SETTANTATRE
Alessandro
Mi passo ripetutamente le mani tremanti sul viso, lo stomaco si contorce in una morsa serrata mentre lo guardo. I capelli arruffati castani umidi, gli occhi blu striati di verde che cercano i miei sfuggenti, la felpa blu scuro inizia a non stargli più larga come quando l'abbiamo comprata insieme... sta crescendo il mio bambino.
«Babbo... non ho tutto il pomeriggio» dice buttando gli occhi al cielo e sbuffando stravaccato sul divano scuro.
Scusami eh... se sto cercando di dirti una cosa importante.
Sospiro e cerco il coraggio che non mi è mai mancato, ma che oggi si è dissolto dalla mia anima come il fumo di una sigaretta soffiato in una notte senza stelle.
«Leo...» sussurro.
«Babbo devo preoccuparti? Stai male?» ribatte fissandomi e vedo un leggero tremore attraversarlo.
«No! No! Sto benissimo, ma... ho fatto una cosa...» dico abbassando gli occhi, non me ne vergognerò mai, ma ho davvero paura della sua reazione. Sono sempre stato solo il suo babbo e non so se è pronto davvero a condividermi con lei.
«Cosa? Oddio ti prego! Non mi dire che hai messo incinta Andrea di già... cazzo babbo tutti quei discorsi... il profilattico, stai attento e bla bla bla. Non sono pronto a un neonato urlante» strilla gesticolando furiosamente.
«No Leo! Non ho messo incinta nessuno, fava! Il risultato però è lo stesso», ma come è possibile che pensi sempre a quello?
Hai avuto anche te quindici anni... vorrei ricordarti cosa facevi il 90% della tua giornata... io c'ero... anni bui per me...
«Non ti seguo. Cosa hai fatto?»
«Ho adottato Azzurra» sussurro appena.
«Parla più forte babbo, non ho capito niente».
«Ho... a... adottato Azzurra» dico tutto d'un fiato.
«Tu cosa?» mi chiede spalancando gli occhi.
«Stefano ha firmato il consenso, anche se non era necessario e ho deciso di adottarla, per adesso è un affidamento temporaneo, ma se tutto va bene nel giro di un anno sarà ufficialmente e legalmente mia figlia... e tua sorella».
Lo fisso e non proferisce una parola, fissa il pavimento e vedo le sue mani tremare.
«Leo per noi non cambierà niente, tu sarai sempre il mio bambino... e mi dispiace non avertene parlato prima... ma ti giuro che è successo tutto all'improvviso... ti prego Leo guardami...» dico terrorizzato. Se lui mi odiasse, non avrei più ragione di esistere.
Alza piano gli occhi, sono colmi di lacrime e il labbro inferiore trema violentemente.
Cazzo...
«Quindi nessuno ce la porterà più via?» chiede con voce incrinata.
Questa sua affermazione mi spiazza, disarmandomi completamente.
«Nessuno va da nessuna parte. Siamo una famiglia adesso».
In uno slancio si butta addosso a me e mi braccia stretto, scoppiando a piangere sulla mia spalla.
Lo stringo forte, baciandogli dolcemente i capelli.
«Va tutto bene Leo... ei... piccolo...».
«Sono così contento babbo, avevo tanta paura che lui ce la portasse via» singhiozza sulla mia spalla.
«È tutto finito Leo. Puoi stare tranquillo».
«Grazie babbo» dice stringendomi più forte.
Non devo piangere! Non devo piangere!
Facile a dirsi...
«Potevi parlarmene prima, ma non fa niente sono contento lo stesso...» dice tirando su con il naso.
«Non sei arrabbiato con me?» chiedo titubante.
«No babbo, non potrei mai... mi hai regalato Azzurra per tutta la vita...».
Ma che figlio ho fatto? Come è possibile che da un coglione come me sia venuto fuori questo esemplare perfetto di giovane uomo? Sono scovolto.
«Leo... io... non so che dire...» sussurro.
«Non devi dirmi nulla, babbo. Lei lo sa?»
