TRENTUNO
Andrea
«Mi spieghi dove diavolo eri?» chiede Martina agitata, quando rientro in negozio da sola.
«Ero fuori a prendere un po' d'aria» dico omettendo con chi ero e dov'ero di preciso.
«Non è vero, non c'eri. Sono venuta a cercarti, volevamo fare un brindisi a te e al negozio» dice triste scrutandomi.
«Ehi, ma...» dice prendendo il mio viso tra le mani ed esaminandolo «guance rosse, capelli leggermente spettinati, fronte sudata, labbra gonfie. Porca troia Andrea eri con Alessandro?» chiede spalancando gli occhi e abbassando la voce per far sì che nessuno la senta.
«Stai zitta!» sussurro tappandole la bocca.
«C'ho preso cazzo! Eri con lui» dice lei raggiante.
«Shhh stai zitta» sibilo.
«Te lo sei scopato non è vero?» dice lei sorridendo maliziosamente.
«Marti s-m-e-t-t-i» rispondo a disagio.
«Abbi il coraggio di dirmi di no» incalza lei, trascinandomi vicino all'ingresso della cucina, lontane da occhi e orecchie indiscreti.
«Va bene, va bene... hai ragione su tutta la linea. Contenta?» rispondo arresa.
Mi abbraccia stretta e mi sussurra «Non me ne frega di aver ragione, mi frega che tu stia bene» e rimango lì stretta a lei a gustarmi il calore della mia migliore amica.
«Non so cosa mi fa Marti, ma perdo la testa quando mi sta vicino» dico nei suoi capelli.
«Lo sai che è una cosa bella vero?» dice lei allontanandomi e annuendo.
«Lo so, ma non per questo fa meno paura...» ammetto abbassando lo sguardo.
«Andre smetti, buttati e vivitela».
«Ehi ma che sta succedendo laggiù?» chiedo mentre quasi mi strozzo con l'ennesimo bicchiere di prosecco indicando Tommaso che parla con una bellissima donna dai capelli color ruggine. Martina si volta ad osservare la scena e sorride raggiante.
Osservo Tommaso, sta sorridendo tranquillo, gli occhi color caramello brillano inchiodati in quelli di lei e la donna lo guarda con fare adorante.
«Il tuo amico ha fatto colpo eh?» chiede Matteo materializzandosi dietro di noi.
«Oddio!» sussulto.
«Scusami! Non volevo spaventarti» dice lui ridendo mentre cinge Martina per i fianchi. Sono davvero belli insieme. Lui moro, occhi scurissimi dal taglio quasi orientale, sorriso bianco e malandrino, lei bella come una dea con i suoi occhioni blu notte e i capelli mogano. Cerco con gli occhi Carlo in giro per il giardino, nonostante tutto non voglio che soffra, ma non lo trovo da nessuna parte.
«Lui è speciale» dico indicando il mio migliore amico.
«Anche lei lo è, te lo posso assicurare» dice serio Matteo.
«La conosci?» chiedo stupita.
«Sì, certo. È Claudia... la migliore amica di Alessandro» dice fissandomi intensamente.
Claudia... la famosa Claudia, la madrina di Leonardo.
«Oh» è l'unica cosa che riesco a dire «è bellissima» sussurro fissandola.
«Tu mi pare di capire che conosci lui?» chiede Matteo curioso.
Non riesco nemmeno ad aprire bocca che Martina mi anticipa «È Tommaso, il suo migliore amico e padrino di Azzurra» dice secca.
«Ah... interessante» commenta Matteo ridendo.
«Che vorresti dire?» chiedo seria.
«Mi sembra di capire che la vera festa sia qui» esordisce Filippo dietro di noi, poggiando la sua mano sul mio fianco e interrompendo la nostra conversazione. Cosa diavolo volevo dire quell'interessante?
Alzo gli occhi al cielo, Matteo ride sotto i baffi e Martina gli tira una gomitata nelle costole.
Mi volto elegantemente, spostandomi quel che basta per far sì che la sua mano non mi tocchi più. Devo ammettere che è un uomo talmente bello da togliere il fiato. È altissimo, con due spalle enormi fasciate dentro un completo grigio canna di fucile. I capelli mossi castano scuro sono pettinati all'indietro con distrazione, gli occhi sono azzurro scuro e nel sinistro ha una piccola macchia marrone chiaro nella parte interna dell'iride, la barba è appena accennata e incornicia la mascella squadrata e ha una piccola fossetta nel centro del mento.
Anche se non gli fai la radiografia va bene eh? Mi ammonisce la mia coscienza.
«Lo puoi ben dire Fil» dice Matteo facendogli l'occhiolino.
A che gioco stai giocando Matteo?
Cerco disperatamente Ale in giro, ma non riesco a vederlo, probabilmente è ancora fuori a riprendere fiato, penso maliziosamente.
