2. Come una freccia

«Visto che sei arrivata, puoi aiutarci a mettere la tavola», disse Milena per rimettere tutti in riga e riprendere l'organizzazione della cena, ormai mancava poco alle otto.
«Certo, fammi vedere dove sono le cose e ci penso io.»
«Te lo faccio vedere io così ti aiuto», si intromise Carlo.
«Bene, pensateci voi. Aurora aiutali, Francesca in cucina con me», ordinò Milena e tutti si misero a svolgere i compiti assegnati.
Aurora ed Elena rimasero più o meno in silenzio vista la presenza tra loro di Carlo. Ma prevedibilmente, mostrato dove fosse tutto l'occorrente, Carlo lasciò il compito di apparecchiare alle due ragazze mentre lui si accomodò sul divano a vedere la tv. Ma anche se le due non se ne accorsero, Carlo non le perse mai di vista, riuscendo a vedere il loro riflesso nello schermo della tv.

«Mi aiuti a stendere la tovaglia?» chiese Elena ricevendo subito risposta positiva da parte dell'altra. «Mi dispiace aver lasciato tutto il lavoro a voi, mi sarebbe piaciuto venire prima.»
Elena iniziò la conversazione guardando prima l'altra negli occhi, sperando che in qualche modo percepisse il suo pensiero: "Sarei venuta prima se avessi saputo che c'eri tu".
«Carlo ha detto che stavi arrivando da Roma, perciò non preoccuparti. Abbiamo ancora tutta la serata davanti.»
«Già...tu sai chi verrà?»
«Beh oltre noi, c'è Rosa, Ginevra e qualcun altro di canottaggio mi pare.»
«Oddio questi di canottaggio sono da tutte le parti!» si lasciò sfuggire Elena facendo un verso di insofferenza.
Aurora non poté non ridacchiare a quel commento perché era quello che pensava spesso anche lei. «Scommetto che troveremo qualcosa di interessante da fare...tipo mangiare.»
Entrambe risero a quella battuta e da lì continuarono a parlare del più e del meno mentre apparecchiavano la tavola.
La conversazione non trovava mai punti morti o imbarazzanti silenzi, ogni argomento le aiutava a conoscersi e a divertirsi commentando praticamente tutto quello che accadeva intorno a loro e in tv.

Man a mano gli invitati arrivarono. Ginevra e Rosa furono le prime. Le due cugine erano le altre uniche persone che Aurora avrebbe voluto a quella cena. Le conosceva fin da quando erano bambine e con Milena erano praticamente cresciute insieme. Anche se il loro rapporto era cambiato nel corso degli anni e non erano più così intime, Aurora teneva comunque alla loro amicizia e in fondo le faceva piacere passare l'ultimo dell'anno con loro. Il problema, se così si può dire, arrivò dopo. Luca, Ernesto e Marta erano "quelli di canottaggio" che Milena e Rosa avevano conosciuto, insieme a Carlo, quell'estate. Aurora non riusciva a capire cosa sua cugina ci trovasse in quelle persone e come avessero fatto due coglioni come Luca ed Ernesto e una "sciocca gallina" come Marta a entrare a far parte del gruppo così in fretta. Era una riflessione che Aurora aveva fatto con Flora, la sua migliore amica, alla fine della quale aveva concluso semplicemente che le scelte di Milena in fatto di amicizia si erano evolute nel tempo e ora ciò che le interessava era trovare un gruppo "con cui uscire e fare festa" piuttosto che uno con cui "condividere esperienze e sentimenti". Erano tutti termini che Flora aveva usato per descrivere la situazione e Aurora li trovava particolarmente azzeccati. Flora era decisamente la persona più intelligente ed empatica che conoscesse, motivo per il quale non faceva parte di quel gruppo. Aurora avrebbe tanto voluto avere la forza che aveva Flora di affrontare le situazioni fregandosene del giudizio altrui e andando dritta per la sua strada. A lei non importava di avere un numeroso gruppo di amici, "a me basti tu" le diceva sempre. Avrebbe dovuto essere così anche per lei.

«Ti sono cresciute le tette?» Aurora riemerse dai suoi pensieri sentendo tutti gli sguardi su di sé. La domanda più maleducata del secolo era stata rivolta proprio a lei da Ernesto. Aurora lo guardò con la stessa empatia che avrebbe provato per un lombrico che stava per schiacciare. Non aveva bisogno di controllare il suo seno per ricordarsi quanto fosse piccolo. Con la coda dell'occhio notò Milena fulminare con lo sguardo Ernesto e Francesca tirargli un pugno sul braccio. Almeno loro due conservavano un minimo di empatia che Aurora apprezzò. «Oh grazie!» rispose con falso entusiasmo. «Anche le tue vedo», aggiunse con un sorriso altrettanto falso. Era un'uscita meschina considerando il suo aumento di peso, lo sapeva bene ma non riusciva a controllare l'insofferenza che provava verso certe persone se veniva provocata. Sentì tutti ridere e per fortuna Luca iniziò subito a prendere in giro Ernesto riportando finalmente l'attenzione lontano da Aurora. "Mi dispiace Ernesto. Mors tua vita mea", pensò.

