3. Mi rapiscono i fantasmi
«Raga è quasi mezzanotte, sgombriamo tutto che dobbiamo brindare!» Esclamò improvvisamente Luca interrompendo le conversazioni di tutti.
«E non dimentichiamoci il cotechino eh. Lo avete fatto vero?» Chiese Rosa con apprensione guardando Milena che roteò gli occhi e annuì rassicurandola. Francesca e Aurora si scambiarono uno sguardo divertito poi ognuno si diede da fare per sparecchiare e preparare i bicchieri per il brindisi. Elena e Aurora ne approfittarono per andare in bagno.
«Aspettami qui davanti la porta. Non te ne andare eh», disse Elena fermandosi davanti la porta del bagno degli ospiti che era dietro la cucina, per cui leggermente più isolato e buio rispetto al salone dove erano gli altri.
«Non me ne vado tranquilla, ma come mai tanta apprensione?» Chiese curiosa Aurora sistemandosi a lato della porta con la schiena poggiata al muro.
«Beh è notte ed è buio, potrebbero rapirmi i fantasmi», borbottò Elena a mezza voce arricciando le labbra in una smorfia infantile.
«Hai paura del buio Elena?» Chiese Aurora divertita.
«Ma no! Certo che no! Tu però mettiti qua, ecco così...», la sistemò facendole dare le spalle alla porta e mettendole le braccia incrociate davanti, «resta così che poi ti controllo eh», la avvertì puntandole il dito contro.
«Agli ordini capo!» Scherzò Aurora ridacchiando. In realtà, appena Elena si chiuse in bagno, si toccò le guance accorgendosi di quanto fossero calde. Sicuramente erano rosse. Meno male che era riuscita a mantenere il controllo mentre Elena la toccava per posizionarla come voleva lei. Le sue mani erano piccole e morbide e il suo tocco delicato ma Aurora lo aveva percepito come fosse di fuoco. Mai le era capitato di sentirsi quasi sciogliere solo grazie al tocco di qualcuno. Questa cosa un po' la spaventava, perché non sapeva come gestire queste nuove emozioni, ma d'altro canto ne era super elettrizzata perché finalmente anche lei stava sentendo tutte quelle nuove sensazioni che le sue amiche avevano già provato e di cui le parlavano con entusiasmo. Aurora pensava di non essere in grado di provare attrazione per nessuno, che semplicemente il suo cervello e il suo corpo non ne fossero capaci. Da anni ormai non faceva altro che sperare di trovare qualcuno che le piacesse sul serio, voleva amare ed essere amata perché a detta delle sue amiche era una sensazione bellissima. Così aveva provato a frequentare dei ragazzi anche se non provava assolutamente niente per loro. Si ripeteva di provare qualsiasi cosa alla ricerca di quella scintilla che le avrebbe fatto capire che il suo cuore si era attivato. Ma per quanto si era sforzata, per quanto avesse provato con i ragazzi più disparati, non era mai successo. Né una scintilla, né qualcosa di anche vagamente simile. Forse aveva solo cercato dalla parte sbagliata.
«Bu!» Elena aprì di scatto la porta sperando di cogliere di sorpresa Aurora che, seppur distratta dai suoi pensieri, era comunque vigile e l'aveva già sentita arrivare. Di fatti si girò lentamente verso di lei guardandola con aria tutt'altro che sorpresa.
«Uffa! Non ti spaventi mai...»
«Se tu mi fai "bu" dopo aver scaricato in bagno e aperto la porta non è che il tuo arrivo sia tanto inaspettato eh », le fece notare Aurora.
Elena brontolò qualcosa di incomprensibile sotto voce e incrociò le braccia al petto imbronciata. Aurora la guardò divertita perché con quel broncio era tenerissima, avrebbe tanto voluto abbracciarla e...
«Adesso vado io. Tu fai la guardia, sia mai mi rapiscono i fantasmi.»
«Ah-ah fai pure la spiritosa, poi quando arrivano vediamo», brontolò ancora lei prendendo il suo porto davanti la porta. Aurora la guardò per qualche istante mentre la superava per entrare in bagno e decise repentinamente che non poteva lasciarsi scappare quell'occasione, così le si fermò dietro sfiorando con il corpo il suo.
