22. Days in the Sun - parte 2

L'agente era appostata a distanza, all'interno di un negozio abbandonato. Osservava gli schermi che erano stati posizionati in quella base temporanea qualche minuto prima.

Doveva ammettere che la ragazza era tutto fuorché una sprovveduta. Si era accorta di loro nell'arco di poco e avevano dovuto fingere di perderla di vista nel mezzo della folla accorsa per una qualche manifestazione nel parco di Union Square. In realtà era scomparsa dagli schermi solo per meno di un minuto, mentre gli agenti in borghese avevano aggirato la folla, seguendola con maggior discrezione.

L'agente Hill strinse le dita della mano destra con forza: era irritata da quella situazione, anzi, da tutto ciò che stava accadendo fin da quando uno strano martello era precipitato nel deserto.

Lavorando al fianco di Fury, le situazioni così estranee al normale erano all'ordine del giorno: missioni impossibili e situazioni al limite della realtà, ma dall'arrivo di Thor i nemici erano diventati estremamente più potenti, troppo per dei comuni esseri umani.

Il direttore aveva quindi deciso di puntare sul progetto Vendicatori, ma il gruppo selezionato non era organizzato, non era gestibile. La loro sopravvivenza era quasi del tutto nelle mani di uomini imprevedibili e incontrollabili.

Era questo che la rendeva ancor più pensierosa e attenta a ogni dettaglio: l'impossibilità di avere sotto controllo gli eventi che si susseguivano davanti ai loro occhi. E la donna che stavano sorvegliando ne era un esempio perfetto.

Contrariamente a Loki che amava la platealità e doveva sottolineare la sua identità fino allo sfinimento, quella ragazza era un mistero. Sapevano solo che era giunta con il dio nordico e che aveva la capacità di mutare aspetto.

Troppe poche informazioni per poter comporre una strategia efficace. Inoltre, se erano alleati, perché lei se n'era andata nel momento in cui Loki era stato catturato? Era evidente che ci fosse qualcosa sotto, che avessero un piano, e dovevano scoprirlo prima che fosse troppo tardi.

Lo sguardo dell'agente tornò sugli schermi, ma vi si soffermò solo per pochi istanti perché il comunicatore iniziò a gracchiare: erano i suoi colleghi in borghese.

"Stiamo avendo difficoltà a rimanerle abbastanza vicino. Si muove nelle strade più trafficate: abbiamo bisogno di rinforzi."

Maria sperava che due agenti bastassero, ma la donna sembrava abituata a venir pedinata: "Va bene. Continuate con la missione, i rinforzi arriveranno."

Dopo aver dato ordini ai suoi agenti di rimanere in posizione e contattarla in caso di necessità, decise di partecipare in prima persona alla missione: doveva vederla, capirla e cercare di ottenere quante più informazioni possibili su di lei.


Era passata un'ora da quando si era unita al pedinamento e non avevano ancora nulla.

I suoi movimenti sembravano casuali, senza una vera meta. All'inizio avevano pensato che si fosse accorta per la seconda volta della loro presenza, quindi si erano spostati, avevano cambiato tragitto e si erano allontanati di qualche metro, pur mantenendo il contatto visivo.

I movimenti casuali, però, non erano cessati e l'agente Hill aveva capito che qualcosa non tornava. Perché farsi portare fino a New York per poi camminare senza un'apparente meta?

"Certo che siete proprio sciocchi per non aver ancora capito."

Di fronte a Maria, comodamente appoggiata al tronco di un albero, la donna che stavano pedinando li derideva.

Non era possibile. Gli occhi dell'agente erano stati incollati alla figura della giovane fino a un secondo prima e si trovava a vari metri di distanza, in prossimità di un incrocio: come aveva fatto?

Il resto della squadra circondò l'obbiettivo, mettendola con le spalle al muro, sebbene la situazione sembrasse l'esatto opposto.

"Cosa non avremmo capito?" Il tono di voce era pacato, controllato, come solo anni di allenamento potevano insegnare. Visto che finora i risultati erano stati decisamente scarsi, l'agente dello S.H.I.E.L.D. sapeva di dover fare il possibile per farla parlare.

In quel frangente, la donna aveva lunghi capelli biondi e occhi glaciali e indossava un vestito giallo a fiori: pareva del tutto innocente, ma il sorriso che increspava le sue labbra trasmetteva il contrario.

"Vi credete furbi. Pensate davvero di avere una possibilità contro un dio e il suo piano di vendetta, come se poteste fare qualcosa. I vostri adorati Vendicatori non sono altro che un'accozzaglia di uomini che si credono i migliori, ma peccano di egocentrismo. Non vincerete mai." Lo sguardo che riservò a Maria era penetrante, come se stesse cercando di entrarle nella mente. E forse poteva farlo...

"Forse. O forse si riveleranno uomini migliori del tuo alleato che si è dimostrato il primo a peccare di egocentrismo." L'agente non poteva esserne certa, ma aveva intravisto il sopracciglio destro della donna sollevarsi.

