29. Lies - parte 1
Yes, it is he
But not as you know him
Read my lips and come to grips with reality
Yes, meet a blast from your past
Whose lies were too good to last
Aveva detto che sarebbero stati alleati e lo pensava davvero, ma non era certa che sarebbe accaduto durante quella battaglia.
Di certo non si fidava di lui e la preoccupava non poco l'idea che potesse decidere di tradirla appena conclusa la battaglia rivelando tutto a Thanos.
Tradirti?
Non era il termine adatto. Non avevano nessun legame quindi avrebbe solo fatto i suoi comodi come sempre; non era un tradimento se non c'era alcun tipo di fiducia.
Lo pensava davvero o era solo una scusa per giustificare quello che stava per fare?
Kyra non lo sapeva, ma doveva proteggersi e, dopo l'ultima discussione, iniziava a pensare che Loki non solo non l'avrebbe aiutata, ma se avesse vinto poteva benissimo ricattarla per poter ottenere lui i poteri delle gemme e potersi scontrare quasi ad armi pari con Thanos.
Se avesse vinto.
La giovane non era per nulla convinta su questo punto. Sapeva quant'era forte l'esercito di Chitauri, ma gli Avengers si erano dimostrati un osso più duro del previsto e il piano di Loki di separarli e indebolirli era solo un tentativo.
Non era ancora sicura di quale fosse la scelta migliore, ma quanto meno poteva facilitare le cose per loro e sperare che si dimostrassero abbastanza forti da aiutarla in un futuro.
"Posso fare qualcosa per voi?" La voce di Selvig la colse quasi di sorpresa, così come quegli occhi troppo azzurri, segni inconfutabili del potere della gemma. Non si era reso conto di quello che la giovane aveva fatto, dopotutto non si sarebbe reso conto di nulla visto come era conciata la sua mente.
Non poteva e non voleva spezzare la connessione tra lo scettro e lo scienziato, era un potere troppo forte e, anche se ci fosse riuscita, l'uomo avrebbe dovuto avere un'elevata resistenza mentale per sopportare quel trauma. Si era limitata ad assottigliare quel legame, renderlo più facilmente aggredibile dall'esterno.
I suoi compagni sarebbero stati in grado di romperlo del tutto, trovando quindi il modo di eliminare lo scudo di energia realizzato dallo stesso scienziato? Se ce l'avessero fatta, forse avrebbero potuto vincere, ma era troppo presto per fare previsioni.
Kyra scosse il capo: "Se l'attrezzatura è pronta direi che è il momento di mettersi all'opera."
Lo scienziato annuì e iniziò ad armeggiare con lo strumento che aveva lui stesso creato. Ben presto il portale per i Chitauri si sarebbe aperto e, a quel punto, la vera battaglia sarebbe cominciata.
Il vento le scompigliò i capelli, costringendola a voltarsi in un'altra direzione. La Stark Tower doveva essere uno degli edifici più alti del quartiere perché da quel punto Kyra poteva osservare quasi tutta la città. Tony Stark o Iron Man, oltre ad avere fantasia per i suoi soprannomi doveva avere anche un ego simile a quello di Loki per chiamare un suo palazzo con il suo nome.
Aveva incontrato solo uno degli Avengers, ma sapeva chi erano grazie alla mente di Clint Barton e tanto bastava per riconoscerli non appena fossero giunti.
Dopo aver guardato ancora un secondo l'orizzonte, pensando a quanto era cambiato dall'ultima volta che era stata in quella città e quanto sarebbe cambiato prima della prossima, la giovane raggiunse le scale e si diresse verso una delle innumerevoli stanze di quel grattacielo. Sapeva che Loki si trovava fuori, sul terrazzo, in attesa dell'arrivo dei nemici, ma lei lo aspettò all'interno, comodamente seduta su una delle poltrone poste a lato della sala.
Guardò il dio da lontano, nel suo solito completo verde e oro, mentre teneva tra le mani lo scettro. Era sicuro di vincere quella battaglia, sicuro di meritarsi la vittoria, ma Kyra sospettava che non fosse ancora riuscito a dare una risposta alla domanda che gli aveva posto: e poi?
Voleva il potere, ma non aveva un fine se non quello di dimostrare che ce l'avrebbe fatta con le sue sole forze. A chi voleva dimostrarlo così disperatamente e perché? La giovane sospettava che la sua infanzia contenesse la risposta, ma il dio era stato ben restio a parlarne e, dal canto suo, lei aveva potuto osservare nella sua mente pochi riferimenti. Il fratello era di certo il principale metro di confronto per lui, ma anche i suoi genitori dovevano avere un ruolo importante, solo che non le era ben chiaro quale.
