32. Hellfire - parte 2
Davanti ai suoi occhi, lo scontro tra Loki e Thor stava proseguendo. Nero e verde contro oro e rosso. Due persone così diverse era difficile pensare che fossero fratelli.
Le venne da ridere pensando che lei stessa aveva due sorelle che decisamente non le somigliavano: possibile che ci fosse lo stesso legame tra i due dei?
Kyra, però, non riusciva a muoversi: al confine tra l'interno dell'edificio e la terrazza; i suoi occhi saettavano da un contendente all'altro, come se rimanere troppo ferma su di uno fosse un segnale per identificare da quale parte stava.
Aveva visto il volto di Loki infuriato quando era comparso Thor e quando l'aveva guardata era, se possibile, diventato ancor più livido. Fin dall'inizio di quella storia aveva pensato di cercare di sedurre il dio dell'inganno per manipolarlo, ma era diventato sempre più evidente che quello fosse lo scopo di entrambi e che quindi nessuno dei due ci sarebbe cascato. Possibile che la sua reazione nei confronti del dio del tuono avesse provocato una tale ira in Loki per ragioni sentimentali?
No.
Era un'idea stupida e totalmente irrealistica se si trattava del dio dell'inganno. L'unica possibilità concreta era che Loki avesse mal interpretato il suo sguardo, pensando che lei preferisse il dio del tuono e ricordava bene di avergli letto nella mente quanta invidia e quale senso di inferiorità provasse nei confronti del fratello.
Non sapeva come sarebbe finita quella battaglia, quale parte avrebbe scelto alla resa dei conti, ma anche solo quello scontro la metteva in difficoltà. Se ci fosse stato un qualsiasi altro degli Avengers, Kyra non avrebbe esitato a scontrarsi con lui, ma con Thor era diverso. Voleva parlargli, capire perché aveva detto quelle parole in quel momento, conoscerlo forse. Sebbene lui non ne fosse consapevole, quel giorno aveva del tutto rivoluzionato la sua vita e, malgrado l'avesse probabilmente peggiorata visti i due anni trascorsi in prigione, la preferiva comunque a quella priva di significato e governata solo dall'inerzia.
La voce del dio del tuono interruppe i suoi pensieri: "Guarda bene. Guardati intorno! Pensi che questa follia cesserà con il tuo regno?"
Loki si guardò intorno con sguardo confuso, sembrava quasi dispiaciuto, ma questo sentimento era troppo estraneo a lui per sembrare reale. Forse la confusione era vera, ma Kyra sospettava che fosse a causa delle sue parole, della domanda che lei stessa gli aveva posto e a cui lui non aveva ancora dato una vera risposta, altrimenti non si sarebbero trovati a quel punto. A conferma del suo pensiero, Loki si voltò verso di lei, abbandonò la confusione e assottigliò gli occhi con quell'espressione a metà tra la rabbia e il divertimento che lo contraddistingueva. Poi tornò a guardare Thor e, con voce quasi tremante, rispose: "È troppo tardi... È troppo tardi per fermarlo."
Mentiva. Era così ovvio che Kyra si chiese come potesse non capirlo anche Thor. Forse era perché lei ci aveva passato insieme così tanto tempo da riuscire a leggerlo, ma anche il dio del tuono avrebbe dovuto conoscerlo altrettanto, se non di più. Si mosse verso di loro, inizialmente camminando, ma poi si mise a correre, allungò una mano verso Thor e aprì la bocca con l'intento di avvisarlo dell'inganno.
Loki, però, fu più rapido. La vide avvicinarsi e materializzò una sua copia davanti alla giovane. Visto che Thor le dava le spalle non poté vedere cosa stesse accadendo e, prima di riuscire ad avvisarlo, la copia di Loki la spinse giù dall'edificio.
Per un ultimo istante, Kyra e il dio dell'inganno si osservarono con rabbia, poi le pareti dell'edificio sostituirono quella vista e la giovane si concentrò sull'evitare di finire schiacciata sul terreno qualche decina di metri sotto usando la magia.
*****
"No. Possiamo farlo. Insieme." La voce accorata di Thor per poco non lo fece ridere. Dopo tutto quello che era accaduto tra di loro, come poteva quel bamboccio credere anche solo per un secondo che Loki avrebbe abbandonato il suo piano a un passo dalla vittoria?
Per cosa poi? Amore fraterno? Che idiozia.