"Parli di lui, ma non dovresti far parte anche tu dell'equazione?" I bordi delle labbra del suo obbiettivo s'inclinarono verso il basso e, sebbene fosse stato solo un accenno, Maria capì di aver colto nel segno. Era come se non fossero del tutto alleati, ma viaggiassero su due binari diversi.

Il sorriso, però, tornò sul viso della donna con più entusiasmo di prima, accompagnato da una breve risata: "Se credi di potermi estorcere informazioni con questi semplici trucchetti, allora ho svolto bene il mio lavoro e non hai idea di chi io sia."

Riuscire a ottenere qualcosa da lei sembrava una vera impresa.

Prima che l'agente Hill riuscisse a controbattere, la giovane si portò con uno scatto a pochi centimetri dal suo volto. I colleghi avevano già afferrato le pistole, ma Maria con un cenno della mano li fermò: cosa aveva in mente?

Il suo viso aveva perso qualsiasi traccia di dolcezza. I lineamenti, prima morbidi, si erano induriti e i capelli avevano iniziato a scurirsi, passando dal biondo cenere a un castano chiaro.

Non c'era traccia di rabbia, ma i suoi occhi trasmettevano un'ira che il resto del corpo non manifestava: "Ciò che faccio sulla Terra non vi riguarda in alcun modo. Avete problemi ben più grossi e immediati da gestire, quindi vi conviene tornare sulla vostra nave volante perché se dovessi scoprirvi nuovamente a sorvegliarmi – e ormai dovreste aver capito che non siete in grado di nascondervi alla mia vista – non ci saranno altri avvertimenti, ma ucciderò ogni singolo agente che abbia posato il suo sguardo su di me. Chiaro?"

Senza dar tempo a nessuno di rispondere, la ragazza svanì nel nulla.

Era un'illusione. Erano stati ingannati fin dall'inizio.

Maria non si scompose. Strinse i pugni per reprimere qualsiasi emozione non necessaria in quel momento e portò una mano al trasmettitore: "Direttore Fury, l'abbiamo persa."

Nell'istante in cui l'illusione era svanita, le spalle di Kyra si erano rilassate.

Erano troppi anni che non si esercitava nelle arti magiche se non per lo stretto necessario. Thanos era restio alla condivisione, soprattutto quando si trattava di quel campo in particolare, forse pensando che il potere per cui l'aveva presa come figlia potesse venir in qualche modo alterato.

La fatica di mantenere quel fantoccio in movimento, fin da quando aveva seminato i suoi inseguitori tra la folla vicina al parco, iniziava a farsi sentire e per questo aveva deciso di concludere la faccenda in modo meno silenzioso del previsto.

Sperava di seminarli o che si arrendessero al fatto che non lei aveva alcuna importanza in confronto a quello che stava facendo proprio in quel momento Loki. Purtroppo, tra i difetti dello S.H.I.E.L.D. non poteva essere inserita la mancanza di perseveranza.

La minaccia le era uscita spontanea, come era solita concludere quasi tutti gli accordi per conto di Thanos. La paura era tra i più forti deterrenti esistenti.

"Non fidarti mai di nessuno, ma se gli eventi ti costringono ad affidarti a qualcuno, usa tutto il tuo potere e innesta in loro il terrore di te. Non oseranno contrariarti in alcun modo, figlia mia."

Gli insegnamenti del Titano le risuonavano nella mente come un mantra. Non avrebbe voluto basare la sua vita su di essi, ma non aveva alcuna alternativa: quel folle era stato l'unico a darle gli strumenti per poter sopravvivere ovunque nell'Universo.

L'unico?

Il suo sguardo si soffermò sul luogo che aveva raggiunto senza che la sua mente necessitasse di attenzioni.

Dall'ultima volta in cui l'aveva visto, il Sanctum Sanctorum era rimasto pressoché invariato. Le stesse lunghe finestre, le colonne bianche in rilievo e la pittura rosata che il tempo aveva reso pallida e inconsistente. L'unico elemento rinnovato era il simbolo sulla vetrata dell'ultimo piano. Le quattro linee si incrociavano come sempre, formando una griglia la cui utilità era puramente simbolica, ma Kyra ricordava bene il verde che le tinteggiava l'ultima volta che le aveva viste.

Il rame era stato sostituito da una qualche differente lega di metallo, ma al di là di quella piccola variazione la casa non era cambiata di una virgola.

Solo dopo vari secondi passati in contemplazione di quel luogo che per anni era stata la sua casa, la figlia di Thanos si rese conto di essere in apnea.

Espirò lentamente.

Com'era possibile che bastasse così poco per risvegliare nella sua mente ricordi di decine di anni prima?

Se in quel momento fosse stata con le sue sorelle, Nebula l'avrebbe ignorata, proseguendo la missione, ma rimanendo a osservarla a distanza di sottecchi, mentre Gamora l'avrebbe spronata a metter da parte i sentimenti e i pensieri perché la nostra mente potrà permettersi di vagare solo quando saremo al sicuro.

Thanos non avrebbe mai potuto insegnar loro una cosa simile. Gli unici sentimenti che provava riguardavano il suo scopo finale e Gamora, la sola tra le sue figlie che trattava quasi come tale. Lei non se ne era mai resa conto, ma per Kyra, che aveva ricevuto lo stesso titolo molto tempo prima, quella bimba verde fin da subito era stata diversa, speciale agli occhi del Titano folle.

