9. Be Prepared
"Il Tesseract si è ridestato: si trova su un piccolo mondo... un mondo umano! Vorrebbero avere il suo potere, ma il nostro alleato conosce il suo funzionamento come nessuno. Egli è pronto per governare... e seguiranno i nostri Chitauri, la nostra forza. Il mondo sarà suo, l'Universo vostro!
E gli umani cosa possono fare, se non bruciare?"
Just listen to teacher
I know it sounds sordid
But you'll be rewarded
When at last I am given my dues
And injustice deliciously squared
Be prepared!
Il servitore di Thanos si avvicinò a Kyra, portando lo scettro con l'intenzione di consegnarglielo, ma la donna scosse il capo con decisione: "Non hai sentito il tuo Signore? Devi darlo al principino, non a me."
La giovane si stava rivolgendo a quel servitore come se fosse lei a comandarlo; probabilmente prima che si ribellasse, Kyra, essendo figlia di Thanos, veniva ascoltata come se fosse superiore a loro, un capo. Loki osservò incuriosito quello scambio di battute cercando, come sempre, di coglierne i sottintesi, ma quando il servitore si avvicinò, il suo sguardo e i suoi pensieri furono attirati dall'artefatto che gli venne consegnato.
Non appena prese tra le mani lo scettro, il dio sentì una forza sconosciuta, ma al tempo stesso familiare, che lo rinvigorì; non nel fisico, provato dalla tortura, ma nella mente.
Vide chiaramente il Tesseract, la sua luce blu era così intensa da coprirne ogni altra, ma dopo poco si affievolì mentre il cubo gli volava tra le mani. A quel punto poté scorgere uno spettacolo meraviglioso: una folla di midgardiani in ginocchio di fronte a lui, e tra di essi anche Thor chinava il capo dinanzi alla sua potenza. L'intero pianeta era suo e nessuno avrebbe potuto contrastarlo.
La visione, così com'era apparsa, scomparve e Loki si ritrovò a sorridere, mentre teneva stretta tra le mani la fonte di quell'immenso potere. La sua mente era stata riempita con nuove conoscenze, informazioni essenziali per la vittoria: aveva appreso che lo scettro non solo donava sapere, ma influenzava le menti minori portandole all'asservimento nei confronti di chi lo utilizzava. Thanos l'aveva avvisato di quel potere, ma adesso che poteva comprenderlo nel suo insieme lo vedeva sotto una luce diversa.
Era pronto per l'invasione, pronto a conquistare quello che sarebbe divenuto il suo regno. Si voltò verso il servitore del Titano perché, come gli era stato descritto dallo scettro, il passaggio per giungere su Midgard si sarebbe aperto solo per volere di Thanos. Il Tesseract si era attivato, ma serviva qualcuno che facesse da collegamento mettendo a disposizione la sua energia magica per poter aprire il portale.
Prima che riuscisse a esprimersi, lo sguardo di Loki venne attirato dal viso di Kyra. Aveva aggrottato le sopracciglia, come se fosse preoccupata per qualcosa, ma l'ingannatore non si spiegava per cosa. Dopotutto il loro inganno aveva funzionato alla perfezione, non c'era ragione di temere che a quel punto il Titano si rendesse conto della finzione.
La donna capì immediatamente di essere osservata e si voltò verso Thanos cancellando ogni traccia dell'emozione prima evidente: "Padre, quando aprirete il portale per noi?"
Loki si voltò verso lo scranno di pietra per ascoltare la risposta. Sperava ardentemente che il momento arrivasse il prima possibile, per cui, quando il braccio di Thanos si allungò verso un punto non ben definito alle spalle dei due e la mano violacea si distese, il dio allargò il sorriso sul suo volto esprimendo una gioia che da molto non provava.
All'inizio non accadde nulla. Kyra e Loki si erano voltati nella direzione verso cui puntava la mano del Titano, ma non si formarono portali, aperture o altri tipi di passaggi. Passarono secondi che parvero ore al dio: possibile che avessero mal interpretato quel gesto? Forse voleva che si dirigessero verso di lui oppure...