«Devi metterti bene però...», mormorò al suo orecchio poggiando le mani sulle sue spalle e facendole scendere lentamente lungo le braccia sciogliendone l'intreccio. Prese le mani tra le sue e le posizionò sui fianchi poi fece scivolare una mano sulla sua coscia fermandola prima il tessuto del vestito lasciasse spazio ai collant e le fece segno di aprire le gambe. Elena eseguì il comando automaticamente, era totalmente in balia delle mani di Aurora che la toccavano trasmettendole mille scariche elettriche per tutto il corpo. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, che le sue braccia la avvolgessero in un caldo abbraccio e che le sue labbra facessero ben altro oltre che sussurrarle all'orecchio con quella voce suadente che la stava mandando fuori di testa. «Ecco ora stai bene. Resta ferma così e aspettami», le parole di Aurora furono poco più di un leggero sussurro, un ordine soavemente impartito a cui Elena non avrebbe mai disobbedito. Chiuse gli occhi rabbrividendo e annuì appena sussurrando un "sì" appena udibile.
Aurora sorrise soddisfatta percependo di aver ottenuto l'effetto desiderato. Ora aveva la certezza di non esserle indifferente. Tolse le mani dal suo corpo, si girò entrando in bagno e richiudendosi la porta alle spalle.
Elena non stava bene, non stava per niente bene. Essere toccata in quel modo, con quella leggerezza e allo stesso tempo quella voglia irrefrenabile di andare oltre che si percepiva dal modo in cui le sue mani avevano esitato se oltrepassare l'orlo del vestito o meno. Ma come si permetteva quella ragazza sconosciuta di toccarla così? Nessuno si era mai permesso di arrivare a tanto, era sempre stata ferma nel respingere qualsiasi approccio di quel tipo. Per nessuno valeva la pena andare avanti. Per nessuno...tranne Aurora. Non sapeva come spiegare i brividi che le percorrevano il corpo dove le mani di lei l'avevano toccata, il respiro affannato e il battito accelerato. Non ci stava capendo niente, ma di una cosa era sicura: non avrebbe mai voluto smettere di sentirsi così.
«Fatto», annunciò Aurora uscendo dal bagno e trovando Elena immobile nella posizione in cui l'aveva lasciata. Si chiese se per caso non l'avesse sconvolta troppo, forse aveva frainteso tutto e aveva esagerato poco prima. Ma non ebbe modo di chiederglielo perché Elena, agendo d'istinto, si girò completamente verso di lei, si sollevò sulle punte per prenderle il viso tra le mani e la baciò. Come una calamita attratta dal suo polo, Elena si era mossa automaticamente guidata da una forza a lei sconosciuta che le gridava di attaccarsi ad Aurora e non lasciarla mai più. Aurora non se lo aspettava minimamente ma non perse tempo a pensare, approfittò del momento e ricambiò il bacio con la stessa intensità dell'altra, mettendo una mano sui suoi fianchi per attirarla a sé. Era un bacio lento e dolce, esattamente come Aurora se lo era immaginato. Ciò che non si aspettava, era l'esplosione che sentì nel suo stomaco. Come una sequenza infinita di fuochi d'artificio che le fecero aumentare il battito cardiaco alle stelle.
Probabilmente entrambe avrebbero prolungato quel bacio all'infinito, ma la fragorosa risata di Rosa proveniente dal salotto le fece staccare rapidamente. Aurora fece un passo indietro e si guardò attorno temendo che qualcuno le avesse viste, ma il corridoio era deserto e le voci degli altri continuavano a susseguirsi a risate per qualcosa che stava accadendo in tv.
Aurora tornò a guardare Elena che era rimasta ferma con lo sguardo basso e si torturava le mani in preda al nervosismo. Aurora si maledisse per come l'aveva scansata bruscamente. Chissà quante paranoie si stava facendo adesso. Riusciva quasi a vedere i suoi pensieri accavallarsi, uno più negativo dell'altro. Si riavvicinò a lei e le avvolse un braccio intorno alla vita, stringendola a sé nella stessa posizione in cui erano poco prima. Elena alzò di scatto lo sguardo, sorpresa. Aurora le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia facendola arrossire.
«Posso rifarlo?» chiese timidamente Elena e il sorriso di Aurora si allargò ulteriormente annuendo. «Tutte le volte che vuoi», sussurrò sfiorando le sue labbra. Elena rabbrividì stringendosi ulteriormente a lei e le avvolse le braccia intorno al collo catturando di nuovo le sue labbra in un bacio decisamente più passionale del precedente. Aurora non si aspettava quell'intraprendenza da parte sua ma la cosa la eccitò ancora di più e rispose al bacio con foga. Stavolta non si sarebbe fatta fermare da niente, aveva aspettato troppo tempo per provare quelle emozioni e non avrebbe permesso alla sua paura di intromettersi di nuovo. Perciò spinse delicatamente Elena verso l'interno del bagno e, senza staccarsi dalle sue labbra, si richiuse la porta alle spalle con un piede.
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