AGOSTO

Leonardo

Il caldo che fa a Firenze non è immaginabile, ci saranno sessanta gradi al sole, una roba fuori dal mondo... agosto è illegale. Babbo dice sempre che "Firenze fa buca" ed è per quello che c'è questa afa terribile, un caldo appiccicoso che ti inzuppa i vestiti, soprattutto dopo quasi dure ore di treno a meno venti gradi, mi son pure messo la felpa, ora vorrei darle fuoco.

Mando un messaggio a babbo per dirgli che sono arrivato, fuori mi aspetta mio nonno Alberto, non lo vedo dall'ultima volta che siamo venuti qui e lui e babbo hanno litigato per la storia di mia madre. Spero non sia ancora arrabbiato con me, ma soprattutto spero non lo sia con babbo.

Amore🦋: Ciao amore, com'è andato il viaggio? Io sono in spiaggia, mi rompo e mi manchi. Baci!

Isa... è partita una settimana fa per la Sardegna e ci rivedremo soltanto tra altre due... mi manca un sacco e non vedo l'ora di rivederla e magari combinare anche qualcosa di più dei soliti limoni.

Leo: Ciao amore, io sono appena arrivato a Firenze. Ho davanti una settimana con i miei nonni.... Evviva! Mi manchi anche tu.

Cammino per la stazione affollata di Santa Maria Novella facendomi largo tra la bolgia di turisti stracarichi di valige che corrono da una parte all'altra. È piccolissima questa stazione, ma che correte? Bah.

La BMW nera di mio nonno scintilla nello spiazzo davanti alla stazione, sotto la pensilina.

«Eccolo il mio nipote preferito!» dice venendomi incontro.

Lo dice tutte le sante volte, ma da vecchi si diventa tutti così?

«Ciao nonno» dico ricambiando il suo abbraccio.

«Come stai? Com'è andato il viaggio?»

«Tutto bene, babbo mi ha preso i biglietti in prima classe, credo si sentisse in colpa per avermi spedito qui per stare con... nulla lascia stare» dico veloce. Cazzo! Dovevo tenere la bocca chiusa.

«Per stare con?» mi incalza lui.

«Nessuno nonno, aveva un sacco di lavoro da fare. Starà chiuso sempre in studio per quello mi ha mandato da voi» cerco di salvare la situazione.

«Tu e tuo padre non me la raccontate giusta eh» dice scompigliandomi i capelli.

«Ma no nonno, davvero sono solo stanco per il viaggio» fingo salendo in macchina.

«Il mio nipotino» esclama nonna Ornella venendomi incontro in giardino «finalmente sei arrivato».
«Ciao nonna» dico felice di riabbracciarla.
«Vieni dentro su, ti ho preso la schiacciata che ti piace tanto e immagino che avrai da raccontarmi un sacco di cose. Sei anche abbronzato quel disgraziato del tuo babbo ti ha portato al mare? Perché non siete venuti a casa in Versilia?» mi riempie bombardandomi di domande.

«Sì, siamo stati al mare qualche giorno vicino Roma. Babbo aveva bisogno di staccare e io con lui. Il resto tutto bene» dico evasivo.

«Come stai tesoro mio?» mi domanda accarezzandomi una guancia liscia.

Come mai mi chiedono tutti la stessa cosa? Che palle!

«Sto bene nonna. Un po' sopraffatto dalla situazione, ma niente che non riesca a gestire con un po' di tempo».

«Lo sapevo che Alessandro stava sbagliando. Non doveva permetterti di vederla, non ancora» sentenzia mio nonno dalla sua poltrona damascata verde bottiglia.

«Nonno... non sono d'accordo. Babbo e io ne abbiamo discusso tanto prima di decidere. Lui mi ha dato tutto il suo supporto e amore per affrontare questa situazione. Credi che lui stia bene? Ti sei domandato una volta come stia lui?» chiedo offeso, nessuno e dico nessuno può toccare mio babbo. Siamo io e lui contro il mondo, sempre.

«Leo tuo nonno si preoccupa per tuo padre e per te» cerca di difenderlo mia nonna.

«Se così fosse... si sarebbe degnato di chiamarlo almeno una volta, sapete cosa ha voluto dire per lui affrontare mia madre dopo dodici anni? Rivederla e parlare con lei? Avete idea della forza che ha tirato fuori per affrontare tutto? Per me. Tutto questo per permettermi di conoscere mia madre. No, non lo sapete. Perché non vi siete nemmeno degnati di fargli una chiamata» dico incazzato come le iene.

«Leo... noi...».