Le sarebbe piaciuto scoprire qualcosa di più sul passato di Loki, ma era ovvio che lui non ne volesse parlare quindi si sarebbe limitata ad osservare lo scontro tra il dio dell'inganno e suo fratello cercando di ricavarne qualche informazione utile.
*****
Folle.
Nella sua mente aveva definito Kyra in mille modi diversi, ma dopo aver ascoltato il suo piano e la sua disperata richiesta di aiuto non poteva che definirla folle.
Lui stesso, il dio dell'inganno, avrebbe fatto fatica a imbrogliare un'entità potente come Thanos e per il Titano lui non era nulla, era solo una pedina di un gioco più grande, mentre il potere della figlia era ben più importante.
La battaglia che a breve sarebbe iniziata era una vittoria assicurata, dopotutto lui aveva dalla sua parte un intero esercito, mentre i midgardiani avevano solo un gruppetto di ragazzini che si credevano invincibili.
Perché allora aveva accettato la proposta di Kyra pur sapendo che non aveva intenzione di mantenere la parola? Era un'alleata, sebbene non le importasse davvero di quello scontro e del suo risultato, ma aveva tutte le ragioni per aiutare Loki a vincere e tanto bastava.
Non era possibile che lui uscisse sconfitto da quello scontro quindi gli sarebbe bastato aspettare, eliminare chiunque si fosse opposto e, una volta vinto, avrebbe denunciato Kyra a Thanos, fingendosi fedele. Oppure avrebbe ricattato la donna, dopotutto il suo potere era decisamente interessante e poteva sfruttarlo per espandere ancora di più il suo dominio e avere la sua vendetta.
Se Kyra pensava davvero che l'avrebbe aiutata, forse l'aveva sopravvalutata: perché mai avrebbe dovuto inimicarsi Thanos nella vaga speranza che un piano suicida funzionasse? E se invece lei avesse capito le sue intenzioni comunque non avrebbe potuto far nulla per nuocerlo, non aveva niente contro di lui, quindi ne sarebbe uscito vincitore in ogni caso.
Perderai.
E lo farai in modo talmente miserabile che non potrai più guardarti in faccia, dio dell'inganno. Il tuo ego e il tuo orgoglio saranno la tua rovina e, a quel punto, di te si ricorderanno solo come un povero sciocco che ha fatto il passo più lungo della gamba.
Non hai più nessuno e sicuramente io non sarò lì a salvarti, ricordatelo.
Perché gli tornavano in mente quelle parole proprio quando la battaglia stava per cominciare?Irritato, Loki strinse la presa sullo scettro digrignando i denti. Era stata lei a pronunciarle, poco dopo essere arrivati su Midgard. Pensava che non fosse abbastanza forte da controllare il potere dello scettro, manipolarlo a suo piacimento per poter ottenere il controllo del Tesseract e quindi aprire il portale.
Sbagliava, ovviamente. Il dio dell'inganno aveva ottenuto tutto quello e senza il suo aiuto quindi non c'era alcuna possibilità che lui perdesse o che lo scettro lo stesse controllando, era del tutto lucido e pronto.
Era egoista e orgoglioso? Sì, certo, ma erano proprio quelle caratteristiche ad averlo portato fino a quel punto, a un passo dalla sua vittoria, quindi erano delle doti, non dei difetti.
Sogghignò, rilassando il volto: Kyra gli aveva detto che non aveva nessuno e che lei non ci sarebbe stata, eppure adesso era lì, pronta a combattere al suo fianco, del tutto certa che lui fosse suo alleato.
Aveva detto che non si fidava di lui e non si sarebbe mai fidata, ma era inevitabile che le persone finissero per cedere ai loro istinti e, forse inconsciamente, lei si stava fidando. Era lui ad avere il completo controllo della situazione: ogni cosa sarebbe andata come voleva.
Si voltò verso l'interno dell'edificio e vide la giovane seduta mentre lo osservava: povera sciocca, i due anni di prigionia di Thanos dovevano averla resa disperatamente bisognosa di potersi fidare di qualcuno e, ormai, non aveva più alcuna speranza di allontanarsi da lui.
Fu a quel punto che si rese conto di avere ancora una fin troppo stretta sullo scettro, l'allentò e stava per chiedersi il motivo, ma un rumore lo distrasse: il primo insetto era stato attirato in trappola.
Tony Stark, il proprietario di quel vistosissimo edificio su cui si trovavano, arrivò volando sul bordo del terrazzo per poi lasciare che una serie di meccanismi interni gli togliessero l'armatura mentre camminava verso l'interno.
