CINQUANTACINQUE
Alessandro
«Il nove giugno cade di sabato... dai è perfetto, no?» dico al telefono cercando di convincere il mio interlocutore.
«Alessandro glielo devi dire però, niente soprese. Organizzatelo insieme, dopo l'ultima cena...» ribatte.
«Lo so, Martina. Volevo solo sapere il tuo parere, essendo il mio domenica sarebbe fantastico fare una cena solo noi quattro con i ragazzi e poi serata al Pump, così... giusto perché è dove tutto è iniziato» dico fiero della mia idea. Anche se è la sua libreria il vero posto dove l'ho conosciuta e infatti ho in mente una bella sorpresa che spiego a Martina per farmi aiutare.
«Tu chiamala e spiegale la tua idea, poi ascolta la sua e accordatevi... non è difficile» ribatte lei «per la sorpresa comunque conta su di me, non ti facevo così romantico Santini» conclude ridendo.
«Ho mille qualità nascoste» rispondo serio.
«Eccoci... appunto! Fammi sapere come ci organizziamo per la sorpresa Casanova, Azzurra sarà con i genitori di Andrea tutto il giorno» conclude Martina.
«Merda!» esclamo rendendomi improvvisamente conto che se voglio festeggiare con tutti i miei amici non so dove lasciare Leo, non me la sento di lasciarlo solo tutta la notte, ma sono anche sicuro che non tornerò a casa sabato sera, sicuramente non da solo comunque.
«Che c'è?» chiede lei spaventata.
«Non so dove lasciare Leo... cioè se festeggiamo tutti insieme... non posso mollarlo da solo» ribatto preoccupato.
«I genitori di Andre secondo me sarebbero felicissimi di ospitare anche lui» dice sicura.
«Ma scherzi? Leo mi ammazzerebbe e non gli farei mai una cosa simile dai, non li conosco nemmeno Martina» ribatto serio.
«Ok... era solo un'idea» dice sulla difensiva.
«Vabbè mi inventerò qualcosa, magari può dormire dalla sua fidanzatina o da qualche uso amico. Sì! Faremo così» dico complimentandomi con me stesso per la soluzione.
«Fammi sapere e chiamami per l'evoluzione della tua sorpresa per sabato».
«Certo, ci sentiamo nei prossimi giorni, tranquilla» dico sicuro.
«Ciao Alessandro».
«Ciao Martina».
Devo dirlo ad Andrea, non vorrei creare casini inutili, visti i precedenti. Apro Whatsapp e le scrivo subito:
Ale🏄🏻♂️: Ciao amore mio, come stai? Come va al lavoro? Stavo pensando... cenetta da me stasera con i ragazzi? Buttiamo giù qualche piano per il weekend dei compleanni? Alla fine è già mercoledì... Che ne dici? Io ho già qualche idea 😬Ti amo
Andre⚡️: Ciao amore♥️ Tutto bene, te? Qui situazione super calma... ok per la cena, ma Leo non ha gli allenamenti stasera? Potremmo farla da me, così arrivate direttamente e trovate una bella cenetta pronta, che ne dici? Azzurra sarà felicissima di far vedere la sua cameretta a Leonardo, lui forse un po' meno ahahah! Comunque sì, decisamente dobbiamo accordarci per i compleanni... io stavo pensando di fare una cenetta con Azzurra sabato, potremmo stare tutti insieme, che ne dici? Fammi sapere per stasera! Ti amo♥️
Ale🏄🏻♂️: Donna tu mi leggi nel pensiero! Avevo avuto la stessa idea per la cena di sabato, con un'aggiunta di Pump con i nostri amici, che ne dici? Per stasera comunque sei un mito! Io me ne ero completamente dimenticato, se per te non è un problema, accetteremo volentieri l'invito a cena da voi 😬
Andre⚡️: Certo amore, ci vediamo dopo! Così ragioniamo anche sul Pump, anche se non mi sembra per niente una brutta idea! Devo solo organizzarmi con i miei per Azzurra, con Leo come fai?
