LUGLIO
Andrea
Scendiamo dalla strada panoramica e svoltiamo nel vialetto di casa, finalmente siamo arrivati nel mio angolo di paradiso, nella nostra casa per i prossimi sette giorni: Castiglione della Pescaia.
Alessandro parcheggia l'auto nel cortile sul retro, Azzurra sguscia come un'anguilla dalla presa della cintura e corre fuori, inspirando profondamente la brezza marina estiva.
Mi volto per slacciarmi la cintura e vedo Leonardo seguirla con gli occhi e sorridere.
«Leooo! Vieniiiii ti faccio vedere tutto!» urla Azzurra battendo i suoi piccoli pugnetti contro il vetro del finestrino.
«Vai pure ci pensiamo noi ai bagagli» dico sorridendogli e facendogli cenno con il capo di raggiungerla.
«Sei pronta?» mi chiede Alessandro quando rimaniamo da soli in auto.
«Sì amore, prontissima» dico stringendogli la mano e non posso non sorridere al pensiero dei prossimi sette giorni solo per noi quattro.
È la nostra prima vacanza come una famiglia, il nostro famoso banco di prova per vedere se e come riusciremo a funzionare tutti e quattro sotto lo stesso tetto per un'intera settimana. Azzurra, ovviamente, è al settimo cielo, Leonardo sembrava felice di allontanarsi da Roma per un po', e io e Alessandro siamo emozionati e terrorizzati allo stesso tempo. Stiamo investendo tutti noi stessi in questa relazione e nessuno dei vuole fallire, quindi la pressione è decisamente alta.
«Porto le valige su, che dici?» mi chiede Ale risvegliandomi dai miei pensieri.
«Certo. Stavo pensando... io e te nella mia camera, Azzurra nella camera dei miei e Leonardo nella camera di Giulio? Che te ne pare?»
«Mi sembra un buon piano, ma credo che Leo e Azzurra vogliano dormire insieme» risponde ridendo.
«Davvero?» chiedo stupita «Leonardo vuole impazzire definitivamente? Non so se è pronto a stare sette giorni con Azzurra giorno e notte»
«Se non l'hai capito... Leo è impazzito per quella bambina, a casa non mi parla d'altro... ormai la considera... una sorellina» conclude emozionato.
«Cosa? Davvero?» domando mentre i miei occhi si riempiono di lacrime di gioia.
«Davvero amore mio. Possiamo metterli in una camera sola senza problemi» risponde sorridendo mostrandomi le fossette che tanto amo.
«Ricordagli che se vuole scappare durante la notte basta dirmelo».
Sono appoggiata alla porta finestra del salotto a fissare lo spettacolo più bello al quale non pensavo di poter assistere: Leonardo e Azzurra sono stesi insieme abbracciati sull'amaca.
Dondolano piano, e li sento parlottare e ridere. Lui le accarezza dolcemente i capelli e lei lo guarda con fare adorante. Vedo che si sente al sicuro tra le sue braccia e questo vale più di mille parole.
Non pensavo fosse vero... ma da quando Leonardo è entrato nelle nostre vite, nella mia vita, non riesco più a immaginarmi un solo giorno senza sapere come sta quel meraviglioso giovane ragazzo.
Hanno ragione quando dicono che l'amore, quando arriva un nuovo figlio non si divide, ma si moltiplica. So benissimo che Leonardo non è figlio mio, e non vorrei mai prendere il posto di cui piano piano si sta riappropriando Camilla, ma voglio che mi consideri un punto di riferimento, una persona al suo fianco che lo accompagna in questo complesso percorso che è la vita e alla quale potrà chiedere qualunque cosa e aiuto quando ne avrà bisogno.
«A che pensi amore mio?» mi chiede dolcemente Ale, abbracciandomi da dietro e circondandomi la vita.
«Ai nostri bellissimi figli» rispondo di getto continuando a fissarli.
