TITANO
"È finita, questa volta è davvero finita."
È questo il primo pensiero che attraversa la mente di Tony non appena Thanos lo trafigge con la sua stessa arma. La lama ha lacerato la sua carne, spezzato i suoi tessuti, lì dove l'armatura non ha fatto in tempo a ricomporsi. Questa mossa non l'ha prevista, l'ha colto completamente di sorpresa: come una doccia fredda, un pugno nello stomaco che gli ha tolto il respiro, oltre che la speranza. E fa male, tanto, ma il dolore che sta provando ora sulla sua pelle non è niente se paragonato alla sofferenza e alla consapevolezza di aver fallito e probabilmente deluso i suoi amici. Indietreggia barcollante, esausto, finché non si lascia cadere a terra. I suoi occhi sono persi nel vuoto mentre il Titano appoggia una mano sulla sua testa. Vorrebbe ribellarsi, ma non ha più forze. Qualcosa gli risale la gola, poi il primo colpo di tosse, il respiro spezzato e del sangue, il suo sangue, che comincia a colargli copiosamente dalle labbra.
«Hai il mio rispetto Stark. Alla fine, metà dell'umanità continuerà a vivere.» dice Thanos alla ricerca del suo sguardo. «Spero si ricorderanno di te.»
Queste parole lo colpiscono dritto al cuore, si fanno strada dentro di lui come un pugnale, gli chiudono lo stomaco in una morsa. Si ricorderanno di lui? Cosa diranno? Probabilmente che non è stato capace di salvarli, che avrebbe potuto fare di più, fare diversamente. Questo penseranno, ne è certo.
E ora sta per morire.
Da solo, su un pianeta a lui sconosciuto, lontano da casa. Da Pepper, la sua Pepper. L'ha lasciata, di nuovo, e ancora una volta non le ha dato retta, non l'ha voluta ascoltare. Se ne è andato per salvare il mondo, l'universo, ma questa volta non c'è ritorno. Ora gli è chiaro.
Abbassa lo sguardo, rassegnato.
«Aspetta.» interviene Strange spezzando il silenzio. «Risparmialo...e io ti consegnerò la gemma...»
Quella voce, incrinata, squarcia la quiete che circonda Titano, il pianeta sul quale li ha portati la navicella, il pianeta che un tempo era la casa di Thanos. Tony, sconvolto e confuso, si volta verso l'amico, ora sente di poterlo considerare tale. Vorrebbe urlare, dirgli che sta commettendo un terribile sbaglio, ma la sua voce affoga nello stesso sangue che continua a colare dalle sue labbra.
«Niente trucchetti.» intima il gigante viola.
"Sforzati, non puoi permettere che accada. Andiamo Tony, puoi farcela."
«No!»
Un grido disperato, la sua supplica si disperde come un sussurro nell'universo e non viene ascoltato. Tutto succede in pochi secondi, Strange fa apparire la gemma dal nulla e, attraverso la magia, la fa galleggiare nell'aria, finché il Titano non la afferra. Questa, come fosse una calamita, si incastra nel guanto, lo stesso maledetto guanto che erano quasi riusciti a portargli via. Ce l'avevano quasi fatta.
«Ne manca una.»
La voce di Thanos appare ancora più profonda ora che è l'essere più potente dell'universo, abissale quasi. Tony non può far altro che osservare la scena, rendersi conto che il Titano è un mostro che sta per raggiungere il suo scopo e che lui non può più fare niente per impedirglielo. Questo è ciò che gli fa più male, l'essere completamente impotente. Sa bene che per Thanos impossessarsi della gemma della mente sarà un gioco da ragazzi ora che possiede le altre cinque. Questa consapevolezza lo investe non appena un portale si apre davanti ai suoi occhi e avvolge il Titano prima che Quill possa colpirlo.
Sono soli, è sparito nel nulla.
«Dov'è lui?! L'abbiamo appena perso?» la voce del guardiano è incrinata, i suoi occhi sono lo specchio della disperazione.
Tony non parla, nessuno lo fa.
Ma tutti conoscono la risposta. Il Titano è diretto sulla Terra, combatterà contro i suoi amici che, gli costa ammetterlo, non hanno alcuna possibilità, a meno che non siano già riusciti a distruggere la gemma di Visione. Nessuna tecnologia al mondo, però, è in grado di asportare tutto quel potere senza togliere la vita al suo amico, Tony lo sa. Non pensa ad altro mentre utilizza la tecnologia che lui stesso ha ideato per ricucirsi la ferita.
«Perché l'hai fatto?»
Deve, vuole saperlo. Guarda Strange negli occhi e pronuncia queste parole trattenendo le lacrime, cercando di ignorare il dolore. La sua vita non valeva tale rischio, è questo ciò che pensa, anche se non trova la forza di dirlo.
«Siamo a fine partita ora.»