Ale🏄🏻♂️: Tranquilla tutto sistemato anche per lui! Vuoi che passi prima di andare a prendere Leo?
Andre⚡️: Come vuoi amore, stasera chiude Marti quindi io dalle 17:30 sono a casa con Azzurra.
Ale🏄🏻♂️: Perfetto, a dopo amore mio!
Andre⚡️: A dopo amore♥️
Gabriele bussa alla porta del mio ufficio, mentre riapro i programmi di progettazione per concludere il progetto per l'armadio che ho in consegna per ottobre, con un sorriso stampato in faccia.
«Boss, c'è una signora che chiede di te. Vorrebbe progettare la cameretta per la nipotina. Le faccio prendere un appuntamento o la ricevi subito? Non hai nessun altro appuntamento per oggi pomeriggio» mi specifica, segno che si è già confrontato con Eleonora telefonicamente.
«Dai arrivo la ricevo subito, se non ho altri appuntamenti ci penso adesso» dico alzandomi dalla sedia.
Esco dalla mia stanza e accomodata su una delle poltroncine all'ingresso vedo una signora sulla cinquantina, molto bella, bionda e con un portamento decisamente elegante. Mi ricorda terribilmente qualcuno.
«Buon pomeriggio signora, io sono l'architetto Alessandro Santini» dico porgendo la mano e sfoderando uno dei miei sorrisi migliori.
«Salve architetto» dice alzandosi e venendomi incontro «sono Valentina De Angelis» risponde educatamente stringendo la mia mano.
Spalanco gli occhi.
Non è possibile.
Più fisso i suoi occhi scuri e la forma del viso più mi rendo conto della somiglianza: è la madre di Andrea.
«Architetto si sente bene?» mi chiede allarmata avendomi visto sbiancare.
«Sì... cioè no... voglio dire... mi segua andiamo nel mio ufficio» dico facendole strada.
Mi siedo alla scrivania e continuo a fissare la donna davanti a me, se non fosse per i capelli biondi, sarebbero quasi identiche.
«Benissimo, mi dica pure come posso aiutarla».
«Allora vorrei rifare la cameretta a mia nipote, ha compiuto da poco otto anni ed è una bambina speciale, per cui...» dice sorridente.
«Azzurra...» sussurro.
«Come? Come fa a sapere il suo nome? Oddio...» chiede impaurita sulla difensiva.
«Signora De Angelis, niente panico. Sono Alessandro...» dico rimarcando l'enfasi sul mio nome e alzando le sopracciglia sorridendo.
La paura dei suoi occhi si tramuta in un enorme sorriso.
«Alessandro... come ho fatto a non arrivarci prima... l'architetto» dice dandosi un colpetto sulla fronte.
«Quindi lei è la madre di...»
«Andrea? Sì, sono decisamente sua madre» dice ridendo.
«Oddio... non pensavo di incontrarla così...» dico nervoso.
«Mio caro sono i migliori incontri questi, anche se non le nego che mi ha fatto prendere un coccolone quando ha indovinato il nome della mia nipotina» dice ravviandosi i capelli.
«Mi scusi non era davvero mia intenzione spaventarla... mi è uscito da solo» ammetto imbarazzato.
«Oh lo so bene, Azzurra fa quell'effetto... rapisce completamente. Deve vedere mio marito che imbecille che diventa con lei» commenta ridendo.
«Lo posso comprendere benissimo».
«Anche lei ha un figlio vero?» chiede tranquilla.
«Sì, Leonardo ha compiuto quindici anni qualche settimana fa».
«Andrea mi ha parlato molto bene di lui, deve essere un ragazzo speciale».
«Sono decisamente di parte, ma lo è davvero» confermo orgoglioso.
«Ottimo, direi quindi che siete tutti invitati a cena una di queste sere, non vedevamo l'ora di conoscerla» ammette imbarazzata.
«Signora De Angelis mi dia del tu, la prego» dico a disagio.
