6. Reflection - parte 2


Lotta. Non lasciarti sopraffare. Sono solo degli ingenui, se pensano di fermarti, ma tu sei superiore a loro: più intelligente, più astuto, migliore.

Quando era un ragazzino Loki si ripeteva spesso quelle parole, per superare i momenti di difficoltà. Si era sempre sentito solo, emarginato, diverso, e tutti coloro che lo circondavano non facevano altro che ricordarglielo, rendendolo sempre più freddo e distaccato. Tuttavia quella era casa sua e, in qualche modo, doveva andare avanti, trovare la forza per trascinarsi ogni giorno in quelle grandi stanze dorate traboccanti di ipocriti e ingenui. Alla fine il desiderio di ottenere un potere maggiore era stato l'unico motivo per cui era sopravvissuto e si era ritrovato lì.

Dove si trovava?

Aprì di scatto gli occhi, trovandovi oltre solo l'oscurità, un buio che non riusciva ad associare alle sue stanze. Ma dopo poco il ricordo di ciò che era accaduto nell'ultima settimana gli ritornò alla mente con prepotenza. Digrignò i denti. Sia per l'irritazione per quello che era successo sia per il dolore lancinante che lo attraversò.

Le torture del Titano erano state atroci, ma, dopo un primo momento in cui gli si mozzò il fiato, Loki si rese conto che il dolore era, seppur parzialmente, diminuito. Abbassò lo sguardo sul torace vedendolo privo di indumenti, notando che le sue varie ferite erano state ripulite. Il dio si appoggiò lentamente al pavimento con i gomiti, cercando di avere una visuale più comoda di quello che lo circondava e si voltò alla sua sinistra andando a cercare l'unico altro essere vivente in quella prigione. La ragazza sembrava addormentata, ma la presenza della ciotola dell'acqua vuota accanto alle sbarre di fianco a lui, unita al fatto che era pressoché impossibile che un servitore di Thanos lo aiutasse in qualsivoglia modo, erano degli indizio piuttosto evidenti sulla fautrice di quelle cure.

Avrebbe avuto bisogno di alcuni punti di sutura, ma, in quella situazione, poteva solo sperare che le sue capacità rigenerative fossero sufficientemente rapide da far richiudere le ferite prima di un nuovo incontro con quell'essere. Avrebbe voluto capire perché la ragazzina si era presa la briga di usare parte della sua dose d'acqua, già molto ridotta, da quel che aveva potuto constatare in quei giorni, per pulire le sue ferite, ma per il momento era troppo stanco per pensare e, alla fine, il gesto della donna era andato a suo vantaggio, quindi perché preoccuparsene?

Si appoggiò al terreno, respirando a fatica e cercando di non chiuder egli occhi perché quando si lasciava sopraffare alla stanchezza, l'unica cosa che riusciva a scorgere era il viso del Titano e l'unico rumore che udiva erano le urla agonizzanti del dio mentre veniva torturato.


Erano stati necessari tre giorni per far rimarginare le ferite sull'addome e sul torace; non erano ancora guarite, ma quanto meno avevano assunto un colorito più roseo, simile a una cicatrice. La frattura alla gamba era ancora un punto dolente, ma era migliorata, e grazie alla stecca di fortuna realizzata da Kyra adesso Loki poteva camminare. Non che la cosa fosse molto utile, visto che lo spazio a loro destinato era limitato a una cella di meno di tre metri per lato, ma era pur sempre un passo avanti.

Verso cosa?

Verso la libertà. Questo era quello che Loki continuava a ripetersi nella mente, ma ormai stava iniziando a considerare l'idea che l'unica possibilità di liberarsi da quella prigione fosse cedere alle richieste di Thanos. Non voleva ancora arrendersi, perché sapeva perfettamente che il dono che voleva fargli il Titano aveva un prezzo e non sarebbe stato indifferente.