La mente dell'ingannatore era occupata a generare teorie e alternative quando un rumore sordo attirò la sua attenzione. Dal nulla era appena apparsa una specie di porta dalla forma ovale e dai contorni, non ben definiti, che parevano muoversi, come se fossero vivi.
Kyra era la più vicina e si diresse a passi spediti verso quella strana apertura azzurra, varcandola senza la benché minima esitazione. Loki la seguì, ma, prima che potesse arrivare al portale, la voce di Titano gli giunse chiara e tremendamente minacciosa nella mente.
Qualsiasi cosa le accada, la colpa sarà tua, bimbo.
Il brivido che percorse la schiena del dio non era dovuto solo al tono cupo con cui Thanos gli aveva parlato, c'era qualcosa di più, come se un invisibile tentacolo di magia lo avesse sfiorato in una – non troppo – muta minaccia.
Benissimo, quindi oltre a dover prendere il Tesseract, sottomettere il pianeta, difendersi dal dio del tuono, che sicuramente sarebbe comparso in difesa dei midgardiani, e cercare di capire se Kyra aveva detto la verità riguardo ai suoi poteri, doveva anche fare la balia. Meraviglioso.
Non si voltò per cercare lo sguardo del Titano; in quel momento non poteva fare nulla in merito e riflettere troppo sul suo piano era un rischio, quindi avanzò a grandi passi e attraversò l'apertura che si era creata, pronto per la prima di numerose battaglie che avrebbe facilmente vinto.
Il "viaggio" fu rapido e indolore; era come se una forza invisibile, ma potente, avesse spinto in avanti Loki, inducendolo ad avanzare con la gamba destra e le braccia, costringendolo in ginocchio. Lo scettro era stretto nella mano sinistra e lo sguardo puntava verso il pavimento.
Se c'era una cosa che il dio dell'inganno amava era un'entrata in scena d'effetto.
Sollevò lentamente il capo e lo sguardo, sorridendo maligno: sapeva che lo stavano osservando e probabilmente avrebbero cercato di fermarlo con quelle che i midgardiani definivano "armi", ma non ci sarebbero riusciti.
Quasi si dimenticò di non essere il solo materializzatosi per opera del Tesseract, ma di Kyra, in quel frangente, non gli importava nulla. Aveva sperimentato direttamente che la donna non era debole a livello fisico e dopotutto era una figlia di Thanos: se la sarebbe cavata.
Loki si alzò lentamente dal pavimento, constatando di trovarsi in una sorta di grande laboratorio. Il Titano gli aveva detto che quegli sciocchi stavano cercando un modo per utilizzare l'energia del Tesseract, senza avere la benché minima idea di cosa stessero facendo. Una forza di quel tipo non poteva essere manovrata da esseri minori come loro.
Erano terrorizzati, piccoli topi che squittivano, osservandolo inquieti; uno di loro, che pareva essere un capo visto il portamento, si rivolse a Loki: "Signori, vi prego, mettete via le armi." Si riferiva sia allo scettro sia alla spada di Kyra, ma era evidente che nessuno dei due intendeva posare il proprio mezzo di difesa.
O di attacco.
L'uomo che aveva parlato era completamente vestito di nero e aveva una benda a coprirgli un occhio – proprio come Odino –. Al suo fianco si trovava un altro midgardiano vestito di scuro; non li aveva, ovviamente, mai visti prima, ma il potere dello scettro gli diceva che erano importanti per la riuscita del suo piano, soprattutto uno dei due.
Il dio osservò per un istante la sua mano che stringeva il metallo, come se si fosse reso conto in quel momento della sua potenzialità come arma, ma in realtà stava controllando gli uomini che si avvicinavano ai due lati della piattaforma. Quando furono sufficientemente vicini, Loki puntò lo scettro verso quelli alla sua destra e, interagendo con il suo potere, creò un fascio d'energia che colpì al petto uno dei soldati.
I suoi compagni iniziarono a sparare, come se quel tipo di armi potesse fare qualcosa contro un dio. Con un sogghigno divertito, l'ingannatore utilizzò nuovamente il potere dello scettro per mandare al tappeto altri due soldati, ignorando del tutto i colpi che gli rimbalzavano sul corpo, come se fossero semplici gocce di pioggia.
