C.3. "Piccoli Incidenti"

Dopo mezz'ora di viaggio l'aereo prese ad avere vuoti d'aria. Vidi Thomas irrigidirsi e quindi appoggiai la mia mano sul suo ginocchio, cosí da trasmettergli tranquillitá.

Sentii sfiorarmi la mano e con la coda dell'occhio vidi Thomas ritrarla subito imbarazzato, cosí tolsi anche la mia.

L'aereo atterró all'ora prevista. Cercammo di evitare i fan per non divulgare ulteriormente i pettegolezzi.
Salimmo sul taxi che ci portó dritto a casa mia.

Thomas si sistemó nella sua solita stanza al piano di sopra; e io appoggiai, una volta arrivato di sopra, la valigia sul mio letto.

- Hai fame? - gli chiesi, ma non ottenni risposta. Allora mi avvicinai alla stanza degli ospiti.

Mi limitai a guardare oltre la sua spalla, la stanza in cui l'avevo mandato, era intatta, non aveva tirato nulla fuori dalla valigia.

- Perché non hai tirato fuori nulla? - domandai.

Lui fece spallucce.
- Non ho ancora intenzione di dormire. Voglio vedermi un po' di tv.-

-Ah....Okay.- bisbigliai e mi spostai per farlo passare.

-Io credo che andrò a dormire... Ci vediamo domani. - lo seguii uscendo dalla stanza e lo vidi avviarsi verso le scale. Mi voltai e mi incamminai verso mia stanza, ma la sua voce mi bloccó.

-Dyl-

Lo guardai dritto negli occhi.

-Buonanotte- disse facendomi un sorriso affettuoso.

-Buonanotte Tommy.- risposi io ricambiando il sorriso.

Mantenemmo il contatto visivo per pochi secondi, dopo di che lui si voltó e scese le scale.

* * * * * * * * *


Mi svegliai con uno strano rumore in casa.

Mi rizzai a sedere e guardai l'orologio, erano le 3.

Scesi dal letto e mi diressi verso la porta socchiusa.
Afferrai la mazza da baseball dietro la porta e in punta di piedi uscii nel corridoio.

Era tutto buio, ma dalle scale si vedeva una piccola luce, come se ci fosse una torcia accessa.

Due voci maschili stavano parlando.

Sentii una morsa allo stomaco.
I ladri erano entrati in casa mia.

Mi feci coraggio e scesi piano piano le scale, sempre più terrorizzato, e la mazza in mano pronta a colpire. Peccato che appena arrivato sotto scoppiai a ridere per la mia stupidità.
Thomas si stava ancora guardando la tv.

- Amico. Che ci fai ancora sveglio...pensavo fossero entrati i ladri in casa talmente tieni  alto il volume!- Brontolai appoggiando la mazza al muro.

Mi avvicinai al divano, e mi resi conto che Thomas in realtà si era addormentato appoggiato al cuscino più grande, sorrisi.

Presi il telecomando da terra.
Gli appoggiai una mano dolcemente sulla spalla accarezzandola.

Aveva tutti i capelli spettinati sul viso.
Glieli scortai piano. - Tommy...ehi svegliati. - Lui non fece cenno di volersi svegliare. Così ritentai più forse.

Sta volta sobbalzó e sgranó gli occhi. Se li stropicció e con voce roca mi chiese :
- Chi è morto? -

- Morto? Tommy mi sa che ti sei perso un pezzo del film -  risi - Dai forza vai nel letto. -

Gli tesi la mano per aiutarlo ad alzarsi ma lui la rifiutó.  - Il divano è grande e comodo. Dormo qui - rispose lui sfilandosi le scarpe e sdraiandosi.

Guardai la tv.
Ormai ero più che sveglio tornare di sopra a dormire e rigirarmi nel letto non avrebbe avuto senso.
Così mi sedetti al suo fianco.
Lo stuzzicai sperando che non si rimetesse a dormire ma fu inutile, mi appoggiai allo schienale del divano senza sapere che da lì a poco mi sarei addormentato.

* * * * * * *

E pensare che fossi l'unico in grado di fare scherzi appena sveglio.
Sta volta Thomas si rivendicó per quello che gli avevo fatto la scorsa mattina.

- Buongiorno Principessa. -
La sua voce suonó troppo pimpante e sgradevole, e quello mi fece capire che qualcosa non andava.

Sbattei le palpebre diverse volte, e piano piano portai le mani al mio viso. Sapevo che c'era qualcosa che c'era qualcosa, perché sentivo di esser appiccicoso.

- Ti ho preparato la colazione...solo che mi è scivolata sulla tua faccia. - rise lui inginocchiato davanti al divano.

- COSA?! - sbraitai quando toccai qualcosa mi molto appiccicoso. Era il tuorlo del uovo, con della farina.

Mi alzai di colpo - SANGSTER! - urlai facendolo scoppiare a ridere.

Prima che potessi scagliarmi contro di lui e riempirlo di schiaffi suonó il citofono.

Gli puntai un dito contro. - Giuro sulle mutande di mia nonna che se è la Puth che si lamenta del casino ti riempio di schiaffi. -

Presi uno straccio dal cassetto e mi ripulí di quel che potevo il viso.

Non ero molto presentabile, con una canottiera bianca e dei pantaloncini corti sporchi di farina per lo più.

