26. Journey to the Past - Parte 2

Aveva pensato davvero di farla finita. Durante i due anni, chiusa in una cella, costantemente sorvegliata, non aveva mai avuto alcuna possibilità: scappare era impensabile e comunque sarebbe stata trovata nell'arco di poco tempo; uccidersi era altrettanto impossibile perché lui non glielo avrebbe permesso.

E?

Ed anche se avesse potuto, Kyra non era certa che sarebbe riuscita ad arrivare fino alla fine. Non che non ci avesse provato, con tutta l'intenzione di concludere; però mai come in quel momento la giovane si era sentita sull'orlo del precipizio.
Per più di due anni, fin da quando aveva udito le parole di quell'uomo alla folla, fin dal momento in cui si era accorta di non poter continuare in quel modo, la sua unica speranza era riposta in quel piano.
Arrivare sulla Terra, trovare un modo di distrarre Thanos, recuperare lo Scrigno e...

E?

Il dopo non era più importante perché tanto, ormai, la sua idea era stata totalmente distrutta. Aveva ottenuto soltanto un libro, uno sciocco e inutile libro.

Dopo la cocente delusione, Kyra era tornata alla base senza avere idea di cosa avrebbe fatto a quel punto e lì aveva aperto il libro, perché alla fine di tutti i suoi due anni di pianificazione rimaneva solo quello.

All'inizio sembrava solo un insieme di simboli e numeri senza alcuna logica, ma bastarono pochi minuti perché Kyra si rendesse conto che si trattava di un codice.

Perché mai l'Antico avrebbe dovuto scrivere in codice? Era sempre stata una persona misteriosa e riservata, ma aveva lasciato il libro nel luogo in cui prima si trovava lo Scrigno, quindi un luogo già segreto, che motivo c'era di criptarlo?

Ci sarebbe voluto molto più tempo di quello che aveva per decifrarlo, sempre se ci fosse riuscita, ma mentre ne sfogliava le pagine, la donna iniziò a vedere un certo schema nelle scritte. Non poteva esserne certa, ma da come erano disposte righe e colonne con frasi più lunghe all'inizio e solo pochi simboli nelle colonne laterali, quel libro sembrava una sorta di archivio.

Possibile che l'Antico avesse deciso di scrivere una descrizione di ogni Reliquia e manufatto in suo possesso? E possibile che i simboli laterali, quelle poche lettere, rappresentassero il luogo in cui si trovava l'oggetto?

Era una più che vaga speranza, forse solo un'illusione, ma Kyra voleva crederci, doveva crederci perché quella era l'unica possibilità che le era rimasta.

Loki la stava osservando confuso, aspettando che aggiungesse qualcosa, ma la ferita al suo fianco si fece sentire per prima portandolo a piegarsi e premere su di essa con più forza. Le spiegazioni dovevano attendere. Lo sguardo di Thanos era altrove in quel momento, anche se l'aveva seguita per un lungo periodo mentre rientrava alla base; la sua sparizione era stata notata, ma evidentemente non scoperta e il Titano credeva di essere fin troppo intelligente e scaltro perché la sua sciocca figlia lo ingannasse.

Kyra uscì di corsa dalla stanza e si procurò uno dei kit di pronto soccorso che i sottoposti di Loki avevano preso vista la natura delle loro missioni. Pensare di poter trovare l'occorrente per una trasfusione era decisamente troppo, l'avrebbe creato lei con la magia.

Prima di oltrepassare la porta, si bloccò. Per qualche secondo non aveva minimamente pensato alle conseguenze di ciò che stava per fare. Non che fossero davvero un problema, ma se lo scontro futuro fosse andato come temeva, ovvero un completo fallimento, Loki sarebbe stato catturato dagli Avengers o ucciso da Thanos. Una connessione simile poteva essere un problema, oppure un'opportunità.