Era stata proprio Kyra a insegnare alle sorelle che i sentimenti, le distrazioni, potevano solo condurle alla morte, ma ben presto aveva realizzato che non esisteva un luogo sicuro, non finché fossero rimaste sotto il controllo del padre.

Per questo si trovava lì.

Era l'unico modo per conquistarsi la libertà e aveva intenzione di lottare fino alla fine per quell'unica possibilità.

Con passo sicuro, si avvicinò al portone.

Doveva ammettere che, sebbene fossero limitati in quanto a capacità fisiche e magiche, i midgardiani non mancavano di ingegno. La nave volante su cui l'avevano portato era piuttosto sorprendente vista la loro limitatezza.

I rapporti tra i fantomatici Vendicatori, invece, non avevano fatto altro che peggiorare e ancora non aveva scatenato la sua arma segreta, ma l'avrebbe fatto ben presto.

Per sua fortuna, quella sciocca di Kyra con il suo comportamento incoerente non aveva pregiudicato la riuscita del suo piano.

Prima diceva che non avrebbe partecipato alla missione perché aveva qualcosa da fare e poi si presentava a Stoccarda senza alcuna ragione. Voleva forse spiarlo? Esser certa che non la seguisse?

A quel pensiero, Loki sbuffò. Come se a lui importasse qualcosa di ciò che faceva quella ragazzina.

Era stata una piacevole distrazione e sicuramente avrebbe insistito perché mantenesse la promessa, ma era sul suo piano originale che contava dato che, come sempre, non poteva affidarsi a nessuno per raggiungere il risultato cercato.

Per qualche attivo aveva davvero pensato che potesse diventare una sua alleata, ma era troppo imprevedibile, almeno finché non avesse scoperto cosa davvero voleva su quel pianeta. Aveva bisogno di controllarla, di poterla manipolare come solo lui era in grado di fare con chiunque.

L'unico punto debole che Kyra aveva manifestato fino a quel momento era il suo desiderio di libertà. Per ottenerla avrebbe fatto qualsiasi cosa, ma l'equilibrio che si era creato tra di loro non consentiva al dio di sfruttare quella debolezza. La sola altra cosa che forse avrebbe potuto farle abbassare la guardia erano le sue sorelle, ma anche su quel fronte Loki non aveva possibilità.

Se si fosse rivelata pericolosa o se non avesse mantenuto la promessa di cancellare i ricordi di Thanos che lo riguardavano, avrebbe dovuto eliminarla. Ovviamente avrebbe fatto in modo che la colpa ricadesse sui Vendicatori e avrebbe dovuto vincere quella guerra perché ricordava perfettamente le ultime parole che il Titano aveva pronunciato.

Dannata ragazzina.

Era più un problema che un alleato. Ogni passo verso la vittoria rendeva la sua posizione più instabile. Avrebbe dovuto rifiutare quando gli aveva proposto di far squadra in cella, alla fine avrebbe ottenuto praticamente lo stesso risultato e in modo ben più facile.

Un'ombra si mosse di fronte a lui. Erano già arrivati per torturarlo? O forse era l'agente Romanoff che veniva a chiedere pietà per il suo compagno?

Alzò il capo e vide una figura femminile con le braccia alzate e le mani poggiate sulle tempie, ma non riusciva a distinguerne del tutto i lineamenti e per di più sembrava circondata da un ambiente chiaro, soleggiato e questo non era possibile.

Un rumore lo fece fermare e il suo sguardo si spostò in direzione di esso, ma quando capì di chi si trattava s'immobilizzò, sorridendo. Gli occhi tornarono rapidi a cercare l'ombra, ma così com'era apparsa era anche svanita.

Cos'era? Un loro trucco per manipolarlo?

Poco importava. Si aspettava proprio quella visita ed era pronto ad accoglierla.

"Sono poche le persone che possono prendermi alle spalle."

Il gioco era solo all'inizio.


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Angolo Autrice

Perdonatemi!
So che vorreste uccidermi e ne avreste tutto il diritto... Sono sparita per più di un mese e per questo vi chiedo umilmente scusa, ma le vacanze mi avevano assorbita e non ho avuto davvero tempo per scrivere nulla. 
Detto questo, per farmi perdonare del tremendo ritardo (e del capitolo non troppo coinvolgente, ma necessario), sappiate che in settimana uscirà anche un secondo capitolo! 
Nel frattempo ditemi: come sono andate le vostre vacanze? Avete scritto molto, al contrario mio (o letto)? 
Cosa ne pensate del capitolo? Il punto di vista di Maria Hill volevo troppo inserirlo e in questa scena era molto pertinente, ma spero di aver reso giustizia al personaggio... Cosa dite? 
Fatemi sapere cosa ne pensate! 
Inoltre, sono lieta di dirvi che Frozen Hearts ha vinto il primo premio nel concorso Marvel Awards e il mio Thanos ha vinto il premio come miglior antagonista esistente nel medesimo concorso! 
A prestissimo e scusate ancora! 

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