QUARANTESETTE
Andrea
Arriviamo con soli dieci minuti di ritardo a casa di Matteo, ovviamente siamo le ultime, ma non avevo dubbi che Martina desiderasse fare un ingresso plateale.
Mi nascondo dietro di lei, con in mano il porta torta bianco perla, lei è molto scenica, io al contrario vorrei solo presentarmi a tutti, salutare e non attirare tutta l'attenzione su di me, la lascio tutta a lei.
«Eccoci» trilla Marti varcando la soglia e andando subito verso Matteo stampandogli un bacio sulla bocca. Lui la stringe a sé con possesso e amore, sono davvero molto dolci.
Una piccola fitta di gelosia mi attraversa, vorrei potermi stringere così anch'io ad Ale, ma non credo sia ancora il nostro momento.
La mia copertura è appena saltata e alzo lo sguardo in cerca del suo, così bello e familiare. È appoggiato a un'anta della cucina e quasi sputa il prosecco che sta bevendo quando mi vede. Il suo sguardo saetta su tutto il mio corpo, spalanca gli occhi, mi sorride e alza appena il bicchiere.
Il timore che i suoi amici non sappiano di noi era fondato, non si scompone e torna alla sua conversazione con Claudia e Tommaso, che a differenza sua mi chiama caldamente.
Un altro paio di occhi mi fissano insistentemente da quando sono entrata: Filippo. Lo vedo appoggiato alla colonna, indossa un jeans nero e una t-shirt bianca, devo ammettere che è veramente un bello spettacolo.
Si stacca velocemente dalla colonna, prendendo due bicchieri di prosecco, e venendo verso di me.
«Buonasera Andrea, è un piacere rivederti» dice con voce sensuale facendomi il baciamano.
«Ciao Filippo» rispondo sorridendo.
«Sei davvero bellissima stasera» continua porgendomi poi il bicchiere di prosecco.
«G-grazie...» rispondo arrossendo e abbassando lo sguardo «sicuramente avremo modo di parlare di più stasera... alla presentazione ero un po' incasinata» dico bevendo un sorso.
Poggia la sua mano sulla mia schiena, un brivido di fastidio mi attraversa, e mi accompagna da un'altra coppia più in là, me li presenta con gentilezza come Chiara e Lorenzo, lei ha dei bellissimi occhioni blu super dolci e lunghi capelli castani, lui invece è castano chiaro, molto alto, con grandi occhi verdi, ha davvero una faccia super simpatica, credo sia il migliore amico storico di Ale. Devo dire che sono davvero una bellissima coppia. Ma qualcuno che non sembri appena uscito da una rivista c'è?
Vedo Ale fissarci con aria truce, lanciando saette dagli occhi e avvicinandosi a noi.
«Allora Filippo che mi racconti?» dice dandogli una pacca sulla schiena, un po' troppo forte del normale.
«Ehi Ale, tutto bene. Ti ricordi di Andrea? La proprietaria della libreria dove siamo andati qualche sabato fa» dice Filippo.
«Sì, sempre un piacere rivederti Andrea» dice lui con una nota di emozione nella voce che tradisce un po' la finta nonchalance.
«Spero che tu stia bene e ti sia divertito l'altra sera» rispondo sorridendo.
«Grazie molto bene, spero anche te» dice distogliendo lo sguardo dal mio.
È incazzato.
«Esco un attimo in terrazzo, mi prenderesti qualcos'altro da bere?» chiedo sorridente a Filippo, e spero di togliermelo di torno per cinque minuti.
«Certo, ti raggiungo subito».
Guardo insistentemente Martina e spero che capisca di trattenere Filippo, almeno un pochino.
Esco nell'aria calda di fine maggio e inspiro. Adoro la vista del Colosseo e dei Fori Imperiali che si estende davanti a noi. Questa casa è pazzesca.
Alessandro si avvicina piano a me, arrivando alle mie spalle percepisco la sua incazzatura da qui.
«Potresti anche non stare appiccicata a Filippo» obietta stizzito sussurrando.
«Potresti anche parlare con i tuoi amici di noi, così da togliermelo da piedi e smettere questa farsa» ribatto incazzata anch'io.
Una fitta di dolore mi invade, so che devo rispettare il suo volere e i suoi tempi, ma questa messa in scena fa comunque male.
«Sei bellissima, come sempre» sussurra al mio orecchio quando si rende conto di essere da solo con me.
«Non cercare di adularmi» dico allontanandomi da lui.
«Dai Andre...»
