Capitolo 9
La trasmissione durò pochi secondi, ma bastarono per far uscire dai gangheri la nostra sequestratrice.
«Maledizione! Che schifo! Non doveva andare così! Non doveva! Quel bastardo ha mandato tutto all'aria!» urlò lei mentre colpiva il cruscotto con la sua mano.
«Che facciamo?» chiesi atterrita e a bassa voce.
«Mi prendi per il culo?» domandò lei mentre si stava voltando verso di me.
«Dobbiamo sparire! Il poliziotto alla radio ha detto che hanno visto un camper che sfrecciava via!» rispose lei per poi voltarsi di nuovo per colpire il cruscotto.
«Se t-ti consegni for-»
«Non ci torno in prigione!» urlò lei interrompendo Veronica.
«Ok! Ok! Forse, allora si può... Inventare una storia e m-magari ci credono.»
«Cosa? Ma che cazzo dici? Continua a guidare!» urlò la criminale con le mani sul suo hijab.
"È la fine... Ci ammazzerà per poi suicidarsi! Merda!" pensai mentre osservavo le macchine davanti a noi.
Pochi secondi dopo, la vista di un cartellone stradale giallo che annunciava un incrocio cambiò la nostra destinazione.
«Lì c'è scritto che siamo vicine a Harrisburg, in venti minuti ci possiamo arrivare! Forza!»
«Cosa? Ma avevi detto di an-»
«Muoviti!» la interruppe lei.
Veronica, nonostante ci fossero numerose vetture che procedevano ad alta velocità, riuscì a superarle quasi tutte e a imboccare l'incrocio per Harrisburg.
«Basta! Rallenta o finiremo ammazzate!» dissi con gli occhi puntati verso Veronica.
«Ha ragione! Tanto ora ci vorranno pochi minuti» aggiunse la criminale.
Poco dopo, eravamo sospese su un fiume, insieme a molte altre auto e camion.
«Cosa ci facciamo a Harrisburg?» chiesi mentre ci trovammo a metà strada.
«Dobbiamo andare vicino a Riverfront Park, ho un'amica che mi aiuterà.»
Come detto dalla criminale, dopo pochi minuti eravamo arrivati a Harrisburg.
«D-devo girare?» chiese Veronica, senza staccare lo sguardo dalla strada.
«Sì, poi prosegui diritto fino a... Com'erà? La quindicesima? No! Cazzo! Era... era...» affermò lei per poi grugnire e sbattere la mano sul cruscotto.
«Che ne dici se ci fermiamo lì?» proposi col dito rivolto verso alcuni parcheggi liberi vicini a degli appartamenti.
«Va bene! Vai lì!»
Con una brusca manovra ci dirigemmo dove indicato e per poco non andammo a sbattere contro un furgoncino blu parcheggiato male.
«Guidi da schifo!» dichiarò la criminale per poi togliersi la cintura.
«Ho fatto del mio meglio! Cazzo!» sbottò Veronica.
«Sai una cosa?» chiese quella causando pochi attimi di silenzio.
Il mio cuore smise di battere. Mi paralizzai mentre osservavo la stronza che impugnava la pistola.
«Ora vi ammazzo!»
«Ferma! Ti abbiamo portato dove volevi!» urlò Veronica nel mentre con le mani alzate.
Lei, senza mostrare segni di esitazione, puntò la pistola verso di lei e premette il grilletto.
"No! No!" pensai senza riuscire a parlare.
Invece del bagliore e del rumore che avevo già visto alla stazione di servizio, sentii solo un click metallico.
«Cazzo! È scarica.»
Subito dopo quell'affermazione, Veronica si tolse la cintura e si avventò sulla criminale, facendole cadere la pistola.
Per qualche secondo, le due si dimenarono con l'intento di sopraffare l'altra mentre io col fiatone osservai la pistola a terra.
«Lauren aiutami!» urlò Veronica mentre la criminale l'aveva messa sotto di lei.
Senza farmelo ripetere, mi piegai più in fretta che potei e afferrai la pistola per poi sbatterla sulla testa di quella maledetta.
Lei crollò senza difese su Veronica, la quale se la scrollò di dosso per poi mettersi in piedi.
«Grazie tante! Perché non sei intervenuta prima?» chiese con fronte aggrottata e con i muscoli del collo tesi, a soli due passi di distanza da me.
«I-io ero... Scusa.»
Lei, senza dire altro, mi osservò con occhi semichiusi per poi scuotere la testa e mettersi seduta sul posto del passeggero.
Io, dopo aver ingoitao un groppo che mi si era formato in gola, mi chinai trattenendo il fiato per controllare se la rapinatrice fosse ancora viva.
Tranne per la ferita alla testa stava bene.
"Grazie al cielo. Non sono un assassina" pensai sollevata e facendo un profondo respiro di sollievo.
«Ora che facciamo?» chiese con le mani che le avvolgevano il volto.
"Andiamo dalla polizia e... Gli raccontiamo tutto. Ci crederanno."
«Non ci resta che andare alla polizia» dichiarai a bassa voce.
«Aspetta un secondo» affermò Veronica per poi alzarsi in piedi.
«Cosa c'è?»
Veronica, senza degnarmi di parola andò verso una delle borse usate dai rapinatori e la aprì.