Sospirai ed aprii la porta, Thomas era alle mie spalle che rideva.

Come immaginavo!.
La vicina, la signora Puth, un'anziana molto fastidiosa che per ogni singolo rumore si precipitava a suonarmi alla mia porta. Era di fronte a me con le sopracciglia folte e aggrottate.

- Tutto sto casino Dario? State traslocando? Devo chiamare la polizia? Cos'é quel trucco che hai in faccia?- disse con voce pungente cercando di spiare dentro casa.

-Sono Dylan, non Dario, e no, nessun trasloco. Per sbaglio stamattina sono scivolato con la faccia dentro la dispensa. - risposi secco pulendomi ancora il lato destro della faccia con lo straccio.

-Sarà meglio per te Dario fare un po' di silenzio!-

Alzai gli occhi al cielo. - Dylan. Sono Dylan, e si signora Puth.-

Thomas rise, e io percepií la sua vicinanza, tanto da tirargli una gomitata nelle costole.

Lui si piegò in due e i capelli gli ricadettero davanti al viso.
La signora Puth colse l'occasione per guardarlo.

-Britt, Cara mia! Che ti è successo ai capelli?! Ti ha fatto male Dario?!- esclamò entrando in casa e spingendomi da parte.

Fantastico!.
Si ricordava il nome della mia fidanzata, ma non il mio. In più, aveva scambiato Thomas per lei... ghignai quando vidi Thomas radrizzarsi e la donna guardarlo scandalizzata.

- Ma tu non sei una donna!- esclamó atterrita. -Sei uno della sua razza!-

-Sono Thomas- rispose lui passandosi una mano fra i capelli e l'altra la allungó per stringere quella della signora Puth.

Lei lo guardò orribilata ed uscì di corsa. -Voi...voi siete... oh santa Maria!- urlò mettendosi le mani tra i capelli.

-Arrivederci.- dissi senza voler vedere la scenata continuare, chiusi la porta.

Thomas mi stava guardando scombussolato. -Che avrà pensato?- domandò.

-Secondo te sono nella sua testa da saperlo?- risposi sarcasticamente.

- Io credo di avere un'idea... e quella comporta un rumor su di noi molto pesante. - ghignó lui.

- Ma perfavore!- esclamai spingendolo leggermente in modo scherzoso.

Lui rise. -Comunque mi ha fatto male!.-

- Ti avevo minacciato di schiaffi. Preferisci quelli?- domandai sventolandogli la mia mano davanti.

- Sto bene così Principessa. -

- Oh, ma piantala!- ringhiai dirigendomi verso il bagno. -Vestiti, che usciamo.-

Lui annuì e corse al piano di sopra.

Con l'asciugamano stretto in mano sentii il mio telefono squillare.

Dove l'avevo messo?
Mi guardai intorno in cerca di esso, e lo trovai sul tavolino.

Lo presi in mano e risposi
- Pronto ?-

- Dylan! Che succede a casa? Perché la signora Puth era così allarmata? Che avete fatto tu e Thomas?!- La voce di Britt mi esplose nel orecchio tanto da dover allontanare il telefono.

- Perché quella vecchia rompiscatole ti ha chiamato. Come fa ad avere il tuo numero?- domandai.

-Non è pazza. È gentile e graziosa.- rispose severa lei.

- Quanto una zanzara che ti fa le fusa nell'orecchio.- scherzai. -Comunque niente. Thomas mi ha fatto uno scherzo e io ho urlato il suo cognome... la vecchia è venuta. Sai com'è... - borbottai aprendo la porta del bagno e socchiudendola alle spalle.

- Forse è meglio che torni a casa.. - bisbiglió lei malinconica.

- Ma amore... a breve io riparto e tu rimani da sola a casa... Sai che non mi piace quando stai sola.- misi il vivavoce e posai il telefono vicino al lavandino.

Aprì l'acqua della doccia e la lasciai scendere. -Ascolta ci sentiamo dopo. Devo farmi una doccia.- lei mi sussurró un "Ti amo" al quale ricambiai e chiusi la telefonata.

Mi svestii e mi infilai nella doccia dimenticandomi la porta socchiusa, e come Dio voleva il mio cane per faremi un dispetto entró in bagno e mi lasciò la porta spalancata.

-DANNAZIONE!- esclamai, mentre Thomas spuntava sul uscio della porta.

Mi coprii di colpo. -CHIUDI LA PORTA!- urlai imbarazzato.

-Non hai niente di diverso a ció che ho io Dyl- rise Thomas chiudendomi la porta.

-A posto. Scordati di uscire!- dissi chiudendo l'acqua ed uscii dalla doccia.

- Non avevo tanta voglia di uscire, a dirla tutta.- rispose lui.

Capii che era appoggiato alla porta. Mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita e mi avvicinai.

La aprii e ci trovai Thomas con le braccia incrociate.
Indossava una maglietta nera e dei jeans scuri, aveva i capelli come sempre: disordinati, ma riportati all'indietro.
Mi scrutó dalla punta dei piedi fino ai capelli.

- Sei sporco - disse allungando la mano.  Mi toccò il sopracciglio destro e lo strofinó leggermente.

- Grazie. - dissi guardandolo negli occhi e sorridendogli.

Lui ricambió senza aggiungere niente.

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