«Ti ricordi di Filippo, vero?» mi chiede Matteo indicando il suo amico.
Annuisco e sorrido.
«Andrea volevo farti i complimenti per la bella serata e per essere stata una padrona di casa squisita» dice Filippo facendomi il baciamano.
Sorrido involontariamente.
«Ti ringrazio e sono molto felice di sapere che siete stati bene, ma il merito è tutto della donna che hai davanti... ha fatto tutto lei, io ho solo messo a disposizione lo spazio» dico tranquilla.
«Devo ammettere la location è decisamente speciale, non avevo mai visto una libreria così. A questo proposito volevo chiederti di chi fosse il quadro astratto nella sala centrale, mi piacerebbe conoscere il nome dell'autore per sapere se espone da qualche parte, sarebbe perfetto nel mio ufficio un quadro di quel genere» mi chiede sicuro Filippo.
Arrossisco violentemente senza riuscire a proferire parola, annaspo e cerco piano di ritrovare lucidità.
«È... è mio» riesco a dire.
«Davvero? Bè direi che hai appena trovato un estimatore del tuo lavoro» ribatte sornione.
Sento la schiena andarmi a fuoco, riconosco la sensazione e sono sicura che Alessandro stia cercando di incenerire la mano di Filippo che è nuovamente poggiata tra le mie scapole.
Sento una presenza avvicinarsi a noi, è lui... ne sono sicura.
«Ragazzi, io me ne vado» dice con voce dura non guardandomi nemmeno.
«Ale, arrivi nel momento perfetto. Stavo giusto per chiedere alle signorine se la settimana prossima erano libere per una cena da me, potremmo fare una seratina tranquilla e magari cogliamo l'occasione per far rivedere quei due» dice Matteo prendendolo in contropiede e indicando Tommaso e Claudia ancora assorti l'uno nei discorsi dell'altra.
«Sabato ho già un impegno... almeno credo» risponde lapidario lui, lanciandomi uno sguardo freddo con la coda dell'occhio.
«Neanche io sabato sono libera, ho già preso un impegno al quale tengo molto» dico cercando di far capire le mie intenzioni ad Alessandro, Martina saetta lo sguardo da me a lui non capendo.
«Potremmo fare il sabato dopo che ne dite?» propone Matteo.
«Molto volentieri, per te va bene?» chiede sorridendo Filippo voltandosi verso di me.
«Sì... non dovrebbero esserci problemi» dico, pendendomi immediatamente di aver accettato.
«Ale?» domanda Filippo.
«Contami, non mancherò. Ora buona serata a tutti» dice furente di rabbia, riesco a percepirla anche da qua. Così dicendo si volta e se ne va.
Alessandro
C'ho messo almeno quindici minuti a riprendermi dopo il nostro incontro per le scale, nessuna donna era mai riuscita a farmi quest'effetto. Mi ha lasciato nell'androne freddo a riprendermi, mentre lei tornava alla festa, così da non destare sospetti e tornare insieme.
Un pizzico di delusione mi pervade, è vero che non voglio che si sappia nulla di noi, che preferiamo tenere il tutto per noi, però mi sembra quasi che si vergogni di me.
Stasera quando l'ho vista con Filippo ho quasi mandato tutto a puttane, mi prudevano le mani, in modo incontrollato.
Sei geloso!
Zitta!
Nessuno deve toccarla, nessuno! E poi quel tizio moro che l'ha abbracciata da dietro, non posso dimenticarmi del bell'imbusto che la guardava adorante.
Sto impazzendo, penso scompigliandomi ancora di più i capelli ormai fuori controllo.
Esco dal portone, becco Matteo che sta fumando una sigaretta.
«Ehi amico» dice alzando la testa «aspetta ma da dove cazzo arrivi?» chiede curioso.
«Lascia stare» dico poggiandomi accanto a lui.
«Hai la faccia di uno che si è fatto una bella scopata» dice, ma come fa? «Oh merda, Martina cercava Andrea... ecco dov'era» continua ridendo.
«Matteo se dici una parola di pesto» dico serio.
«Tranquillo, vorrei solo capire perché tenete tutto questo così segreto, siete adulti liberi e vaccinati, non vedo dove sia il problema» ribatte tranquillo.
«Il problema è che abbiamo due figli Matteo, non possiamo solo pensare a noi due, dobbiamo essere davvero sicuri prima di far entrare l'altro nella propria vita. So che è un concetto non facile da comprendere» spiego.
«Ok Ale, non fare cazzate però eh?» mi dice fissandomi negli occhi.
«Ci sto provando» ammetto sospirando strapazzando i miei capelli.
«Sei cotto eh?» chiede subito dopo dandomi una leggera spinta alla spalla.
«Mi ha completamente fottuto il cervello, non so come abbia fatto».
«Posso essere sincero?» chiede Matteo.