Gli altri Avengers stavano combattendo con i Chitauri, ma non avevano alcuna speranza di vittoria: come potevano cinque piccoli midgardiani prevalere su centinaia dei suoi soldati?
Non aveva mentito con le sue parole: non avrebbe potuto interrompere l'attacco, anche se lo avesse voluto. Il fatto che non volesse farlo era un'altra storia.
Quello stolto di Thor lo abbracciò, convinto sinceramente del suo desiderio di porre fine allo scontro e, a quel punto, Loki non riuscì a trattenersi dal sogghignare. Con uno scatto, prese il pugnale che portava sempre nei bracciali dell'armatura e lo pugnalò a livello dello stomaco: "Sentimentale."
Vedere il volto del dio del tuono che si rendeva conto del suo inganno era un'immensa soddisfazione. Era sconvolto, proprio come avrebbe dovuto essere Kyra per la sua maestria, non per il fisico scultorio di Thor.
Si distrasse un secondo di troppo, lasciando la possibilità al dio del tuono di afferrarlo e lanciarlo contro una delle vetrate, poi lo alzò e lo sbatté per terra.
Digrignando i denti, Loki rotolò al di là del bordo del terrazzo, atterrando su una delle piccole navi dei Chitauri e posizionandosi dietro di esso per poter continuare ad attaccare grazie allo scettro.
Thor scomparve dalla sua vista e il dio dell'inganno venne circondato dalla sua opera: decine di soldati stavano combattendo per le strade di quella città. I loro ordini erano chiari: confinare i midgardiani e uccidere chiunque si fosse messo sulla loro strada.
Loki non si considerava crudele, non voleva la morte di chiunque, indistintamente, ma solo che gli fosse riconosciuto il trono che meritava e il rispetto che si era guadagnato.
Hulk saltò da un edificio alla sua destra, andando a schiantarsi contro una delle navi viventi dei Chitauri. Tra tutti gli Avengers, lui era sicuramente il più pericoloso; una volta vinta la battagli avrebbe dovuto costruire una nuova struttura per contenerlo, ma quello era un problema che avrebbe affrontato dopo.
Iron Man stava volteggiando nella sua armatura scintillante eliminando quanti più suoi sottoposti possibili, ma era tutto vano, erano solo un fastidioso sassolino nella scarpa che lui non doveva far altro che togliere.
Stava per virare nella sua direzione, così se fosse riuscito a farlo precipitare avrebbe avuto un fastidio in meno, ma qualcosa per terra attirò la sua attenzione. Una figura pallida, completamente vestita di nero, ma ricoperta anche da polvere e terra, si muoveva con lentezza nel caos della battaglia. Sembrava incerta su cosa fare, o forse era ancora troppo sconvolta dal bel visino di Thor per lanciarsi nello scontro.
Poco importava, di lei ormai non gli interessava alcunché, ma perché resistere alla tentazione di irritarla prima che la sua vittoria rendesse ben chiara la situazione?
Fece virare la navicella e, quando fu solo un paio di metri sopra, si lasciò cadere, atterrando elegantemente di fronte a lei. Kyra parve stupita dalla sua presenza, così Loki colse l'occasione e le si avvicinò prendendole il mento con le dita e sollevandolo: "Pensavi forse che non mi sarei liberato di quello sciocco in un batter d'occhio? O forse eri troppo occupata a mangiartelo con gli occhi, come tutte le ragazzine senza cervello che lo incontrano?" Mentre pronunciava le ultime parole, sentì la sua stretta farsi più forte sul mento della giovane.
In risposta, Kyra assottigliò gli occhi e gli afferrò il polso, forzandolo ad allontanarsi: "Oh, quindi vuoi dirmi che hai facilmente sconfitto il tuo fratellone e non sei scappato dallo scontro?"
Loki contrasse la mascella cercando di mascherarlo per non mostrarle che aveva ragione. Lo aveva ferito, ma come potenza fisica non c'era alcun confronto tra loro due e questo era sempre stato chiaro.
Con un movimento del polso, lo sfilò dalla presa della ragazza, prendendo le distanze e, senza risponderle, ribatté: "Quindi cosa significava quello sguardo da ebete che gli hai rivolto? Hai deciso di passare dalla loro parte o sono solo i tuoi ormoni che si lasciano manipolare e ti costringono ad accoppiarti con qualsiasi essere di sesso maschile in zona?"
