C.7. "L'intervista."

Il Sole filtrata appena dalle persiane socchiuse. Non mi ricordavo di averle tirate giù. Sentii il mio telefono vibrare.

Era Britt, me lo sentivo.Era arrabbiata con me. Ne ero sicuro al 100%.

Aprii gli occhi e spostai dolcemente il lenzuolo. Allungai una mano verso il comodino ed afferrai il telefono.

Un altro messaggio da Britt, lo ignorai e chiamai mia sorella.

Julia, probabilmente era a letto o sul divano con i nostri genitori. Era l'ultima sera che passava con loro prima di tornarsene a Boston dalla sua amica.

Erano le 7.30 a Seul, quindi a Los Angeles sarebbero dovuto essere le 23.30.

Il telefono squilló a vuoto, ma per poco.

- Dylan?- la voce rintontita di mia sorella risuonó nel mio orecchio.

-Ehi Ju...- bisbigliai strofinandomi gli occhi per la stanchezza.

-Che succede?-

-Niente. Volevo sentire la tua voce...sei con mamma?-

-No.- rispose lei, e la sentii sbadigliare. -Siamo tutti andati a dormire...ma mi hai svegliata... dimmi Campione. Che succede?-

Che bello sentirla pronunciare il soprannome che mi dava quando eravamo bambini. Mi ritornarono in mente quei bei momenti di spensieratezza. Quando non dovevo preoccuparmi di niente, quando nessuno si aspettava il massimo da me e quando potevo essere me stesso perché sapevo che nessuno mi avrebbe giudicato male. Soprattutto Julia, lei mi amava per quello che ero, e mi riteneva un grande campione.

-Niente di che, volevo sentirti e augurarti un buon viaggio di ritorno per Boston, spero di rivederti presto...- dissi lasciando in sospeso la frase, mi maledii da solo.

Lei ghignó, sentii il suo schiamazzo. -Sputa il rospo Dyl. Che succede? È successo qualcosa con Thom?-

Mi strozzai con la mia stessa saliva. Mi misi a sedere e tossii. -Julia smettila! Non è successo nulla.-

Lei rise. -Tanto lo so che è successo qualcosa. Me lo sento. Come mi sento anche che mi richiamerai per dirmelo. Ciao Dyl- disse lei tutto d'un fiato sapendo che avrei chiusa la chiamata. E così feci.

Mi alzai in piedi e presi una maglietta nera e dei pantaloni neri. Tutto abbinato con una giacca marrone chiaro.

Avevo i capelli sparati ovunque, e il viso molto assonnato per colpa del fuso orario.

Mi allacciai le scarpe e quando ebbi finito uscii dalla mia stanza dirigendomi sotto dove avrei dovuto incontrare Ki Hong e Thomas.

Ci aspettava una lunga giornata di interviste.

Ci salutamo tutti, e con il taxi ci dirigemmo verso l'enorme struttura che avrebbe ospitato l'evento.

-Perfetto. Non abbiamo ancora iniziato e ho una voglia matta di tornarmene in Hotel.- farfuglió Thomas prendendo un bicchiere di carta contenente caffè.

Feci lo stesso ed impugnai il microfono.
-Su con la vita ragazzi. Sembrate zombie.- scherzó allegramente Ki Hong.

L'intervistatore aveva appena finito di parlare che ci chiamò uno ad uno sul palco, il primo ad entrare fu Ki Hong, poi io e poi Thomas.

Ci sedemmo in questo ordine.
L'intervistatore iniziò a parlare, e tre traditrice si sedettero dietro di noi.

Percepii il telefono vibrare nella tasca e subito mi senti sprofondare.

Britt...il sol pensiero di lei mi procó un tuffo al cuore, non le avevo risposto. Probabilmente era preoccupata per me, e io la ignoravo...ma perché?
Era chiaro che tra noi ultimamente ci fossero altri e dei bassi. Da quando sul set di The Death Cure mi ha visto abbracciare Kaya è come se provasse una forma di gelosia, di paura nel perdermi...

Ma io l'amavo, erano sette anni che stavamo insieme, non potevo non amarla.
Ho capito che si è ingelosita anche del fatto di Thomas e me, che ultimamente passo molto tempo con lui, ma che ci posso fare?

Britt conoscenza da molto Thomas poiché avevano fatto insieme un servizio fotografico, lo conosceva da prima di me... eppure ultimamente Thomas sembra sempre a disagio quando lei è in circolo.