"Allora... perché non ti ha ancora ucciso, cosa vuole da te?" La voce di Kyra lo colse impreparato, portandolo a voltarsi di scatto verso di lei e incrociare i suoi occhi, come sempre indifferenti. Non avevano più scambiato neanche una parola negli ultimi tre giorni, complici la stanchezza e le ferite, anche se probabilmente la ragazza non era molto incline al dialogo in generale.

Loki amava il silenzio e lo preferiva di gran lunga al continuo cincischiare e perder tempo tanto amato da Thor. Aveva imparato a dosare le parole e usarle solo quando era necessario, in modo da ottenere quello che voleva. La giovane sembrava pensarla analogamente perché non parlava molto, ma quando lo faceva arrivava dritta al punto, cosa apprezzata dal dio: "Una risposta per una risposta?" Loki sorrise divertito, proponendo quello scambio di informazioni, mentre osservava la ragazza, visto che fino a quel momento entrambi erano stati restii a condividere qualsiasi cosa con l'altro. Kyra si girò, posizionandosi davanti alle sbarre e incrociando le gambe parzialmente nude, visto che gli stinchi erano stati utilizzati per la stecca dell'uomo. Sorrise altrettanto divertita: "Mi sembra equo."

Loki sogghignò, spostando lo sguardo verso l'esterno delle celle, mentre rifletteva sulle parole da pronunciare: "Mi vuole usare per ottenere un potere immenso." Era la pura verità, ma, per qualche motivo, Kyra scoppiò a ridere e Loki, a quel gesto, la fulminò con lo sguardo, prima di udirne il commento: "Questo è ovvio. Tutti quelli che sono stati qui prima di te erano interessanti agli occhi di Thanos perché potevano fargli ottenere potere. Non mi hai detto niente in pratica."

Il dio sbuffò, sperava di cavarsela con una risposta generica, ma a quanto pareva alla giovane non bastava: "Vuole che vada su Midgard e recuperi il Tesseract per lui. Sarebbe anche semplice per me farlo, dopotutto i midgardiani sono deboli e fragili. Non sarebbero neanche meritevoli di avermi come loro Re, ma, se quello è il regno che mi spetta, sarò ben lieto di comandarlo come solo un vero sovrano può fare."

Mentre parlava gli occhi si assottigliarono e il viso si distese all'idea della vendetta che finalmente avrebbe avuto. Thor avrebbe sicuramente cercato di impedirlo, ma questo non era che un incentivo: "Vuole persino darmi un esercito con cui distruggere ogni barlume di resistenza e uno scettro che mi consentirebbe di controllare le menti. L'ideale sarebbe comparire nell'esatto punto in cui si trova il Tesseract, prenderlo e usarlo per aprire il portale che condurrà l'esercito su Midgard. Non sono un grande esperto di quel tipo di strumenti, ma sono certo che non ci voglia poi molto per realizzarli, oppure obbligherò qualcuno a costruirlo  per me, il suo sovrano, e a quel punto avrò facilmente raggiunto il mio obbiettivo. Che te ne pare come piano?"

Era esaltato all'idea di vincere quella guerra e ottenere il suo meritato premio, ma ancora non aveva accettato la proposta del Titan,o perché facendolo sarebbe diventato un suo sottoposto, sarebbe stato in debito con uno degli esseri più potenti dell'Universo. Se si fosse trovato al posto di Thanos, avrebbe sfruttato quel debito il più possibile, anche dopo la consegna del Tesseract, e questo avrebbe reso Loki sostanzialmente uno schiavo, seppur in una prigione dorata.

"Credo che sia perfetto. Una magistrale suddivisione delle forze e credo che, con la tua parlantina, non ti ci vorrà poi molto a trovare qualcuno che ti aiuti a costruire il portale." La voce della ragazza lo colse di sorpresa. Stava parlando con lei, ma era stato catturato dai suoi pensieri e dalle sue riflessioni, dimenticandosi dell'esistenza di Kyra. In ogni caso sogghignò: sapeva che il suo piano era perfetto, dopotutto l'aveva ideato lui, ma sentirselo confermare da qualcuno era effettivamente piacevole.