«Nostri?» ribatte emozionato.
«Sì amore... nostri. Non posso più immaginarmi la mia vita senza Leonardo».
«Cazzo Andre è la cosa più bella che tu potessi dirmi».
Alessandro
Un tuono squarcia la notte estiva e un lampo illumina quasi a giorno la nostra camera.
Andrea dorme tranquilla accanto a me, il suo braccio è poggiato sul mio addome, la sua gamba destra è intrecciata alla mia e il suo capezzolo duro solletica il mio fianco dalla stoffa.
La guardo totalmente, completamente, incondizionatamente innamorato, sentire il peso del suo piccolo corpo addosso è meraviglioso.
Dopo tutto quello che è successo in questi pochi mesi ho capito che farò di tutto per tenerla al mio fianco e per amarla come merita.
Deposito un piccolo bacio sulla sua fronte leggermente sudata e abbronzatissima e piano apre gli occhi.
Cazzo! Non volevo svegliarla! Merda!
«Amore... tutto bene?» biascica richiudendo gli occhi.
«Sì amore mio... shhh... dormi» sussurro cullandola appena.
Un altro tuono esplode intorno a noi.
Ma si può sentire un tale temporale a luglio? Mi chiedo leggermente incazzato, siamo qui solo da quattro giorni e spero che smetta di piovere entro domani mattina.
Sento spalancare la porta della nostra camera e una minuscola Azzurra con il suo pigiamino rosa con i ghiaccioli mi appare davanti.
«Mami...» dice pianissimo.
«Ei piccola... tutto bene?» chiedo alzando leggermente la testa.
«Ale... io... ho tanta paura» dice tra le lacrime.
«Ei nono, non devi. Forza vieni qui in mezzo a noi» dico allontanandomi leggermente da Andrea.
Con un saltello rapido Azzurra entra nel letto e si posiziona tra me e sua mamma, accoccolandosi contro il mio petto.
«Mi hanno svegliata i tuoni» dice tirando su con il naso.
«Adesso ci sono io piccola, non devi avere paura di niente, mai» le dico dolcemente.
«Mi proteggerai?»
«Sempre» dico emozionato mentre lei si stringe ancora più forte a me.
Inspiro il suo profumo dolcissimo all'albicocca e mi rendo conto che non c'è niente di più bello di questo momento.
Un pensiero prematuro ma chiarissimo mi attraversa la mente e il cuore... voglio altri figli e li voglio con Andrea, adesso ne sono sicuro.
Ma te sei scemo! Commenta la mia coscienza.
Lo so, ci conosciamo da poco... e stiamo insieme da ancora meno... ma è lei... è sempre stata lei, è la donna della mia vita.
Sì, va bene! Ma non corriamo!
«Ale?» mi chiede Azzurra con la vocina impastata.
«Sì».
«Ti voglio tanto bene» biascica addormentandosi.
Il mio cuore si ferma, giusto un secondo, e emozionato fisso questa creaturina che ho tra le braccia, questa piccola che ha un disperato bisogno di un padre che la difenda da tutti e la protegga, non che Andrea non ne sia capace anzi... però il modo in cui la sento stringersi a me, il modo in cui ho sentito subito questa connessione con lei, mi hanno fatto capire che sì, non sarò il suo padre naturale... ma quando c'è un amore così... a chi importa? A me no di certo.
E non riesco a immaginare che qualcuno possa farle del male, nessuno può toccarla e soprattutto non riesco a immaginarla crescere senza me al suo fianco.
Cazzo!
Sei fottuto amico!
Lo so ed è dannatamente bello.
Già.
Leonardo
Temporale al mare di luglio... qualcuno mi spiega il senso? Penso guardando il cielo grigio fuori dalla finestra mentre sono steso ancora a letto.
Stanotte ha fatto davvero schifo, ha piovuto tutta la notte... e ora il mare è super mosso.
Chiamerò Isa, e starò un po' al telefono con lei, penso sospirando.