Ultimamente ero cambiato anche io interiormente, nascondevo troppe cose a Britt, e l'ho iniziato a capire da quando le avevo detto che ero in stanza d'hotel da solo, mentre al mio fianco c'era Thomas...

Le stavo nascondendo la cosa più sbagliata che avessi mai fatto nella mia vita, le stavo nascondendo il bacio tra me e Thomas.
Eppure, una cosa del genere non la riteneva tanto sbagliata; come poteva reputarla in quel modo se lo faceva stare bene interiormente?

Ed ecco un altro pensiero che lo spaventó.

Ki Hong aveva finito di parlare, e stava aspettando che io parlassi.

Presi il microfono, e cercai di sembrare naturale.

-Ehm... Hei, vorrei dare un grande abbraccio ai fans di questa saga... Ehm... È la mia prima volta qui; ehm.. - la pressione dei miei pensieri di poco prima mi fecero confondere, balbettai tutto il tempo -È bello essere qui...e niente felice di essere qui... e bho -

Guardai Ki Hing che mi sorrise, e io mi limitai a prendere il mio bicchiere con il caffè e berne un sorso.

-Hei!- esclamò Thomas salutando i fan. - È la mia seconda volta in Corea... Ehm sono venuto qui già per il secondo film. Ho passato bei tempi, e sono felice di essere qui di nuovo- percepii il suo sguardo su di me appena ebbe finito il discorso è lo guardai.

Mi sorrise imbarazzato. Gli sorrisi e lui ricambió dopodiché mi concentrai sull'intervistatrice.

Ki Hong, guardò alle mie spalle e vide Thomas, gli sorrise e,dopo un attimo, si mise a parlare con me.

-Che strana giacca- disse.

Alzai il lembo e la osservai perso nei miei pensieri.

-Hei, tutto okay?- mi chiese notando la mia distrazione.

Annuii e mi grattai la barbetta. L'intervistatrice fece una domanda a Ki Hong alla quale io scoppiai a ridere e guardai Thomas.

Aveva una giacchetta simile a me e sotto portava una maglietta bianca.
-Ne avremo delle belle.-

Lo sentii parlare mentre mi guardai i piedi, appena disse che apprezzava i fan Coreani. Gli sussurrai un "Ben Detto" e guardai Thomas.

-A proposito. Io e te non abbiamo finito il discorso.- dissi al biondo ignorando gli schiamazzi dei fan.

Thomas corrugó la fronte ma annuì. -Spero nulla di grave-

-Non comporta una Puth arrabbiata. Sta' tranquillo.- risposi sarcastico facendolo ridere.

L'intervistatrice andò avanti per più di un ora a farci domande e, appena potevo, parlavo con Ki Hong e con Thomas facendogli notare quanto fosse tranquillo il pubblico.

La giornata proseguí tutta così, interviste su interviste.

Ci fecero alcune domande sui Newtmas ma noi rispondemmo ridendoci su.

La verità? É una stupenda ship.

-Dyl,- iniziò Thomas mentre aspettammo che l'ascensore ci portasse alle nostre rispettive stanze.

-Dimmi?- risposi guardandolo dritto negli occhi e notando un bagliore strano.

- Di cosa dobbiamo parlare?... intendi quel...- mi lanciai contro di lui e gli tappai la bocca con la mia mano.

- Non lo nominare. Non qui. E non di quello. Non voglio parlare di quello.-dissi con voce tagliente.

Lui rimase immobile a guardarmi. Con una mano spostò la mia dalle sue labbra. -C'è una telecamera...- bisbiglió.

Mi allontanai di colpo grattandomi la nuca imbarazzato. -Hai ragione.- risi.

Le porte si aprirono e uscimo nel lungo corridoio.

- Ti ricordi quando eri da me? Quando abbiamo parlato della tua ragazza, Isabella. Stavi dicendo qualcosa...sulla vostra rottura, cosa volevi dire?-

Lui non rispose finchè non fummo davanti alla porta della mia stanza.

-Niente di che in realtà. è che sono stato io a lasciarla per...mmh- si interruppe. -Perchè non ricambiavo più di tanto. è poi eravamo sempre più distanti...-

Lo guardai per qualche secondo dopo di che risposi : - Come l'hai capito?-

Lui fece spallucce.- Facile. Iniziavo con l'ignorare i suoi messaggi durante il giorno.-

Mi si formò un nodo in gola. -Mmh...okay...- tagliai corto.

-Notte Tommy.- aggiunsi.

Lui sorrise e ricambiò, dopo di che si incamminò verso la sua stanza scomparendo dalla mia visuale.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top