«Sì. Andrea le ha spiegato la situazione e le ha chiesto se le andasse diventare...» e tremo prima di pronunciare queste due semplicissime parole, ma cariche di amore e significato «mia figlia».
«Grazie» dice nuovamente stringendomi e abbandonando la testa nell'incavo del mio collo.
«È stata Camilla a fare questo?» chiede con voce tremante.
«Sì, Leo. Ha davvero fatto un miracolo. È stata pazzesca, devi essere davvero fiero di avere una madre così...» rispondo e giuro che dire queste parole mi costa quando dare via un pezzo del mio corpo, ma è la verità e senza di lei adesso non ho idea in quale situazione saremmo.
«Avete deciso dove andremo a vivere?» mi chiede dopo un tempo indefinito abbracciati.
Sono ubriaco del suo profumo così dolce e perfetto.
«No... cioè... volendo possiamo stare sia qui che da Andrea, lo spazio non manca. Andrea mi ha proposto di prendere anche il piano sotto casa sua da suo fratello... fare dei lavori di ristrutturazione per unirli in un'unica casa. Non vorrei che fosse un tantino troppo grande però».
«Mi dispiacerebbe lasciare questa casa, però dall'altra parte la zona di casa loro mi piace tantissimo, ci metterei due secondi a uscire la sera...».
«Senti gnomo... sei ancora piccolo per uscire tutte le sere, non se ne parla prima di qualche anno» ribatto.
«Seeee vedremo» risponde ridendo.
«Hai paura babbo?» mi chiede poi spiazzandomi nuovamente.
Fisso i suoi occhi sinceri e sicuri, che mi scrutano in cerca dei miei sentimenti più profondi, in cerca della verità.
«Sì e no...» dico sospirando «sai anche tu come è finita l'ultima volta che ho aperto completamente il mio cuore e la mia vita a una donna... mi ha completamente distrutto in pezzi, e sarei un'ipocrita a dirti che non ho paura, ma allo stesso tempo scoppio di gioia per la famiglia che stiamo costruendo e per il futuro che ci aspetta. E questa felicità riesce a oscurare tutte le paure» ammetto sincero «stiamo investendo tantissimo in questa relazione, e se dovesse andare male ne pagheremo il prezzo più caro...».
«Io non credo che andrà male babbo. Non ho mai visto nessuno guardarsi come vi guardate te e Andrea... mai... è magico... come un film» risponde imbarazzato.
«È bellissimo quello che hai detto».
«È solo la verità babbo e poi dopo quello che ti ha fatto Camilla ti meriti un po' di serenità».
«Ce la meritiamo entrambi Leo» dico poggiando la testa sulla sua spalla.
«Tu hai paura?» chiedo terrorizzato.
«No, babbo. Mi fido ciecamente di te e se hai fatto questa scelta e questo passo vuole dire che è giusto così, e non ti ho mai visto così felice come da quando Andrea è nella tua vita, questo mi basta lo sai».
«Oddio Leo... io...» dico emozionato.
«Non ti montare la testa ora, tornerò il tuo figlio cinico e scontroso» strilla alzandosi di scatto.
«Ma io voglio questo figlio romantico e dolcissimo» dico ricorrendolo per il salotto nel tentativo di acciuffarlo.
«Babbo smetti! Non ti avvicinare» urla correndo.
«Vieni qui dal tuo babbino che ti vuole tanto bene» dico ridendo mentre lo blocco in cucina.
«Non voglio picchiare un vecchio» dice alzando il sopracciglio sinistro furbetto.
«Fatti sotto pischello, ti spiezzo in due» ribatto scrocchiando il collo a destra e poi a sinistra e scoppiando a ridere.
Andrea
Alzo il bandone della mia libreria accecandomi quasi con il sole che riflesse sulla vetrata. Dicembre è un mese strano, si alternano giornate bellissime ad alcune dove piove a dirotto. Le luminarie della via sono spente e non devo l'ora sia sera per vederle tutte accese a incorniciare questa città che amo da morire. L'atmosfera natalizia mi piace tantissimo.