«Che fai? Ci sono le tue impronte ora! Come facciamo a speigarlo al-»
«Non andremo alla polizia!» mi interruppe lei con il sorriso.
«Ma che dici? Dobbiamo andarci per forza.»
Lei, senza rispondermi prese delle banconote di vario taglio e le gettò per aria.
"È impazzita?"
«Ci sono un bel po' di quattrini qui, tutti per noi.»
«Sono soldi di una rapina! Per l'amor del cielo Veronica usa il cervello.»
«Con questi soldi potrò pagare il conto dell'ospedale e magari ricomprare anche la roba che abbiamo perso alla stazione. Non mi serve più andare a Las Vegas.»
«Ti arresteranno di sicuro! Dalla roba che abbiamo lasciato risaliranno di sicuro a te. Anzi sono sicura che la polizia ha già scoperto che il camper usato per la rapina è questo!»
Subito dopo, lei grugnì e alzò la testa all'insù.
«Va bene! Andiamo alla polizia, ma diciamo che la rapinatrice è scappata con i soldi» affermò a braccia aperte.
"Non ci crederanno mai!" pensai con una mano sui miei occhi e trattenendo un urlo.
«Può funzionare! La stronza ora è nel mondo dei sogni, la scarichiamo da qualche parte e nascondiamo i soldi qui vicino» continuò lei venendomi incontro e toccandomi le spalle.
«Vuoi scaricare una persona senza farti vedere in città? È un'idea stupida!» affermai allontanandomi da lei.
«La lasciamo qui allora! Nascondiamo i soldi e andiamo alla polizia. Gli racconteremo la maggior parte di quello che è successo, ma al posto di dirgli che l'hai tramortita, diremo che ci ha lasciato andare e che è scappata via.»
«Una volta che lei si sveglierà come facciamo?» domandai col dito indice della mia mano destra rivolto verso la priva di sensi.
Veronica, per un breve attimo mi guardò con gli occhi spalancati dopodiché scoppiò a ridere.
«Sul serio?» domandai sul punto di avere una crisi isterica mentre lei stava ridendo.
«Non le crederanno mai! Prima ha detto che è stata già in prigione. Diremo che ha portato i soldi a una sua amica dopo averci scaricato.»
«Non possiamo farlo. Che cosa succede se poi... Poi esce?»
«Lauren sono troppi soldi. Questa è solo una delle due borse che hanno usato. Ragiona» disse a bassa voce.
"Non mi convincerai. È una follia!" pensai con fronte aggrottata e sguardo fisso rivolto su Veronica.
«A te e a tuo padre farebbero comodo un po' di quattrini.»
«Sì ma io... io n-non posso, noi non possiamo. Rischiamo la galera» affermai con il cuore che batteva a ritmi troppo veloci.
Veronica, senza dire nulla si grattò la nuca con il capo abbassato, dopodiché sospirò.
«Non è fattibile come co-»
«Se le cose dovettero mettersi male, chiedi di fare un'accordo. Io mi assumerò tutta la colpa» mi interruppe lei.
"Cosa? Non puoi averlo detto sul serio!" pensai mentre il silenzio piombò su di noi per qualche secondo.
«Troviamo un posto qui vicino. Dai!» ordinò posando di nuovo le sue mani sulle spalle, ma questa volta con le dita strette in una forte presa.
«No, noi n-»
Un suo bacio improvvisò mi immobilizzò e mi gettò in confusione.
"Cazzo! Veronica!" pensai mentre la sua lingua si muoveva rapida e aggressiva dentro la mia bocca.
«Merda! Hai l'alito che puzza» affermò poco dopo essersi staccata da me con un sorriso
Ero senza parole e anche accaldata.
«È stato lo stesso bello. Ti amo» dichiarò afferrandomi una mano.
"Veronica io..."
«Ok... Faremo come vuoi» dissi con lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Lei, colta dalla gioia, prese a saltellare e ripetere: «Sì. Ti amo!»
Mentre la guardai festeggiare, feci un flebile sorriso sebbene sentissi un peso nel netto. Sapevo molto bene che le probabilità di finire male erano alte, ciò nonostante sapere che Veronica fosse felice mi dava la spinta necessaria a infrangere la legge.
«Esco solo io. Tu devi restare a fare la guardia a questa qua» affermai mentre all'interno del camper cercavo qualcosa per celare il mio volto e un cambio di abiti.
«Cosa fai?» domandò lei.
«Mi devo rendere irriconoscibile e questi vanno bene per iniziare» affermai con in mano una parrucca color biondo platino e con un paio di occhiali da sole neri.
«Furba! Sei la migliore!»
«Ok. Poi cos'altro abbiamo? Un giubbotto blu, sciarpe, dei jeans, un maglioncino e... Diverse snickers» dissi mentre stavo scegliendo cosa mettermi.
Impiegai qualche minuto prima di scegliere cosa mettermi.
«Come sto?» chiesi non appena ebbi finito e col fiatone.
«Sei irriconoscibile.»
«Magnifico... magnifico. Cercherò di non metterci troppo e sopratutto di nascondere bene le borse.»
Poco prima di uscire con le borse e con la pistola usata per tramortire la criminale, Veronica mi trattenne e mi guardò fissa negli occhi.
«Torna da me. Ok?»
Senza dire niente, sorrissi e feci di sì con la testa per poi aprire la porta e uscire.
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