«Nonna lascia stare, vado in camera. Sono stanco» dico andandomene verso la scala per salire al piano superiore.

Apro la porta di camera del babbo e mi chiudo dentro. Mi butto sul grande letto in mezzo alla stanza fissando la parete di foto davanti a me, babbo mi sorride con i capelli blu nella foto della sua vacanza post maturità. Stanotte voglio stare qui per sentirlo più vicino. Lui è la mia roccia, il mio unico punto fermo in mezzo a tutto questo casino.

Andrea

Attacco con lo scotch il cartello sulla vetrina con un enorme sorriso sulle labbra: Chiuso per ferie! Ci rivediamo il 28 agosto. Buone vacanze a tutti!

«Aperitivo di festeggiamento?» chiedo a Marti e Tommy spaparanzati su un divanetto in velluto.

«Ma sono cose che si chiedono? Ovvio che sì!» dice Martina tirandosi su con slancio.

«Ci sto anch'io» concorda Tommaso ridendo.

Da quando Claudia è entrata a far parte della sua vita finalmente rivedo il mio migliore amico, il ragazzo giocherellone e sempre sorridente che era sempre stato, prima della rottura con Viola.

«Dove volete andare? Io se volete stare spaparanzati rilancio anche con casa mia, Azzurra lo sapete è al mare con i miei per due settimane».

«Ordiniamo una pizza?» chiede Martina.

«Io dovevo vedermi con Claudia per cena...» dice Tommaso.

«Invitala no? A meno che non avessi programmi bellicosi... Marti chiama anche Matte se ti va».

«Ma smettila scema! Ora le scrivo e la invito. Ale c'è?»

«Era a cena con Matteo quindi non penso si tirino indietro» commenta ridendo Martina.

«A meno che non dovessero andare a donne» incalzo io ridendo.

«Lo castro... le conosce le conseguenze delle su azioni» ribatte Marti.

«Marti! Ma scherzavo!» dico ridendo.

Accendiamo la musica e facciamo scontrare i nostri calici pieni di vino bianco ridendo.

«A noi!» urlo.

«A noi!» rispondono in coro i miei migliori amici.

Balliamo e senza accorgercene ci scoliamo due bottiglie di vino, mentre aspettiamo gli altri tre con la cena.

«Siete i miei migliori amici, non so che farei senza di voi» dico abbracciandoli e appendendomi ai loro colli.

«Sei ubriaca» sentenzia Tommaso ridendo.

«Decisamente u-briaca...» concorda Martina.

«Uff... non posso... volervi bene... uffa» dico offesa staccandomi da loro e andandomi a sedere su una sdraio.

Le lucine girano formando una ghirlanda bellissima, sono decisamente ubriaca e devo mangiare qualcosa.

«È permesso» chiede la voce di Alessandro uscendo in terrazza con in mano sei pizze e seguito da Claudia e Matteo.

«Amoreeeee» urlo cercando di tirarmi su, invano.

«Ma.... Andre... sei ubriaca?» mi chiede Ale avvicinandosi dopo aver posato le pizze.

«Forse... ma solo un po'» dico scoppiando a ridere.

«Mmmm se sei ubriaca posso approfittarmi meglio di te» dice fissandomi con desiderio.

«Ragazzi... la festa è finita io e Santini dobbiamo sc...» urlo alzandomi in piedi lucida, ma non riesco a finire nemmeno la frase che Alessandro mi tappa la bocca ridendo.

«Io non ci credo che l'hai urlato ad alta voce» dice con le lacrime agli occhi.

I miei amici scoppiano a ridere, posizionandosi intorno al tavolo.

«Che ho detto?» chiedo con finta innocenza.

«Nulla amore, vieni è meglio se mangi un po' di pizza. Ti sentirai meglio» conclude accompagnandomi al tavolo e mettendomi davanti una margherita con bufala.

Continuiamo a bere e ballare fino a che stremata non mi butto sul divanetto in vimini per cercare di riprendere fiato.

«Ragazzi io e Claudia andiamo. Grazie di tutto» dice Tommaso sorreggendo la sua ragazza decisamente alticcia.

«Buon divertimento» urla Martina vedendo come Claudia si sta avventando sulla sua camicia, mentre lui tenta invano di tenere le sue mani lontane in nostra presenza.

«Anche io e Matte andiamo giù» dice Marti buttandosi accanto a me.

«Marti sono mezza... non vedo un cazzo» ammetto mentre i tetti si muovono innaturalmente.

«Lo vedo tesoro, vuoi che mandi via Ale e Matte?» mi chiede.