Aurora si spostò in cucina con la scusa di controllare a che punto fosse la cottura della pasta. Non si era accorta che Elena l'aveva seguita in silenzio e ora se ne stava poggiata al tavolo con le braccia conserte.

«Io le trovo stupende», disse dopo qualche secondo facendo sussultare Aurora che si girò di scatto. Scosse appena la testa rilassandosi nel vedere che era solo lei e tornò a girarsi verso i fornelli alzando di poco la fiamma sotto la pentola. «Che cosa?»

«Le tue tette», rispose tranquillamente Elena accennando un timido sorriso, «E secondo me sotto sotto lo pensa anche Ernesto, solo che è troppo stupido per fare un complimento sincero», concluse. Ad Aurora fregava poco di ciò che pensava davvero Ernesto. Ma Elena aveva appena detto che le piacevano le sue tette? Non aveva capito male. Per un attimo rimase ferma a guardarla non sapendo bene come replicare, non era abituata a ricevere complimenti. Per fortuna Milena le interruppe irrompendo in cucina preoccupata che la cena non fosse ancora pronta ora che tutti gli invitati erano arrivati. Aiutare Milena divenne la missione principale del momento e per fortuna questo distrasse tutti da ciò che era appena successo.

Mentre le ultime preparazioni finivano di cuocersi, Aurora ed Elena si rifugiarono in un angolo del divano a penisola accanto alla tv e continuarono a parlare come se nessuno le avesse mai interrotte. Nel divano di fronte a loro, intanto, si susseguivano: Francesca e Carlo che si baciavano, Ginevra che era già stanca e Luca ed Ernesto che facevano...beh facevano le solite cavolate. Aurora notò più di una volta che quando non era impegnato con Francesca, Carlo guardava nella loro direzione con uno sguardo serio che lei gli aveva visto ben poche volte sul viso. Ma al momento non aveva intenzione di preoccuparsi anche di cosa potesse passare per la sua testa.

«Sai sono stata al Lucca Comix quest'anno», disse Elena.
Stavano parlando del mondo delle saghe fantasy, delle serie tv e dei fumetti di cui entrambe erano appassionate.
«Davvero?! Figo! Io non riesco mai ad andare neanche al Romix, nessuno vuole accompagnarmi.»
«Se vuoi la prossima volta ci andiamo insieme. Ci vestiamo da Hermione e Katniss.»
«Io faccio Katniss, adoro tirare con l'arco!»
«Sai usare davvero l'arco?» Elena era stupita, aveva avuto modo di scoprire le mille passioni ed interessi di Aurora e ogni volta ne restava affascinata.
«Sì! Ho imparato perché mi piacciono tutti i personaggi arcieri perciò ho deciso che valeva la pena provare», spiegò fiera del suo ragionamento.
«Mi sembra una valida motivazione. Poi sono sicura che tu sia un'ottima arciera.»
«E come lo sai?»
«Mi sembri una decisa che sa quello che vuole e se lo prende...come una freccia che va dritta al bersaglio.»

«Descrizione accurata. Spero di riuscire ad andare a bersaglio anche stasera», disse Aurora guardandola intensamente negli occhi. Non le era mai capitato di essere così naturalmente sfrontata con qualcuno ma con Elena le usciva naturale tirare fuori la parte più seducente di sé che non sapeva neanche di avere.
Elena arrossì di botto cogliendo il doppio senso dietro quell'affermazione e aprì la bocca per rispondere anche se non sapeva bene cosa, ma Ernesto non gliene diede il tempo, intromettendosi nella loro conversazione dall'altro divano.
«Ma che state confabulando voi due? Vi vedo inciuciare da prima.»
«Parliamo di quanto i tuoi capelli siano più lunghi dei miei, è imbarazzante non credi?» Rispose piccata Elena, evidentemente infastidita da quell'interruzione. Aurora accennò una risata guardando l'espressione scioccata del ragazzo.
«I miei capelli sono bellissimi! Fanno swish!» E così dicendo mosse la testa per farli ondeggiare.
«E questa non è affatto una cosa virile, Ernesto», stavolta fu Luca a contraddire l'amico innescando un battibecco tra i due che Elena e Aurora ignorarono.

