Nutrirsi di dubbi
https://youtu.be/8gz0GtVmlvw
Il sentiero che portava verso il centro di Brookfield era particolarmente deserto. Non fu difficile infatti per Jade intravedere i suoi amici che lo percorrevano a piedi. Ethan e Corey non erano soli, a loro si era unita Marion che di ritorno dalla visita ai suoi zii, si era fatta accompagnare al lago per incontrare i suoi compagni.
Jade prese immediatamente lo zaino posato sul sedile di fianco a lei e corse verso il conduttore di quel bus praticamente vuoto, chiedendogli di farla scendere lì.
Non appena gli altri la videro, la raggiunsero sorridenti, tranne Corey che era scuro in volto e sembrava infastidito.
- Ma dov'eri finita? - Chiese Marion correndo ad abbracciarla. - Pensavo che fossi andata anche tu al lago. -
Jade e Corey si lanciarono uno sguardo, poi la prima prese a parlare: - Ho fatto un salto dai miei nonni, era tanto che non andavo a trovarli e... -
La ragazza tacque di colpo. Non voleva mentire ai suoi amici. Dai nonni c'era andata per davvero, ma non per una visita di cortesia. Aveva un motivo ben preciso.
Ripresero dunque a camminare, lei vicino a Marion e poco più avanti di loro, Ethan e Corey.
- Vi dico la verità... Ci sono andata per sapere qualcosa in più sulla storia di Ashley. Ricordate che avevo preso quel racconto da casa di mio nonno? Ecco, lui ha detto che quelle pagine sono state trovate da suo padre in un appartamento ad Effingham, durante dei lavori di sgombro.
- Quelle pagine? - Fece Ethan girandosi di scatto. - Ma stai ancora pensando alla storia della tipa giustiziata? Tu hai un problema, ragazza. -
Corey restò con lo sguardo dritto in avanti, senza aprir bocca.
- Hai scoperto qualcosa? - Le diede invece man forte la sua amica Marion.
Ethan scosse il capo, ma lei lo ignorò e continuò a spiegare.- I fogli erano nella casa di un certa Elisabeth Robertson. -
- Robertson? -
Marion era sorpresa. - E chi era? Una parente dello scrittore? E tuo nonno ti ha detto se si tratta di una storia vera o inventata? -
- Non occorre che sia il nonno di Jade a dire che la storia sia tutta un'invenzione di un bravo autore. - La voce fredda di Corey. - È una favola, una favola tetra sì, ma pur sempre una storia scritta per metter paura ai bambini.
- Sì, ve la immaginate una madre che la legge ai suoi figlioletti prima di metterli a dormire? - Continuò Ethan voltandosi verso le due ragazze e prendendo a camminare all'indietro. - "Ora dormite piccoli miei o la spaventosa ragazzina di Effingham verrà a rubarvi l'anima!" - Rise di gusto mentre mimava la scena, alzando le mani ed impersonando un fantasma.-
Ethan, Corey... Non c'è niente da scherzare... - Fece Jade estremamente seria. - Io l'ho vista...! -
- Oddio! Adesso hai pure le visioni? - La prese in giro Ethan. Corey si fermò e le rivolse lo sguardo accigliato. Si bloccarono tutti al centro della stradina attendendo che desse loro le opportune spiegazioni.
Marion la incoraggiò: - In che senso l'hai vista? -
- Nel senso che l'ho sognata. Ma... Vi assicuro che quello, più che un sogno, sembrava una visione! -
- La tua fantasia non ha limiti. - Disse secco Corey spiazzandola, poi diede le spalle agli altri tre e riprese a camminare.
Jade respirò a fondo guardando prima lui che si allontanava e poi rivolgendo gli occhi a Ethan e a Marion che erano a mezz'aria tra l'incredulità ed una sensazione di disagio.
Riprendendo fiato, gridò a gran voce: - Anche mio nonno l'ha vista! -
Corey si fermò nuovamente, restando però girato. Gli occhi erano spalancati e un brivido gli aveva attraversato la spina dorsale, ma non volle darlo a vedere e rilasciando una risatina che buttò fuori di getto, girò il capo e guardò Jade di traverso.
- Ecco da chi hai preso. È proprio una cosa di famiglia, eh? -
Tutti tacquero. La ragazza si sentì ferita. Cercò un appoggio negli altri due e mentre Ethan distolse lo sguardo e raggiungendo Corey riprese con lui a camminare, Marion fece cenno col capo ad un assenso. Almeno lei le credeva.
- Continua Jade. Raccontami tutto. - Incalzò. L'ultimo tratto di strada, fu percorso piuttosto lentamente, mentre Jade riportava il racconto del sogno e la vicenda vissuta da suo nonno, all'amica. Ethan e Corey ascoltarono ogni parola, ma non si espressero più in merito. La faccenda stava acquistando sempre più attendibilità, nonostante tutto.
