SETTANTAQUATTRO
Andrea
«Mamy sei sicura che sto bene vero?» dice passandosi le manine intorno alla testa scura sistemandosi capelli fantasma... chissà da chi sta prendendo questo gesto, penso sorridendo.
«Sì, amore».
«Ma Leo viene vero?».
«Sì, amore» rispondo sistemandole lo chignon e prendendole le mani per evitare che se le passi continuamente sui capelli perfettamente tirati e laccati, c'ho messo dieci minuti buoni a farle questa acconciatura e non deve rovinarsi.
«E Ale anche vero?».
«Sì amore. Ale sta arrivando».
«Anche Stefano vero?».
«Sì Azzurra. Vengono tutti: Marty, Tommy, i nonni... tutti. Stai tranquilla» dico accarezzandole dolcemente la schiena fasciata dal body rosa.
«Mamy?».
«Dimmi amore».
«E se non fossi abbastanza brava? E se non mi ricordo tutti i passi? Come faccio? Scappo via?».
«Azzurra... abbiamo provato tantissimo, sai tutto e andrai benissimo e se anche un passo non dovessi ricordartelo... fai un bel sorriso, un respirone profondo e riparti. Noi siamo qui per fare il tifo per te in qualunque modo vada!».
«Okay... ho un po' paura».
«Piccola è normale, ma vedrai che quando salirai sul palco ti tremeranno tanto le gambe ma allo stesso tempo avrai una scarica di adrenalina che ti farà andare avanti come un treno. Fidati della tua mamma».
«Mi fido sempre di te e ti voglio tanto bene» dice lanciando le braccia intorno al mio collo.
Inspiro il suo profumo così dolce, che mi ricorda di quando era solo un piccolo fagottino profumato e dolcissimo.
«Va bene, mamy. Adesso però devo andare. Vedo che la maestra mi chiama. Devo mettermi il tutù».
«Ok amore» dico non lasciandola però andare e continuando a stringerla tra le braccia. Non voglio lasciarla andare, ancora.
«Mamma devo andare. Lasciami. Davvero» ribatte divincolandosi come un'anguilla.
Sospiro mollando la presa, la mia bambina sta crescendo.
«Corri! Corri! Faremo tardi» urla Leonardo rivolto al padre mentre li vedo sfrecciare in sala lungo la moquette bordeaux. scansando genitori, nonni e bambini.
Riconoscerei le loro voci tra un milione di persone.
«Ci siamo, tranquillo. Non pensavo che un saggio di danza ti emozionasse così tanto» scherza prendendolo in giro mentre passa tra i seggiolini per sedersi accanto a me.
«Uffa! Sei sempre il solito» sbuffa Leo.
«Ciao amore» dice stampandomi un bacio sull'angolo destro delle labbra.
«Ciao» sorrido guardandolo. Il cappotto blu doppiopetto gli fascia il busto divinamente, dal colletto intravedo una camicia bianca e un golf. I capelli sempre spettinati sono più elettrizzati del solito per via del freddo e del vento o forse del casco, le guance e la punta del naso sono rosse ma nonostante tutto è sempre bello da togliere il fiato.
Si volta verso i seggiolini dietro e saluta i nostri amici, lo vedo anche fare un cenno con la testa verso Stefano, dopo la decisione che ho preso di permettergli di far parte della vita di Azzurra non pensavo che sarebbe stato tutto così stranamente naturale. Alessandro ha capito perfettamente le motivazioni che hanno dettato la mia scelta e non si è opposto né mi ha giudicato dopo di essa, si è limitato a capirmi e assecondarmi, e non credo di averlo mai amato così tanto come in questo momento. Dal suo canto Stefano per adesso sta mantenendo un comportamento impeccabile, sa benissimo che al minimo errore tornerei indietro sui miei passi tagliando tutti i ponti e prendendolo a calci nel culo.
L'unico che continua a guardare con enorme sospetto Stefano è Leonardo e a tratti non posso biasimarlo. Vuole proteggere la sua sorellina a ogni costo e questa cosa mi piace da impazzire.
«Era tesa? Ansiosa?» mi chiede Leo, dopo essersi seduto accanto al padre nelle poltroncine rosse del teatro.
«Sì, mi ha chiesto almeno trenta volte se c'eri. Mi è dispiaciuto tantissimo lasciarla là con la maestra, ma saltellavano tutte come piccole fatine e detto tra noi mi ha scacciata via».
«Ok... è sempre la solita».
«Sei preoccupato?» dico sporgendomi un po' oltre Ale che se la sta ridendo sotto i baffi.
«No... io no» risponde passandosi le mani nei capelli «voglio solo che vada bene... ha provato così tanto...».
Sorrido divertita vedendo la sua preoccupazione e l'amore per la mia bambina.
«Anch'io sono preoccupata comunque. Potrei farlo anch'io quel balletto tanto l'ho visto».
«Pure io» concorda con me Leo.
«Ti vedrei benissimo con il tutù rosa» commenta Alessandro ridendo quasi con le lacrime.
«Babbo! Non sei divertente... per nulla».