Loki lo seguì, con calma, prendendosi tutto il tempo che poteva, dopotutto non era lui ad avere fretta, anzi, con pazienza attendeva l'arrivo dei Chitauri.
"Ti prego, dimmi che farai appello alla mia umanità." Voleva essere serio, ma non gli riuscì e per poco non si mise a ridere mentre parlava.
L'umano non si scompose mentre camminava verso uno dei banconi dall'altro lato della stanza: "Ah, in realtà intendo minacciarti."
A quel punto, Loki non riuscì a trattenere una risata e con la coda dell'occhio vide anche Kyra sogghignare: "Avresti dovuto indossare l'armatura."
Alzando le spalle e annuendo, ormai arrivato davanti a una serie di bottiglie di vetro, l'Avenger rispose: "Sì, ha fatto qualche chilometro di troppo e tu hai la bacchetta del destino."
Il dio continuò a ridere, poi posò lo sguardo sullo scettro, soddisfatto da quel potere che anche i suoi nemici avevano imparato a conoscere e temere e che, come più volte aveva sottolineato Kyra, non tutti potevano maneggiare. Era pur sempre un asg... uno jotunn, un essere ben più potente di qualsiasi midgardiano quindi era ovvio che il suo potere, ai loro occhi, sembrasse immenso.
"Ti va un drink?" Stark gli porse un bicchiere di vetro, poi, vedendo il suo sguardo confuso, si voltò verso la sua compagna ripetendo il gesto. Lei si alzò dalla poltrona e annuì accingendosi ad accettare l'offerta.
Loki non poté che ridere di fronte a quello sciocco teatrino; per quanto fossero impotenti, doveva ammettere che i midgardiani erano divertenti: "Prendere tempo non cambierà niente."
L'umano scosse il capo, mentre iniziava a versarsi il liquido scuro nel bicchiere: "No, no, minaccio. Niente drink, sicuro? Io lo prendo e la tua amica ha fatto più che bene ad accettare, sono le migliori bottiglie che ho."
Kyra a quel punto gli sorrise e, dopo aver bevuto un sorso, rispose: "Non è male, devo ammetterlo, ma sono più un'amante del whisky."
Tony, dopo essersi versato il suo bicchiere, si spostò sul bancone prendendo un'altra bottiglia: "Nessun problema, abbiamo anche..."
Loki iniziò a irritarsi. Erano divertenti, ma davvero non si rendevano conto che qualsiasi loro azione sarebbe stata inutile, uno spreco di tempo e di vite senza senso. Come avrebbero potuto vincere contro di lui, un dio, e un esercito di alieni al di là della loro comprensione? Spazientito, si avvicinò alla finestra e, interrompendo qualsiasi discorso futile tra l'umano e la donna, disse: "I Chitauri stanno arrivando. Nulla può cambiare."
Ne era certo, anche perché era ovvio, non c'era alcuna alternativa. Si voltò poi per osservare Kyra: la stessa che continuava a ripetergli di fare attenzione, di essere cauto perché poteva accadere qualsiasi cosa. Sciocca. L'unica possibile conclusione era la sua vittoria e doveva starsene rendendo conto anche lei, altrimenti sarebbe stata solo un'ingenua.
Per tutta risposta, la figlia di Thanos sorrise, annuendo e prendendo un altro sorso dal bicchiere: "Beh, quindi direi che non c'è alcuna fretta, no? Prendi un drink anche tu, Loki, non sai che ti perdi."
Forse era una folle, ma di certo sapeva come irritarlo nei momenti meno opportuni. Il dio strinse la presa sullo scettro e la ignorò, tornando a guardare il cielo sopra la città, ma non prima di aver visto con la coda dell'occhio Kyra che scuoteva la testa, divertita da lui, far tintinnare i bicchieri insieme al midgardiano.
Innervosito da quel siparietto diretto contro di lui, Loki si voltò verso Tony e, mantenendo il suo solito ghigno, gli chiese: "Cosa dovrei temere?"
Era un dio, non temeva niente e nessuno, benché meno un gruppo di insetti capitanato da quel borioso di suo fratello. Stark finì il drink e tornò al bancone a riempirlo, poi rispose: "I Vendicatori."
-----------------------------------------------------------
Angolo Autrice
Avrei dovuto pubblicare il capitolo stamattina, ma lo studio mi ha assorbita!
Comunque, che ve ne pare? Vi aspettavate il comportamento di Kyra?
Loki non riesce proprio a togliersi dalla testa le parole di Kyra, forse a qualcosa è servito, no?
La chiacchierata tra Loki e Tony è una delle mie scene preferite e sono troppo felice di averci inserito Kyra!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Qualunque commento è gradito e voglio ringraziare tutti quelli che stanno seguendo questa storia.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top