9. Mondo nuovo

Una voce maschile si levò sopra tutte le altre: «Non sono forse i fedeli delle dottrine da voi ideate ad affollare i vostri aldilà? Diverse religioni ma un unico grande Inferno, e voi non sapete più come contenerli per punirli! O premiarli, nei casi ormai più unici che rari.»

Ci fu silenzio, in cui Dave e Chris si scambiarono una rapida occhiata prima di guardare entrambi Adam. Egli, dunque, invitò Shiva a rimettersi a sedere: «E la tua soluzione, quindi, sarebbe quella di distruggere tutto, anche gli altri Popoli?»

«Distruggere per poi ricreare, ricominciare, plasmare da capo, fare di meglio. Se i vostri aldilà non bastano, non vedo altre soluzioni. Siamo qui da molto ormai, e finora non c'è stata una proposta migliore.» Le montagne alle sue spalle e intorno a loro si fecero minacciose, scure, come se promettessero eruzioni vulcaniche.

«E come funzionerebbe?» Zarathustra prese la parola, per poi estendere il suo quesito a tutti: «Chi assicura che ricominciando da capo non si ripeterebbe tutto nello stesso modo? Come potrebbero essere diverse le cose, in che maniera avete intenzione di creare un mondo senza male e insegnare alle persone una nuova via, un nuovo sentiero?»

Dopo un lungo sospiro anche Nan-in prese la parola, dissolvendo le nuvole sulle loro teste e riportando il sereno nel cielo sotto il soffitto: «La via per l'Illuminazione non è nel mostrare il sentiero su cui andare, ma mostrare il sentiero dove non si viene e non si va.»

«Inoltre,» aggiunse Laozi Yuan annuendo, «la realtà esiste nell'armonia dei contrari, senza non ci può essere vita. Non potremmo comunque creare un mondo senza male, perché senza male non ci può essere bene.» Gettò uno sguardo distratto a Ziggy, in ascolto appena fuori dall'ovale in cui si erano disposti i partecipanti della riunione, mentre fumava e tamburellava con le dita sulla pietra su cui si era accomodato.

«Maestro,» Mencio riportò lo sguardo e l'attenzione di Laozi sull'assemblea «mi rivolgo a lei e a voi tutti. Se non possiamo mostrare una nuova via e non possiamo avere il bene senza il male, potremmo riplasmare l'Umanità sulle Cinque Costanti. Rispetto, benevolenza, rettitudine, correttezza e integrità non sono forse tutto ciò che serve per portare un'Umanità nella giusta direzione?»

Ci fu l'ennesimo lieve brusio di sottofondo, messo a tacere da Victor, che si schiarì la voce e tese una mano verso Siddhartha Gautama. Questi era rimasto in silenzio fino a quel momento, ma ora sembrava interessato a intervenire; facendo risplendere l'albero alle sue spalle, così parlò: «Quello che dici, Mencio, è giusto. Ma ciò che è prescritto nei Daozang, non è anche nei Precetti principali nel Canone e nel Vinaya? E non somigliano essi forse ai Dieci comandamenti, o ai Pilastri? Tutti noi abbiamo mostrato il bene, predicato la Via che ci sembrava più giusta, eppure siamo qui. "Vanno all'inferno coloro che fanno il male; vanno al cielo coloro che seguono la buona via; si sciolgono nel Nirvana i privi di attaccamento"» citò un versetto del Damma-Pada, per poi aggiungere: «Le persone hanno sempre una scelta.»

«E se scelgono sempre il male,» ribatté Shiva, «forse non sono fatti per questa Terra, forse dovremmo davvero mettere mano a una nuova creazione che non le contempli.»

«Vorrei ricordarvi che siamo in presenza di esseri umani, anche qui, in questa stanza. La maggior parte di noi lo è, in effetti. Santi, profeti, mudang, guru e Roshi, anche divinità che si sono fatte uomo... comunque sia umani.» L'aria intorno a Victor tornò cupa nella stanza ora dai muri verdi e il mobilio di legno.

«Sì, e forse è questo il problema. Alcuni Grandi, o che si considerano tali, non si sono scomodati a venire di persona, ma hanno inviato i propri portavoce. Chi mai voterebbe a favore della distruzione dell'Umanità, se ne fa parte? Ma nessuno qui sembra volersi davvero prendere le responsabilità di ricominciare e creare qualcosa di meglio di... quello che c'è ora.»

«Come mai tra i Tre abbiamo invitato lui e non Brahma o Vishnu?» dopo essersi avvicinato, Ziggy Stardust prese posto su uno sgabello appena materializzato a ridosso della parete e si unì al resto del gruppo. La stanza, che aveva cambiato forma e aspetto svariate volte dall'inizio della riunione, iniziò a somigliare a un locale notturno, con luci basse e bancone bar illuminato al neon. «Ma su una cosa Shiva ha ragione. Nessuno qui voterà per distruggere l'Umanità. Uccidereste chi brucia incensi, costruisce statue, altari e edifici in vostro nome? Chi vi venera e tiene in vita i vostri culti? Anche se c'è chi ha perso la fede, finché qualcuno ce l'ha ancora è garantito che tutti voi esistiate, ma dopo? Ve la sentite di rischiare? Io non mi considero un terrestre anche se in parte lo sono stato, ma non vorrei mai fare del male agli esseri umani, nemmeno a chi non conosce le mie canzoni.» Il suo viso si tese in un largo sorriso e le visioni di colorate astronavi, pianeti e razzi spaziali materializzate alle sue spalle divertirono i presenti.