«Un po' sì» ribatte Tommaso sporgendosi dai seggiolini dietro dando una pacca sulla spalla a Leonardo che sbuffa imbarazzato. Lo adoro quando vuole fare il duro, ma sotto sotto è solo un tenero con un grande cuore e lo vedo che se la sta facendo sotto per lei.
«Amore una domanda... giusto per prepararmi psicologicamente, ma quanto dura?» chiede Alessandro terrorizzato.
«Di solito intorno alle due orette» rispondo distogliendo lo sguardo dal suo.
«COSA? Non potevi dirmelo prima? Magari arrivavo solo per lei».
«Eh amico, benvenuto nel club» ribatte Tommaso da dietro con lo sguardo di chi saggi ne ha già visti anche troppi.
«Tommy gin tonic prima di iniziare? Mi serve dell'alcool per reggere tutto questo».
«Shhh! Ale... non farti sentire».
«Amore ma due ore di bambine saltellanti è un piccolo incubo. Sono sempre stato abituato ai maschi... partite di calcio, basket o sport del genere, no noiosi balletti. Grazie Leo per essere un maschio e non avermi mai sottoposto a questo supplizio» dice mentre si abbassano le luci.
«Ma se ancora non è iniziato!» ribatte Leo.
«E tua sorella, non ha mai fatto danza?» chiedo ridendo.
«Sì e mai interpretazione di un finto malanno fu più ben riuscita di quella per saltare i suoi saggi, complice mio babbo, che però non poteva esimersi, a differenza mia».
«Sei tremendo».
«Lo so, svegliami quando c'è Azzurra» dice quando finalmente il sipario di apre.
Alessandro
«Azzurra! Sei stata pazzesca!» urla Leo andandole incontro con le braccia aperte. Lei sorride raggiante e gli salta in braccio.
Guardo la scena poggiato a una colonna, mentre Andre conversa amabilmente con altre mamme o dovrei dire ultras travestite da mamme eleganti, perché delle urla così forti e quei fischi a fine spettacolo non me le sarei mai aspettate
Azzurra è stata davvero brava, non che io abbia paragoni o una qualsiasi esperienza in merito, ma se dicessi che è stata una bella serata direi veramente una cazzata. È stata una palla, una palla colossale. Mi sono sorbito due ore di bambine e bambini saltellanti, tutto per vedere tre minuti di balletto di Azzurra... solo tre miserissimi minuti. Io davvero non so come abbia fatto Andrea fino a oggi, lo rifarei e lo rifarò mille volte per Azzurra, però è un frantumamento di palle senza precedenti. Tanto rispetto per Tommaso che se li sorbisce tutti dall'inizio. Proverò a consigliarle di provare uno sport meno palloso, tipo pallavolo o calcio, magari attacca.
«Non ti avevo mai visto qui, sei un padre o uno sventurato accompagnatore?».
«Padre, Azzurra della classe della Signorina Marta».
«Io sono Pamela, la mamma di Cecilia, sempre della classe di Marta, è il terzo saggio delle bambine, ma non ti avevo mai visto».
«Sì, è il primo saggio che vedo» dico freddo sperando di togliermi questa mamma predatrice dalle palle. Capelli biondi liscissimi, trucco esagerato, tacco a spillo, non è una sfilata e sta tentando di rimorchiare allo spettacolo della figlia, troppo anche per me, o almeno per il vecchio me.
Andrea da lontano sta osservando la scena con aria guardinga, quando nota il mio disappunto scoppia a ridere e si volta tornando alla sua conversazione.
Non è neanche più gelosa, dovrei farla impazzire un pochino, penso sorridendo alla donna davanti a me.
«Come mai solo il primo?» chiede senza vergona.
Sbuffo sonoramente senza aver paura di farmi sentire, non ho proprio voglia in questo momento, mi sono già rotto il cazzo per due ore, ora voglio solo andare a cena con la mia famiglia.
«Perché sono un pelino affari miei, se non le dispiace ora vado dalla mia bambina. Buona serata» dico congedandola.
Mi fa ancora strano etichettarci come una famiglia, ma è quello che siamo a tutti gli effetti.
«Babbo!» urla Azzurra correndomi incontro dopo aver lasciato Leo.
«Piccola mia, sei stata la più brava di tutti, brillavi come stella!» dico baciandole la punta del naso.
«Grazie babbo! Sei sicuro che sia stata brava?».
«Ma stai scherzando? Li hai stesi tutti!».
«Babbo ti presento la mia migliore amica» dice facendosi mettere giù e tirandomi verso Leo che tremendamente a disagio è rimasto in piedi in mezzo a un gruppo di bambine urlanti.
«Alessandro, il mio nuovo babbo e Leonardo il mio fratello grande».
«Elettra, la mia migliore amica del cuore» dice raggiante e fiera la mia bambina abbracciando un'altra nanetta mora con due occhioni verdi come due fanali.
La bimba in questione mi sorride felice e sgrana gli occhi quando vede Leo, abbassando subito lo sguardo e arrossendo. Sorrido divertito. Credo che mio figlio abbia fatto colpo sull'amichetta di Azzurra.