Quello che, però, la sconvolse non fu l'idea di questa possibilità, ma il fatto che non ci aveva minimamente pensato quando aveva deciso di aiutare Loki. Era davvero così disperata da non considerare per nulla una cosa così importante?

Tornò nella stanza dove il dio dell'inganno, sempre più pallido, si sforzava di non emettere un gemito; così testardo e orgoglioso... Non avrebbe mai ammesso di aver bisogno di aiuto, neanche sotto tortura, ma Kyra sperava in qualche modo che accettasse la sua richiesta.

Si avvicinò al dio e, con delle garze pulite, spostò le sue mani, così da poter sollevare i residui della lunga maglia nera.

"Premi." Con Loki non aveva senso chiedere o fermarsi a spiegare, ci sarebbe voluto solo più tempo che, al momento, non era a loro disposizione.

Gli occhi verdi del dio, per un frangente, la fulminarono; Kyra era convinta che volesse ribattere come suo solito, quindi lo anticipò: "Non c'è tempo. Piantala di comportarti come un principino viziato e ascoltami, sempre che tu voglia veramente vincere."

Assottigliò gli occhi per un istante per poi alzare lo sguardo al cielo e fare come gli era stato chiesto. La figlia di Thanos gli tolse il mantello e tagliò dalla schiena quel che rimaneva della maglia, così da lasciarlo a petto nudo.

Soffocando un gemito di dolore, Loki, mentre continuava a guardarla muoversi intorno a lui e medicarlo, disse: "Quindi? So che non ami rispondere alle mie domande, ma sei stata tu a dirmi che volevi rivelarmi chi sei, quindi...?"

Kyra aveva appena finito di medicare, per quel che poteva, la ferita, imprimendo anche un po' di magia nel processo, così da accelerare la guarigione; però non sarebbe bastato. Occorreva il suo sangue per ristabilire la volemia e consentirgli di completare il piano; quindi la donna si sedette, materializzò un laccio emostatico e ciò che le occorreva. Iniziò a prelevare il suo sangue e, solo a quel punto, guardò Loki. Era stanca di nascondere quello che era, stanca di doversi sempre guardare le spalle e di essere costantemente utilizzata solo per i suoi poteri. Dopo che avrebbe rivelato al dio dell'inganno la sua identità probabilmente anche lui l'avrebbe considerata solo in funzione di ciò che poteva fare, ma quello era l'ultimo dei problemi.

Eppure, anche se aveva deciso di rivelarsi, Kyra faticava a pronunciare quelle parole, come se non sapesse in quale ordine posizionarle, come se fossero incredibilmente pesanti.

Il silenzio si stava prolungando, ma stranamente Loki, pur manifestando irritazione dallo sguardo, non disse nulla e attese.

Alla fine, la figlia di Thanos prese un respiro profondo chiudendo gli occhi e, una volta aperti, chiese: "Hai mai sentito parlare di Merilia?"

Poche parole per volta erano il massimo che la donna riuscisse a pronunciare.

Il dio inclinò il capo, confuso da quello strano inizio di conversazione: "Certo. Non che se ne sappia molto, ma Merilia è uno dei pianeti della Costellazione del Sestante. Piuttosto piccolo e con una popolazione poco evoluta."

Kyra scosse il capo, sospirando: "Una descrizione da manuale."

Loki sorrise lievemente, soddisfatto delle sue capacità, ma la giovane aggiunse: "Ovviamente non era quello che intendevo." Vedere il sorrisetto sul viso del dio spegnersi in un istante e venir sostituito dalla frustrazione, fece sogghignare Kyra: "Suppongo tu non abbia mai sentito parlare del potere dei meriliani e della loro storia."