Distoglie lo sguardo e rimane immobile. Si ritrova a pensa a tutto e a niente allo stesso tempo, questo finché non ricompaiono i suoi compagni di viaggio. Un viaggio ormai arrivato alla sua fine.
La mano di Peter, colui che rappresenta per Tony la cosa, la persona, più vicina ad un figlio, si stringe intorno al suo braccio e lentamente lo aiuta a rimettersi in piedi.
Ora devono aspettare. E sperare.
«Sta per accadere qualcosa.»
A pochi metri da lui, Mantis, vicina a Quill, sussurra queste parole inquietanti con voce incrinata, che trasmette paura, inquietudine. Tony non riesce a credere ai suoi occhi quando la donna si trasforma in cenere sotto i loro sguardi.
"Cosa significa? Che diavolo succede?"
L'aria è improvvisamente cambiata, come se fosse più pesante, proprio come il macigno che adesso sente sul petto.
«Quill...»
Si voltano tutti verso quella voce. La supplica di Drax, che chiama un'ultima volta l'amico. L'uomo digrigna i denti e il dolore si palesa sul suo volto mentre pian piano inizia a sgretolarsi, soccombendo così allo stesso destino che è toccato a Mantis. Spinto da un inspiegabile impulso, Tony fa un passo in avanti, come a voler annullare la distanza che lo separa dall'ultimo guardiano rimasto, anche se non potrà impedire nulla.
«Calma, Quill.»
La sua voce lo tradisce, trasuda paura. Non lo ammetterà mai, ma sta parlando anche, e soprattutto, a se stesso. Il panico potrebbe impossessarsi di loro da un momento all'altro. Lo sente, è vicino.
«Oh mio Dio...»
In un battito di ciglia un altro dei suoi compagni si disperde nell'aria sotto forma di cenere e viene spazzato via, come le sue ultime parole. Tony è sconvolto e sà che ogni persona che perde è una parte di sé che non tornerà più. Li sta guardando morire e non sa cosa fare, non sa come aiutarli. Il suo peggior incubo si sta realizzando davanti ai suoi occhi e non può fare nulla per evitarlo.
Thanos ha vinto.
«Tony. Non c'era altro modo.»
Si volta, senza comprendere le parole di Strange. Resta in silenzio, confuso, con gli occhi agganciati a quelli del dottore fino all'ultimo. Poi, si limita a fissare il punto in cui, fino a pochi istanti prima, giaceva il Signore delle Arti Mistiche, ora scomparso proprio come tutti gli altri.
"Quando finirà tutto questo?"
«Signor Stark. Non mi sento molto bene.»
I suoi pensieri sono interrotti e, bruscamente, ritorna alla realtà. Posa gli occhi sul ragazzino, Peter. È spaventato e il suo sguardo trasmette subito questa paura anche a Tony. Solo che lui non può permettersi di provarla. Non ora.
«Stai bene.»
Una delle bugie più grandi che abbia mai detto a qualcuno, ma anche a se stesso. Queste parole lo uccidono, lentamente, ma doveva pronunciarle. Doveva farlo, per il ragazzo.
«Sei ancora- »
«Non so che mi succede. Non lo so!»
Tony si ritrova ad abbracciare Peter, ora avvinghiato a lui in un disperato tentativo di aggrapparsi alla vita. Stringe il ragazzo, si ripete che forse così riuscirà a tenerlo con sé, ad impedire ciò che teme accadrà di lì a pochi istanti. Non vuole lasciarlo andare. Non vuole farlo.
«Non voglio morire. Non voglio morire signore, la prego. La prego, non voglio morire. Non voglio morire.» singhiozza sulla sua spalla.
Le gambe di Peter cedono improvvisamente e quest'ultimo crolla a terra, trascinando con sé anche Tony, che continua a tenerlo stretto tra le sue mani.
Non lo abbandonerà.
Resterà con lui fino all'ultimo.
Nei brevi momenti che seguono, si guardano negli occhi e con quello scambio di sguardi si dicono tutto, senza alcun bisogno di usare la voce. Il dolore che sta provando riesce a vederlo riflesso negli occhi del ragazzo, occhi che agganciano i suoi per l'ultima volta.
«Mi dispiace...»
"No...dispiace a me...", pensa mentre Peter diventa cenere. Lo stringe fino alla fine e tutto ciò che gli resta di lui ora è sulle sue mani, nere e vuote come il suo corpo. I suoi occhi fissano il nulla per momenti che gli sembrano infiniti, poi si riempiono di lacrime amare. Ora può lasciarsi sopraffare dal dolore.
Sono tutti morti.
La cosa peggiore?
Lui non è morto con loro.
Nota:
Chiedo scusa per eventuali errori, correggerò tutto, ma dare vita a queste righe non è stato facile...devo ancora riprendermi dal film. Volevo scrivere questo pezzo dal punto di vista di Tony, così l'ho fatto e ho buttato giù queste parole. Presto aggiungerò un nuovo capitolo, il ritorno a casa. Spero vi si piaciuto 💞
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top