QUARANTA
Alessandro
È passata quasi una settimana dall'incidente e dire che sto bene è davvero un eufemismo, sono un catorcio. Non pensavo che alla soglia dei trentasei anni il mio corpo ci mettesse così tanto a riprendersi.
Il lato destro del mio corpo è praticamente viola, il dolore si è decisamente affievolito, solo quello al ginocchio e al polso mi fanno compagnia, il resto è passato fortunatamente.
Alle sette devo passare a prendere Andrea e Azzurra e devo ancora montare il seggiolino per la piccola.
«Leo mi dai una mano a trovare questo cazzo di seggiolino?» grido nel corridoio.
«Babbo sto finendo la valigia, un attimo» urla lui di rimando.
«Ho capito, vado giù da solo, merdina» sussurro prendendo le chiavi del garage.
Prendo il mio piccolo trolley nero, lo zaino con il computer ed esco di casa. Sono solo due giorni, ma di quanta roba ha bisogno?
Fortunatamente il vecchio seggiolino di Leo è sullo scaffale incartato nel cellofan, lo scarto emozionato, non pensavo lo avrei più riaperto.
Leo mi raggiunge poggiando la sua valigia con poca eleganza.
«Siamo nervosi?» chiedo.
«No, cioè sì... ho avuto la prima discussione con Isa» dice strattonandosi i capelli, chissà da chi ha preso questo vizio? Penso ironicamente.
«Mi dispiace» dico sincero.
«Anche a me, voleva venire con noi a Firenze» ammette mesto.
«Ah» dico.
«Ma non la volevo... cioè è la prima volta che siamo noi quattro e insomma... non era il caso... cioè voglio dire... insomma hai capito» dice confuso e imbarazzato.
Noi quattro... queste parole pronunciate dalla sua bocca hanno completamente sconvolto il mio mondo.
Noi quattro...
Sorrido a trentadue venti e lo abbraccio con slancio.
«E ora che ho detto?» dice impaurito.
«Nulla, ti voglio tanto bene... tutto qui» dico baciandolo sulla testa.
«Va bene, anch'io... ma mollami ora» dice divincolandosi.
«Uffa... da che lato vuoi stare? Devo montare il seggiolino».
«Non dietro di te, non c'entro quasi, guidi troppo indietro» dice ridendo.
«Va bene, spera solo per te che Azzurra non prenda a calci la mia schiena, sennò renderò il tuo weekend un inferno» dico guardandolo male.
«Babbo le minacce non ti riescono bene» ammette ridendo.
«Gioventù ingrata» dico con tono melodrammatico prima di scoppiare a ridere.
«Vado su chiudo tutto e si parte, ok?»
«Va bene babbo, ti aspetto qui» ribatte Leo posizionandosi sul sedile del passeggero.
Alle sette spaccate arrivo davanti al palazzo di Andrea, sono terribilmente nervoso ed emozionato allo stesso tempo.
Scendo e suono il campanello con mano tremante.
Leo mi affianca e mi sussurra «Andrà bene babbo, ne sono sicuro».
«Arriviamooo» urla al citofono Andrea.
Un grande sorriso si apre sulla mia bocca al suono della sua voce.
«Babbo sei messo proprio male eh?» dice Leo dandomi una pacca sulla spalla malconcia.
«Stai zitto!» dico dandogli una spinta ridendo.
«Eccoci» dice sorridendo Andrea, uscendo dal grande portone in legno, portando due piccoli trolley uno rosa e uno di Spider Man. Azzurra la segue con lo sguardo basso stringendo un piccolo minion travestito da Captain America.
Non l'ho mai vista così timida e quasi impaurita.
«Ciao Azzurra» dice Leo abbassandosi alla sua altezza, lei lo guarda e si illumina sorridendo.
«Ti sei ricordato di me» dice spalancando gli occhioni blu.
«Certo!» dice lui avvicinandosi a lei.
Lei lo osserva dal basso verso l'alto e gli porge la braccia per farsi prendere in collo, lui la tira su stringendola e lei lo riempie di baci.
Guardo Andrea al mio fianco e la vedo distogliere lo sguardo dai due abbracciati per non scoppiare a piangere dall'emozione e io faccio lo stesso.
«Forza carichiamo queste valige» dico rompendo il silenzio.