A quel punto Loki si voltò verso la donna e, con ancora il sorriso divertito sulle labbra, disse: "Ora tocca a te, perché sei qui?"

L'increspatura... quasi maligna delle labbra della ragazza confuse il dio, finché non ne comprese il motivo grazie alle parole di lei: "Non vedo per quale motivo dovrei risponderti." Loki assottigliò gli occhi irritato. Avevano un accordo e di solito era lui quello che infrangeva le promesse, mentre detestava se a farlo era l'altra parte: "Avevamo detto una risposta per una risposta."

Il sogghigno di Kyra non fece altro che irritarlo di più: "Io ti ho già dato una risposta, poco fa. Quindi ora siamo pari."

Il dio aprì la bocca pronto a ribattere, ma, prima di emettere qualsiasi suono, si rese conto di essere stato ingannato. Le labbra diventarono una linea dura: era a dir poco irritato, non per non aver ottenuto la risposta che voleva, ma per essersi lasciato accecare dall'entusiasmo di un piano che ancora non aveva i mezzi per poter essere attuato.

Prima che il dio riuscisse a elaborare una risposta tagliente, per dimostrare alla giovane che era comunque lui il padrone della situazione, nonostante questo fosse evidentemente falso, Kyra si era già alzata dalla sua posizione e si era lasciata quasi cadere in avanti, mettendo tra il corpo e il terreno le braccia all'ultimo secondo. A quel punto inizio a molleggiare sulle braccia mantenendo il corpo rigido in posizione: stava seriamente facendo delle flessioni?

Il viso di Loki passò da furioso a sconcertato, per poi diventare curioso e, con una vena di irritazione nella voce, commentò: "La nostra conversazione è così poco stimolante da farti preferire l'attività fisica?"

Si sentiva già preso in giro per essersi lasciato abbindolare da sogni a occhi aperti e ora la figlia di Thanos sembrava volerlo ulteriormente sbeffeggiare, ignorandolo. Era tutta la vita che rimaneva nell'ombra, ignorato, e questo non lo sopportava. Preferiva che lo guardassero con odio, ma per lo meno, in quel caso, lo stavano vedendo.

"Sono chiusa in questa cella da due anni." La ragazza non si era fermata neanche per un secondo, continuando imperterrita con i suoi esercizi, mentre parlava senza minimamente accusare fatica o stanchezza. Si vedeva che era allenata, ma il dio era cresciuto ad Asgard quindi per lui era la normalità: "Quindi?" Era abituato a ricevere tutte le informazioni che voleva senza problemi: i suoi soliti interlocutori tendevano a essere piuttosto chiacchieroni, ma quella ragazza era più criptica di lui.

Kyra si fermò, voltandosi e incrociando lo sguardo irritato dell'uomo, per poi posizionarsi in modo da esercitare gli addominali. Non trasmetteva emozioni, se non un lieve divertimento che Loki riconobbe unicamente perché lui stesso era abituato a mostrare solo un accenno delle sue emozioni: non poteva correre il rischio che qualcuno le notasse.

"Quindi, se fossi rimasta ferma senza far nulla per due anni, sarei già impazzita, per lo meno mi tengo in esercizio, anche se probabilmente non servirà a nulla."

Rassegnazione... L'ingannatore aveva percepito quel tipo di sentimento nella voce della donna.

Debole.

Eppure lui stesso, piuttosto che venir rinchiuso nelle segrete del palazzo, come un comune criminale, aveva deciso di lasciare la presa sul Mjolnir, perdendosi nell'immensità dell'Universo. Due anni rinchiusa in quella microscopica cella, senza libri o altri passatempi, dovevano davvero averle dato alla testa: cosa poteva esserci di così prezioso che la giovane non voleva cedere al Titano, da giustificare quella prolungata prigionia?