«Solo se smetti di chiamarmi Signora De Angelis, mi fai sentire mia suocera, ed è ancora lei la Signora di famiglia in carica. Puoi chiamarmi Valentina».
«Ci proverò» dico timido.
«Molto bene caro, vogliamo iniziare?»
Andrea
«Davvero viene Leo a cena?» mi chiede per la quindicesima volta Azzurra.
«Sì, amore. Viene davvero a cena qui».
«Sììììì» strilla saltellando per tutto il salotto.
«Fila a rimettere in ordine la tua camera signorina, non vorrai mica che veda quel macello di giochi sparsi ovunque eh?» dico seria.
«Hai ragione... devo rimettere tutto» ammette correndo in camera sua.
Apro, scuotendo la testa, il frigorifero rosso fiammante, alla ricerca dell'ispirazione e godendomi il frescolino. Oggi fa veramente molto caldo per essere solo inizio giugno. Cosa diavolo preparo stasera per cena?
Dopo lo sfoggio delle doti culinarie di Ale a cena da Matteo non posso di certo sfigurare.
Sicuramente apparecchierò in terrazzo, voglio fargli vedere che anch'io ho un piccolo angolo di paradiso tra i tetti di Roma.
Opto per un antipasto a base di bruschetta al pomodoro fresco e basilico, pasta al pesto con pomodorini e mozzarella, e poi? Roast beef con insalata e patate. Perfetto!
Mi metto subito all'opera e metto la carne a rosolare sul fuoco, la infilzo con il termometro da cucina per verificare il punto di cottura perfetto per il pezzo che ho scelto.
Deve essere tutto impeccabile stasera!
«Mammaaaa!» urla Azzurra dalla sua camera.
«Che c'è amore? Ora non posso sto cucinando» grido di rimando.
«Non so che mettermi!» sentenzia raggiungendomi in cucina.
«Amore mio» dico abbassandomi verso di lei «sei sempre bellissima, lo sai».
«Te sei la mia mamma, non puoi mica dirmi che sono brutta» ribatte incrociando le braccia al petto.
«Che ne dici della salopette di jeans a vestitino? Con la maglia a righine?».
«Ci vestiamo uguali? Ti pregoooo» mi implora, sapendo benissimo che sono gli unici due indumenti che abbiamo comprato identici da Zara per scherzare, ma che avevo giurato di non mettere mai davvero insieme.
«Azzurra... io...»
«Ti prego mamma!» mi implora facendo il labbrino.
«E va bene. Ci vestiamo uguale» cedo sospirando, se non altro non dovremmo uscire.
«Sììììììì! Vado a cambiarmi subito» dice saltellando via dalla cucina.
«Brava! Poi devi aiutarmi ad apparecchiare» dico scolando la pasta e mettendola a raffreddare in una ciotola.
Insieme stendiamo una tovaglia rossa a quadri bianca sul tavolo in ferro battuto e vetro del terrazzo. Le piante intorno a noi sono fiorite e colorate, rendendo il mio terrazzo un tripudio di colori e profumi.
Il sole è ancora alto nel cielo, nonostante siano più delle sei di pomeriggio, inutile dire che adoro questo periodo dell'anno.
«Tirala un pochino dal tuo lato mamma, è storta».
«Va bene. Così?» chiedo ridendo.
«Mi sembra perfetta» dice seria Azzurra.
Apparecchiamo con attenzione, la mia bambina si dedica alla creazione di fantastici segnaposto, anche se siamo solo in quattro, mentre io annaffio tutti i vasi, soffermando sulla chenzia che mi sembra un po' sofferente.
Alle sette e mezzo siamo pronte e stese insieme su una sdraio del terrazzo in attesa dei nostri uomini.
Prendo un respiro profondo, lascio che l'aria calda e profumata invada le mie narici, godendomi la pace e la felicità di questo momento insieme alla mia piccola. La stringo più forte e respiro contro i suoi capelli morbidi e profumati.
«Mami?» chiede.