«Dai Andre un cazzo, stammi lontano per stasera. Dobbiamo far finta di non conoscerci, tanto vale ignorarci semplicemente» ribatto fredda.
«Ottimo... sarà una serata lunghissima» dice tornando dentro e lasciandomi da sola.
Filippo mi raggiunge in terrazza stringendo due bicchieri «Scusami sono stato placcato da Martina» dice porgendomi uno delle flûtes.
«Grazie» dico tristemente.
«Tutto ok?» chiede curioso.
«Sì sì, tutto bene. Sono un po' stanca» mento.
«Ti ci vorrebbe un massaggio per rilassarti» dice posizionando una mano sulla mia spalla nuda e massaggiando delicatamente un nervo teso. Sussulto a quel contatto, non voglio le sue mani sul mio corpo.
Mi ritraggo e mi volto, vedo Alessandro sulla porta che ci fissa incazzato nero, gli occhi sono chiusi quasi come una fessura e il verde è quasi sparito lasciando posto al nero.
«Ragazzi a tavola. È pronto!» ci richiama Matteo da dentro.
«Andrea ti siedi vicino a me?» chiede subito Filippo, vedo Alessandro irrigidirsi.
«No, mi spiace caro ma lei sta accanto a me e a Claudia» si intromette Martina, ti toccherà ammirarla da lontano» dice facendo l'occhiolino ad Alessandro.
«Va bene vi lascerò alle vostre chiacchiere tra donne, ho capito» dice andandosi a sedere dall'altro lato del tavolo.
«Il nostro Alessandro Santini ci ha deliziato preparando la cena, quindi se vi sentite male sapete chi incolpare» dice Matteo ridendo sistemando gli antipasti sul tavolo.
«Cosa ci hai preparato?» chiede Claudia.
Io non ho il coraggio di parlargli, sono incazzata ma so anche che lui lo è almeno quanto me, e ho la sensazione che in faccia mi si legga tutto quanto.
Fisso il piatto a disagio, cercando di non intercettare lo sguardo di nessuno.
«Tutto ok?» mi chiede in sussurro Claudia.
«Insomma» ribatto sorridendo debolmente.
«Vedrai che si sistemerà tutto» mi dice accarezzandomi la mano sul tavolo.
Speriamo...
La sua voce calda e sensuale arriva alle mie orecchie «Ho preparato un primo di verdure con zucchine, melanzane e pomodorini, poi filetto di manzo in crosta, patate e piselli. E concluderemo il tutto con il dolce di Martina e Andrea» dice sorridente ma con una nota di rabbia nella voce.
Lo guardo e non posso non incantarmi a fissare quelle fossette appena accennate, che adoro, che sbucano ma spariscono quando si accorge del mio sguardo su di lui.
«Certo, Andre e io abbiamo preparato una torta al doppio cioccolato con frutti di bosco e lamponi. Vero Andre?» dice Marti ridendo.
«Sì... vero» balbetto distogliendo lo sguardo da Alessandro.
Iniziamo la cena e tra una chiacchiera e uno sguardo rubato, arriviamo al dessert in pochissimo tempo.
Alessandro è davvero uno chef con i fiocchi, era tutto buonissimo, non mi aspettavo che fosse così bravo.
Spero di avere altre occasioni per assaggiare la sua cucina.
Il mio dolce è stato davvero un successo e con mia grande sorpresa abbiamo finito pure quello.
«Signori prendo un po' di amari, che dite?» chiede Matteo alzandosi.
Un coro assenso si leva dal tavolo e in men che non si dica iniziamo i giri di superalcolici.
La conversazione si spinge su temi scottanti e decisamente imbarazzanti, complice l'alcool, si parla delle imprese di sesso di Filippo e Matteo, prima che conoscesse Martina, delle figuracce di Lorenzo e dei famosi cazziatoni di Claudia.
Quest'ultima è felice e sorridente in collo a Tommaso e Filippo si è avvicinato a me prendendo il suo posto.
«Quindi Lorenzo è l'uomo delle figuracce, Filippo e Lorenzo i playboy, Claudia quella che si incazza... e Alessandro?» chiede curiosa Martina.
«Devi sapere che il nostro Santini qui è un conquistatore seriale» dice Filippo ridendo, poggiando il suo braccio sullo schienale della mia sedia.
Vedo Alessandro irrigidirsi e stringere i pugni, che si porta sotto il mento.
«Macché conquistatore è un trombatore seriale» ribatte Lorenzo.
«Cioè?» chiedo aprendo bocca improvvisamente.
