.C.16 "Un po' di felicità "
Sentimmo suonare alla porta, ed il mio primo pensiero fu "Britt, è lei." feci per staccarmi da lui, ma Thomas mi strinse più forte.
- La porta...- bisbigliai respindendolo dolcemente.
Lui si accorse della pressione che aveva fatto e mi lasciò andare imbarazzato, ma quando le sue braccia non furono più a contatto con il mio corpo una strana sensazione si diffuse in me.
Davvero lo stavo facendo? Davvero stavo andando ad aprire la porta ad una ragazza con la quale avevo probabilmente chiuso?...eppure lei mi mancava, mi mancava da morire. L'amavo veramente... ma non riuscivo ad andare verso la porta.
Fissa Thomas negli occhi e lui fece lo stesso con me, quasi scusandosi per il gesto di prima.
-Devo andare ad aprire...- dissi piano.
Lui alzò le spalle e distolse immediatamente lo sguardo voltandosi verso le foto infrante a terra pronto a raccoglierle.
- No! Aspetta! Ti farai male!- esclamai bloccandolo dal polso mentre stava per chinarsi.
Lui si voltò verso di me.
Fu una questione di secondi prima che lo avvicinai a me.
Il suonare diventò costante, ma io non riuscivo a smuovermi di un centimetro.
Alzai la mano toccando il ciuffo di Thomas e glielo riportai dietro l'orecchio scoppiando a ridere.
-Perché ridi?- mi domandò.
-Perché questo gesto... l'ho già fatto.- bisbigliai.
Passai con le dita lungo le deliniature del suo mento e salii sulle labbra.
Secche e ruvide, cosa che avrebbe dovuto non piacermi dato che quelle di Britt erano l'esatto opposto, sempre impeccabili... invece mi piacevano molto di più così.
Sul volto di Thomas si formò un ghigno malizioso e io non feci altro che sorridere.
Mi avvicinai a lui, sentendo il suo respiro accelerare e farsi sempre più possente sulle mie labbra. Eliminando i piccoli millimetri che ci separavano lo baciai, senza nessun rimpianto.
Ero sobrio, lo stavo facendo per davvero, non c'era nessuna scusa dietro.
Thomas non sembrò affatto sorpreso, anzi tutto il contrario, sembrava che lo stesse aspettando da mesi. Portò una mano tra i miei capelli e prese ad accarezzarli.
La porta suonava interrottamente, diventando molto più fastidiosa.
-Siamo occupati!- esclamò Thomas staccandosi dal bacio sbuffando.
Risi, non l'avevo mai sentito parlare così in modo aggressivo contro una persona...forse ero io che tiravo fuori quella parte di lui.
Invece che smettere di suonare, si sentì una voce che urlava : - Dario e Tommaso se non aprite la porta giuro che vi fondo le teste una con l'altra tanto da non farvele riconoscere più! -
Era la signora Puth.
Sbuffai, mentre Thomas si staccò ed andò ad aprire all'anziana.
- Tu e Tu. Fate troppo baccano. E non avete ancora iniziato...figuriamoci quando inizierete, perfavore e lo sto chiedendo gentilmente, fate piano se no ritorno qui e vedrete che il vostro problema non sarà più il coso dove va cosa ma bensì altro. Intesi Dario?-
-È Dylan. E Si intesi signora Puth. Arrivederci.- esclamò Thomas chiudendo velocemente la porta.
- Hai davvero trattato così un' anziana?- domandai sorpreso.
- Lei ha davvero nominato il "coso va dentro cosa" ? La risposta è la stessa alla tua domanda che alla mia.- rispose lui alzando le spalle.
Scoppiai a ridere.
Quell'anziana ne sapeva una in più del demonio.
Thomas si riavvicinó a me. -È San Valentino, usciamo a cercarci qualche topina?-
-Topina? L'unica topina che volevo é andata via per sempre... in più io ho già ciò che mi serve qui a casa.- risposi allungando una mano verso di lui.
Lui sembrò rimanere scioccato dal mio gesto, ma non si tiró indietro.
La prese e mi bació.
Come per magia la Puth aveva ripreso a suonare, ma sta volta la ignorammo entrambi ma per poco.
Mi staccai dal bacio guardai Thomas per un attimo negli occhi e sentii un brivido percorrermi lungo la schiena.
Chiusi gli occhi e bisbigliai:
-Vado un attimo di sopra, torno subito- dissi allontanandomi da lui.
Mi avviai su per le scale e il respiro era affannato, aprii la porta e la socchiusi alle mie spalle. Mi sedetti sul bordo del letto e mi misi le mani tra i capelli.
Avevo appena lasciato Britt e mi ero buttato subito tra le braccia di Thomas, una volta non avrei capito cosa mi stesse succedendo o forse non volevo capirlo, ma una cosa era certa. Io lo...