Le grida di dolore e di paura questa volta non provenivano da lui, ma erano causate dal suo potere; a quel pensiero, Loki non riuscì a trattenere una risata di soddisfazione: la loro vita era nelle sue mani, ne aveva il pieno e assoluto controllo, così come doveva essere.
Con la coda dell'occhio, il dio vide Kyra atterrare un soldato con un colpo della sua spada; non l'aveva ferito gravemente, ma quel tanto che bastava per renderlo inoffensivo, anche se, dopotutto, non era mai stato una vera minaccia.
Loki stava per concentrare la sua attenzione su quelli che, da ciò che aveva potuto apprendere grazie allo scettro, erano gli elementi fondamentali per la riuscita del suo piano, ma un rumore sordo alle sue spalle lo indusse a voltarsi.
Uno dei midgardiani era stato appena bloccato da Kyra, che lo minacciava puntandogli la spada alla gola. Ignorando completamente lo sguardo soddisfatto della donna, Loki portò lo scettro al petto dell'uomo, sottolineando quel movimento con le parole: "Tu hai cuore."
Il corpo di fronte a lui si piegò, come se qualcosa lo stesse attraversando; la conoscenza lo stava pervadendo e con essa il totale asservimento al dio: sarebbe stato la sua marionetta, una semplice pedina da muovere con conoscenze ben più ampie del normale. Quando il potere raggiunse gli occhi, essi diventarono azzurro intenso e, a quel punto, la trasformazione poteva dirsi conclusa.
"Loki! Il Tesseract!"
Quell'infantile ed egocentrico dio voleva decisamente farsi ammazzare, portando alla morte anche Kyra con sé.
Avevano discusso della scena da recitare una volta giunti al cospetto di Thanos, ma no, lui doveva fare per forza di testa propria! Alla fine gli aveva chiesto soltanto di sopportare qualche minuto di tortura, nulla a confronto di quello che lei aveva subito, ma il principino doveva per forza improvvisare.
Si era mostrato immediatamente disponibile ad arrendersi e, tra quella scena decisamente sospetta e l'espressione di terrore mista a sgomento che si era palesata sul viso di Kyra prima che potesse nasconderla, era impossibile che il Titano non capisse che avevano mentito e organizzato quella messinscena.
Invece, stranamente, erano riusciti a scamparla, per quella volta, ma era stato complesso per la donna nascondere ogni traccia di odio e di desiderio di rivalsa nei confronti del padre, mentre questi le sondava la mente con attenzione. Per loro fortuna non era la prima volta che doveva farlo, quindi aveva avuto modo di esercitarsi e, per un tempo breve, poteva sopportare la più invadente delle perquisizioni.
Avrebbe dovuto scegliere qualcun altro per la sua missione, Kyra ne era certa, ma ormai non poteva più tirarsi indietro, sapeva fin da subito di avere una sola possibilità e l'aveva utilizzata, quindi non le restava che sperare e cercare di tenere Loki fuori dai guai finché non fosse riuscita a concludere ciò che aveva pianificato.
Una volta giunti sulla Terra, si ritrovarono in una sorta di enorme struttura adibita a laboratorio. Mentre attendeva l'arrivo di Loki, Kyra osservò davanti a sé un gruppo di soldati avvicinarsi, poi spostò lo sguardo sugli uomini di fronte: erano in due e non sembravano militari, forse erano scienziati, ma parevano più che altro i coordinatori di quel luogo. Alle loro spalle si trovavano una serie di strani macchinari e vari uomini si erano voltati nella sua direzione, cercando probabilmente di capire chi fosse.
Loki comparve al suo fianco con lo scettro tra le mani e lo sguardo di un folle. Il potere di quell'oggetto era decisamente troppo, anche per un dio come lui: consumava la volontà e la razionalità di chiunque, portando i più deboli all'obbedienza, mentre mostrava ciò che più desideravano e un metodo per ottenerlo. Sicuramente l'ingannatore aveva visto il suo obiettivo realizzato e il modo più veloce per raggiungerlo, ma al tempo stesso quello scettro lo stava invadendo, rendendolo cieco e dipendente da quel potere.