Mentre Kyra si muoveva rapida e precisa con il suo corpo, Loki non poté che constatarne le fattezze. I giorni prima si era concentrato sul suo viso, per carpirne i segreti, ma adesso che la vedeva allenarsi doveva ammettere che era attraente: aveva un fisico evidentemente allenato e la tuta che indossava non nascondeva nulla delle sue forme generose, ma dosate. Se si fosse trovato in un'altra situazione... No. Se fosse stato ad Asgard la ragazza non avrebbe avuto occhi che per Thor. Non che il principe dell'inganno non avesse un buon numero di corteggiatrici che, ammaliate dalle sue parole, ma soprattutto dal suo titolo, si lasciavano facilmente condurre nelle sue stanze private. Eppure, se una delle biondine che giungevano a palazzo aveva la possibilità di scegliere tra i due fratelli, la bellezza tipica degli asgardiani che sfoggiava il primogenito vinceva senza riserve.

Certo, Kyra non sembrava per nulla la tipica asgardiana, ma probabilmente avrebbe comunque trovato più affascinante il fisico marmoreo e la pelle abbronzata del nuovo Re di Asgard. Dopotutto non c'era mai stato nessuno che aveva preferito il dio del caos, quindi perché sarebbe dovuto essere diverso in quel caso?

Ingannare l'asgardiano era stato molto più semplice del previsto. Kyra aveva capito rapidamente che Loki, alla fine, non era così diverso da tanti altri uomini che aveva incontrato prima: amava il potere e lo bramava, creando piani intricati e articolati per conquistarlo. Si credeva geniale e insuperabile, quindi invincibile, ma sbagliava. Anche se fosse stato intelligente quanto credeva, non esistevano piani infallibili, e soprattutto non era possibile prevedere ogni conseguenza di un'azione, quindi la sua convinzione lo rendeva solo patetico e ingenuo.

In ogni caso il suo piano di conquista l'aveva distratto dalla loro conversazione e, nel farlo, le aveva posto una domanda, perdendo la possibilità di estorcerle informazioni. Kyra non avrebbe risposto comunque, ma almeno si era goduta la faccia furiosa di Loki quando aveva capito di essere stato ingannato.

Quello che la ragazza non aveva immaginato era che i progetti del dio sarebbero stati così vicini ai suoi desideri. Per questo, non appena le era stata posta la domanda, aveva risposto: "Credo che sia perfetto. Una magistrale suddivisione delle forze e credo che con la tua parlantina non ti ci vorrà poi molto a trovare qualcuno cheti aiuti a costruire il portale." 

Non credeva a quelle parole. Loki poteva essere potente quanto voleva, e Thanos probabilmente gli avrebbe dato tutte le forze che gli servivano, ma Kyra conosceva i midgardiani e, se anche il dio fosse riuscito a sottometterli all'inizio, sfruttando la paura, si sarebbero ben presto ribellati e, prima o poi, avrebbero vinto. Si poteva regnare con il terrore solo se si possedeva un potere quasi illimitato, come nel caso del Titano, ma anche lui si era reso conto che, pur essendo uno degli esseri più potenti dell'Universo, se avesse voluto regnare incontrastato avrebbe avuto bisogno del massimo potere esistente.

L'asgardiano prima o poi avrebbe ceduto alle richieste del folle, ma, finalmente, i piani di uno dei suoi coinquilini sembravano coincidere con quello di Kyra. In quei due anni non si era limitata a pensare ai modi più disparati per uccidersi, o per passare il tempo, ma aveva iniziato a riflettere su una strategia per liberarsi, fuggire da quella situazione. Più volte era stata sul punto di cedere, abbandonare i suoi propositi e consegnarsi a Thanos, e ogni volta aveva incastrato un frammento in più di quel piano, utilizzando i suoi ricordi per cercare di essere più precisa possibile. Non poteva ottenere nuove informazioni, ma poco importava se fosse riuscita a trovare la persona giusta da sfruttare e, quando Loki le aveva raccontato dell'offerta del Titano e del suo piano, con tanto di sguardo esaltato, si era resa conto che poteva essere la persona giusta.

