15. I stand alone - parte 1
Don't come any closer,
don't even try,
I've felt all the pain
and heard all the lies,
But in my world
there's no compromise.
Un gemito sfuggì dalle labbra di Kyra, nonostante avesse tentato in tutti i modi di trattenerlo. A quel suono, le spinte di Loki si fecero più intense e profonde spingendo il tavolino su cui era posizionata la donna contro il muro, provocando un tonfo sordo e facendo cadere una sorta di cubo metallico a terra.
"Se continui così ti beccherai un'altra sgridata da Erik." La voce della figlia di Thanos era affannata, ma anche divertita dalla situazione che si sarebbe potuta ripetere.
Dopo quella mattina in hotel, la giovane si era concessa qualche altra ora di sonno per poi tornare alla base sotterranea e trovarci Loki che, del tutto ristabilito, dava ordini e predisponeva ogni cosa per il suo piano. Ovviamente si era ripreso lo scettro, ignorando del tutto le sue parole, ma Kyra aveva fin da subito notato che non lo teneva sempre tra le mani, anzi, aveva creato una sorta di piedistallo in un angolo della stanza dove lo posizionava gran parte del tempo.
Forse, pur non ammettendolo, il dio aveva capito che il discorso della donna un minimo di senso ce l'aveva. In quel momento aveva sorriso, soddisfatta del piccolo risultato ottenuto.
Non voleva perderlo di vista, per lo meno finché non le fosse stato del tutto chiaro il suo piano; in più aveva deciso quando agire per il suo scopo e fino ad allora avrebbe dovuto attendere.
Avevano finito per passare vicini molto più tempo del previsto e, seppur continuassero le frecciatine, soprattutto da parte dell'asgardiano, riuscivano in qualche modo a collaborare senza insultarsi ogni cinque minuti. Quando poi Loki concedeva qualche ora di sonno ai soggiogati, dividendoli in turni, ma comunque lasciando alcune stanze vuote, visto che certe calibrazioni e lavori poteva farli solo il dottor Selvig, erano state numerose le volte in cui si era ripetuta l'esperienza dell'hotel.
Così facendo, Kyra si rendeva conto di quanto lo scettro stesse controllando il dio e lo teneva più o meno lontano da esso in modo da mantenerlo lucido. Non era certa che l'asgardiano non si fosse reso conto del perché di quei suoi gesti, oppure se stesse semplicemente facendo il suo gioco, ma alla fine era lei ad avere il controllo della situazione e poi: perché non godersi tutti i lati positivi della vicenda?
"Quello sciocco midgardiano non oserà più rivolgersi a me in quel modo." Sebbene volesse risultare convincente e forse intimidatorio, anche il tono della voce affannosa di Loki era più simile al divertito.
Era stato decisamente assurdo vedere Erik diventare rosso in volto e urlare al dio che era un idiota perché aveva fatto cadere un pezzo importante della base per il Tesseract. Tutti si erano come congelati e persino Kyra era quasi sbiancata temendo una reazione esagerata del compagno. Stranamente lui si era limitato a ridere e affermare che se un oggetto era così fondamentale, lo scienziato non doveva lasciarlo sul bordo di un tavolo; certo, poi l'aveva incenerito con lo sguardo facendolo tornare immediatamente a lavoro, ma nel complesso era andata bene.
Buttando la testa all'indietro mentre si teneva con le mani ancorata alle spalle dell'asgardiano, la giovane si mise a ridere senza remore del fatto che nella stanza affianco i soggiogati potessero sentirla. Prima che riuscisse a riposizionare il collo nella condizione normale, delle labbra gelide vi si erano posate, accompagnate da una spinta più vigorosa, che aveva spezzato il respiro di Kyra, portandola a interrompere la risata.
Sentì distintamente Loki che sogghignava sulla sua pelle e cercò di abbassare il mento e riportare in alto il capo, ma il dio fu più rapido e la spinse dalle spalle, costringendola a sdraiarsi sul tavolo. La donna sentì la nuca sbattere non troppo violentemente contro il legno e assottigliò gli occhi cercando lo sguardo a metà tra il divertito e l'eccitato dell'uomo.