Quando il primo colpo venne scagliato, Kyra si mosse rapida verso uno dei soldati che stava per spararle: forse Loki poteva resistere a quei colpi senza alcuna ferita, ma non era lo stesso per la donna, la sua pelle non era così resistente. Doveva evitare di essere colpita quindi iniziò a correre passando da un nemico all'altro, mandandoli al tappeto prima che potessero ferirla con le loro armi. Utilizzava la parte piatta di Fragarach in modo da farli comunque crollare, vista la potenza di cui disponeva, ma non uccidendoli, se poteva, e al tempo stesso difendendosi dai proiettili che si avvicinavano troppo. Aveva da tempo sviluppato, durante le battaglie, una sorta di scudo intorno al suo corpo che non impediva agli oggetti di raggiungerla, ma rallentava i loro movimenti, consentendole di bloccarli.
Non essendo fisicamente modificata come le sue sorelle, né appartenendo a una razza resistente alle ferite, Thanos l'aveva costretta a sviluppare i meccanismi di difesa al massimo, per evitare che morisse in battaglia, o, ancor peggio, perdesse le sue capacità.
L'ideale era, comunque, evitare che la colpissero, per cui continuò a muoversi notando, per fortuna, che buona parte dei soldati era concentrato su Loki che sembrava la minaccia più grande: dopotutto lei non aveva uno strano scettro che sparava energia.
Un bruciore al braccio destro le segnalò che un proiettile aveva raggiunto e superato la sua guardia, ferendola di striscio; si era distratta nel guardare l'ingannatore e questo non sarebbe dovuto accadere. Era la prima regola che Thanos insegnava ai suoi figli: mai distrarsi in battaglia. Secondo lui non esistevano alleati, ma solo pedine sacrificabili, quindi non aveva senso concentrarsi su qualcuno che poteva essere tranquillamente sostituito, rischiando di ferirsi; meglio pensare solo a se stessi. Questo implicava, ovviamente, che anche loro, le sue figlie, per lui erano solo pedine, ma ormai quella era una realtà assodata.
Quando un buon numero di soldati venne neutralizzato, Kyra vide uno dei due uomini in nero alzare un'arma verso il dio e, reagendo d'istinto, si avvicinò con uno scatto portando Fragarach quasi a contatto con il collo del terrestre. Non lo stava ferendo, ma vi era molto vicina. Con la mano libera fece cadere l'arma che il mortale aveva tra le mani e poi, vedendo Loki avvicinare lo scettro al petto dell'uomo, spostò la spada, lasciandolo libero di muoversi.
"Tu hai cuore." Ma no? Kyra era certa che parlasse in senso simbolico, ma le sembrò qualcosa di sciocco e infantile, un gesto dettato solo dal desiderio di apparire. Alzò gli occhi al cielo, distogliendo lo sguardo da quel siparietto giusto in tempo per vedere l'altro uomo in nero prendere il cubo e metterlo in una valigetta. Con voce concitata e senza perdere di vista il rettangolo argentato, Kyra esclamò: "Loki! Il Tesseract."
Il dio, che stava soggiogando uno dei soldati che si stava riprendendo dallo scontro, si voltò verso l'uomo e, con voce quasi dolce, gli disse: "Ti prego, no. Mi serve ancora."
Perché mai lo pregava, quando era più che evidente la loro superiorità?
"Non rendiamo la cosa più complicata." L'uomo era evidentemente il capo; troppo sicuro di sé e tranquillo, persino in quella situazione, per essere un comune sottoposto.
"Invece sì. Vengo da lontano con un incarico. Io sono Loki da Asgard e sono ricolmo di gloriosi propositi." Kyra non poté evitare di guardare il dio alzando un sopracciglio. La sua presunzione era decisamente eccessiva; quali fossero poi quei "gloriosi propositi" lo sapeva solo lui, ma ciò che incuriosì maggiormente la donna fu il modo in cui si era presentato.