Sufficientemente orgoglioso da non rivelare nulla al Titano e da non voler cedere troppo facilmente alle sue richieste, ma, se la sua fama era veritiera, sarebbe stato abbastanza furbo da cogliere al volo quell'occasione.

Kyra si voltò verso Loki, osservandone i lineamenti per un secondo, mentre ponderava l'idea di mettere in pratica il suo piano con lui, ma non era una decisione così semplice, visto che aveva una sola possibilità: se si fosse affidata alla persona sbagliata per lei sarebbe stata la fine e a quel punto difficilmente avrebbe resistito una settimana in quelle condizioni, men che meno anni.

Si voltò rapidamente, distogliendo lo sguardo dal viso pallido del dio, e quasi si gettò in avanti, iniziando a eseguire una serie di flessioni per cercare di schiarirsi le idee. L'attività fisica l'aveva sempre tranquillizzata, dandole la possibilità di ragionare lucidamente, anche nelle situazioni di stress come quella, ma non aveva messo in conto lo sguardo curioso e il tono irritato dell'asgardiano, mentre le domandava se la loro conversazione non fosse abbastanza stimolante.

Continuando ad abbassarsi e alzarsi sulle braccia, Kyra si lasciò sfuggire un sogghigno divertito. Si vedeva lontano un miglio che Loki era nato e vissuto in un palazzo reale: pensava che qualsiasi cosa accadesse fosse direttamente dipendente da lui.

Egocentrico.

La prima risposta che gli diede fu rapida e secca: le sembrava ovvio che, vivendo in quella prigione da due anni, l'unico passatempo possibile fosse l'esercizio fisico, ma il principino pareva non riuscire a capirlo: "Quindi?"

Kyra si voltò, fermandosi per un istante, divertita dalla situazione, ma senza volerlo manifestare e, solo dopo aver atteso per un lungo momento, godendosi lo sguardo bramoso di conoscenza di Loki, rispose: "Quindi se fossi rimasta ferma senza far nulla per due anni sarei già impazzita. Mi tengo in esercizio, anche se probabilmente non servirà a nulla." Il tono della sua voce divenne sempre più cupo e, rendendosene conto, tornò a concentrarsi sui suoi esercizi. Sapeva perfettamente che il suo piano era solo un tentativo disperato e che erano molte di più le probabilità di fallire miseramente, rispetto a quelle di farcela. Eppure si era aggrappata a quell'idea, come se fosse la sua ancora di salvezza, anche se si era ripromessa di non farlo perché era pressoché impossibile che funzionasse, ma in quella circostanza non aveva altro appiglio.


Aveva continuato ad allenarsi, riflettendo sulla questione che l'affliggeva, anche mentre uno dei servitori del Titano era arrivato lasciando il cibo per i prigionieri. Proprio nel momento in cui la porta si chiuse Kyra si bloccò e si voltò verso Loki. Non avrebbe avuto un'occasione come quella per molto tempo e non poteva lasciarsela sfuggire, soprattutto dopo la conversazione che avevano avuto solo qualche ora prima.

Alzò lo sguardo puntandolo negli occhi verdi dell'ingannatore che la stava osservando dubbioso e incuriosito dai suoi gesti: non poteva capire cosa stava facendo, ma ben presto gli sarebbe stato chiaro.

Era un procedimento complesso, che Kyra aveva messo a punto in quei due anni di prigionia, curandone ogni particolare in modo da non essere scoperta, ma alla fine c'era riuscita, aveva superato ogni blocco imposto da Thanos e, quando riuscì a completare il processo, gli occhi di Loki si spalancarono per lo stupore.

Un sorrisetto si formò sul viso di Kyra, mentre la sua voce si espandeva nella mente dell'asgardiano.


Se vuoi uscire da questa cella e avere una vaga speranza di riacquistare la libertà, ascolta le mie parole e togliti quell'espressione ebete dal viso, principino.

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