Avendo perso quella sfida, la figlia del Titano si rassegnò e mollò la presa dalle spalle dell'asgardiano, lasciando che lui le portasse le braccia sopra la testa, per poi affondare il viso sul suo petto scoperto.
Kyra inarcò la schiena, mentre sentiva distintamente quelle fresche labbra che stuzzicavano il suo seno, proseguendo quella piacevole tortura.
La sua mente era vuota in quei momenti, come se tutto quello che era e sarebbe accaduto non fosse altro che un vago ricordo. Avevano capito fin da subito di essere compatibili in quel senso, quindi perché smettere?
Un vago pensiero si fece largo in quel mare di lussuria. Aveva una missione da portare a termine e quella distrazione, per quanto piacevole fosse, sarebbe dovuta passare in secondo piano.
Il respiro di Loki sulla sua pelle cancellò quel frammento di coscienza e quando l'uomo l'afferrò per le spalle riportandola contro di sé e intensificando le spinte fino a raggiungere il limite, Kyra si liberò di quei pensieri, ancorandosi con le unghie alla pelle del dio.
A quel punto l'asgardiano appoggiò il capo nell'incavo del collo della donna riprendendo fiato, mentre lei rilassava lentamente i muscoli delle braccia, che rimasero appoggiate alle spalle di Loki.
Fu questione di qualche secondo, forse un minuto, poi la giovane sollevò la testa spostando la braccia lungo i suoi fianchi e distanziandosi così dal compagno. Non riusciva a sopportare quel contatto al di là dei momenti in cui era strettamente necessario, non c'era mai riuscita da quando era diventata una figlia del Titano.
Era anche vero che di solito era più tollerante, fingeva per lo meno di apprezzarlo per un tempo più lungo, ma normalmente i suoi patner sessuali erano sempre differenti con qualche rarissima eccezione. Loki invece da un lato era più... comodo degli altri, ma al tempo stesso quella vicinanza così prolungata con qualcuno la infastidiva. A malapena tollerava la presenta delle sorelle per periodi più lunghi, ma il dio era solo una missione, nulla di più.
Guardandolo di sottecchi, Kyra vide che la stava osservando come confuso. Non riusciva a capire il perché di quel comportamento e non poteva sapere quale fosse la vera ragione, probabilmente pensava solo che la donna non provasse nulla per lui e quindi non lo volesse vicino.
Dannazione. Il piano della giovane prevedeva che lui si fidasse e per farlo lei doveva fingere di abbassare le sue difese e quello non era di certo il modo migliore.
Scosse il capo, poco male, ci sarebbero state altre occasioni e poi ormai Loki si era voltato e rivestito, prima ancora che Kyra potesse pensare a una strategia da adottare.
A quel punto, anche lei materializzò dei nuovi vestiti, visto che quelli che indossava prima erano stati praticamente strappati dall'uomo. Un impercettibile sorriso increspò le sua labbra: se fosse stato necessario prendere delle precauzioni sarebbe stato parecchio impegnativo, vista la foga che aveva avuto l'asgardiano quel giorno, complice il nervosismo dovuto ad alcuni sottoposti che avevano deciso di smantellare un componente fondamentale.
Per fortuna la razza del dio era del tutto immune da virus o batteri, quindi quel tipo di problema era estirpato alla radice con lui, così come lo era l'altro. Con una punta di tristezza, Kyra si ricordò di quando aveva appreso quella realtà, studiando quella che era stata la storia del suo popolo.
Aveva impiegato molto tempo a metabolizzarlo, ma nel complesso ne era felice, nessuno avrebbe dovuto vivere come lei, eppure perché allora non riusciva a scacciare del tutto quel peso che le premeva il petto ogni volta che tornava alla mente a quel pensiero?
"Vado a svegliare il terzo gruppo." La voce di Loki interruppe la riflessione della donna che alzò lo sguardo e notò per un frangente gli occhi del dio posati su di lei e un'espressione simile a... preoccupazione?
No, doveva essersi sbagliata. Per quanto si aiutassero a vicenda a rimanere rilassati il più possibile e riuscissero veramente a collaborare - tanto che l'asgardiano l'aveva persino coinvolta nel piano, cosa che fino a qualche giorno prima sembrava impensabile - non era possibile che si fosse affezionato a lei così facilmente. Altrimenti sarebbe stata molto più brava di quel che credeva possibile, ma aveva imparato più che bene che era meglio sopravvalutare l'avversario piuttosto che sottovalutarlo.
