||14.||

Il viale alberato che stavano percorrendo era buio e tenerbroso, come se l'oscurita' l'avesse accolto nelle sue fredde bracci, non si sentiva altro che la flebile musica classica in lontananza e le loro scarpe che sprofondavano nella ghiaia.
Qualche sassolino le era penetrato dentro le decolleté e in cuor suo le dispiaceva che un paio di scarpe così raffinate e di buona qualitá si stessero rovinando sul terreno infesto del viale. Era esilarante e maniacale allo stesso tempo accorgersi che, in un momento come quello, la castana si preoccupasse più delle sue scarpe nuove che della sua stessa vita.
Kathleen sentii altri passi dietro di lei e sapeva che degli scagnozzi del criminale li stavano seguendo; la situazione era sprofondata, adesso era sola e in balia di persone pericolose.
Sperava che i suoi sottoposti l'avessero vista, che il movimento della sua mano li avesse allertati e che anche loro, seppur indistintamente, li stessero pedinando appena una decina di metri più indietro.
Ayato Col stringeva nella sua viscida mano l'avambraccio della ragazza, praticamente trascinandola.
Quando la lasció, erano abbastanza lontani da non riuscir più a percepire la musica della festa.

-Che galantuomo..- ammise ironicamente subito dopo che l'uomo la strattonó e spintonó più avanti. -Andiamo cosa vorrebbe fare, signor Col? Uccidere un ufficiale della Marina? Non si metta contro qualcosa di così grande, lo prenda come un consiglio.-

-Signorina Smith.- il tono mieloso e falsamente compiaciuto destarono completamente l'attenzione e la scaltrezza della ragazza. -Non si nasconda dietro il sarcasmo.- estrasse la pistola dalla fodera della sua giacca, caricandola, ma non puntandola sulla figura della bruna. -Lei non è astuta come suo padre.-
Un brivido le percosse tutta la schiena, attraversando la spina dorsale come un branco di formiche. Non fece altro che stringere i denti, provocandosi dolore alla mascella; anche se il suo era un animo forte, indipendente e realista, quando si parlava di suo padre perdeva ogni cognizione.
Soprattutto se a nominarlo era un criminale come Ayato Col.

-Se la sua intenzione é mettere di mezzo le persone a me care, ovvero mio padre, per cercare di ottenere qualcosa è una strategia inutile.- ammise, mantenendo l'autocontrollo e accompagnando il suo discorso con alcuni movimenti delle mani, per sembrare il più distesa e tranquilla possibile. Intrecció poi le sue dita affusolate davanti a se, con un sorriso furbo sul volto. Non aveva paura di chi si trovasse davanti a lei.

-Mi ha colto in flagrante, signorina Smith.- il tono incalzante e strafottente dell'uomo di fronte le fecero inarcare un sopracciglio. -C'è solo un isignifcante dettaglio...- aggiunse. -Io non sto parlando di suo padre.-
Scrutó Col direttamente negli occhi, facendo caso a quello scintillio di astuzia e pazzia che gli brillava nelle iridi.
-Avanti, mi credeva cosí stupido?- prese a camminare a destra e poi a sinistra, calpestando rumorosamente la ghiaia e agitando le braccia in modo teatrale, mentre con la mano dominante teneva in mano la pistola. -So tutto di lei, compreso di suo marito, o meglio...- fece una pausa. -...l'Imperatore.-
Kathleen schiuse la bocca. Era inutile mantenere quella maschera di sicurezza e forza che, toccando il suo tasto debole, l'uomo era riuscito a distruggere da sé.
-E lo ammetto, vedendola dal vivo quasi mi dispiace non essere al suo posto.- aggiunse con un'amara e viscida risata.

-Cosa vuole da me?- lo zittii subito, evitando un discorso scomodo e abominevole alla mente della bruna.