«Ciao Azzurra» dico fermandomi davanti a lei e sorridendole.
«Ciao!» dice ridendo, finalmente rivedo la bambina peperina che conosco, ancorata al collo di Leonardo. Mi sa che qualcuno ha fatto proprio colpo.
«Ciao Leonardo» dice piano Andrea guardando il mio bambino.
«Ciao» dice lui imbarazzato ma sorridente.
«Amore vieni dalla mamma che ti lego sul seggiolino?» le dice dolcemente.
«Non può farlo Leo?» chiede lei subito.
«No, non può... non devi tormentarlo... me lo hai promesso» la ammonisce.
«Uffa» ribatte lei passando nelle braccia della madre.
Rimango davanti al bagagliaio della mia Audi chiuso, voglio intercettare Andrea dopo che ha legato Azzurra e che Leo è entrato in macchina, per rubarle un bacio.
«Ferma qua. Devi pagare pedaggio» dico serio.
«Che dici?»
«Dammi un bacio, forza veloce» dico prendendola tra le braccia e poggiando le mie labbra sulle sue.
Le schiude velocemente facendomi assaporare il suo alito caldo e dolce, è perfetta.
Si stacca rapidamente, con le guance rosse e si dirige al suo posto.
«Ma Azzurra?» chiedo curioso della sua paura iniziale.
«Aveva paura che Leonardo non si ricordasse di lei...» dice piano buttando gli occhi al cielo.
«Come si fa a dimenticarla?» chiedo ridendo, salgo anch'io e metto in moto e partiamo per la prima volta... noi quattro.
Andrea
Siamo partiti da dieci minuti e già il silenzio che regna in questa macchina, interrotto solo dalla radio, mi mette in imbarazzo.
«Azzurra vuoi vedere un film?» dico pronta a sfoderare l'Ipad per metterle qualcosa.
«No, vorrei cantare. Sono felice» dice lei ridendo e guardando Leonardo.
Mi sa che qualcuno si è innamorato, penso ridendo.
«Cosa vorresti cantare?» chiede Ale curioso.
«Le canzoni dei cartoni» urla lei felice.
Mi volto e vedo Leo che ride felice, facendole vedere una foto dal sul cellulare.
«La tua fidanzata è molto bella» dice lei con un velo di tristezza «me la fai conoscere un giorno?» chiede poi sorridendo.
I suoi cambi di umore a tratti mi spaventano, non riesco mai a capire quando è seria e quando invece scherza, spero solo che non sia delusa dal fatto che Leonardo ha una fidanzata.
Lui annuisce e torna a stringerle la manina.
«E canzoni dei cartoni siano!» dice Ale sorridendo alla guida.
Mi volto a guardalo sconcertata, lui non ha capito cosa lo aspetta, non ne ha la minima idea, ma soprattutto non voglio dover fare tutte le imitazioni e i duetti dei cartoni.
«La mia mamma è bravissima, imita tutti i personaggi» dice la stronzetta un secondo dopo.
Perfetto!
«Davvero?» chiede Leonardo divertito «anche babbo lo faceva quando ero piccolo, magari si ricorda ancora» conclude ridendo.
Vedo Ale fulminarlo dallo specchietto.
«Prendi pure il mio cellulare e mettila la playlist su Spotify, il codice è 250506» dice serio.
«Ti avverto però sui cartoni nuovi non sono ferratissimo, ma sui grandi classici spacco» continua ridendo.
«Va bene dai, ce lo faremo andare bene» dico sorridendogli quando si gira verso di me.
Premo play e immediatamente parte Il mondo è mio di Aladdin, te pareva!
«Mamma ti prego fate il duetto, ti prego!» urla Azzurra da dietro.
«Dai babbo ti prego» le fa eco Leonardo scoppiando a ridere.
Alessandro scuote la testa, si schiarisce la gola, si passa una mano nei capelli e si prepara alla sua esibizione.
«Ora vieni con me... Verso un mondo d'incanto...Principessa, è tanto che il tuo cuore aspetta un sì...»
Porca miseria come canta! Lo fisso sbalordita, è davvero bravissimo, non me lo aspettavo proprio.
Leonardo mi batte sulla spalla e mi fa un cenno di assenso indicando il padre fiero.