Quando l'ingannatore lasciò la stanza, Kyra rilassò la schiena e le spalle focalizzando la mente su ciò che avrebbe dovuto fare. Loki le sembrava abbastanza lucido da potersela cavare, sarebbe stato il momento adatto per andarsene e cercare quello che le serviva, ma come giustificarlo?
Non si fidava, ovviamente, ma la donna era piuttosto sicura di essere nella giusta direzione. Se all'inizio credeva che per vincere quella battaglia doveva sovrastare l'asgardiano, adesso era convinta dell'opposto. Se si fosse mostrata debole, cedevole nei suoi confronti, come una normale ragazzina, allora lui avrebbe investigato meno e quindi le avrebbe lasciato più spazio di manovra.
Però Kyra doveva andarsene. Non poteva rimanere alla base e il piano di Loki prevedeva di farsi catturare dai Vendicatori. In entrambe le circostanze non avrebbe avuto modo di muoversi liberamente nella città. Thanos non sarebbe stato un problema perché sarebbe stata attenta a sentirne la presenza e avrebbe agito solo quando fosse stata sicura che la sua attenzione si fosse rivolta altrove. In più, da quel che aveva imparato, neanche per lui era così facile vedere all'interno di quelle barriere: sarebbe riuscita a cavarsela, in qualche modo.
C'era solo un'alternativa, ma quel poco di fiducia che poteva aver guadagnato l'avrebbe inequivocabilmente persa.
Scosse il capo, irritata dalla mancanza di possibilità. Era la sua unica occasione per allontanarsi veramente dal padre, sempre se avesse trovato quello che le serviva. I se e i ma erano troppi in quel piano e questo Kyra lo detestava, ma non poteva fare altrimenti e il tempo a sua disposizione si stava accorciando sempre di più.
Si rivestì e, dopo aver riposizionato sul tavolo l'oggetto che avevano fatto cadere poco prima, si diresse nella stanza in cui avrebbe sicuramente trovato il dio.
Lo trovò nel bel mezzo della sala principale, intendo a dare ordini e a definire dettagli. Sembrava così sicuro e deciso in quel momento, senza incertezze, del tutto fiducioso che il suo piano sarebbe riuscito e di aver previsto ogni possibile intoppo. Se solo fosse stato un po' meno superbo, avrebbe potuto veramente vincere quella guerra, ma, sebbene Kyra non conoscesse poi molto dei Vendicatori - al di là delle informazioni fornite da Clint - sapeva bene che gli uomini avevano l'intrinseca capacità di collaborare e diventare una forza quasi inarrestabile se la minaccia all'incolumità dei loro cari era concreta. Loki sarebbe diventato decisamente concreto.
Era rimasta fin troppo tempo appoggiata allo stipite della porta osservando le movenze del dio, così decise di attraversare la stanza e arrivare pochi centimetri dietro di lui, facendogli sentire la sua presenza e portandolo a voltarsi.
A quel punto, pronta per le inevitabili conseguenze, Kyra disse: "Io non verrò con te in questa missione."
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Angolo Autrice
Eccomi, carissimi!
Scusate per il ritardo, purtroppo l'università e i mille impegni mi hanno costretta a ritardare un po' con la pubblicazione, ma non temete, questa storia proseguirà, anche perché non siamo ancora neanche a metà!
Detto questo... come va? Avete visto Deadpool? Io sì!
Cosa ne pensate del capitolo? Kyra e Loki sono sempre sul chi vive, ma alla fine neanche loro possono fingere per sempre. L'azione tornerà, ve lo giuro, ma questi capitoli di intermezzo mi servono perché la trama prosegua e poi non ci sono molti altri "tempi morti" in The Avengers, quindi tenetevi pronti!
A breve, tra l'altro, cambierò la copertina con una nuova, fatemi sapere cosa ne pensate!
Vi voglio ringraziare perché è soprattutto merito vostro se la storia sta continuando, se voi non ci foste non credo che avrei retto fino a questo momento.
Alla prossima, carissimi!
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