«Santini è famoso per le sue conquiste da una notte, tutte le volte che usciamo se ne va con una diversa, l'unica costante è Vanessa, sono anni che gli sbava dietro e lui se la scopa molto spesso. Forse prima o poi si sposeranno, alla fine botta dopo botta conquisterà il cuore» continua Filippo ridendo e facendogli un occhiolino.
«Non penso sia Vanessa quella giusta per lui» la butta lì Matteo, cercando di salvare la situazione.
«Hai ragione Alessandro non si innamorerà mai più» dice Lorenzo.
«Quando è l'ultima volta che l'hai vista? Quattro settimane fa? No? Quella c'è sempre» continua ridendo Lorenzo.
«Ma stai zitto! Non sai nemmeno di che parli. Non è successo nulla quella volta, le ho scritto ma poi l'ho bidonata, non avevo più voglia» tuona Alessandro cercando di giustificarsi.
«Non fare il santarellino con noi, che ti conosciamo bene!» dice dandogli una gomitata bonariamente Lorenzo seduto alla sua destra.
Fisso Matteo, che ha abbassato lo sguardo sul tavolo a disagio, Claudia sta cercando di incenerire Lorenzo.
Alessandro si guarda intorno in difficoltà incazzato e terrorizzato.
Mi fissa cercando di... non so nemmeno io cosa, la tristezza lascia il posto ad una rabbia incontrollata.
"Se ne va ogni sera con una diversa... Santini non si innamorerà mai... Vanessa... quattro settimane fa... è innamorata di lui... usciva già con me... stronzo!"
Vaffanculo, vaffanculo! Come ha potuto... dopo tutto... mantengo il controllo di facciata.
Lo faccio schiattare questo stronzo.
Mi volto sorridente verso Filippo «cosa stavi per chiedermi prima?» sussurro nel suo orecchio sensuale.
«Che ne diresti di uscire con me... a cena una di queste sere?» mi chiede accarezzandomi la guancia.
Sento sbattere una sedia, mi volto e Alessandro si è alzato e si sta dirigendo in terrazza.
«Fammici pensare qualche momento» dico prendendo tempo.
«Non metterci troppo» replica lui spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Che succede ad Ale?» chiede Lorenzo, completamente ignaro del gioco di potere che si sta svolgendo sotto i loro occhi.
«Ma che ne so, gli sarà girato il cazzo quando abbiamo parlato di lui... lo sai non gli piace per nulla» ribatte Filippo.
«Non gli è mai piaciuto» dice ridendo Matteo.
Alessandro
Dovevo uscire da quella stanza. L'aria era diventata irrespirabile. Ispiro la brezza fresca della sera romana. Quella visione di loro due insieme mi sta mandando al manicomio, dovevo togliermela da davanti agli occhi, ma non riesco a toglierla dalla mia mente. Odio le mani di lui su di lei, le odio. Odio lei che mi sta facendo impazzire con lui. Odio me stesso. Avrei dovuto urlare a tutti che stiamo insieme e che io voglio solo lei. «Vaffanculo!» dico calciando l'aria.
Il pensiero di non vederli e non sapere cosa stanno facendo mi fa impazzire ancora di più di averli davanti.
Merda!
Mi affaccio dalla portafinestra, e vedo Andrea spostare la sedia. La mano di Filippo è appoggiata sulla sua sul tavolo.
Lo ammazzo, giuro che l'ammazzo.
«Ragazzi la serata è stata davvero tanto piacevole, ma si è fatta una certa ora e devo andare a riprendere mia figlia» dice alzandosi.
«Hai una figlia?» chiede Chiara sorridente.
«Sì, ha otto anni» risponde sorridente.
«Azzurra» dico piano sorridendo al ricordo di quella piccola.
Merda!
«Che hai detto Ale?» mi chiede Lorenzo voltandosi verso di me.
«Nulla...» cerco di inventarmi una stronzata.
«Hai detto Azzurra...» mi riprende subito Filippo con sguardo indagatore.
Cazzo!
Andrea mi fissa.
«Sì è il nome della figlia di Andrea, me l'ha detto prima» dico alzando le spalle e minimizzando il fatto.
«Hai bisogno di un passaggio?» chiedo a lei «devo andare a prendere anch'io mio figlio. Posso darti uno strappo».
«Non voglio disturbare, prenderò un taxi» risponde lei sfidandomi.
«Nessun disturbo davvero» ribatto secco.
«Ok...» dice lei venendo vicino a me prendendo la borsa.
«Aspetto ancora la risposta per la cena» dice Filippo accompagnandoci alla porta e baciandola sulla guancia.
