era evidente. Aveva fatto chiarezza nel suo cuore e solo un nome era inciso a fuoco su esso: Cristian.

Quando la consapevolezza di tutto quello che gli stava esprimendo lo colpì come un uragano si lasciò andare. Afferrò Delia con decisione e l'adagiò sulle proprie gambe. La strinse a sé con forza lasciando che lei sentisse il suo bisogno disperato di lei e la sua volontà di non lasciarla più scappare via. Mai più.

Dopo un tempo indefinito si staccarono entrambi ansimanti come se invece che essere seduti su una sedia avessero corso per chilometri una maratona. Cristian appoggiò la sua fronte a quella di lei e riaprì gli occhi che non si era nemmeno accorto di aver chiuso, mentre un sorriso ebete faceva capolino sul suo viso. «Ho sbagliato e mi dispiace. Non so cosa mi sia preso.» Cominciò Delia ansimante. «Anzi in realtà lo so. Forse per te non avrà nemmeno senso, ma è andata così. Mi sono lasciata affascinare, di nuovo, da Enrico. Ho passato anni a pensare a lui ed a come sarebbe stato se fosse rimasto. A incolparmi perché non mi amava abbastanza da rimare con me ed andare contro la sua famiglia. Il disprezzo della sua famiglia solo per me, come se lui non avesse colpe e io lo avessi fatto solo per soldi, mi ha ferito per anni.» Continuò.Cristian tornò serio prestando attenzione ad ogni singola parola. «Quando è tornato io sono andata in tilt. Ho visto improvvisamente tutti i miei sogni avverarsi. Gaia aveva un padre, i genitori di lui l'adorava e mi trattavano come se fossi una figlia, credevo di aver tutto quello che desideravo. Ma mi sbagliavo.» Concluse e concentrò il suo sguardo sulle iridi scure di Cristian. «Quello era quello che voleva la Delia di sei anni fa. La Delia di oggi, non vuole lui, non vuole quella famiglia. Lei vuole te.» La donna prese il viso del vigile tra le mani per ispezionarlo e carpire l'effetto che il suo discorso aveva su di lui. «Voglio te Cristian e nessun altro. Non posso stare un solo giorno in più senza te. Dimmi cosa devo fare per farmi perdonare e lo farò. Qualsiasi cosa per te.» Gli disse. Lui socchiuse le palpebre per godersi quelle parole. Aveva l'impressione di essere tornato a respirare dopo giorni di apnea. «Baciami.» Le disse, ma fu lui ad afferrarla ed a impadronirsi della sua bocca.

«Ti amo Delia e non ho mai smesso di farlo. Non mi importano le motivazioni che hanno portato al nostro allontanamento. Io sono qui e tu sei qui e mi vuoi. Mi basta questo. Mi basti tu.»


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