CAPITOLO 18
Soraya
Lo osservo sorseggiare il vino dal calice e rifletto, questa è una parte diversa di lui, che penso stia cercando di mostrarmi.
Da criminale a uomo d'affari, ridacchio.
Gira il volto e mi blocco alla freddezza del suo sguardo <<per cosa stai ridendo? >> il mio sorriso scompare, ora sono titubante.
<<Stav-stavo pensando che sei un ragazzo>> mi fermo quando il suo sguardo se è possibile diventa ancora più gelido<<uomo>>mi corregge, mi schiarisco la voce <<un uomo dalle mille sfaccettature>> continua a guardarmi <<maschere>> <<come? >> <<maschere non sfaccettature >> porta il calice alla bocca e beve un sorso di vino, deglutisco.
<<Mi si fissò invece il pensiero ch'io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m'ero figurato d'essere>>rabbrividisco, recita memoria delle frasi in una lingua di cui conosco a malapena due parole, l'italiano.
<<Come? >> le sue labbra si aprono leggermente in un piccolo sorriso, sospiro perché quest'uomo sembra un sogno erotico, appena mi rendo conto di quello che ho pensato balzo in piedi, <<non credo di aver capito quello che hai detto >> gira lentamente il vino nel bicchiere, <<una maschera quella che vedo io, mille quelle che vedono gli altri di me, nessuna perché nessuno mi potrà mai vedere come mi vedo io>> lo fisso, e un altro brivido mi percorre la schiena, quest'uomo è...maestoso e inquietante.
<<Ora hai intenzione di sederti? >> annuisco, cala il silenzio ma ciò non sembra disturbarlo.
<<Cosa stiamo aspettando? >> <<La cena>><< questa è casa tua? >> <<si>> mi guardo intorno mentre il camino acceso scoppietta, sono così curiosa di vedere questa casa, dall'esterno è enorme e da quel poco che ho visto da quando sono entrata posso confermare la mia prima impressione, anche se per ora ho solo guardato di sfuggita il garage che era tutto buio, l'ingresso secondario e questa sala da pranzo che per quanto sia bellissima penso sia una stanza utilizzata per gli ospiti così che la vera casa non venga vista, tutto ciò mi destabilizza, sembra quasi che lui non voglia svelare la sua vera casa, proprio come non vuole svelare se stesso.
Probabilmente all'interno di queste mura ci sono custoditi molti segreti e ricordi personali.
<<Cosa mangeremo? >><<Cibo>> continuo a fare domande rompendo il silenzio, <<Soraya>> mi fermo, <<vieni qui>> non è una domanda la sua, né un'affermazione, è un ordine <<ora>> le mie gambe hanno deciso di avere vita loro, muovo la sedia all'indietro lentamente e mi avvicino al suo posto, quando sono a pochi centimetri da lui con un gesto veloce e forse anche un po' troppo brusco, mi prende per il polso e mi strattona facendomi sbilanciare in avanti, dandogli così la possibilità di spostare le sue mani sui miei fianchi e farmi sedere sulle sue ginocchia.
<<Finiscila di parlare, e goditi il silenzio >> <<non voglio il silenzio, voglio che mi reciti ancora qualcosa come prima>> lo guardo <<in italiano>> specifico.
<<Amor, ch'a nullo amato amar perdona>>sussurra, <<ancora>> sospira
<<mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona >> ora è il mio torno di sospirare, anche se per un motivo diverso dal suo <<ancora>>
<<Amor condusse noi ad una morte,
Caina attende chi a vita ci spense>> chiudo gli occhi e mi abbandono sul suo petto, lo sento irrigidirsi, ma dopo poco sembra abituarsi a me, e torna a rilassarsi per quanto gli sia possibile, so che ha parlato di nuovo in italiano, e che era un pezzo della Divina Commedia di Dante perché l'ho studiato a scuola, ma non riesco a ricordare altro.
<<La cena è servita >> una signora entra nella sala, e porta con sé un carrello tipo quelli degli alberghi, cerco di alzarmi in imbarazzo ma due mani mi fanno di nuovo sedere.
L'odore che c'è ora nella sala è squisito, il mio stomaco brontola e mi muovo un imbarazzo sulle sue gambe, <<ferma>> la sua voce è bassa e roca, mi immobilizzo mentre la signora prende i piatti e li posa sul tavolo davanti a noi, mi sporgo in avanti per vedere cosa c'è sopra e i miei occhi si illuminano, il mio gesto però fa scattare una mano tatuata che subito mi si posa sulla pancia e mi tira indietro <<non volevo scappare questa volta, volevo solo vedere da dove veniva questo profumino>> <<meglio >> lo sento borbottare, <<grazie Olivia>> solo ora mi accorgo che la signora ha messo tutti i piatti in tavola, e rimango a bocca aperta quando vedo tutte le pizze che ci sono, <<non bastava quella che avevo ordinato io? >> mi guarda senza parlare, <<so che probabilmente non è all'altezza di queste, ma non si butta il cibo >> <<probabilmente l'ha mangiata Paul, dopo due minuti dal nostro arrivo >> sorrido soddisfatta che il cibo non sia andato sprecato, <<bene allora ora possiamo mangiare noi>> gli scappa un piccolo sorriso, <<serviti pure >> <<certo se solo mi lasci andare, così possiamo mangiare entrambi >> <<no>> <<non ho capito >> <<ho detto N O>> marca bene le lettere.
Rassegnata e affamata metto nel piatto ogni varietà di pizza, e inizio a mangiare forse un po' troppo come un maialino perché all'improvviso mi fermo e noto che lui mi sta guardando con un luccichio negli occhi, <<vuoi? >> non risponde così avvicino un pezzo di pizza alle sue labbra, che lui con estrema lentezza apre e morde un pezzo della fetta, <<buona? >> annuisce brevemente, la cena va avanti così io che gli faccio qualche domanda, lui che ogni tanto si prende una fetta di pizza e la mangia e tutto ciò succede mentre non smette un attimo di guardarmi.
Quando tutto è sparito dai piatti, mi lascio andare a un sospiro felice.
Non so bene chi sia quest'uomo, e non capisco nemmeno l'effetto che ha su di me, ma posso dire per certo che proverò a godermi ogni attimo, come non ho mai fatto in vita mia.
Buongiornoooo e buon anno nuovo🤍
Come state?
Scusate l'attesa ma finalmente sono riuscita a pubblicare 💞
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top