Non era una domanda, ma la donna sperava comunque in una risposta. Quando l'asgardiano scosse il capo, la figlia di Thanos sospirò mestamente, prima di riprendere: "Un tempo, il popolo di Merilia era ammirato e rispettato dai pianeti vicini per il potere che possedeva, ma ben presto qualcuno si rese conto di quanto potesse essere utile per accrescere il proprio. Vennero ridotti a un popolo di schiavi, mantenuti in vita solo per il loro potere." Kyra dovette utilizzare tutto il suo autocontrollo per evitare di imprimere rabbia in quelle ultime parole, ma le sue mani si chiusero comunque in pugni che strinse fin quasi a tagliarsi i palmi con le unghie. Non era certa che Loki l'avesse notato, ma era davvero l'ultimo dei suoi pensieri in quel frangente.

"Sfortunatamente, la loro capacità aveva dei limiti, oltre i quali il corpo cedeva e morivano. I loro padroni li sfruttarono fino al midollo uccidendone milioni prima di rendersi conto che il numero rimasto era troppo esiguo per soddisfare le richieste di tutte le grandi figure che li desideravano."

Ogni parola era come uno spillo che si conficcava nel petto della donna. Nonostante lei non avesse avuto nulla a che fare con quella faccenda e, anzi, fosse ben lungi dal nascere all'epoca, stava comunque pagando le conseguenze della loro debolezza.

Loki continuò a stare in silenzio, confuso e dolorante, ma stranamente quieto.

"Iniziarono quindi gli esperimenti. Cercavano un modo per rendere le donne più prolifiche, ma fallirono miseramente e finirono per sterilizzarle. I figli misti di uomini meriliani e donne di altre razze non sempre ereditavano il potere, senza che ci fosse una regola precisa. I pochi esemplari ancora in vita vennero catturati e protetti visto che erano merce rara e così divennero ancora più difficili da rintracciare e, pertanto, insostituibili."

Quante centinaia di volte aveva sentito prima l'Antico e poi Thanos ribadirle che la proteggevano per il suo bene, perché era ricercata dalle più grandi forze dell'Universo. Avevano ragione, ma non aveva mai ricevuto una spiegazione decente finché non era stata lei stessa ad indagare, mentre stava eseguendo missioni per il Titano.

Loki doveva aver già capito, ne era certa, ma sentiva il bisogno di dirlo ad alta voce, di ammettere ciò che per anni era rimasto solo un segreto. Prese un respiro profondo chiudendo gli occhi e poi disse: "Io sono una meriliana. Per questo Thanos mi ha presa come figlia, per questo non ha potuto uccidermi quando mi sono ribellata a lui." Per questo la mia vita non è mai stata mia; avrebbe voluto dirlo, ma era già fin troppo esposta nei suoi confronti.

Mentre parlava, Kyra si rese conto di aver recuperato un quantitativo di sangue sufficiente, quindi si tolse la flebo e si avvicinò al dio.

Il principe di Asgard la osservò per tutto il tempo: prima incuriosito, poi confuso e alla fine annuì lentamente per poi domandare: "E questo potere che avete solo voi meriliani e che è così indispensabile per Thanos, cos'è esattamente?"

Cosa stava pensando? Non aveva mai sentito parlare di loro, era evidente, ma non una sorpresa; tutti coloro che avevano ancora un meriliano lo tenevano segreto, nascosto, a tal punto che la loro esistenza e il loro potere, con il tempo, erano diventati quasi una leggenda. Il Titano, in quel suo distorto modo di vedere il mondo, l'aveva davvero considerata un po' una figlia, almeno finché non era arrivata Gamora, ma a quel punto voleva che lei lo considerasse un padre e lo apprezzasse e per farlo non poteva tenere in cella una figlia, una sorella. Si era salvata da quella vita, anche grazie alla sua forza e alla presenza della magia, una caratteristica che aveva evidentemente preso dal suo genitore non meriliano.

"Trasferimento di energia. La nostra capacità è quella di vedere, riconoscere e manipolare l'energia magica, quindi avendo una grande fonte di magia possiamo incrementare il potere di chiunque." Più parlava e più si sentiva sollevata, ma al tempo stesso le metteva una certa ansia l'idea che Loki sapesse così tanto su di lei: cose che nessuno al di fuori della sua famiglia sapeva.