Che schifo, dovevo portarmi la play, almeno ingannavo il tempo, non ho voglia di giocare con le bambole di Azzurra... ok che ormai mi fa fare tutto, però su quello non cedo.
«Leooo abbiamo una sorpresa per te» urla mio babbo dal salotto.
Sta casa è gigante, sai che festini potrò farci tra qualche anno... penso subito, anche se questo vorrebbe dire avere davvero a tempo pieno Azzurra e Andrea nelle nostre vite.
Mi piace l'idea... anche se io e babbo abbiamo le nostre abitudini e boh... onestamente ho paura di affezionarmi troppo a loro, non sono pronto a perdere ancora persone a cui voglio bene, ma non lo ammetterò mai davanti a loro.
«Leeeeeo scendi!» urla ancora mio babbo.
Che palle!
«Arrivo!» urlo di rimando.
Mi alzo dal letto e mi trascino giù dalle scale stancamente.
Mio babbo sorride come un cretino in fondo alla rampa, sembra scemo... oddio non che sia tutto regolare... però così mi sembra esageri.
«Sei pronto?» chiede tutto emozionato.
L'amore gli fa male, forse ritiro quello che ho detto qualche mese fa riguardo il farsi una vita.
«Sì, babbo. Sono pronto» sbuffo sonoramente.
Si volta e fa un cenno a qualcuno al di là del muro alla mia sinistra.
Andrea spunta fuori imbarazzata ma sorridente con indosso una... muta?
Sono seduto con le gambe nell'acqua a penzoloni, Andrea è accanto a me con la sua tavola bianca e fucsia che scruta le onde dietro di noi.
Il mare è mosso, ma molto meno rispetto a questa mattina, il cielo è terso e i nuvoloni neri sono stati portati via da un maestrale devastante. Andrea mi ha spiegato un po' i nomi dei venti e come funzionano.
«Sei bravo lo sai?» mi dice sorridendo fiera.
«Insomma... sono stato in piedi circa tre secondi totali forse» ribatto.
«Leo è la prima volta che fai surf... datti tempo».
«Lo so, hai ragione. Grazie comunque» dico imbarazzato.
«Per cosa?»
«Per questo, per rendere felice babbo, per... tutto» ammetto, questa è la smielatura dei Santini, sapevo che prima o poi si sarebbe manifestata anche in me.
Uffa! Sembro mio babbo, e non è un complimento.
«Leo...» dice lei nuotando verso di me «tu come stai?» mi chiede poi imbarazzata.
Come sto? Che cazzo ne so!
«Sinceramente? Non lo so» ammetto abbassando lo sguardo.
«È normale».
«Dovrei essere felice no? Insomma mia madre è tornata dopo un sacco di anni per rimanere nella mia vita, per farsi perdonare una vita di... assenza... ma non lo so. Voglio dire... noi stavamo bene anche prima... non mi poteva mancare qualcuno che non ricordavo».
«Hai paura che se ne vada di nuovo?» mi chiede lei.
Come fa a leggermi nel pensiero? Che cazzo!
«Non voglio affezionarmi a chi potrebbe ferirmi... e lei non ha dei bei precedenti».
«Leo, se è tornata lo ha fatto perché è sicura. Perché è finalmente pronta a essere tua madre e se tu lo vorrai potrai aprirle il tuo meraviglioso cuore e trovare un posticino anche per lei, altrimenti... potrai semplicemente essere sincero e spiegarle quello che senti. Non sei obbligato a fare niente».
«Mi ha parlato delle sue figlie... vorrebbe farmele conoscere. Ti rendi conto? Quindici anni da figlio unico e adesso ho tre sorelline da proteggere» sbuffo.
«Tre?» chiede leggermente impanicata.
«Azzurra e le due figlie di mia madre» dico semplicemente.