«Nono, non voglio. Vai a sc...scopare... io mi ripiglio» biascico cercando di non vomitare.

«Chiamami sei hai bisogno eh?» mi dice lei posando un bacio sulla mia tempia.

Un conato scombussola il mio corpo mentre chiudo la porta dopo averli salutati, lo ricaccio indietro con decisamente troppa fiducia.

Un secondo dopo sto correndo verso il bagno più vicino.

Spalanco la porta e mi butto verso il wc, ficcandoci la testa dentro e vomitando anche l'anima, l'odore pungente dell'alcool mi colpisce le narici provocandomi un altro conato.

Una mano fresca mi accarezza il collo e mi tira i capelli indietro legandoli in una coda

«Ale... vai via» biascico.

«Amore... smetti» sentenzia serio tirando lo sciacquone.

Continuo a vomitare senza dignità, scossa dai conati e dalle lacrime.

«Ale... faccio schifo... ti prego...» lo supplico tra le lacrime, non voglio davvero che mi veda in queste condizioni.

«Andre stiamo insieme anche per questi momenti, stai zitta e vomita».

Dopo non so quanto tempo riapro gli occhi, sono abbracciata alla tazza con la testa appoggiata sulla ceramica fresca. Alzo lo sguardo e Alessandro è seduto sul bidet al mio fianco, e mi fissa.

«Dai abbi pietà per una donna distrutta» dico.

«Sei bellissima anche così, lo sai vero?» ribatte accarezzandomi una guancia.

«Stai meglio?»

«Boh... voglio provare ad alzarmi, non mi sento più il culo» dico cercando di tirarmi su.

La testa mi gira, facendomi perdere l'equilibrio, ma le sue braccia forti sono lì pronte a sorreggermi.

«Forza ti porto a letto piccola ubriacona» dice ridendo.

«Fammi lavare i denti prima» ribatto piagnucolando.

«Sei grulla... te l'ho già detto vero?»

Azzurra

Caro diario,

Oggi ho salutato la mia mamma e sono partita con i nonni per il mare. Sei preoccupata a lasciare la mamma da sola mi chiedi. No, ormai non lo sono più. Da quando c'è Alessandro sono contenta e so che non è più da sola.

Ha sempre bisogno di me però adesso ha lui. Io sono tanto felice che ci sia lui.

Tra qualche tempo arriverà il mio babbo. Ho paura!

Lo so, non sai nemmeno come è fatto. Non sapevo scrivere l'ultima volta che è venuto a trovarmi, ma adesso che lo so fare te lo descriverò.

Allora è alto alto, bello. Ha gli occhi blu come i miei ma i suoi sono più allungati. Ha il naso con una mini gobbina e fa il surfista. Di lavoro! Nemmeno io sapevo che fosse un lavoro... tranquillo.

Ha una nuova moglie, che io non conosco. Si chiama Charlotte. Io ho paura perché ho paura di non piacerle. E ho paura di non piacere a lui.

Sono triste se penso che le mie amiche hanno il babbo e io no, cioè è lontano e non può stare con me. Però adesso ho Alessandro, lui mi fa da babbo. E io un babbo non l'ho mai avuto. Ed è bello! Mi coccola sempre e mamma dice che mi vuole tanto bene e che mi proteggerà.

Io ho paura anche per lui, non voglio che si lasci con la mamma, mi piace tanto tanto. E vorrei che fosse davvero il mio vero vero babbo.

Nonna dice che il babbo non deve essere necessariamente quello vero, ma possiamo sceglierlo noi, deve essere una persona che ti vuole bene e c'è sempre.

Quindi il mio babbo sarebbe zio Tommy? Lui c'è sempre.

Uffa, faccio confusione, non ci capisco più nulla. Dovrei chiedere a Leo, lui è più grande e la sua mamma è appena tornata.

Ma da grandi è tutto così casinoso? No perché a me sembra casinoso pure ora, quindi da grande forse impazzisco?

Ma secondo te quanti babbi si possono avere? Infiniti? E le mamme? Se mi rispondi lo dico a Leo, così lo aiuto anche a lui.

Comunque oggi ho fatto un sacco di bagni con la ciambella a fenicottero e anche dei castelli, ma il vulcano no. Per quello aspetto Alessandro.

E se lui e la mamma si sposassero? Io cosa diventerei? Figlia di lui? Perché non ci capiscono nulla? E se poi non mi volessero più? Se prendono dei bambini nuovi io e Leo che fine facciamo?

Dovrei chiedere alla mamma secondo te? La maestra dice che quando non sappiamo le cose dobbiamo chiedere alla mamma quindi forse dovrei parlarne con lei.