Quando arrivò il momento di salutarsi, Corey si mise di fianco a Jade e sussurrò una frase in tono sarcastico: - Se incontri di nuovo Ashley, salutala da parte mia, ok? -
Il mezzo sorriso di lui, mutò in un broncio di risentimento e insieme a Ethan, si allontanò dalle ragazze.
Marion capì che doveva essere successo qualcosa tra loro.
- Mh... Cosa mi sfugge, Jade? -
- Ma niente, solo che... Dopo la scuola sono andata con loro al lago e... Insomma, in un momento in cui io e lui eravamo soli... -
- Ti ha baciata?! - La interruppe Marion emozionata.
Jade si voltò sperando che Corey fosse abbastanza lontano da non aver sentito le urla eccitate dell'amica. Infatti, meno male, lui ed Ethan avevano già svoltato nella stradina.
- Allora ti ha baciata, giusto? - Ripeté l'altra ancora su di giri, ma questa volta abbassando il tono.
- Sì, l'ha fatto, ma io... -
- Jade, dai... Non dirmi che l'hai respinto! -
- È stato più forte di me. -
Guardando l'espressione delusa di Marion, la ragazza non poté fare a meno di pensare che aveva sbagliato a buttare tutto all'aria così. La proposta di Corey ad un nuovo tentativo di approccio, sembrava sincera questa volta come non mai. In quel momento, col senno di poi, si rendeva conto che con uno sforzo in più da parte di entrambi, forse avrebbero raggiunto un punto d'incontro.
- Era l'ultima opportunità questa, lo sento, ed io l'ho rovinata... -
- Non è detto. - Intervenne Marion decisa. Da sempre il suo modo di fare aveva un effetto rassicurante sull'amica. - Forse non è troppo tardi. Non vedi com'è risentito? -
- Appunto! Non vorrà vedermi mai più. -
- Invece proprio perché è risentito, hai ancora speranza di recuperare con lui. -
- Non capisco. -
- Jade, se non tenesse più a te, sarebbe indifferente, non ti calcolerebbe più, no? Invece tu gli susciti ancora dei forti sentimenti. Di frustrazione, forse di rabbia, ma sono sempre emozioni che scaturiscono dal fatto che... -
- No, non dirlo! - La interruppe Jade.
- ...Dal fatto che è innamorato di te! -
La ragazza nascose le guance che intanto si stavano rapidamente arrossendo, sotto alle mani.
- Troppe cose sono rimaste tabù tra di noi in questo ultimo periodo, soprattutto i sentimenti che tu e Corey provate l'uno per l'altra. È giunta l'ora di tirare tutto fuori e di smettere di fare i bambini orgogliosi.
L'altra la guardò ancora imbarazzata, poi amplificarono le loro emozioni stringendosi in un sentito abbraccio.
Alla fine si salutarono e le loro strade si divisero. Jade arrivò nei pressi di casa sua che stava imbrunendo. Si intravedevano le prime stelle e anche una piccola falce di luna si era sollevata in cielo.
Prima di lasciarsi, avevano ancora accennato alla storia di Ashley e le ultime raccomandazioni della sua amica Marion, erano molto simili a quelle che le aveva dato suo nonno.
"Lascia perdere tutta questa faccenda e fai sparire quei dannati fogli", le aveva detto con lo sguardo pietrificato. La parola pronunciata dalla ragazzina però, sembrava ancora riecheggiare nella testa di Jade come un disco rotto." Quanto potrebbe essere pericoloso cercare di capirci qualcosa? Nel sogno quella ragazza mi ha detto 'trovami'. Quindi indubbiamente vuole che io vada ad Effingham, ma come andarci dopo quello che mi ha raccomandato mio nonno...? Inoltre Marion è preoccupata e gli altri due sono scettici... Che devo fare?"
Moltissimi pensieri si annidarono nella sua testa. Era combattuta e confusa, ma non aveva nessuna intenzione di scordarsi di quella storia e della richiesta di aiuto da parte di Ashley Woodhouse. Si era rivolta a suo nonno in passato, ed ora a lei, segno che c'era qualcosa che non le permetteva di lasciarsi andare e riposare nel sonno della morte.
Era tutto molto irreale. Questo pensava Jade mentre continuando per la sua strada, rallentava il passo e inseguiva con gli occhi le foglie portate via dal vento sotto la flebile luce di un lampione. Camminando poi svogliatamente si avviò verso il cancello di casa sua. Non aveva nessuna voglia di tornare dai suoi, quella sera più che mai. Si sentiva sola e con un peso enorme sulle spalle. Quella situazione l'agitava tanto quanto il suo carattere cocciuto che la spingeva ad andare avanti.
Inoltre sentiva il bisogno di sistemare la faccenda con Corey. Non voleva continuare a farlo soffrire.
Forse era proprio come diceva Marion: tutto si poteva ancora recuperare. Forse...
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