Lo sguardo del dio non mutò, o meglio, era vagamente sorpreso, però molto meno di quello che Kyra si aspettava; si disse che il motivo era che non conosceva i meriliani prima della spiegazione, quella storia non era la sua vita e la sua maledizione.

Man mano che il sangue passava dalla sacca al corpo di Loki, lui sembrava più forte, sebbene la ferita dovesse ancora provocargli dolore: "Quindi, visto il motivo per cui ci troviamo qui, suppongo che lo scopo di Thanos sia quello di assorbire il potere delle gemme dell'infinito, cosa che può fare solo grazie a te."

Non era una domanda, ma un semplice ragionamento e questo era un talento del dio che Kyra ammirava: l'intelligenza. Sembrava disinteressato e il suo egocentrismo poteva far pensare che non vedesse nulla al di là di ciò che gli importava, ma non era così. Vedeva, sentiva, osservava e immagazzinava tutto e poi collegava ogni cosa. La figlia del Titano apprezzava incredibilmente questa dote, ma era anche un problema.

Tutto in Loki è un problema.

Forse aveva sbagliato. Forse non avrebbe dovuto rivelare la sua identità, ma... Non aveva alcuna alternativa se voleva sperare di salvarsi e non tornare nelle mani di Thanos.

"Bene, buono a sapersi, ma qual è il punto?"

Kyra si voltò scioccata verso Loki. Lei gli aveva detto qualcosa che avrebbe dovuto mantenere segreto, aveva consegnato un altro pezzo di sé nelle mani del dio che già aveva il coltello dalla parte del manico, cos'altro voleva sapere?

"Il punto?"

Il principe doveva stare molto meglio perché aveva ripreso il suo solito temperamento, decisamente più sprezzante rispetto a quello quasi docile di poco prima.

Infatti, lui annuì con forza, quasi irritato da quella domanda: "Sì. Stavamo parlando della trasfusione e prima ancora del perché sei tornata qui. La storia della tua vita e del tuo popolo..."

Digrignando i denti, Kyra lo interruppe non riuscendo a trattenere del tutto la rabbia: "Non è il mio popolo."

Lui alzò lo sguardo, prima confuso e poi, per un istante, sembrò quasi comprensivo; doveva aver visto male, la frustrazione la stava consumando: "Quello che non capisco è cosa centra questa storia con il mio sangue o il tuo ritorno."

La figlia del Titano si sentiva svuotata, priva di forze dopo quel discorso. Aveva raccolto informazioni per anni, cercando di trovare risposte, ma dopo averle aveva rintracciate aveva tentato con tutte le sue energie di dimenticare; distaccarsi da quel popolo di deboli che si era lasciato manipolare fino a diventare un misero gruppo di sopravvissuti schiavi.

Non voleva essere associata a loro e raccontare quella storia ad alta voce dall'inizio alla fine era al tempo stesso una tortura e un sollievo. Gamora e Nebula erano le uniche altre persone nell'intero universo a sapere quella verità, ma erano state partecipi di quasi ogni scoperta di Kyra, finché lei non aveva del tutto smesso di parlarne.

Loki, com'era evidente, non aveva idea di chi fossero i meriliani ed era ovvio che non capisse quanto era stato difficile per la donna rivelare quelle informazioni.

Come poteva non comprendere che quello era l'atto di fiducia più grande che Kyra avesse mai compiuto nei confronti di qualcuno?

Il viso della donna si rilassò un minimo, dopotutto per il momento sembrava che quella che lei credeva una rivelazione fosse accolta con molta indifferenza, ma si ritrovò a inclinare gli angoli della bocca verso il basso, delusa.

"Tra gli effetti collaterali dei vari esperimenti sui meriliani, resero il loro sangue quasi universalmente compatibile. L'idea era di cercare di incrementare la compatibilità con altre specie in modo da facilitare la procreazione o forse passare il potere... Non saprei con esattezza, ma in pratica i nostri globuli rossi sono compatibili con le principali razze dell'Universo."