Sono talmente incantata a sentirlo che quasi perdo la mia battuta d'ingresso, mi riscuoto velocemente, chiudo gli occhi e attacco, tremendamente imbarazzata e consapevole di cantare molto peggio di lui.
«Il mondo è mio... È sorprendente accanto a te... Se salgo fin lassù... Poi guardo in giù... Che dolce sensazione nasce in me» canto con un filo di voce.
Apro gli occhi e lo vedo voltarsi verso di me, gli occhi verdi brillano estasiati e insieme cantiamo il ritornello.
«Braviiii!» urlano Azzurra e Leonardo da dietro «ancora!»
«La prossima la scelto io» dice Leonardo chiedendomi di passargli il cellulare del padre.
Preme play e mi sorride raggiante, riconosco immediatamente le note Il mio inizio sei tu di Anastasia.
Mi schiarisco la voce e mi preparo arrossendo, adoro questa canzone, ma non sono sicura che Alessandro la conosca, mentalmente faccio i complimenti a Leonardo per averla scelta.
Azzurra batte le mani estasiata.
«Venivamo da esperienze sbagliate... Ben lontani dal vederci mai più... Ma siamo qua fabbricanti di sogni... Il mio inizio sei tu...» canto fissandolo con la coda dell'occhio.
«Sconosciuti tu non eri nei piani... Stiam vivendo nuove complicità...» abbozza imbarazzato.
«Ma era un po' che il cuore voleva... Funzionerà... Con te che io voglio riempire i miei giorni... Te che io voglio far veri i miei sogni... Questo viaggio ha porti sicuri... Chiari contorni... Ci sarò per la fine del mondo... Ci sarò per amarti di più... E così se chiami rispondo... Il mio vero inizio sei tu...» cantiamo insieme rubandoci sguardi emozionati.
A fine canzone ho gli occhi lucidi e anche Alessandro lo vedo provato. Leonardo mi poggia una mano sulla spalla e me la stringe appena, mi volto e con le labbra mima un grazie.
Il mio labbro inferiore trema e mi volto velocemente per non farmi beccare.
«Io voglio il Re Leone ora! Anzi Mulan!» dice Azzurra ridendo.
«Vada per Mulan, che le so tutte anch'io» ribatte Leonardo, facendo ripartire la playlist.
Intorno alle dieci e mezzo Alessandro ferma la macchina, siamo arrivati a casa di mia nonna, in San Niccolò a Firenze.
Guardo il grande palazzo signorile grigio chiaro dal finestrino e il Lungarno illuminato dai lampioni davanti a noi. Ho sempre amato Firenze e la sua atmosfera incantata, quasi come se fosse bloccata in un'epoca diversa.
Mi volto e vedo che Azzurra si è addormentata e Leonardo ascolta la musica con le sue cuffie ad occhi chiusi mentre accarezza la sua manina.
Scendo dalla macchina, seguita da Alessandro, e inspiriamo subito l'aria calda e leggermente umida di Firenze.
Ma come è possibile che faccia più caldo che a Roma? Penso aprendo il bagagliaio e tirando fuori i trolley.
Alessandro si guarda intorno, prende i due trolley dalle mie mani e li poggia sul marciapiede, mi spinge piano verso l'angolo posteriore della macchina e mi bacia.
«Non sapevo cantassi così bene» dico staccandomi dalle sue labbra.
«Ci sono tante cose che non sai di me Andrea De Angelis, ma non vedo l'ora di fartele scoprire tutte» dice riempiendomi il viso di baci.
«E comunque anche tu non sei niente male sai... mi hai sorpreso. Devo dire che tue imitazioni di Mulan mi hanno completamente stregato... adesso sarò per sempre tuo» dice ridendo.
«Sei ufficialmente il mio Troy Bolton personale, potrei quasi cambiare il nome sul mio telefono» commento ridendo.
«Non oseresti» conclude baciandomi con foga e desiderio.
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Ciao a tutt*!
So che la questa settimana sono stata molto scostante e così per farmi perdonare ho deciso di pubblicare un capitolo extra, dato che sono sicura che anche la prossima sarò pessima!
Questo capitolo per me è molto importante soprattutto perché mi sono emozionata tantissimo a scrivere la parte dei duetti e spero di aver emozionato anche voi.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina⭐️
Vi abbraccio tutt*!
Clau⚡️
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