Capitolo 2

L'aereo atterrò all'aeroporto di Londra in perfetto orario. Mentre tutti i passeggeri si dirigevano alla barriera per il controllo documenti, feci un sospiro. Il fatto di essere partita di nascosto mi faceva sentire in colpa, ma non avevo avuto scelta, sapevo benissimo che non mi avrebbero mai fatta partire, sapevo che si sarebbero opposti con tutte le loro forze.
-Va tutto bene?- chiese Julian posando una mano sulla mia spalla.
Annuii, sorridendogli. -Sì, ero un attimo sovrappensiero. Forza andiamo!-.
Superammo la barriera e ritirammo i nostri bagagli. All'ingresso dell'aeroporto prendemmo un taxi per raggiungere l'appartamento.
-Quanto dista da qui casa tua?- chiesi a Julian mentre il taxista si inseriva nel traffico inglese.
-Un'oretta circa; più che altro dipende dal traffico che incontriamo-.
Annuii e mi appoggiai allo schienale del sedile.
La campagna inglese scorreva sotto i miei occhi sempre più incantati man mano che proseguivamo il nostro percorso. Non avevo mai visto così tanto verde tutto insieme prima d'ora!
-La campagna inglese è bellissima!- dissi.
Julian sorrise: -Non hai ancora visto Londra! Ecco, la si può già vedere in lontananza- e mi indicò un punto fuori dal finestrino.
In lontananza la capitale inglese si ergeva in tutto il suo splendore.
Solo una volta entrati in città, tuttavia, capii cosa intendeva Julian con la frase "Dipende dal traffico che incontriamo".
La quantità di automobili, autobus e taxi era assurda, quasi più di quella a cui ero abituata; alla fine ci volle quasi più tempo a muoversi in città che arrivarci!
-Eccoci qui! Questo è il palazzo con il nostro appartamento-.
Era ironico il fatto che Julian lo chiamasse "Il nostro appartamento" mentre io lo chiamavo "Il tuo appartamento". Avevamo due idee diverse su come concepire la situazione.
Il palazzotto si stagliava verso il cielo, altissimo.
Prendemmo l'ascensore e Julian premette il tasto 20. Wow, saremmo stati un bel po' in alto!
Quando Julian aprì la porta dell'appartamento rimasi a bocca aperta.
-Vuoi fare il giro della casa?- mi chiese posando le valige all'ingresso e chiudendo la porta.
Annuii.
Il soggiorno era semplice e moderno, i colori andavano dal bianco a beige, con alcuni tratti di marrone scuro. Il divano curvo dava sulle vetrate, dalle quali vedeva il Tamigi.
-La cucina- disse Julian.
Quella era sicuramente la miglior cucina che avessi visto in tutta la mia vita!
Mobili lucidi bianchi e marroni ad angolo, elettrodomestici moderni, un frigorifero enorme. Di fronte, un semplice tavolino di vetro con quattro sedie beige. Accanto ai mobili c'era una libreria piena di libri di cucina e vasi di ogni dimensione.
-La sala da pranzo-.
Cosa?! C'era anche una sala da pranzo?! Sul serio?!
Era piuttosto grande, con un grande tavolo per almeno dieci persone al centro, in legno scuro che richiamava il colore nero delle sedie.
Le pareti erano di colore bianco panna e a lato, di fronte alle vetrate, c'era un bellissimo pianoforte a corde nero.
-Il bagno, purtroppo ce n'è solo uno-.
Purtroppo?! In quel momento avrei voluto ridere!
Era di modeste dimensioni, con due lavabi sulla sinistra, posati su un bellissimo mobile di legno. A destra c'era tutto il necessario per un bagno attrezzato, mentre in fondo, di fronte alla porta, c'era una vasca enorme, circondata da una vetrata e con le pareti intorno ricoperte di pietra.
-La mia camera-.
Era una camera semplice, nulla di troppo eccessivo. Il colore predominante era sicuramente il bianco; il letto era al centro della parete di fronte alla porta, circondato dalle vetrate. Accanto c'era un mobile per i vestiti e dall'altra parte una scrivania con delle librerie. Tutta la stanza era tappezzata di fotografie sue e di un'altra ragazza di cui ignoravo chi fosse.
-Lei è mia sorella... Scusa, non voglio parlarne ora...-.
-Va tutto bene, non preoccuparti. Finiamo il giro?- chiesi per distrarlo.
Lui sorrise e mi mostrò la stanza accanto alla sua: un bellissimo studio moderno, piuttosto piccolo. Al centro c'era una scrivania nera, con un computer; dietro di essa c'era una libreria del medesimo colore, piena di libri di tutti i generi e soprammobili. Di fronte alla scrivania c'erano due poltrone nere.
-E qui c'è la tua stanza, spero ti piaccia-.
Aprì la porta: quella camera era assolutamente meravigliosa!
Al centro della parete di fronte alla porta c'era il letto, di colore bianco e marrone; sotto di esso c'era un bellissimo tappeto peloso e alla sua destra c'era un piccolo divanetto nero, mentre alla sua sinistra un enorme arnadio grande tutta la parete di colore marrone e bianco, porta scorrevole. La parete dietro al letto era ricoperta di pietre, le quali davano un tocco rustico alla stanza.
-Julian... è... è perfetta questa stanza!- dissi addentrandomi in essa.
Lo guardai, sorridendo. -Grazie per avermi permesso di stare qui-.
-Mi fa piacere averti qui, non sei di nessun peso-.
Sorrisi ancora di più. Ero felice, ma una parte di me continuava a pensare agli amico che avevo lasciato in America.
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POV Barry

-Ehy ragazzi! Non potete immaginare la tranquillità che c'è al lavoro ora che Julian non c'è più!- dissi arrivano ai Laboratori Star.
-Immagino! Hai visto Caitlin per caso?-.
-No perché?-.
-Non è venuta oggi e non risponde nè al telefono nè al cellulare-.
Strano, molto strano.
-Vado a vedere se è a casa, arrivo subito-.
In un lampo (letteralmente) arrivai a casa di Caitlin. Una parte di me aveva paura che le fosse successo qualcosa.
Fui molto sorpreso nel trovare la casa completamente vuota. Abiti, oggetti preziosi, tutto sparito. Non poteva essere stata una rapina, altrimenti tutto sarebbe stato in disordine; sembrava quasi che qualcuno avesse tirato fuori gli oggetti per riporli da qualche altra parte, senza fretta.
Ad un certo punto, mentre ispezionavo la casa, mi cadde l'occhio sul tavolo: su di esso c'era un foglietto e riconobbi subito la calligrafia di Cait.

Caro Barry,
Ti scrivo questo biglietto perché so benissimo che appena noterete la mia assenza verrai a cercarmi a casa, ormai ti conosco bene.
Me ne sono andata, starò via per un po' di tempo. Ho bisogno di staccare dalla mia vecchia vita, ho bisogno di una pausa da tutto.
Spero mi capirete :)
Baci
                                                                  Caitlin

Lessi più volte il messaggio e lo portai agli altri. Non so perché, ma avevo la sensazione che Julian Albert centrasse qualcosa.

Note:
Lo so, questo capitolo è molto descrittivo! Chiedo perdono! 😉
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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