-Che stai facendo?- la voce di Tommy giunse alle mie orecchie.
Mi alzai di scatto e guardai con la coda dell’occhio il comodino.
-Dovevo...- balbettai
-Dovevo prendere le sigarette- dissi prendendo il pacchetto e mostrandolo a Thomas.
Lui rise e si mise il ciuffo dietro l’orecchio.
-Se davvero sei venuto qui solo per prendere le sigarette potevi chiederle a me che ti davo le mie.- disse estraendo il pacchetto dalla tasca.
Scoppiai a ridere nervosamente. Posai il pacchetto sul comodino e mi grattai il mento. Thomas si avvicinò sorridendo e con un cenno del capo mi indicò il letto.
-Ora non ti sentirai triste a dormire da solo?- chiese toccandomi il braccio.
Alzai le spalle.
-Tecnicamente la parola lasciati non è uscita dalle nostre bocche, è semplicemente una pausa finché non ci schiariamo le idee...dopotutto sono abituato a dormire da solo.- . Voltai la testa il giusto per guardarlo negli occhi, lui mi resse lo sguardo. Scorsi un desiderio tra i suoi occhi e non riuscendo a trattenermi feci un ghigno malizioso.
Vidi Thomas sgranare gli occhi
-Che c’è ?- gli domandai.
-Niente, solo bei ricordi- disse allontanandosi e grattandosi la testa.
-Che tipo di ricordi? -
-No, niente di che - disse guardando per terra.
-Stai pensando a quella sera?- chiesi immaginando.
-Forse... ma non era così bella dopotutto- mi disse con tono provocatorio.
-Ah mi prendi in giro!- .
Mi avviciai a lui gli misi una mano sulla spalla che feci scivolare piano sul braccio, incrociai le mie dita con le sue. Tutto questo successe sotto gli occhi di un Thomas spaventato. Avvicinai il mio viso al suo e con la mano libera gli accarezzai il ciuffo e continuai lungo la linea del suo mento lentamente. Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai :
-Te la ricordi bene questa parte?- senza aspettare una sua risposta continuai. -Perchè io non me la ricordo... me la fai ricordare tu?- lo vidi ridere agitato.
-Eri ubriaco quella volta ovvio che non te lo ricordi... non si puó fare-
-Preferisco provarlo da sobrio- dissi lasciandogli la mano e mettendogliela sul collo. Afferrai l’orlo della sua maglia, la presi e la strappai a metà. Sentii il suo cuore battere forte.
-Eri così timido anche l’altra volta? -gli dissi sempre con un tono provocatorio.
Thomas sorrise.
-Forse-mi rispose vago spingendomi forte verso il letto.
Io, ovviamente, inciampai sui miei stessi piedi, caso strano!
Scoppiai a ridere mentre Thomas si avvicinò al letto.
-Adesso si che voglio una sigaretta!- esclamai facendolo diventare rosso.
Lui si buttò sul letto al mio fianco, mi voltai nella sua direzione e gli misi una mano sulla guancia lasciandomi baciare. Il bacio peró sembró congelare l'imbarazzo tanto che si mise a cavalcioni su di me costringendomi a stare sdraiato sulla schiena.
-Non mi pare che la prima volta fosse andata così- dissi smettendo di baciarlo e guardandolo negli occhi.
-Ma allora te lo ricordi!-esclamò lui.
-Forse- risposi imitandolo.
Thomas mi strappò la maglietta e la lanciò in fondo al letto. Si chinò sul mio petto e iniziò a lasciare una scia di baci che piano piano diventarono morsi.
Salii sullo sterno per poi arrivare al collo. Arrivò sulle mie labbra, sulle quali prese a giocherellare. Voltai il capo e lasciai che Thomas mi leccasse i lineamenti. Guardai l’ora e sospirai.
Lui smise di baciarmi e bisbiglió:
-Che ti prende?-
-Niente e che non so come fare, dove andare...- risposi imbarazzato cercando di non guardarlo negli occhi.
Dalla finestra sentii una voce familiare urlare.
-Lo so io dove devi andare, IN CULO! Ahahahah- Thomas spaventato scese da sopra di me, per un istante mi spaventati anche io ma poi capendo il senso della frase scoppiai a ridere a più non posso.
-Ah stai tranquillo è solo la signora Puth che non si fa i cazzi suoi!- dissi io alzando la voce per farmi sentire da lei che scoppiò altrettanto a ridere.
-Forse davvero non dovremmo- disse Thomas riprendendo la maglietta da terra
Mi misi a sedere e sentii immediatamente la signora Puth rispondere al posto mio.