Quando le aveva rivelato il suo nome, mentre erano chiusi nelle celle, non aveva concluso la frase, evitando di dire di chi fosse figlio, mentre ora aveva tranquillamente affermato di provenire da Asgard. Forse non c'era alcuna correlazione, alla fine poteva benissimo essere stato un caso che lui si fosse interrotto la prima volta, anche perché le due frasi erano differenti, ma allora per quale motivo non si era presentato a lei nello stesso modo?
Poco importava. Alla fine Loki si stava sostanzialmente vantando per affermare il suo potere e la sua intelligenza: definirlo egocentrico sarebbe stato troppo poco.
"Loki. Il fratello di Thor." Uno degli uomini si era appena alzato e rivolto all'ingannatore: possibile che conoscesse il dio del tuono? Sapeva che nella cultura terrestre quei nomi erano associati a miti e leggende, ma l'uomo che aveva parlato non sembrava riferirsi solo a racconti, forse i due fratelli erano già stati sulla Terra in precedenza. Le mancavano troppe informazioni per poter comprendere quella questione, ma a Kyra fu sufficiente un istante per entrare nella mente dell'uomo e leggervi ciò che cercava.
Thor era già stato sul pianeta poco tempo prima e la cosa aveva creato non poco scompiglio, anche se era rimasta contenuta. Erik Selvig - questo era il nome dello scienziato - era uno dei pochi ad aver incontrato personalmente il dio del tuono, ma non aveva mai visto Loki.
La donna si voltò verso il suo temporaneo compagno e lo vide alzare gli occhi al cielo, decisamente infastidito da quella frase, come se l'avessero appena insultato.
"Non abbiamo dispute con il tuo popolo." L'uomo in nero non aveva per nulla compreso la situazione, ma d'altronde le parole criptiche e vaghe di Loki non sarebbero mai state sufficienti per capire.
"Una formica e uno stivale hanno dispute?" Kyra osservò il dio alzando un sopracciglio, scioccata dalle dimensioni del suo ego. Credeva veramente di essere così tanto più forte e superiore agli esseri umani da potersi permettere di trattarli come formiche?
"Il tuo piano è di calpestarci?"
Iniziava a starle simpatico quell'uomo: forse non aveva colto tutta la situazione, ma la sua lingua era abile e riusciva a tenere testa alla ben nota lingua d'argento.
"Giungo a voi con la lieta notizia di un mondo reso libero."
Per poco Kyra non si mise a ridere. Non pensava fosse possibile che Loki credesse veramente di star portando la libertà in quel modo. Lui stesso ne era stato privato per un periodo, mentre si trovavano insieme nelle celle di Thanos; avrebbe dovuto capire che la forza, il potere e il controllo non portavano la libertà, ma il suo esatto opposto.
"Libero da cosa?"
Domanda legittima, ma il tempo stava scorrendo inesorabile e Kyra era stufa di rimanere a osservare quei due uomini che discutevano per metafore, come se non si trovassero su un, seppur limitato, campo di battaglia. La figlia di Thanos decise quindi di interrompere quello sproloquio, cercando di portare l'attenzione di Loki su ciò che contava veramente: "Da queste chiacchiere senza senso. Loki, muoviti. Abbiamo una missione da portare a termine, se te ne fossi scordato."
Lo sguardo che il dio puntò su di lei fu a dir poco glaciale. Sembrava che aver interrotto quello scambio di battute fosse un atto oltraggioso, ma non era il solo motivo per cui la giovane si era ritrovata ad associare quegli occhi al gelo. Il verde intenso dell'iride, che aveva visto fino al giorno precedente, era sparito, sostituito da un flebile verde acqua.
Non l'aveva notato prima perché stavano combattendo, ma Kyra sapeva perfettamente cosa volesse dire: lo scettro stava iniziando a controllarlo.
Loki si voltò nuovamente verso l'uomo e, come se non fosse stato interrotto, rispose: "Dalla libertà, la più grande menzogna della vita. Una volta che accetterai questo nel tuo cuore" Con un rapido movimento si voltò verso Erik e gli puntò lo scettro al petto, per poi concludere "conoscerai la pace."
