«16»
«Delia, io ti amo, ma questa situazione sta diventando insostenibile!» Esordì Cristian una mattina che entrambi avevano il turno di riposo. «Lo so, devi portare ancora un po' di pazienza.» Sospirò la donna sedendosi accanto all'uomo sul divano di casa propria. Delia non era ancora riuscita a convincere Enrico che Cristian non aveva una cattiva influenza su Gaia, quell'uomo quando decideva qualcosa era irremovibile. Erano così costretti a vedersi di nascosto nei ritagli di tempo.
Delia temeva che Gaia si sarebbe fatta sfuggire di essere stata insieme a Cristian in presenza del padre e lui, conoscendolo, ne avrebbe fatto una questione di stato. Avevano appena cominciato a costruire il loro rapporto, non voleva fosse messo in discussione subito.
«Domani è il tuo compleanno e io voglio portare le mie donne a cena fuori!» Continuò il vigile nervoso. Non capiva perché Delia non mandasse a quel paese il vigliacco. Con che coraggio tornava dopo anni e pretendeva di dettar legge?
«In realtà domani è venerdì...» Disse la donna guardandosi i piedi. Sapeva che quel che stava per dire non gli sarebbe piaciuto per niente. «E allora?» Domandò l'altro confuso sull'importanza della cosa.
«Beh...il venerdì... E' il giorno che abbiamo stabilito di comune accordo perché Gaia veda suo padre.» Continuò la donna, ma l'uomo continuava a fissarla interdetto. «Hanno la cena padre e figlia.» Aggiunse cercando di arrivare al punto.
«Quindi domani sera Gaia non ci sarà?» «Esatto...» «Potrebbe fare anche un'eccezione per un venerdì. E' stato tanti venerdì per i fatti suoi non può cambiare giorno per questa settimana? Immagino che al compleanno di una madre dovrebbe esserci la propria figlia.» Sentenziò Cristian.
«Infatti ci sarà.» Spiegò Delia sempre più combattuta. «Non capisco...» Cristian corrugò la fronte sempre più confuso. Aveva sperato di passare una serata piacevole con le sue donne senza l'intromissione di nessuno.
Delia sospirò indecisa sulle parole da usare. «Gaia non vede ancora suo padre da sola. Non è ancora pronta ed ogni volta mi prega di andare insieme a lei.» Espose la donna. «Aspetta...» La interruppe l'uomo colto da un'improvvisa illuminazione. «Non starai mica dicendo che mi darai buca per uscire con lui? E che fino ad oggi tutti i venerdì sera siete usciti tu ed Enrico per una serata romantica!» La accusò Cristian mentre la gelosia si impossessava di lui. «Non c'è stata nessuna serata romantica!» Si difese lei. Ed era quasi vero. «C'è stata sempre Gaia con noi.» Continuò.
Cristian si alzò in piedi di scatto muovendosi per la stanza. «La prossima volta potreste lasciarla da una baby-sitter allora, così non disturberà voi piccioncini!» L'immagine di loro due seduti in un ristorante di lusso, che lui stesso non avrebbe mai potuto permettersi, gli si parò davanti agli occhi. Enrico nel suo completo elegante che versava del costoso vino di qualche rinomata località nel bicchiere di una Delia che sorrideva civettuola...
«Non dire sciocchezze. Lo faccio solo per lei!» Cercò di convincere più sé stessa che lui. Nelle loro uscite Enrico le aveva riservato molte attenzioni che lei aveva sempre gradito, anche i suoi genitori l'avevano trattata come una di famiglia.
«Accidenti Delia! Non fare la finta tonta! Si vede lontano un miglio che quel verme ci sta provando con te!» Ringhiò Cristian completamente accecato dalla gelosia. Fino ad ora era rimasto all'oscuro delle loro uscite del venerdì ed era convinto che se lei non avesse avuto qualcosa da nascondere lo avrebbe messo al corrente di ciò.
«E' solo gentile.» Si difese la donna. «Perché? Perché non me lo hai detto?» Domandò lui non riuscendo a trattenersi. «Perché sapevo che avresti reagito così e volevo evitare questa discussione inutile!» Rispose la donna. In parte era vero ciò che stava dicendo, in parte si sentiva una traditrice.
«Ci sei andata a letto?» La domanda gli uscì nello stesso momento in cui la sua mente formulò il pensiero. «Ma cosa? NO!» Indignata Delia lo guardò in cagnesco. «Per chi mi hai preso?» Lo aggredì arrabbiata. Mai in vita sua si era sentita così offesa.
«Lo ami ancora?» il tono della voce di Cristian si affievolì improvvisamente, mentre un senso di perdita si faceva strada dentro di lui. «Cristian ti prego... stai divagando.» «Non è una risposta.» «Per favore, possiamo parlare quando ti sarai calmato?» Propose la donna indulgente.