Oggi è una giornata pazzesca, penso alzando gli occhi al cielo, il cielo è talmente terso da sembrare finto, un azzurro scuro talmente bello da fare male, senza neanche l'ombra di una nuvola in cielo, ma fa un freddo cane, di quello che ti entra dentro e se ne va solo con una doccia bollente di mezz'ora. Amo l'estate ma le giornate così mi emozionano sempre.
Martina oggi mi raggiungerà nel pomeriggio, Azzurra e Leonardo sono a scuola, Ale è lavoro e finalmente ho un po' di tempo per me, per rimettere in ordine tutti i pensieri degli ultimi giorni, sono successe talmente tante cose da lasciarmi leggermente sopraffatta. Nonostante tutto il dolore per il gesto di Stefano rimane... e fa male... un male cane.
La mattinata scorre veloce, tra clienti che vogliono bere qualcosa e altri che vogliono fare gli ultimi regali di Natale, in un baleno è l'ora di pranzo e come sempre mi accomodo sulla mia poltrona accanto all'ingresso per rilassarmi e leggere l'ultimo libro di Valèrie Perrin, Tre.
«Tiiin-tiinn» il suono del piccolo campanello in vetro sopra la porta segnala l'ingresso di qualcuno, mi sono dimenticata di chiudere di nuovo, e l'ultima volta che è successo mi ha cambiato la vita, penso sorridendo mentre chiudo il libro e alzo lo sguardo.
Gli occhi si spalancano, il libro mi cade di mano facendo un tonfo sordo sul pavimento, e le mani iniziano a tremare, mentre scatto in piedi.
«Che ci fai qui?» dico gelida.
Stefano è davanti a me, tiene la testa bassa, ma riesco a vedere i suoi capelli arruffati e la punta del naso rossa, ha le mani in tasca infilate nel cappotto blu navy e le spalle ricurve, come se portasse il peso delle sue colpe addosso.
Sta anche troppo bene, ribatte la mia coscienza.
«Andrea... ho bisogno di parlarti... di spiegare» sussurra.
«Non ho bisogno di sentire niente da te... non più. Vattene Stefano».
«Andrea ti prego... concedimi un'ultima occasione per spiegare, poi se quello che desideri, per la tua vita e quella di Azzurra, è che io sparisca... lo farò e non sentirete mai più parlare di me. Te lo giuro» dice alzando lo sguardo e fissandomi con i suoi occhi blu così uguali a quelli della mia bambina.
Cazzo! Perché tutte a me?
«Stefano... il tuo comportamento non ha bisogno di spiegazioni... TU volevi portarmi via la MIA bambina... la MIA» tuono puntandomi un dito contro il petto.
«Io ho avuto paura» dice facendo un passo verso di me.
«E reagisci così? Minacciandoci e rovinandoci la vita? Ma che cazzo di padre sei? Dio... non ti riesco neanche a guardare senza aver voglia di spaccarti la faccia».
«E allora fallo... me lo merito» dice con gli occhi gonfi di lacrime.
«Non mi abbasserò mai al tuo livello» gli sputo in faccia facendo un passo verso di lui «io sono migliore di te».
«Lo so» ammette.
«Cosa vuoi da me e da noi ancora?» chiedo.
«Voglio recuperare, voglio far parte della sua vita per davvero senza minacce e mezzucci, voglio conoscerla e voglio che sia fiera di me, che abbia due papà che la amano» dice mentre un tremito gli attraversa le spalle. Immagino quanto gli costi dire queste parole.
«Stefano ma come pensi che io mi fidi di te? Come pensi che possa permetterti di far parte della sua vita di nuovo, dopo quello che hai minacciato di fare? Come cazzo fai a chiedermi una cosa così? Se ti guardo penso solo alla paura che ho avuto... volevi rovinarmi la vita».
«Hai ragione Andrea, ma so che tu vuoi solo il bene per lei e vuoi che abbia tutto... non faresti mai niente per ferirla... e dopo che mi ha guardato con i suoi occhioni pieni di lacrime l'altra sera... ho capito quanto abbia toccato il fondo... sono un coglione, okay lo so, ma vorrei avere la chance di rimediare... di dimostrare che sono sincero e che voglio esserci per davvero».