«Devi».
«Mi sembri più felice, nonostante Camilla stia rientrando nelle vostre vite, mi sembra che questa donna ti stia cambiando... in meglio».
«Lo penso anch'io sai» ammetto più a me stesso che a lui.
«Forza rientriamo, non vorremo mica perderci i dolci, no?» mi incita.
Intercetto subito Lorenzo e Chiara intenti a chiacchierare tra di loro.
«Ragazzi» esordisco abbracciandoli.
«Guarda chi ci onora della sua presenza» dice sarcastico Lorenzo.
«Non fare lo stronzo, ero a prendere una boccata d'aria» ribatto.
«Non fate i bambini, avete una certa ormai» ci riprende Chiara.
La osservo con attenzione per cogliere qualche cambiamento del suo corpo, mi ricordo come fotografassi ogni centimetro della pelle di Camilla per immortalare ogni minimo cambiamento durante i nove mesi di gravidanza.
Noto le guance leggermente più piene e i lineamenti prima un pelino spigolosi più ammorbiditi, i grandi occhi azzurri sono felici e sereni. I capelli lunghi castano scuro sono sciolti e luminosissimi. Non penso sia mai stata così bella.
«A proposito di bambini... un uccellino mi ha detto la novità» dico abbracciandola.
«Amore sei uno stronzo! Dai avevamo detto di aspettare» ribatte lei incenerendo il marito.
«Te l'hai detto alla tue amiche» risponde piccato lui.
«Posso dire che sono felicissimo per voi ragazzi? Leo impazzirà quando gli dirò che avrà un cuginetto da strapazzare» dico raggiante.
«O una cuginetta da proteggere» ribatte Chiara.
«Oh merda, se viene bella come te sono fottuto» si dispera il mio amico, guardando con occhi sognanti la moglie.
Scoppiamo a ridere tutti insieme.
La mia attenzione viene attirata dalla mia chioma color ruggine preferita che sta parlando con un uomo, sono sempre stato molto protettivo con Claudia. Dopo il suo ex, quel grandissimo figlio di puttana che l'ha picchiata, non sono più riuscito a guardare i suoi uomini con gli stessi occhi, ero sempre sull'attenti nel notare qualche strano atteggiamento o avvisaglia.
Scruto l'uomo e riconosco essere lo stesso che prima abbracciava Andrea e che lei guardava con occhi colmi d'amore.
Tiro un sospiro di sollievo, se lei è così tranquilla con lui vuole dire che è una brava persona, e se ci sta provando con la mia amica significa che tra lui e Andrea non c'è nulla.
Claudia pende completamente dalle sue labbra, mentre annuisce e ride con i suoi grandi occhioni verdi, mi commuovo quasi a vederla così felice con un uomo. Lui la guarda estasiato.
Devo informarmi sul suo conto.
Cerco Andrea, voglio assicurarmi che sia tutto apposto e noto una mano decisamente fuori posto sulla sua schiena, seguo il vestito grigio scuro fino alla sua faccia: Filippo.
Fisso talmente tanto ardentemente quella mano che potrei incenerirla all'instante, le nocche sbiancano sotto la forza dei miei pugni.
Toglile le mani di dosso!
Non resisto e mi avvicino al gruppetto felice, devo levargli quel sorrisetto dalla faccia.
«Ragazzi, io me ne vado» dico con voce dura non guardandola nemmeno.
«Ale, arrivi nel momento perfetto. Stavo giusto per chiedere alle signorine se la settimana prossima erano libere per una cena da me, potremmo fare una seratina tranquilla e magari cogliamo l'occasione per far rivedere quei due» dice Matteo spiazzandomi e indicando Tommaso e Claudia.
«Sabato ho già un impegno... almeno credo» rispondo incazzato come una iena, con la coda dell'occhio fisso Andrea. Avrà già deciso di rimpiazzarmi con questo stronzo?
«Neanche io sabato sono libera, ho già preso un impegno al quale tengo molto» dice timidamente, cercando di farmi capire quanto sia importante per lei il nostro appuntamento.
«Potremmo fare il sabato dopo che ne dite?» propone Matteo.
«Molto volentieri, per te va bene?» chiede sorridendo Filippo voltandosi verso la mia donna.
È ufficiale lo ammazzo se non le leva quella mano di dosso.
«Sì... non dovrebbero esserci problemi» risponde Andrea a disagio.
«Ale?» chiede poi rivolgendosi a me.
«Contami, non mancherò. Ora buona serata a tutti» dico incazzato e me ne vado.
L'aria fresca della notte mi investe, riportandomi alla realtà. Sono un coglione ecco che sono, aveva senso fare quella scenata? Solo perché Filippo ci sta provando con lei, e tutto questo perché io non ho il coraggio di dirgli la verità...
Sospiro e mi dirigo alla mia moto.
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