E se chiedessi ai nonni? O a zio Giulio? Uffa mi manca tanto anche lui.

Adesso devo dormire, sennò la nonna mi sgrida e poi non mi porta sugli scivoli, anche se l'ha promesso.

Ciao!

Azzurra

Alessandro

Sono due giorni che io e Andrea non ci alziamo da questo letto e non usciamo di casa, abbiamo scopato talmente tanto che mi fa pure male l'amichetto laggiù.

È ufficiale, non pensavo l'avrei mai detto, ma devo dargli un po' di tregua. Non conoscevo davvero questo lato da ninfomane di Andrea, cazzo lo amo da morire, ma non mi può ridurre in questo modo, che figura ci fo?

Solo che ogni volta che mi bacia, o semplicemente mi sta accanto mi accende un fuoco dentro.

«Amoreeee» urla dalla doccia.

«Dimmi piccola».

«Ma quindi questa vacanza insieme? È il 7 di agosto... se vogliamo organizzarci è già un filino tardi».

«Io ci sto, te l'ho detto. Dobbiamo solo organizzarci».

«Ma se avessi trovato una casetta in Puglia dal 10 al 20 agosto?»

Ma come ha fatto? Ha trovato una casa mentre era in doccia? I poteri delle donne sono infiniti.

«Bello, quando hai fatto mi fai vedere e se ne parla» rispondo.

Allora capiamoci, Leo è dai miei e potrei farlo rimanere al Forte un po' di più, anche se non so se ne abbia voglia. Non voglio farmi odiare e farlo rimanere con i miei genitori, so perfettamente quanto possano essere asfissianti.

Gli avevo promesso che saremmo andati da qualche parte insieme e bidonarlo per Andrea non mi sembra la scelta migliore.

Andrea avvolta in un asciugamano blu notte si palesa davanti ai miei occhi. È bellissima e cazzo quanto vorrei strapparglielo di dosso... ma non posso. Abbiamo detto pausa.

Risposare oggi per scopare di più domani!

«Insomma sta casa?» chiedo cercando di placare i miei spiriti.

«Santini se te ne stai così nudo davanti a me... non mi fai concentrare» dice lei lanciandomi un paio di boxer neri.

«Hai ragione... sono distrutto in mia difesa» ammetto imbarazzato.

«Te? Io cammino a malapena, non so se rendo l'idea» dice scoppiando a ridere.

Ed eccolo lì, il nasino che si arriccia in quel modo solo suo, quel particolare che mi ha fatto impazzire e innamorare.

«Insomma?» la incalzo.

«Allora... è vicino Otranto, l'hanno cancellata ieri così... scusami... e non ho resistito e insomma l'ho prenotata io! Era troppo bella» ammette nascondendo il viso con le mani.

«Ma come l'hai prenotata? Sei impazzita? Andre... come facciamo con i ragazzi... io sono incasinato con Leo... gli ho promesso che non lo lasciavo dai miei troppo» dico sconfortato.

«Te la posso far vedere prima?» continua perentoria.

«Sì, Andre. Però è una decisione importante... avevamo detto una vacanza insieme ma così... è un casino. Immagino che non ci sia più la cancellazione gratuita» sospiro.

«Ale prima guarda» dice Andre raggiante.

È pazza! Non c'è spiegazione.

Prende il Mac e lo apre sulle ginocchia.

Mi mostra una piccola villetta in riva al mare bianca, con gli infissi blu mare, sembra una casina greca.

È una casa a due piani, con tre camere, tre bagni, salotto, cucina e piscina.

Tre camere?

«Scusami che ce ne facciamo di tre camere?» chiedo.

«Pensavi davvero che saremmo andati da soli?» ribatte.

«Andre non ti seguo, Marti e Matte sono a Formentera, Clau e Tommy in Sicilia. Lore e Chiara in Toscana...» rispondo serio.

«Una camera per noi, una per Leo e una per Azzurra».

«Ah» rimango basito.

«Pensavi davvero che non li avrei calcolati? Non voglio andare senza di loro... mi mancano da morire» ammette triste.

«Anche a me amore» dico emozionato.

«Quindi è un sì?» mi chiede elettrizzata.

«Cazzo se è un sì!» rispondo baciandola.

«Facciamo le valige e domani andiamo a riprenderceli».

«Sì! Amore mio, mai stato più serio».

«Ti amo Alessandro Santini, con tutto il mio cuore».

«Ti amo Andrea pazza svitata De Angelis» rispondo ridendo.

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