Le informazioni in merito all'esatto motivo e alle modalità con cui ciò era avvenuto, a Kyra non interessavano e non erano comunque così semplici da rintracciare.

Il dio annuì, osservava intensamente la donna, mentre il sangue scendeva dalla flebo ai suoi vasi, lento e costante: "Bene. Quindi il mistero della trasfusione è risolto, così come il motivo che spinge Thanos a volerti così disperatamente insieme alle gemme dell'infinito. Però tu cosa vuoi?"

Kyra, che fino a quel momento stava camminando per la stanza, cercando di mascherare quelle emozioni che non avrebbe voluto provare, sentendo quelle parole si paralizzò per poi voltare tutto il corpo verso il dio.

Non si aspettava quella domanda. Forse Loki stava solo cercando di ottenere informazioni da poter utilizzare contro di lei, ma ne aveva già ben più del necessario per distruggerla. Quale poteva essere il secondo fine dietro quella domanda, il vero motivo che l'aveva spinto a formularla? C'era sempre un tornaconto, soprattutto in quello che faceva il principe di Asgard. Doveva esserci, ma la donna non riusciva a trovarlo e questo la confondeva.

"Io..." Cosa voleva lei?

L'unica risposta che le veniva in mente se l'era ripetuta così tante volte che le parve quasi sbagliata: "Voglio la libertà."

Due anni chiusa in una cella a ripetersi che quella era l'unica cosa che voleva, il suo più grande desiderio, eppure c'era qualcosa che non la convinceva più in quella parola. Cercò di non far notare quella sua incertezza mantenendo la solita espressione.

Loki alzò un sopracciglio, incrociò le braccia davanti al petto e con evidente ilarità commentò: "La libertà? E poi cosa cercherai? La pace nei nove regni?"

Quella presa in giro fece scuotere la testa a Kyra. Poteva essere più sciocco e superficiale?

La donna avrebbe voluto andarsene, ignorare l'asgardiano e poter fare tutto da sola, ma ormai quella possibilità era sfumata insieme allo Scrigno, quindi contrasse la mandibola sforzandosi di non insultarlo, ma lui fu più rapido.

"E come intendi ottenerla?" La figlia di Thanos alzò lo sguardo osservando il dio che ora aveva un'espressione seria, come se non si fosse preso gioco di lei poco prima; una piccola ruga si era formata al centro delle sue sopracciglia, quasi impercettibile, ma Kyra aveva imparato qualcosa di lui, sapeva che era incuriosito.

Non avrebbe voluto rispondere.

Quella conversazione la stava svuotando di ogni energia, ma non aveva alternative.

Dopotutto, da quando aveva conosciuto Loki tutte le sue decisioni erano state le uniche scelte possibili.

Tutte?


----------------------------------------------------------------------------
Angolo Autrice 

Bentornati! 
Allora... prima di tutto vorrei dirvi una cosa: il primo pensiero che ho avuto per questa storia, ben prima che Kyra vedesse la luce, è stato quello di creare un personaggio che avesse un potere "semplice", non eccessivo, con molti limiti e debolezze. So che può non sembrare visto il modo in cui lo usa Kyra e la sua esperienza, ma fidatevi, è così. 
Praticamente tutti i personaggi del MCU sono potenti, ma con limiti e debolezze e così anche Kyra. 

Detto questo, nella mia storia Thanos appunto vuole usare Kyra per poter ottenere il potere delle gemme, senza bisogno di guanti o altro: ho pensato che il Titano avesse l'idea di usare le gemme fin quasi dall'inizio del suo piano, ma come poteva pensare di usarle quando il loro potere è così distruttivo, prima di farsi fare il guanto? 
Quindi... nulla. Le spiegazioni sono solo all'inizio e spero che questo capitolo, sebbene statico, vi sia piaciuto! 

Fatemi sapere cosa ne pensate: ogni commento è più che apprezzato! 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top