«Sì...».
«E se non dovessi piacere alla nuova moglie del babbo? E se a lui non dovesse piacere Alessandro? Io gli voglio bene...».
Resto interdetta dalle sue parole, la consapevolezza del suo affetto per Ale mi destabilizza, ma allo stesso tempo sono spaventata dai suoi dubbi e le sue paure. Nonostante non abbia un vero rapporto con il padre, la costante paura di non piacergli e non essere alla sua altezza è forte dentro di lei.
«Azzurra non penso sia possibile. Sono sicura che Charlotte ti adorerà. E se Alessandro non dovesse piacere a Stefano, non è un problema tuo... questo non lo farà uscire dalla tua vita, te lo prometto» dico seria.
«E se a me non dovesse piacere Charlotte? E se non mi piacesse più nemmeno il babbo?» continua preoccupata.
Cosa diavolo posso rispondere a una domanda del genere?
«Amore mio, sei una bambina molto intelligente e sono sicura che non avrai problemi con nessuno di loro. Non sei obbligata ad avere nessuno che tu non voglia nella tua vita. Comunque, non preoccupartene adesso. Abbiamo ancora due mesi prima del loro arrivo. Smettiamo di pensarci, che ne dici?»
Annuisce poco convinta.
«Sabato, come sai, è il compleanno della mamma, e domenica è il compleanno di Alessandro. Che ne pensi se andassimo tutti e quattro a cena fuori sabato sera? Ti andrebbe? Ti prometto che il nostro rituale di compleanno film e gelato lo facciamo venerdì sera, ti faccio stare sveglia fino a mezzanotte» dico sorridendo.
«Mmm... va bene» dice seria «facciamo le una però».
«Sei tremenda lo sai?»
«Ho imparato da te» dice strusciandosi contro il mio collo.
«Ah si, eh?» ribatto facendole il solletico.
Azzurra ride e si divincola come un'anguilla sotto il mio tocco esperto.
«Mamma ti prego basta» strilla ridendo.
Il campanello salva la mia bambina in corner e come un razzo si precipita ad aprire la porta, la seguo scuotendo la testa. È tremenda!
«Benvenuti a casa mia» dice ai nostri ospiti invitandoli a entrare.
«A casa nostra vorrai dire» la correggo spostandola.
«Mamma! Lasciami accogliere i nostri ospiti!» ribatte seccata spingendomi di lato.
Alessandro scoppia a ridere, seguito da Leonardo.
«Buonasera signore» dice il primo ridendo e abbassandosi all'altezza di Azzurra per farsi schioccare un bacio sulla guancia.
Leonardo intanto si avvicina piano a me, timido e decisamente in imbarazzo, lo abbraccio con slancio stringendolo e lo sento sciogliersi tra le mie braccia e ricambiare la stretta.
«Ciao Andrea» dice piano.
«Ciao Leo, come stai?» chiedo staccandomi da lui.
«Bene, sto ancora metabolizzando l'incontro di domenica, ma tutto bene. Te come stai?».
«Ci credo. Anch'io tutto bene, grazie» rispondo sorridendo.
«Piccola peste! Vieni qui!» dice Leonardo spalancando le braccia in direzione di Azzurra che gli salta addosso attaccandosi a lui come un koala a un albero di eucalipto.
«Devo farti vedere la mia camera!» strilla lei puntando il braccio in direzione della sua camera.
«Agli ordini! Se volete scusarci ho una camera da vedere» risponde Leo dirigendosi verso la zona notte.
«Buonasera amore» dice Ale avvicinandosi piano a me, cingendomi la vita con un braccio.
«Buonasera a te» rispondo baciandolo sulle labbra carnose.
Un brivido attraversa il mio corpo a quel contatto, mi sembra una vita che non stiamo un po' da soli.
«Ti ho portato un dolce» dice mostrandomi la scatola bianca con il nome della pasticceria sopra.
«Non dovevi amore».
«Solo il meglio per le mie donne preferite».
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