||4.||

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"Quando Kathleen fu promossa a Capitano si sentii orgogliosa di se stessa.

'Finalmente papà, finalmente puoi essere fiero di me.'

I suoi pensieri e ringraziamenti andavano al genitore che l'aveva cresciuta e che solo grazie ai suoi ideali di onore e orgoglio l'avevano resa ció che era diventata.
Fece visita alla tomba di egli, quel giorno. Non fece scendere una lacrima, dalle sue labbra non uscì la percezione di un sibilo, ma i suoi occhi dicevano tutto.
Esprimevano le emozioni per lei, quelle iridi, dall'acceso colore di uno zaffiro, nulla poteva fare per nasconderlo.
Lentamente posó un fine e delicato mazzo di fiori color bianco, simili a calle, ma della delicatezza di una nube candida e striata.
Sorrise a malapena quando con un fazzoletto lucidó la foto del suo vecchio, che lo ritraeva con un sorriso fiero, la barba bruna perfettamente curata e gli occhialini che risaltavano sotto il cappello della divisa.
Mentre tornava a casa cercó di non pensare a ció che fosse accaduto a suo padre, così da non presentarsi davanti al suo ragazzo con il viso corrucciato.
Estrasse le chiavi di casa dal suo grande borsone contenente la nuova divisa e diede un paio di giri di serratura, aprendo delicatamente.

-Amore, sono a ca...- si zittii, quando vide il suo ragazzo seduto sul divano, le mani fra i capelli, chino a leggere dei strani documenti, scritti su una carta simil pergamena.
Appena vide la propria fidanzata alzó gli occhi, circondati da un velo di occhiaie.

-Kate, abbiamo un problema...- nemmeno la salutó e quando lesse ció che vi era scritto su quei fogli il sangue le si geló nelle vene. Parlava di un'associazione, denominata Quinto Settore; capiva ben poco delle parole che vi erano stampate sopra, ma di certo, a giudicare anche dall'espressione di Axel, non promettevano nulla di buono per il mondo del calcio.

-Vogliono prendere assoluto controllo del calcio.- sentenzió il biondo di fianco a lei, capendo dal suo sguardo che non stesse collegando le informazioni scritte sui documenti. -Vogliono registrare e determinare i risultati delle partite.-

-È inaccettabile...- sibiló, mentre con gli occhi sgranati e con il borsone da lavoro ancora sulle spalle continuava e leggere. -Ma tu cosa vuoi fare?-
Kathleen aveva capito fin da subito che il fidanzato si sarebbe messo in mezzo a qualunque costo, ma non sapeva quanto si sarebbe messo in gioco.
Perció, quando le spiegó il suo folle piano che consisteva nell'infiltrarsi nell'associazione, la ragazza dovette sedersi a tavolino col ragazzo cercandolo di smuoverlo in questo suo atto giustiziero. -Non puoi fare una cosa del genere!- continuava a ripetergli.

-Si che posso, Kate. Hai un piano migliore?- ribattè.

-N-no ma...- divagó qualche secondo in cerca di una soluzione che non comprendesse che Axel si mettesse così in esposizione.
Eppure in quel momento la sua mente fredda e calcolatrice di una soldatessa non riucii a inventarsi un piano d'emergenza. -Io non posso abbandonare la Marina ora e non voglio che tu...-
Non riuscii a continuare, non sapeva cosa dire e per la prima volta si trovava in difficoltà. Sembrava un discorso difficile da affrontare, egoistico e subdolo, ma questa era soltanto la pure verità.
E si sa, in certi casi la verità fa male.

-Non ti devi preoccupare per me.- il biondo mise una mano sulla spalla della bruna seduta di fianco a lui; lei lo fissó, con sguardo teso e nervoso, ma quando scontró i suoi occhi oceanici con quelli color caffè del suo compagno, Kathleen fece un respiro profondo e come senso di approvazione, annuii alla figura di fronte a sè.

-Ok...mi fido di te.-

Per un momento sembró che il calciatore, conosciuto per il suo sangue freddo e il carattere assai distaccato, avesse un momento di perdizione.
Fissava con costanza la sua ragazza, gli occhi indecisi, i denti che serravano incessantemente sulla mascella.
La soldatessa stava per chiedere cosa capitasse al suo ragazzo, ma questo la precedette:

-Sposami.- non gli uscii un flebile sussurro, nemmeno un cenno di imbrazzo. Axel era deciso, pronto a congiungere definitivamente il suo cuore con quello della sua amata.
Quest'ultima rimase sbalordita, dovette richiedere più volte al suo compagni di ripetere ció che avesse detto; ma alla fine, la sua risposta fu un grande e grandioso "Sì."
La sera stessa, quando entrambi vennero accolte dalle calde coperte in paille, i due fidanzati si cinsero in un abbraccio che avrebbe voluto durasse per l'eternità.
Infondo, entrambi inevitabilmente dovevano allontanarsi l'un l'altra; e quale modo più sincero, che unire il loro amore in un matrimonio?
Fecero tutto in gran segreto, per non destare l'attenzione dei loro ex compagni di squadra.
Si scambiarono le promesse e si misero a vicenda l'anello, che riuscirono a farsi preparare frettolosamente dal marito della Signora Milly, loro vicini di casa, che possedeva una gioielleria in città.
Kathleen dovette salutare per prima.
La sua missione sarebbe durata molti mesi, quasi metà anno, e non sapeva cosa aspettarsi quando sarebbe tornata dalla sua vita in mare.
Diede la sua fede nuziale al suo, ormai, marito, che con un velo di tristezza negli occhi salutó la sua compagna, mentre salpava.
Non era consapevole pienamente di ció che l'aspettasse, se la missione sarebbe stata dura, o se, per il suo onore e la sua devozione al Corpo della Marina, avrebbe allontanato il suo amato.
Soltanto di una cosa, era certa:
gli occhi con cui Axel l'aveva guardata mentre si scambiavano le promesse in quella piccola cappella sulla collina, non l'avrebbe mai ritrovato altrove.
E con la sua immagina nel cuore, sorrise, mentre dal ponte principale della nave guardava l'orizzonte davanti a se'."

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