Vedo i suoi spalancarsi e riempirsi di lacrime. Oddio che ho detto ora? Ma le donne sono tutte pazze così? Isa mi sembrava più normale. Sarà l'età?
«Andrea tutto bene?» chiedo a disagio, che faccio se piange?
«Sì, non credevo che tu considerassi Azzurra così...» chiede emozionata.
Ah...
«Lei è al primo posto» confesso sorridendo.
Azzurra
«Vieniiii daiiiii» urlo.
«Guarda che se ti prendo ti faccio fare un volo che ti mando al Giglio» dice la sua voce forte e grande.
Rido tanto, mi fa sempre ridere lui.
«Tanto non mi prendi» dico continuando a correre.
«Stai attenta a non cadere» dice la mamma stesa sotto il sole dall'ombrellone.
Inciampo e cado, con la faccia nella sabbia.
Ahia.
Subito due mani forti e grandi mi tirano su, tante lacrime scendono dai miei occhi, mi sono fatta male al naso.
«Ei piccolina, tutto ok? Dove ti fa male?» chiede subito preoccupato, sembra proprio un babbo come quelli che hanno le mie amiche a scuola.
Quelli che ti medicano quando ti fai male, e ti proteggono da tutto e da tutti, quelli che ti abbracciano quando ci sono i temporali... lui è così.
«Il naso» dico tirando su.
«Fammelo vedere... mmm... è ancora al suo posto dai, se lo dovevo cercare nella sabbia era peggio» dice serio.
È tanto buffo Alessandro, mi fa sempre ridere.
«Allora ridi piccola nanetta» dice facendomi il solletico.
Scoppio a ridere e penso a quando sono felice da quando la mamma ha deciso che lui era diventato il suo fidanzato. Io l'avevo capito già dalla sera a mangiare la pizza dopo Spider Man che a lei piaceva.
Lei è più bella adesso, io sono felice se lei è felice.
Arriva di corsa anche lui... il mio nuovo specie di fratello: Leonardo.
Lui rende tutto ancora più bello, lui mi protegge da tutti, lui la notte mi da i bacetti sulla testa e mi fa i dondolini per farmi dormire.
Lui non voglio che se ne vada mai più, nessuno voglio che se ne vada, perché quando ci sono loro stiamo bene e siamo felici, come le famiglie normali e il fatto che il mio babbo non sia qui... quando ci sono loro... non conta più.
«Facciamo un castello?» chiedo a Alessandro.
«Certo, prendiamo le palette e i secchielli dai» dice alzandosi e caricandomi sulla sua spalla come uno zainetto.
È tanto forte lui, è grande e bello, mamma è stata brava, penso ridendo.
Prendiamo tutta la sacca con i giochi e iniziamo a costruire un castello e un vulcano.
Alessandro ha detto che lo accenderemo anche, non credo possa sputare la lava però ha detto che uscirà il fumo, non vedo l'ora!
«Mammaaa, vieni a vedere il nostro vulcano» strillo nella sua direzione.
«Arrivo nana» dice tirandosi su dal lettino e sistemando il costume rosso.
«Le facciamo uno scherzo?» mi sussurra Alessandro.
Annuisco e spalanco gli occhi sorridendo.
«Shhh, non direi nulla sennò ci scopre» mi dice subito facendomi l'occhiolino.
La mamma arriva vicino a noi e si abbassa per osservare il vulcano da vicino.
«È bellissimo» dice felice.
Alessandro si volta verso di me e sorride, poi velocissimo prende la mamma e se la carica in spalla correndo vero il mare.
«Amore mettimi giù!!!» urla la mamma battendo sulla schiena di Alessandro.
Lui ride e continua a correre nell'acqua più alta finché non lancia la mamma facendola inzuppare tutta, li guardo dalla spiaggia ridendo anch'io, sono proprio belli.
«Azzurra vieni!» grida Alessandro facendomi cenno con la mano di raggiungerli.
Sono felice, sono tanto felice.
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