Questa non è un'opera finita. L'idea di questa raccolta è nata un po' per caso, dopo aver ritrovato una serie di testi risalenti a parecchi anni fa: prose, poesie e dialoghi organizzati senza un ordine cronologico predefinito. Così alcuni appariranno terribilmente banali nelle idee e nell'esposizione, altri forse più sentiti e maturi. Ma saranno tutti insieme, per tracciare forse una linea di frontiera: scorci di quando ancora non sapevo molte cose su di me, di quando tenevo segreti e vivevo la scrittura come sfogo, per amori non ricambiati e per titubanze adolescenziali, ma anche di quando mi sono trovato a un bivio, a ribaltare ogni cosa e a capire che la frontiera netta è solo quella sulla cartina geografica. Ogni realtà si fonde in un'altra, i confini tracciati da credo e moralismo sono labili, chiari solo su microscopiche grandezze di quella totalità che si prefiggono di difendere.

Questa non è un'opera finita. Continuerà a raccogliere gli scorci che mano a mano ritroverò su archivi e vecchie carte; continuerà a crescere con nuovi sfoghi, quando questi si riverseranno sulla pagina bianca.
Altro inchiostro per tracciare un confine sempre indefinito.