Gli stacco quella cazzo di testa che si ritrova.
Salutiamo tutti e usciamo dall'appartamento.
Tiro un sospiro di sollievo, poggiandomi alla parete dell'ascensore.
Andrea non mi guarda, so che è incazzata, lo percepisco a distanza.
«Andrea...» provo.
«Alessandro è meglio se stasera stai zitto» dice seria.
«Dovrei stare zitto davvero?» ribatto uscendo dall'ascensore.
Avanza a passi svelti verso la strada, le afferro il polso e la blocco davanti all'ingresso.
«Non dovrei dire niente dopo averti vista flirtare tutta la sera con Filippo? Cazzo la sua mano era costantemente addosso a te» dico furente di rabbia.
«Io? Era lui a provarci con me, perché te non hai avuto il coraggio di dire di noi ai tuoi migliori, i TUOI CAZZO DI MIGLIORI AMICI» urla.
«Andrea lo sai non è così facile per me...» cerco di giustificarmi.
«NON È FACILE PER TE? Per me invece mentire a tutti, miei amici compresi è stato facile eh? Sentire le tue avventure, i tuoi racconti sessuali e di Vanessa... era proprio la mia serata ideale! Sei uno stronzo Alessandro» urla.
«Che cazzo c'entra ora Vanessa?» chiedo in preda al panico.
«No... la domanda è CHI CAZZO È VANESSA?» tuona.
«Era una che mi scopavo ok? Non significa nulla» dico evasivo.
«Mi prendi per il culo? Hanno detto che l'hai sentita quattro settimane fa... noi usciamo da quanto?» chiede arrabbiata.
«Andre...» dico prendendole le mani.
«Non mi toccare stronzo» dice strattonandole via.
«Andre... le ho scritto una serata dopo che ci eravamo visti» ammetto con vergogna.
«Fai schifo, fai veramente schifo. Io mi sono fidata di te, cazzo!»
«Ma non è successo nulla, te lo giuro, le ho scritto e poi non sono andato da lei, perché non riuscivo a smettere di pensare a te...»
«Quando le hai scritto?» chiede furente.
«Non è importante» ribatto.
«QUANDO?» urla.
«La sera dopo il cinema, dopo il nostro bacio a casa tua, ero preso dal panico va bene? Cazzo era stato così intenso, mi ha terrorizzato... e le ho mandato un messaggio» confesso.
Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime.
«Andrea ti prego io...» cerco di dire.
«Alessandro vaffanculo. Non mi parlare, non mi guardare nemmeno. Vattene. Non voglio sentire altro» dice seria con voce tagliente, ricacciando indietro le lacrime.
«Ti prego fammi spiegare, non è come pensi» dico maledicendomi per aver confessato tutto.
La vedo stringere i pugni, inspirando violentemente. Gli occhi sono stretti come delle fessure e il suo sguardo mi devasta. La delusione che ci leggo dentro mi distrugge l'anima e il cuore.
«Non è come penso? E come sarebbe? No ti prego illuminami, anzi no, non me ne frega nulla delle tue motivazioni inutili! Hai chiamato un'altra dopo avermi baciata, perché ti sei spaventato? Non hai pensato magari di dirmelo, di confrontarti con me... magari anch'io avevo i tuoi stessi pensieri. NO! Hai pensato di correre nel letto più comodo e disponibile per te... mi fai schifo. Ti ho permesso...» dice tremante di rabbia «di conoscere mia figlia, di farla affezionare a te. Ora levati dalle palle, se tieni alle tue» dice prendendo il telefono e chiamando un taxi.
«Andrea parliamone, so che possiamo aggiustare tutto... ti prego» dico con voce tremante.
«Lasciami in pace Alessandro, in questo momento non ho voglia di vedere la tua faccia da stronzo».
«Amore... io non voglio stare senza di te...» ammetto disperato prendendole la mano.
«Lasciami...» dice seria cercando di togliere la mano dalla sua «dammi del tempo per riflettere su quello che è successo stasera».
«Ei ma che sta succedendo?» chiede Lorenzo uscendo insieme agli altri dal palazzo, facendo saettare lo sguardo da me ad Andrea «abbiamo sentito le vostre urla dal terrazzo».
«Chiedilo al tuo amico cosa succede... magari stavolta ha il coraggio di dirlo» dice caustica, aprendo la porta del taxi e infilandosi dentro.
Parte, lasciandomi lì da solo sul marciapiede, con sette paia di occhi puntati addosso.
Cosa ho fatto amore mio?
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