La bambina continua a fissarlo da sotto le lunghe ciglia scure, mentre Leo sembra non accorgersi di nulla, sarà felicissimo di sapere che una ottenne si è innamorata di lui. Isa comincia a tremare, penso ridendo.
«No Leo! Quella va più in alto. Lì non mi piace» lo rimprovera Azzurra.
«Azzurra la vuoi mettere te?» sbuffa mio figlio infastidito. È la prima volta che lo sento bisticciare con Azzurra, sarà successo qualcosa?
«Non c'arrivo» ribatte lei scocciata.
«Ti prendo in collo e le metti te così sei contenta, non posso cambiare cento volte il posto alle palle di questo albero».
«Ragazzi non litigate è quasi Natale e a Natale siamo tutti più buoni» dico ridendo, non credendo nemmeno io alle mie parole.
«L'albero è immenso direi che c'è posto per tutti e per tutte le palle, Azzurra non fare la despota e lasciare un po' di libertà a Leonardo» la rimprovera Andrea, mentre posiziona una palla con la nostra foto proprio al centro dell'albero.
«Mamma!».
«Azzurra questa la voglio qui, se non ti sta bene mi dispiace per te ma non ho voglia di starti a sentire e non la sposterò».
«Ragazzi tregua! A chi va una pizza?» chiedo cercando di calmare gli animi e sedare il tutto con del buon cibo.
«Rilancio con pizza, pop corn e un film della Marvel» dice Andrea ricalcando la mia idea.
«Sìììì» urlano in coro Leonardo e Azzurra.
«Leo vieni con me ordiniamo le pizze» lo richiamo verso la cucina.
«Babbo sei abbastanza tecnologico da poterle ordinare da solo» ribatte stizzito mentre il mio cellulare vibra impazzito.
«Hai mangiato a pranzo pane e limone? Che è successo? Sei acidissimo e pure nervoso».
«Nulla» dice lapidario.
«Leo...».
«Babbo».
«Leonardo... andiamo avanti per molto?».
«Sono preoccupato ok? E rispondi a quel cavolo di telefono».
«E c'ero arrivato anch'io» commento ironico tirando fuori il telefono dalla tasca.
Lore: La bambina sta arrivando, stiamo andando in ospedale. Ti aggiorno tra poco. Cazzoooooooooo! Porca troia! Ho paura Ale!
«Porca puttana! Zio Lore sta andando in ospedale, sta per nascere la bambina».
«Si starà cacando sotto» commenta serio.
«Abbastanza. Dicevi?»
«Mamma mi ha invitato da lei per la vigilia di Natale» dice tutto d'un fiato, sganciando la bomba e giuro che una coltellata al cuore avrebbe fatto meno male.
«Non so cosa dire...».
«Io non voglio andare babbo tranquillo» cerca di rassicurarmi ma sento che c'è dell'altro.
«Ma allo stesso tempo mi piacerebbe passare il Natale anche con lei... non lo so, è una sensazione strana. Voglio che il nostro primo Natale sia solo nostro, ma dall'altra parte vorrei anche lei... cosa ho che non va?».
«Ei no! Leo tu non hai niente che non va. È normalissimo quello che provi. Hai ritrovato tua mamma e la stai riscoprendo, state costruendo un rapporto ed è normale che lei sia importante per te e che tu la voglia al tuo fianco».
«Giuro babbo che vorrei solo odiarla, ma mi piace com'è... mi piace come ti ha aiutato con Azzurra, mi piace la persona che sto conoscendo, e non riesco a odiarla come facevo prima».
«Piccolo mio è giusto così, è la tua mamma e non esiste persona più felice al mondo di me nel sapere che sta iniziando a volerle bene e che stai mettendo via l'odio e il risentimento che provavi nei suoi confronti».
«Ma ho come la sensazione di tradirti, di tradire cosa siamo stati fino a oggi».
«Amore mio... sei il ragazzo più buono e meraviglioso del mondo e non mi stai assolutamente tradendo, non pensarlo neanche per sbaglio. Mi stai solo dimostrando il cazzo di capolavoro che ho fatto con te» dico commosso abbracciandolo.
«Potremmo invitare Camilla con Giorgio e le bambine per il 26, se ti va? Che ne dici?» chiede stringendomi.
«Dico che sarebbe perfetto».
Fine
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Siamo arrivati a conclusione anche di questa storia... adesso ho solo una piccola sorpresa per voi che spero vi piaccia!
Grazie mille a tutte le persone che mi hanno seguito fino a qui e che si sono innamorate di Andrea, Alessandro, Leonardo e Azzurra.
Io li ho amati tanto dal profondo del cuore e spero vi sia arrivato.
Grazie per ogni stellina e commento, mi avete riempito il cuore di gioia.
Grazie a @RebeccaGerbaldo per essere sempre presente in ogni sclero che ha accompagno questa storia fin dal primo capitolo.
Grazie a @PMaryy, sei stata una grandissima scoperta e i tuoi consigli sono sempre stati davvero preziosi.
Vi voglio bene!
Clau
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