«15»

 «Mamma, ma i nonni sono cattivi?» Domandò agitata Gaia alla madre mentre finiva di vestirla. «No, amore. Vedrai che saranno simpatici.» Cercò di rassicurarla Delia, ma erano anni che non vedeva i genitori di Enrico e l'ultima volta le avevano dato della "sgualdrina". Gaia annuì momentaneamente più tranquilla. In quelle ultime settimane la bambina aveva avuto modo di conoscere meglio il padre, qualche mattina era andato a prenderla a scuola e poi l'aveva portava alle giostre. Per il momento si trattava solo di qualche ora e per la maggior parte delle volte Gaia voleva che sua madre fosse presente,ma era pur sempre un passo avanti rispetto a prima.

«Possiamo andare a salutare Cristian prima di andar via?» Domandò la bambina che sentiva la mancanza del suo amico. «No, tesoro. Cristian è al lavoro oggi.» Mentì la madre.

Erano giorni e giorni che raccontava bugie alla figlia sul perché non vedesse più Cristian, ma Enrico non aveva ancora cambiato idea e Delia stava cercando di perdere tempo. Nel frattempo riusciva a vederlo quando era sola, ma il tempo a loro a disposizione era sempre poco ed oggi che era per entrambi una domenica di riposo lei era costretta ad andare a casa dei genitori di Enrico anziché passarla con il suo uomo e sua figlia, ma quest'ultima l'aveva pregata di non lasciarla sola e non era riuscita a rifiutare.

«Siete pronte ragazze?» Enrico le raggiunse nella cameretta. Indossava uno dei suoi completi eleganti blu che metteva in risalto il colore dei suoi occhi. Entrambe annuirono ed insieme si avviarono verso l'uscita dell'appartamento. Una volta fuori Delia chiuse a chiave la porta di casa ed istintivamente lanciò un'occhiata alla finestra di Cristian.Tra le veneziane riuscì le sembrò di scorgere gli occhi scuri dell'uomo che la scrutavano.

«Andiamo.» Le sussurrò Enrico all'orecchio un po' troppo vicino e scatenandole una serie di brividi lungo la schiena.

L'uomo posò la mano alla base della schiena di Delia e delicatamente la guidò verso le scale. Anche se non lo poteva vedere Delia percepì la rabbia di Cristian ad ondate dietro le spalle, ma non si allontanò del leggero tocco di Enrico. Le erano mancate le sue mani lisce e morbide e poterle sentire di nuovo le provocò un ondata di ricordi felici. Ogni sua prima volta era stata con lui, era stato il suo primo amore. Sentiva dire spesso che il primo amore non si scorda mai, sarebbe stato così anche per lei?

***

Cristian camminava avanti ed indietro per la casa, passandosi frustrato entrambe le mani tra i capelli.

Maledetto bastardo.

La scena di lui che toccava la sua Delia era impressa a fuoco nella sua mente, ma la cosa che gli dava più fastidio era che lei non si era minimamente spostata. Era rimasta lì e lo aveva lasciato fare, anzi gli era parso pure di vederla sorridergli timidamente.

"E' stata solo cortese." Si ripeteva nella sua testa cercando di calmarsi, ma la gelosia lo stava divorando dall'interno. Doveva fare qualcosa, non poteva rimanere a casa a tormentarsi in quella maniera,sarebbe impazzito.

Si cambiò velocemente indossando una tuta e si caricò in spalle il borsone della palestra. Con lunghe falcate uscì dal suo appartamento per salire in macchina. Raggiunse la palestra vicino alla caserma in men che non si dica e si precipitò all'interno.

Passò le successive due ore a prendere a pugni il sacco da box, tanto forte che alla fine gli dolevano le mani nonostante le protezioni.

«Hey, Roccia. Cosa ti ha fatto quel povero sacco per essere trattato così?»Il tenente Franco apparve all'improvviso con il suo solito ghigno divertito. «Tenente!» Lo salutò Cristian e l'altro lo squadrò dacapo a piedi pensieroso. «Non è il tuo giorno libero, oggi? Quandomi hanno detto che eri qui, non ci volevo credere. Non sei stufo di vedere questo posto?» Lo prese in giro.

Franco si era allontanato momentaneamente dalla caserma, indossava la divisa da vigile del fuoco e la radio sempre accesa per eventuali emergenze.Cristian gli sorrise senza divertimento cercando di riprendere fiato.

«Avevo voglia di allenarmi.» Spiegò prendendo un asciugamano dal suo borsone per asciugarsi il viso impregnato di sudore.

«Non mi prendere per il culo. Sei incazzato Roccia si sente lontano un miglio che spaccheresti la faccia al primo che ti capita a tiro!» Il tenente incrociò le braccia al petto con aria di chi la sa lunga.Cristian si posizionò l'asciugamano intorno al collo, glielo aveva lavato Delia ed ora poteva bearsi del suo profumo.

«Se fosse davvero così il primo a tiro saresti tu!» Scherzò il ragazzo fingendosi minaccioso. Franco scoppiò in una fragorosa risata piegando al testa all'indietro.

«Ragazzo mio, avrò pure qualche anno più di te, ma posso ancora farti il culo!» Esclamò quando smise di ridere. «Di solito non me la prendo con i vecchi.» Lo prese in giro Cristian lasciandosi un po' andare.

«Ho come la strana impressione che qui c'entri una bella infermierina!»Asserì l'altro. Cristian non parlò, ma il suo silenzio lasciò intendere a Franco che avesse fatto centro.

Il ragazzo sospirò rassegnato. Franco lo conosceva bene e parlare con lui era come parlare ad un padre. «Diciamo che c'entra più un ex fidanzato della bella infermierina». «Brutta cosa gli ex.»Commentò il tenente facendo una faccia schifata. «Sopratutto quandoci provano con quella che è la tua di fidanzata.» Continuò il ragazzo lanciando frustato l'asciugamano nel borsone.

Franco gli mise una mano sulla spalla e gliela strinse per incoraggiarlo.«Non devi preoccuparti di lui, se è un ex significa che fa parte del passato. Dalle il tempo di ricordare perché è finita la prima volta e lui non sarà più una minaccia.» Lo spronò l'uomo e Cristian annuì cercando di convincersi di quelle parole.

«Forza, visto che sei qui tanto vale che fai qualcosa di utile.» Aggiunse afferrando il sacco da box con entrambe la mani per tenerlo fermo.«Fammi vedere che cosa sai fare.»


★R

[Nella foto: il Tenente Franco]

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