-Ma che cazzo dici, muovetevi!- mi alzai di colpo dal letto e chiusi la finestra e le tende.
Mi voltai verso di Thomas. E senza dire niente lo spinsi sul letto e prendendo il comando.
Lo baciai con foga, senza pensare che era la prima volta che lo provavo con una persona diversa rispetto a Britt. Sfilai la cintura a Thomas e gli tolsi i pantaloni, lui mi capovolse e mi tolse i pantaloni altrettanto. Mi ribaciò con foga e io senza riuscire a trattenermi gli feci sentire la mia presenza....
* * * * * * *
Con le mani intrecciate e vicini, ci misimo a dormire, una cosa strana ma bellissima.
Io non riuscii ad addormentarmi e lo presi a fissare per minuti, ore, non saprei dire, fino a che non mi lasciai andare anche io.
Mi svegliai di soprassalto, era l’alba. Decidendo di fare una cosa carina, mi voltai verso Thommy per svegliarlo, ma con orrore vidi che non c’era più.
Il posto era vuoto.
-Tommy- bisbigliai tirando via le lenzuola ed affrettandomi a scendere giú dal letto.
Presi le mutande e i vestiti, infilandoli di corsa.
Uscii dalla stanza cercandolo e continuando a chiamarlo.
Aprii la porta della sua stanza e come immaginavo ai piedi del letto non c’era più la sua valigia.
Corsi giù per le scale inciampando nell’ultimo gradino, ma non caddi.
Afferrai le chiavi della macchina ed uscii il piú in fretta possibile.
Mi diressi all’aeroporto guidando come un pazzo ed appena entrai mi diressi verso le imbarcazioni nonostante le guardie che cercavano di bloccarmi.
-Sono Dylan O’Brien fatemi passare vi pagherò!-
Lo scorsi in lontananza e urlai il suo nome, ma lui non si girò. Per un istante pensai che non fosse lui, ma poi capii. I fan lo chiamavano Thomas io no.
-Tommy!- urlai, mentre una guardia era pronta a buttarmi fuori con la forza.
Lui si girò, la tristezza sul suo volto era molto evidente. Lo vidi mimare “Dyl” con le labbra.
Fece un cenno alla guardia e si avvicinò.
L'uomo indietreggió lasciandoci soli.
-Che ci fai qui?- mi chiese con tono triste.
-Che ci fai tu qui?! Dovresti essere da me, hai il volo tra due giorni!-
-Lo so, l'ho anticipato, non avevo il coraggio di stare fino a dopodomani.-
-Stai rimpiangendo quello che è successo?- gli chiesi amareggiato.
Lui scosse la testa
-No non è quello. É brutto desiderarti costantemente ma non poterti avere, perché tu non dirai mai la verità su questo fatto, ed io preferisco lasciare tutto alle spalle e tornare a casa il piú in fretta possibile...-
-Non voglio deludere i miei fan... scusa Tommy, ma io...-
Thomas mi tocco la maglietta.
-Hai la maglietta al contrario...-disse sorridendo.
-Lascia stare la maglietta, non é un motivo valido... non capisco perché te ne vai così?-
-Perchè è meglio così per tutti!-
Nell’aeroporto risuonò la voce dell’autoparlante, che chiamava l'ultimo imbarco per Londra.
-Devo andare...-
-No, ti prego...resta -bisbigliai
-Mi dispiace Dyl, ti prometto che ci vediamo presto...- senza dire niente gli presi il volto, avrei voluto baciarlo ma mi fermai, non potevo in pubblico.
Lui senza guardarmi dritto negli occhi, capì a cosa stavo pensando.
Si voltò e si incamminó verso un hostess intenta ad aspettarlo.
-Aspetta Tommy- gli urlai -Promettilo- gli dissi.
Lui mi sorrise, capendo a cosa mi stessi riferendo, ma non mi rispose.
-Comunque la risposta a quella domanda che mi avevi fatto a casa tua è "Forse"- dissi io sperando che si voltasse e tornasse da me, ma lui continuò a camminare finché non sparì dalla mia visuale.
Rimasi lì a fissare il vuoto per un po’, perso in quel aeroporto.
N.A
Purtroppo siamo giunti alla fine della Dylmas, io e le altre due KiaGi0 e ela_invi
Abbiamo deciso di concludere qui, in un modo scherzoso anche la storia poichè non possiamo veramente sapere com'é andata a finire.
Ci ha veramente fatto piacere leggere commenti molto positivi e stupendi, e per questo abbiamo deciso di scrivere un altra storia. Sta volta non è per niente una fanfiction ma tutt'altro. Il titolo della prossima dovrebbe essere "Occhi Di Volpe" che prima o poi pubblicheremo qui❤ Grazie per l'immenso supporto, siete fantastici!
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