«Perché? Perché non te ne torni in California e ci lasci in pace? Te ne sei fregato per otto anni... perché non continui a farlo? Stavamo bene senza di te alla fine» dico piangendo.
«Andrea... ti prego, non piangere» sussurra avvicinandosi a me e toccandomi il braccio.
«Non toccarmi! Tu... tu non sai il male che ci hai fatto. Quante volte Azzurra ha aspettato una tua chiamata a Natale o al suo compleanno... quante volte io, come una cogliona, ho sperato che tornassi da noi... che tu avessi capito che eravamo la tua famiglia e che volevi stare con noi... e io ti avrei perdonato... porca puttana Stefano ti avrei perdonato tutto! E ora... che siamo felici... che abbiamo finalmente tutto quello che abbiamo sempre cercato... tu torni qui e ci distruggi nuovamente...» dico singhiozzando mentre mi stringo le braccia intorno al busto mentre il dolore mi colpisce come un dardo in mezzo al petto.
«Andrea... io... ha ragione il tuo compagno... io sono un codardo e un coglione... sono scappato abbandonandovi, perché era la strada più semplice e comoda... e devi credermi quando dico che me ne sono pentito... ma allo stesso tempo so... che con Alessandro tu hai trovato la tua felicità, hai trovato l'amore che io non sono riuscito a darti... l'amore che meriti... e vederti così mi uccide... ti prego non piangere» sussurra mentre le lacrime solcano anche il suo volto.
«Vedere quanto fossero legati, quanto amore ci fosse tra loro mi ha spaventato, è stata come una secchiata gelida in faccia. Ero geloso, cazzo è mia figlia e chiama papà un altro... ma fammi finire» dice pregandomi «ma lui la tratta come tale, mentre io? Io sono un cazzo di estraneo che tenta di far parte della sua vita e che ha provato a prendere il posto di un'altra persona, mente l'unica cosa che dovevo fare era trovare il mio di posto... nel suo cuore».
«Vaffanculo» singhiozzo.
«Perché?» chiede asciugandosi gli occhi.
«Perché sei un coglione, ma allo stesso tempo... sei... tu. Ogni tanto rivedo stralci di quel ragazzo che eri... e sei così simile a lei... che mi fa male. E se tu avessi capito tutto questo subito... adesso non saremmo così...» dico indicandoci.
«Sei sempre stata tu la più furba tra i due... lo sai» ribatte sorridendo tra le lacrime.
«Tu eri il più affascinante» rispondo tirando su con il naso.
«E coglione» aggiunge.
«Su una cosa hai ragione però... io voglio solo il meglio per Azzurra e so che lei nonostante tutto ti vuole bene e ti vuole nella sua vita. Si merita un padre che la venera e la ama incondizionatamente, e ce l'ha, ma si merita anche un cretino che zoppica cercando di star al passo con l'altro, ma che alla fine nonostante tutto si fa amare quando l'altro».
«Andrea...».
«Non ti dico che sarà semplice, non ti dico che Alessandro non ti voglia spaccare la faccia, non ti dico che lei ti amerà subito, lui ha un figlio di quindici anni e ha più esperienza, ma se prendi questo treno ti giuro che sarà il più bello della tua vita. E non vorrei dirtelo, ti giuro che ti vorrei vedere sparire... ma non è giusto per lei... impara questo... Lei viene prima di tutto... anche di te».
E in un secondo, Stefano si accascia sulle ginocchia, coprendosi il volto con le mani singhiozzando.
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Ciao a tutt*,
Finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare, scusatemi ma il trasloco ha preso tutte le mie energie!
Finalmente Leonardo sa tutta la verità e Andrea si confronta con Stefano, che ne pensate?
Aspetto di leggervi nei commenti!
Mancano due capitoli alla fine, poi epilogo e una piccola sorpresina!
Grazie per aver letto fino a qui!
Vi mando un bacio
Clau
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