Era irritato. Non gli importava di lei, ormai aveva rinunciato ad averla davvero come alleata e ovviamente non si fidava, ma non poteva sopportare che persino qualcuno che considerava intelligente, quasi al suo livello, si comportasse proprio come tutte le ragazzine che si innamoravano con uno sguardo di Thor. Se era accaduto proprio quello, significava che il suo metro di valutazione era decisamente starato.
All'inizio, Kyra sembrò furiosa, lo guardava con odio ed era sul punto di ribattere, forse addirittura fisicamente visto che aveva portato le mani sui pugnali posizionati nei gambali, ma poi si fermò. Lo guardò con curiosità, aggrottando le sopracciglia; poi le sue labbra si allargarono in un sorriso divertito. Lasciò i pugnali, incrociò le braccia sotto il seno e, guardandolo quasi con malizia, gli chiese: "Cosa odono le mie orecchie... È forse gelosia quella che sento nella voce del grande dio dell'inganno?"
Questa volta fu il turno di Loki di rimanere sconvolto. Spalancò gli occhi e si allontanò di un passo: "Gelosia?"
Lei era sul punto di ridere e si trattenne a stento, sbuffando per poi rispondere: "Sì. Gelosia. Hai presente? Quel sentimento che si prova quando si teme che una persona amata preferisca qualcun altro?"
A quel punto, Loki chiuse gli occhi per un secondo, poi li riaprì e guardò Kyra con furia. Come poteva pensare che lui, un dio al di sopra dei comuni sentimenti e delle debolezze umane, dall'intelligenza ben più sviluppata anche rispetto a quelli della sua razza, potesse provare una così stupida emozione.
Fu con il suo solito ghigno in volto e con rabbia nella voce che le rispose, mentre con una mano afferrava lo scettro e lo piantava nel terreno: "Povera piccola ragazzina, credi veramente che io, il dio degli inganni, possa cadere in una trappola così scontata come l'amore?" Le si avvicinò nuovamente, soverchiandola anche grazie alla differenza di altezza. Voleva che si sentisse piccola, inferiore.
Lei non venne minimamente turbata da quelle parole, ma il suo viso tornò indifferente, seppur con una punta di rabbia che non poteva nascondere a lui, perché ormai aveva imparato a leggerla: "No, ed è per questo che nessuno ti amerà mai."
Il silenzio calò su di loro. Nonostante tutto intorno ci fossero esplosioni, urla e scontri, Loki e Kyra rimasero a osservarsi, a pochi centimetri l'uno dall'altro, con una furia che entrambi avevano imparato a riconoscere nell'altro.
Al dio non importava dell'amore, era un sentimento umano sciocco e inutile, ma non poteva tollerare la sfrontatezza della giovane, il suo modo di comportarsi, come se lo conoscesse perfettamente. Era lui ad averla capita, ad essersi fatto rivelare tutti i suoi segreti, non il contrario.
Eppure, i suoi occhi azzurri sembravano osservarlo all'interno, in profondità, disintegrando tutte le sue difese e questo non poteva essere vero. Si ritrovò a contrarre la mascella ancora una volta e, come se avesse percepito quel suo cambiamento, Kyra si voltò e con un salto afferrò il bordo di una delle navicelle.
Loki la seguì con lo sguardo e riuscì a scorgerne il viso solo per pochi istanti, prima che si allontanasse troppo. Non ne era sicuro, ma l'espressione sul volto della giovane sembrava proprio un addio.
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Angolo Autrice
Eccomi qua!
Inizio con il dirvi che il capitolo non è ancora concluso, manca la terza e ultima parte. In ogni caso, che ne pensate? Loki, ovviamente, non ha capito nulla di quello che stava accadendo dentro Kyra, ma direi che è anche giustificato.
Thor manco si è accorto della sua presenza a momenti, ma sappiamo che è fatto così!
Però, comunque, Loki non riesce a resistere all'idea di andare da lei, sbeffeggiarla o forse capire cosa pensa davvero. Che ne pensate della loro ultima discussione?
Siete pronti al gran finale, perché ormai ci siamo e sono piuttosto certa che certe rivelazioni vi sconvolgeranno!
Grazie a tutti quelli che seguono questa storia, vi invito a farvi sentire, a dirmi se c'è qualcosa di non chiaro, se vi sono piaciute delle scene in particolare o qualsiasi altra cosa vogliate dire!
Alla prossima,
Sel.
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