-Le do' due scelte...- con un colpo delle dita caricó la pistola. -O smette di fare ricerche scomode sui piani dell'associazione...- poi alzó il braccio, puntando dritto verso di lei l'arma da fuoco. -...oppure io saró l'ultima persona con cui avrá parlato. E lo stesso varrá per suo marito-
Non sa con quale forza e quale determinazione, ma la militare mosse un passo verso la figura che la minacciava, ignorando il dolore che provava mentre i sassolini che le erano entrati nelle calzature le pungevano la pianta del piede.
Ayato Col si corrucció, vedendo l'Ufficiale proseguire a camminare verso di lui, senza un velo di paura sul volto.
Quando la canna della pistola si posó fredda sul petto della donna, le iridi cerulee incenerirono per un istante la sicurezza del criminale. Non aveva mai visto occhi più grintosi e quasi inemotivi in vita sua, soprattutto in una situazione del genere.

-Tu non mi sparerai.- disse, senza lasciar trapelare il tremore -forse dato dalla paura o dalla semplice adrenalina- del suo labbro inferiore. -Non ti sporcheresti le mani, soprattutto se di mezzo c'è un Ufficiale della Marina Militare.-

-Questo lo dice lei, Capitano.- rimarcó con tono saccente l'ultima parola, quasi a prendersi beffa di lei.

-Allora fallo.- lo sfidó, assottigliando gli occhi e piegando lievemente il capo, facendo ondulare i suoi fili di rame che aveva come capelli. -Che aspetti? O preferisci lasciar fare ai tuoi cagnolini, lì dietro?- con un cenna di capo indicó i due uomini appostati appena due metri indietro rispetto all'uomo in smoking.
Forse nella prima volta della sua vita sentii il polso mancare ai suoi comandi; le avrebbe sparato, ma l'espressione sul suo volto e i suoi occhi colore del mare quasi lo ipnotizzavano. Aveva forse paura? Effettivamente la Marina Militare era un nemico molto potente da mettersi contro e aveva già rischiato nel puntare una pistola dritta nel petto di un loro Ufficiale di alto rango.
D'un tratto dalle siepi dietro di loro si sentii un forte fruscìo e subito dopo dei passi veloci e calzanti sulla ghiaia.

-Capitano!- le voci di Tennessee e Pember erano uniche per le orecche della Smith e se avesse potuto farlo avrebbe tirato un sospiro di sollievo.

-Kate!- quando sentii la voce di Jude, invece, si immaginó giá il discorso che gli avrebbe fatto subito dopo, ricordandogli di non immischiarsi mai più in una situazione del genere.
La ragazza peró ne approfittó della distrazione che provocarono i suoi compagni al suo aggressore e con forza e velocitá gli strappo' la pistola di mano, puntandogliela.
Immediatamente i due scagnozzi dietro di lui alzarono anche loro le armi, ma di riflesso i due sottoposti della castana puntarono le loro contro i due sicari.

-Ops...- disse con un falso tono sorpreso a prendersi gioco di lui, mentre guardava Col sbiancare e alzare lievemente le mani. -Qui la situazione cambia, mh?- sorrise.

-Signorina Smith...- provó a parlare.

-Ascoltami tu, Col.- lo zittii immediatamente, non lasciandogli proferir parola. -Se torci un solo capello ad un giocatore della Raimon, o peggio, se provi a fare del male a mio marito...- fece un pausa, mentre di divertiva a guardare come un criminale apparentemente così sicuro di sé cambiasse totalmente quando il manico del coltello passava dall'altra parte. -...incideró una pallottola col tuo nome e faró in modo che ti colpisca direttamente.-
Premette la canna sul suo petto e poi indietreggió. Non smosse mai il suo sguardo se non sui suoi occhi e anche quando alzó il braccio sparando un colpo assordante verso il cielo notturno, la sua sicurezxa non fu intaccata.
Ayato Col aveva un che da invidiare e da temere da una donna come lei.
Al colpo che esplose, Kathleen potè sentire dietro di lei Jude che scomporsi e sussultare, provocando rumore nella ghiaia. -Ci vediamo, Col...-
Aggiunse, prima di voltargli le spalle, sicura che se avesse cercato di farle del male i suoi due sottoposti non avrebbero avuto problemi a fermarli.

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