«E invece ami me?» Cristian aveva perso ogni inibizione e lasciava che le parole gli uscissero senza filtri. Doveva saperlo, ora.
«Cristian, ti prego...» Delia si sentiva braccata. Non sapeva cosa rispondere, non era ancora giunta ad una conclusione ed in questi ultimi tempi i suoi sentimenti erano troppo confusi per raggiungerla.
«Io ti amo Delia, davvero. Ma non posso stare con una donna che non mi ama.» Disse Cristian e la sofferenza che provava era evidente in ogni parola. Delia spalancò gli occhi e lo guardò incredula. No, non poteva succedere per davvero.
«Non farmi questo...» Lo pregò lei, aveva bisogno di tempo. Lui non le aveva mai messo fretta, l'aveva sempre rispettata perché adesso faceva così? «Sai come sono, sai che per me quelle parole sono importanti. Non voglio dirtele tanto per dire, le voglio sentire veramente.» Gli spiegò e si avvicinò a lui accarezzandogli dolcemente il viso.
Lui sospirò chiudendo gli occhi. «Non posso... Non ce la faccio...» Disse tra i denti. «Cosa? Non devi fare niente Cristian. Perché siamo arrivati a questo?» Nella voce di Delia si percepiva la sua disperazione. Cristian le prese la mano che lo stava accarezzando fermandola. Gliela abbassò ed aprì gli occhi per poter guardare quelle iridi nocciola che tanto amava.
«Ti amo davvero Delia, ma ho bisogno che tu dimostri che ci tieni a me.» Si spiegò lui trattenendosi dall'impulso di stringerla a sé. «Io tengo a te!» Esclamò lei cercando di leggere sul suo viso cosa voleva sentirsi dire. «Evidentemente non abbastanza.» Disse con una punta di rammarico. «Io per te mi metterei contro il mondo intero. Tu non riesci ad importi nemmeno con un uomo che ti ha abbandonata.» Aggiunse rassegnato alle sue stesse parole.
«Non voglio perderti Cristian, dimmi cosa vuoi che faccia?» Delia era incredula della piega che aveva preso la loro conversazione. Da quanto tempo Cristian covava questi dubbi sulla loro relazione?
«Voglio che scegli.» Rispose sicuro. «Non puoi chiedermi di farlo.» Come poteva chiederle una cosa del genere. Non poteva scegliere tra lui ed il benessere di sua figlia. «Lo sto facendo.» Disse Cristian fermo.
Lui si sarebbe buttato nelle fiamme più pericolose solo per vederla sorridere, lei invece lo aveva messo da parte finora dando più importanza ad un uomo che avrebbe dovuto solo disprezzare. «Non sceglierò tra te e Gaia.» «Ti sto chiedendo di scegliere tra me ed il tuo ex.» «Non capisci che è la stessa cosa?» Concluse risoluta la donna sempre più incredula.
Pensava che Cristian l'avrebbe capita, che l'avrebbe aiutata a superare questo momento, non che lo avrebbe reso ancora peggiore. «Se mi amassi, non mi chiederesti di scegliere.» Esordì lei in un ultimo tentativo di ripianare la situazione.
«Forse il problema è che ti amo troppo. E non voglio condividerti con altri, sopratutto se uomini.» Rispose lui scuotendo la testa sconsolato. «Ti devi decidere Delia.» Cristian lasciò le mani della ragazza e si allontanò lentamente. «Se vuoi stare con me, devi smetterla di farti comandare da quel bastardo. Quando avrai deciso potrai venire a dirmelo... ma ti prego di non impiegarci troppo, non resterò ad aspettare per sempre.» Concluse, aprendo la porta e girandosi leggermente per dare ultima occhiata a quell'appartamento che per anni era stato testimone del suo amore per lei sbocciato giorno per giorno.
«Cristian...» Delia voleva gridargli che era uno stupido. Che lei voleva lui, ma non avrebbe mai fatto niente che potesse anche solo lontanamente nuocere a sua figlia mettendosi contro Enrico con la possibilità che lui non la prendesse bene e rischiare così di farle perdere un padre che aveva appena ritrovato.
Per esperienza sapeva che perdere una persona per la seconda volta era più dura della prima.
Gli occhi di Delia si riempirono di lacrime, mentre il vigile del fuoco si soffermava con lo sguardo su di lei un ultima volta e le faceva un cenno con la testa per salutarla. La porta si chiuse lasciando la donna sola con i propri singhiozzi.
Lui se n'era andato.
Lei non poteva dargli ciò che voleva, soprattutto non ora. Si lasciò cadere a terra sulle ginocchia e diede libero sfogo alle lacrime senza nemmeno provare a fermarle. Era stata abbandonata, di nuovo, ma stavolta l'aveva scelto lei.
★R
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