«Uh questa canzone la adoro!» Esclamò Elena scattando in piedi e allungando una mano verso Aurora per aiutarla ad alzarsi. «Fanno anche il balletto! Dai, dai balliamo?»
«Aurora si girò a guardare la tv ed effettivamente il cantante che aveva preso il palco per cantare era accompagnato da ballerini che mostravano il balletto della canzone. Ora, Aurora aveva fatto danza e amava ballare, ma farlo in quella situazione, al centro del salotto con altre persone che la fissavano, la metteva un po' in imbarazzo. Però come faceva a dire di no a quegli occhi che la stavano incastrando sempre di più? Svogliatamente accettò l'invito dell'altra e si alzò prendendole la mano.
«Va bene, balliamo. Ma sappi che non sono affatto brava», la avvertì mettendo le mani avanti, perché era sempre meglio dire così che fingersi grandi ballerini e poi sbagliare i passi di uno stupido tormentone estivo.
A Elena non importava se ballasse bene o meno, voleva solo divertirsi con lei sulle note di quella canzone che, seppure stupida, a lei piaceva perché metteva allegria. E così si misero entrambe a replicare i passi di quel balletto ridendo e divertendosi dei loro errori.
Quell'atmosfera di divertimento e complicità venne di nuovo interrotta, ma stavolta da Milena che annunciava la cena. Il pasto si svolse serenamente tra battute e discorsi più o meno seri. Aurora ed Elena parteciparono alle conversazioni degli altri ma con un certo distacco, prestando più attenzione l'una all'altra e scambiandosi le pietanze nei piatti come se si conoscessero da anni e sapessero perfettamente i gusti l'una dell'altra.

Parlarono della collezione di bambole di Elena, della passione per la pittura di Aurora e di come fossero entrambe attratte dai paesi ispanici. La complicità tra le due aumentava ed era visibile a chiunque le avesse osservate attentamente, ma i loro amici erano giustamente impegnati nelle loro conversazioni da non notare come le due si guardavano negli occhi, come non perdevano occasione per sfiorarsi le mani e come si scambiavano battutine allusive con estrema naturalezza.

«Ti ricordi quando siamo venuti a Roma da voi? Tua madre prima di andarsene ci disse: "mi raccomando non fate rumore che i vicini si lamentano". E infatti che successe?»

«Che per poco quei rompipalle non chiamavano la polizia.»
Il racconto di Luca e Rosa catturò l'attenzione di Aurora ed Elena che stavano ascoltando distrattamente mentre l'una versava da bere all'altra.

«Sì e poi c'ero io che volevo andare a dormire ma nel letto accanto questi due ci davano dentro come se fossero da soli!» Ricordò Milena con disappunto puntando Carlo e Francesca.
«Ma faceva freddo, io la stavo solo scaldando sei tu che pensi sempre male», si giustificò lui fingendo innocenza e in tutta risposta si beccò uno scappellotto sulla nuca da una Francesca imbarazzatissima.

«Sì te lo do io il freddo la prossima volta!» Milena scosse la testa rassegnata all'idea di dover sempre vedere quei due appiccicati. Aurora tenne lo sguardo basso come se versare l'acqua richiedesse tutta la sua concentrazione. Non era gelosia quella che provava verso i due fidanzati. Era felice di vedere Francesca finalmente in una relazione sana e in fondo le faceva piacere anche che Carlo fosse riuscito a trovare la persona giusta. Quindi no, non era gelosa. Si sentiva solo tremendamente in colpa di nascondere alle sue amiche una parte importante del suo passato. Ma sapeva che era meglio così per tutti.
«Tu non c'eri?» chiese sotto voce Elena ad Aurora riportandola alla realtà.

«No, non sono così amica con tuo fratello da essere invitata a casa sua», fece spallucce nascondendo il dispiacere di dover mentire anche a lei.

«Per fortuna hai incontrato me allora», replicò Elena con un sorrisetto complice.

«Mi offri un pass per casa tua?» Aurora sorrise divertita guardandola. Quanto le sarebbe piaciuto stare da sola con lei a casa sua o in qualsiasi altro posto in effetti. Voleva solo poterla toccare liberamente senza occhi indiscreti pronti a giudicarla.

«Un pass vip! Puoi venire quando vuoi, la mia camera è gigante e ho alcune cose che secondo me ti piacciono», disse Elena con un ampio sorriso.
A quella frase Aurora non riuscì a trattenere la sua fantasia dal fare i pensieri più audaci immaginandosi nella sua stanza. «Tu hai tante cose che mi piacciono», le sussurrò guardandola dritto negli occhi senza nascondere un sorriso malizioso. Elena abbassò lo sguardo imbarazzata e arrossì appena mostrando sulle guance quelle fossette che Aurora tanto adorava.

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