«18»

Gaia si addormentò nel tragitto dal ristorante in cui avevano festeggiato il compleanno di Delia a casa. Enrico la prese in braccio una volta arrivati ed aiuto la madre a metterla a letto. «Grazie per la serata.» Lo ringraziò Delia accompagnandolo verso la porta. «Non devi ringraziami. Ho molto da farmi perdonare.» Le rispose Enrico posandole delicatamente una mano sulla guancia. «Mi dispiace per quello che vi ho fatto passare. Ma ora sono qui e non voglio andarmene!» Aggiunse posandole le labbra sulla fronte. «Cancelliamo il passato, ok? Viviamo il presente.» Sospirò Delia chiudendo gli occhi per assaporare quel momento che tanto aveva bramato. «Non merito il tuo perdono.» Asserì Enrico sincero abbracciandola. «Non ti deluderò questa volta.» Continuò stringendola più a sé ed inebriandosi del suo profumo. Gli era mancato in tutti questi anni. 

«Sono contenta che tu sia tornato da noi.» Rispose Delia poggiandola testa al petto di lui. Involontariamente pensò a quando era Cristian ad abbracciarla. Il calore che emanava il suo corpo, la sua stretta salda, il senso di sicurezza.... basta. Doveva smetterla di pensarci. «Volevo farti una proposta, ma non so se siete pronte.» Nella voce di Enrico tremò dall'agitazione. «Di cosa si tratta?» Delia si allontano da lui per poterlo guardare in faccia e capire cosa gli passava per la testa. «Non credo sia il momento.» Rispose l'altro cominciando a passeggiare per la stanza in ansia. Delia non riuscì a trattenere una risata, era insolito vedere Enrico in ansia per qualcosa. «Non puoi mettermi curiosità e poi non dirmi niente.» Lo prese in giro. Enrico di grattò la nuca e fece dei respiri profondi per tranquillizzarsi. Quando finalmente era pronto per parlare bussarono alla porta.

«Chi è a quest'ora?» Domandò l'uomo a Delia che alzò le spalle confusa. Erano quasi le una di notte, chi poteva essere? Si avvicinò e lentamente aprì la porta per sbirciare. Cristian si trovava sul pianerottolo con il borsone da lavoro a tracolla. Aveva lo sguardo stanco solito di chi aveva appena finito il turno e dalle occhiaia che gli solcavano il viso sembrava non dormisse da un po'. 

 «Ciao.» La salutò freddamente.  «Ciao...» Rispose lei sorpresa. Aprì di più la porta e notò solo in quel momento che il vigile del fuoco aveva un pacchetto regalo tra le mani. «Ho visto la luce accesa e sono venuto a portati questo.» Disse porgendole il pacco. «Grazie.» Delia lo afferrò incredula. Il suo cuore sembrava improvvisamente aver ripreso a battere,  strano non si era nemmeno accorta che avesse smesso di farlo fino ad ora. Cristian la squadrò da capo a piedi e non riuscì a trattenere un verso di apprezzamento. Chiuse gli occhi per calmare i bollenti spiriti, ma quando li riaprì fissando Delia erano pieni non solo di desiderio, ma di amore. Delia arrossì, la sua mente ricordò le mani di lui che percorrevano il suo corpo e l'adorazione che gli trasmetteva con ogni bacio. 