«Dubito esista qualcuno che non conosce le tue canzoni» commentò a bassa voce Hian, che aveva taciuto fino a quel momento. Ziggy le rispose con un occhiolino e con una frase pronunciata a voce ancora più bassa contenente le parole "lusinga" e "carina", facendo così arrossire la sciamana.

«Gli umani hanno ragione.» Fu il turno della voce di Amaterasu alzarsi su quella degli altri, e la stanza fu invasa immediatamente da una luce intensa. «Distruggere non può essere un'opzione. E stiamo perdendo di vista l'aspetto più importante. Ciò che sta sfuggendo dal nostro controllo non sono i fedeli o i non fedeli, ma si tratta dell'insieme delle energie non naturali, quelle generate dagli individui. E che siano esse positive o negative, i vostri aldilà sono insufficienti a contenerle. Avreste dovuto pensare a un modo di gestirle prima della morte di ogni individuo, ma ormai il danno è fatto, se non troviamo il modo di riportare gli equilibri tra queste forze, allora tanto vale seguire il piano di Shiva e annientare tutto adesso, perché di questo passo la distruzione arriverà comunque e noi ne saremo solo spettatori. È già iniziata, non abbiamo più molto tempo. E quando anche gli umani si accorgeranno che stanno andando incontro alla loro fine sarà troppo tardi per un intervento da parte nostra.» La luce intorno a lei era così abbagliante che più di una persona dovette abbassare lo sguardo per non affaticare la vista.

«Quindi cosa proponi?» Alla domanda di Adam la stanza riprese a somigliare a una foresta, con alberi, ruscelli, radure e cespugli.

«È quello che penso?» Dave indicò un melo alle spalle di Adam, il quale scosse il capo, stranamente imbarazzato.

«Sì, scusate, come tutti qui, non controllo gli scenari.»

«Bisogna davvero creare un nuovo mondo. Ma senza distruggere quello attuale.»

«Un nuovo mondo?» Bab sembrò allarmato «E che ne sarebbe di questo, quindi? Volete abbandonarlo?»

«No, servirà da collegamento. Quello che ha detto Stardust mi ha fatto riflettere. Lui è un essere umano, ma non si definisce terrestre e racconta di venire da un altro pianeta. Facciamo una cosa simile. Inferno, Paradiso, Aldilà, Nirvana... un luogo che sia tutte le cose insieme e allo stesso tempo nessuna di queste. Una realtà dove far confluire le energie del mondo principale, in modo che possano avere un altro ciclo di vita per scaricarsi prima di tornare in circolo.»

«E in cosa sarebbe diverso dal nostro Purgatorio?» la interruppe Chris, mentre le pareti si ricoprivano di piccole cascate di sabbia.

«Sarebbero energie diverse, vitali. Si tratterebbe di vita, non morte. C'è una bella differenza. L'esistenza degli esseri umani è breve, più dell'eternità che secondo alcuni di voi li attende. E molti di loro non hanno il tempo di espiare i propri peccati o di raccogliere i frutti di una vita giusta, retta, all'insegna del bene. Perdendo fedeli i vostri aldilà hanno perso potere, ma il vero problema è che i paradisi e gli inferni che proponete, allo stato attuale, non riuscirebbero comunque a contenere tutte la materia generata dagli umani. E la forza degli esseri umani è nella loro vitalità, non in ciò che resta di loro dopo la morte.»

«Sarebbe come una metempsicosi?»

«No, Sid.» la Dea guardò Siddhartha e addolcì il tono della sua voce. La luce intorno a lei si fece meno intensa, fondendosi con quella dell'amico in un unico bagliore diffuso. «E non sto parlando nemmeno di trapasso di anime, o reincarnazione. Dobbiamo fare confluire solo le energie delle azioni e dei pensieri in un luogo nuovo, neutro, in modo che abbiano un ciclo di purificazione: gratificazione, espiazione e tutto ciò che sta nel mezzo. Serviranno nuove vite. Quelle generate dal bene si concretizzeranno in felicità, soddisfazione, benessere, mentre per chi nascerà con il carico di un...» Amaterasu si fermò e guardò i membri seduti accanto all'amico, prima di riprendere: «Sid, Shiva, Jin, Nanak, mi permettete un prestito linguistico?» Siddhartha fece un cenno di sì con la testa, seguito dagli altri interpellati, e solo allora lei proseguì: «dicevo, chi avrà in sé l'accumulo di un Karma negativo, se vogliamo usare questo termine, avrà una vita infelice. Più energie condensate in una sola vita, nel bene o nel male.»

«Ma in questo modo, Amat, creeremmo delle persone condannate all'infelicità, con la sola colpa di avere un legame con una forza vitale negativa.»

«L'obiezione di Bab ha senso, ma Dio promette di non darci più di quanto possiamo sostenere» decretò allora Chris. «Noi veglieremo su di loro, assicurandoci che tutto funzioni.»

«E non sarebbe una proporzione uno a uno? Si tratterebbe del sacrificio di pochi, per una causa più grande, ho capito bene, Amat?» Zarathustra scosse il capo, poco convinto.

«Sì, Zarat, è così.»

«Pensate che potrebbe funzionare?» chiese Nanak.

«C'è solo un modo per saperlo» concluse Dave.

Tornò il silenzio e la stanza divenne deserto, foresta, cielo, montagna, vulcani, nuvole e bosco. Per parecchio nessuno parlò, poi Ziggy si alzò, una sigaretta tra le labbra. «Mi sembra di capire che la cosa si farà. Visto? L'avevo detto che invece di Shiva avreste dovuto invitare Brahma! Costruire sarebbe stato più facile. Comunque, se mi è concesso, mi piacerebbe scegliere alcune cose di questo nuovo mondo.» 


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