"Sì, parli di pace, ma tu intendi il suo contrario."
La pace non esisteva mai veramente. Forse potevano esserci corti periodi di relativa tranquillità, ma, in tutti quegli anni passati al servizio di Thanos, Kyra aveva imparato che, alla fine, qualcuno decideva che la sua condizione non era abbastanza, che voleva di più e la pace finiva inesorabilmente con il sangue. Di certo, però, quel mondo descritto da Loki, privo di libertà, non sarebbe mai stato pacifico, ma la donna era piuttosto convinta che il dio si riferisse allo stato d'animo che lo pervadeva in quel momento e che condivideva con i soggiogati; chiamarla pace sarebbe stato decisamente eccessivo.
"Signore, il direttore Fury prende tempo. Stiamo per essere travolti da trentacinque metri di roccia. Intende seppellirci." Il primo dei sottoposti di Loki stava osservando il vortice di energia che si era creato sopra di loro.
"Come i faraoni nell'antichità" aggiunse il direttore, come a volersi giustificare, come se il fatto di ottenere una morte che nel passato era riservata solo agli uomini più importanti del regno, rendesse più accettabile il gesto.
Il dottor Selvig confermò quei dati e solo a quel punto Loki si rivolse all'uomo che l'aveva avvisato: "Bene, allora."
Con un sospiro di sollievo, Kyra commentò: "Finalmente!" Poi si diresse rapida verso Fury che era stato appena colpito dall'altro terrestre vestito di nero. Raccolse la valigetta contenente il Tesseract e seguì Loki verso l'uscita.
La donna si affiancò al dio con l'idea di capire cosa avesse in mente, ma prima che potesse porre qualsiasi domanda lo vide piegarsi, stringendo con la mano sinistra il fianco destro, proprio dove si trovava la ferita più profonda che ricordava di aver medicato. Doveva essersi riaperta.
Con un movimento fulmineo, Kyra gli strinse il braccio sinistro e lo portò verso l'alto, mantenendolo in piedi quando il dolore improvviso stava per farlo cadere. Lo sguardo che le riservò Loki era tutt'altro che grato e, non appena riacquistato l'equilibrio, il dio si scrollò di dosso quel tocco non desiderato. La donna lo lasciò andare senza che il suo viso lasciasse trasparire una qualsiasi emozione.
Un guerriero che mostrava la sua debolezza di fronte a nemici e sottoposti era destinato a perdere la guerra ancor prima di cominciarla e, per il momento, a Kyra quella guerra serviva, quindi non gli avrebbe permesso di fallire così facilmente.
------------------------------------------
Angolo Autrice
Bentornati cari! Finalmente le vicende si sono spostate sulla Terra e non vedo l'ora di far interagire Kyra con i nostri carissimi Avengers (Clint al momento è un po' "lavaggiocervellato" quindi non conta).
Che ve ne pare? Ammetto di essermi divertita un sacco a scrivere questo capitolo: quando guardavo il film tutta una serie di frasi pompose che si scambiano Fury e Loki mi facevano morire dal ridere, un po' come a Kyra. Dopotutto lei è molto pragmatica, se vuole qualcosa fa in modo di ottenerlo e le discussioni sulla libertà e quel che è non le avrebbe mai potute davvero apprezzare in un contesto simile.
Non manca molto al momento in cui verranno svelati i veri poteri di Kyra e le cose non faranno che complicarsi. L'idea del rapporto tra gli occhi azzurri di Loki in The Avengers e il controllo mentale da parte dello scettro non è mia, l'ho letta in un forum tempo fa, anche se in realtà nei film dopo Loki mantiene gli occhi azzurri, quando teoricamente dovrebbe averli verdi, ma questi sono dettagli.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, in tal caso, se vi va, lasciate una stellina e un commento, anche solo per farmi sapere che non sono l'unica a star amando questa storia (ovviamente accetto di buon grado critiche e consigli, quindi non siate timidi, non mordo).
Come sempre, il prossimo aggiornamento sarà tra due settimane: stessa storia, stesso posto (stesso bar... ah, no!) <3
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top