«Cosa ci fai tu qui?» Ringhiò Enrico che li aveva raggiunti senza che nessuno dei due se ne accorgesse essendo troppo impegnati in quel gioco di sguardi. «Me ne stavo andando.» Rispose Cristian senza smettere di fissare la donna. Gli era mancata più di quanto volesse ammettere. «Bene, allora puoi darti una mossa.» Gli ordinò Enrico alternando il suo sguardo dall'uomo a Delia, ma nessuno dei due smetteva di scrutarsi e si muoveva. L'avvocato decise di mettersi davanti alla donna dando le spalle a Cristian. Le poggio le mani quelle spalle e la scosse leggermente per avere la sua attenzione. «Andiamo dentro piccola, non lasciare che ci rovini questa bellissima serata.» Le disse catturando i suoi occhi con propri, la donna annuì stordita. Perché Cristian le faceva ancora quell'effetto? Enrico le prese dalle mani il pacchetto regalo e si girò per lanciarlo ai piedi di Cristian. «Non vogliamo niente da te, vattene!» Gli intimò. Cristian strinse i pugni lungo i fianchi, quell'uomo riusciva sempre a fargli perdere il controllo. «Il regalo è di Delia, non tuo.» Scandì bene le parole cercando di mantenere la calma. Si abbassò per raccogliere il pacchetto, ma Enrico si avvicinò e lo calciò giù dalle scale. «Vattene.» Ripeté. Cristian si rialzò lentamente e lo fulminò con lo sguardo. «Altrimenti?» Lo provocò il pompiere. «Sono un avvocato e posso farti accusare per aggressione con uno schiocco della dita.» Lo minacciò Enrico sicuro di sé. «Non ho ancora aggredito nessuno.» Rispose Cristian lasciando trapelare la sua voglia di prenderlo a pugni. «Davvero? Vogliamo parlare del dottor Corradi?» Insinuò Enrico lasciando sia Delia che il pompiere di stucco. «Cosa?» «Pensavi che non mi sarei informato sul tuo conto? Ti sembra normale che una bambina di sei anni scriva un tema su un uomo definendolo "il suo amico". Qualche psicologo potrebbe supporre che un uomo della tua età potrebbe volere altro da una bambina carina come Gaia.» Continuò l'avvocato con un ghigno sul volto. «Enrico, ma cosa stai dicendo?» Intervenne Delia sconvolta. «Voglio solo proteggervi, piccola.» Spiegò Enrico alla donna rassicurante. «Tu non sai niente!» Ruggì Cristian offeso. Come osava quel mezzo uomo accusarlo di pedofilia? E cosa ne sapeva lui di Corradi? Se doveva essere denunciato di aggressione tanto valeva che sfogasse la sua rabbia su di lui. «Quello che cercavo di dirti prima era che ho preso una casa non molto lontano da qui. Voglio che tu e Gaia veniate ad abitare con me, così non avrete più niente a che fare con lui.» Spiegò Enrico indicando l'uomo sulla porta. Cristian sentì la rabbia dissolversi e un senso di vuoto sostituirla. Avrebbe perso le sue donne per sempre. «Enrico, io...» Cominciò Delia completamente sconvolta. Non era pronta a trasferirsi, stava bene nella sua casa nonostante cadesse a pezzi. E poi avrebbe perso anche solo l'occasione di incrociare Cristian sul pianerottolo. Non era pronta a questo cambiamento, era troppo presto. 

Enrico le posò un dito sulle labbra per zittirla. «Non mi devi rispondere subito, promettimi solo che ci penserai.» Le disse dolcemente. Delia guardò Cristian, ma l'uomo stava fissando il pavimento completamente spaesato. «Buonanotte.» Disse l'uomo senza alzare lo sguardo, ma non si diresse verso il suo appartamento, bensì verso le scale. Enrico trascinò Delia dentro casa e chiuse la porta sollevato. «Finalmente ha capito che deve uscire dalla vostre vite.» Sospiro soddisfatto. «COSA HAI FATTO!?» Gli urlò Delia furiosa. «Come hai osato dire quelle cose??? Tu non sai niente!!! Tu non c'eri! Lui si! Dovevi per forza dirlo davanti a lui della casa???» Lo accusò puntandogli un dito al centro del petto. Anche se Cristian non l'aveva guardata negli occhi lei aveva percepito il suo stato d'animo. Era un uomo distrutto e la colpa era solo che sua. Lui l'amava ancora e non meritava il trattamento che gli aveva riservato Enrico. «Penso che sia il momento che vada anche tu.» Gli disse freddamente. Voleva stare sola. «D'accordo. Hai bisogno di tempo, lo capisco.» Asserì Enrico infastidito dalla reazione della donna. «Buonanotte, piccola.» La salutò baciandola sull'angolo della bocca. Delia rimase immobile, seguendolo con lo sguardo mentre usciva da casa sua. 

Cristian non l'avrebbe mai portata in un ristorante di lusso è vero, probabilmente sarebbero andati dal miglior paninaro della città e se avesse avuto solo pochi euro nel portafoglio avrebbe finto di aver già cenato per lasciar mangiare lei e Gaia. Non le avrebbe spostato la sedia per farla accomodare, ma l'avrebbe fatta sedere sulle sue gambe per poterle stare più vicino ad abbracciarla. Non avrebbe mai affidato Gaia ad altri, ma l'avrebbe coinvolta lui facendole divertire entrambe. Era vero, Cristian ed Enrico erano molto diversi. Due poli opposti. Finora si era ricordata solo i pregi del suo ex, ma improvvisamente le tornarono in mente tutte le loro discussioni. L'arroganza di lui, il fatto di decidere sempre lui per entrambi senza chiedere mai la sua opinione e si ricordò di quanto poteva essere meschino quando voleva ottenere qualcosa. Come aveva fatto pochi minuti prima. Si rese conto che l'unica cosa che provava per Enrico era affetto. Gli voleva bene per quello che c'era stato, ma ora non c'era più niente. Lui non l'affascinava più come un tempo con i suoi modi raffinati e i suoi abiti eleganti. Si tolse velocemente la collana che gli aveva regalato qualche ora prima. L'unica cosa che l'aveva spinta ad uscire con lui era la soddisfazione che il desiderio che aveva avuto per tanto tempo si stava avverando, ma in quell'istante si rese conto che quello non era più il suo sogno. Ora l'unica cosa a cui ambiva era quella di trovarsi tra le forti braccia del suo vigile del fuoco e di rimanerci il più a lungo possibile.

★R



Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top