9- Fantasy

Correva, correva disperatamente all'interno della foresta cercando di allontanarsi dai passi che sentiva sempre più vicini alle proprie spalle. Stava scappando da loro da ore, ma ora che era nel suo elemento sentiva di potercela ancora fare, doveva solo riuscire a raggiungere il cuore della foresta, allora sarebbe stata definitivamente al sicuro.

Helina, come elfo non ancora adulto, non aveva ancora acquisito pienamente i suoi poteri, per questo per poter fuggire dai Cacciatori le era necessario raggiungere la Grande Quercia che fungeva da protezione per tutto il suo popolo e che si trovava nel centro esatto della foresta.

Quella degli elfi era una popolazione pacifica, amante degli scherzi e della vita all'aria aperta, vissuta in simbiosi con la natura. Ad ognuno di loro, da piccoli, veniva assegnato un Guardiano, un animale che cresceva con loro con il compito di seguirli e proteggerli da qualsiasi minaccia.

Molti elfi, terminata la grande guerra, iniziarono a vivere in mezzo agli umani, nelle città dove la presenza della natura era più forte per poter, in caso di attacco, trovare la salvezza in essa. Iniziarono a confondersi con gli umani, assumendo le loro abitudini e i loro comportamenti per riuscire a confondere i Cacciatori.

Fin dalla notte dei tempi da quando esistevano gli elfi, loro nemici erano i Cacciatori, umani a conoscenza della loro esistenza e che ne portavano avanti il genocidio nel tentativo di evitare ciò che un'antica profezia aveva predetto: la distruzione del mondo ad opera di uno di loro.

Dopo millenni di continue guerre la popolazione mondiale di elfi si era drasticamente ridotta, raggruppandosi in comunità sempre più piccole, scomparendo da moltissime nazioni per trasferirsi in America, dove c'era la minor concentrazione di Cacciatori.

La vita era ricominciata tranquilla lontana dalla paura degli attacchi dei nemici, le comunità avevano ripreso ad ingrandirsi, dando maggiore libertà ai figli sapendo che il pericolo era lontano. Negli ultimi anni però, molti gruppi di Cacciatori erano venuti a conoscenza dell'ubicazione esatta di alcuni dei villaggi elfici ed erano in attesa del momento migliore per attaccare.

Helina viveva a San Francisco da quando era nata, tuttavia, in quindici anni di vita, non aveva mai dovuto ricorrere alla protezione della Quercia né si era mai trovata in pericolo come in quel momento. Continuava a correre verso il centro, percependo sopra di lei la presenza rassicurante di Arista, l'aquila che fin da piccola la proteggeva.

Quando vide da lontano la chioma della Quercia cercò di aumentare la velocità per poterla raggiungere più in fretta. Era a soli duecento metri ed era ormai sicura di potercela fare, volse leggermente il viso per poter vedere dove fosse il suo nemico così non si accorse di una pietra davanti a sé sulla quale, inevitabilmente, inciampò.

Si ritrovò col viso immerso nella terra umida della sera ed una caviglia dolorante che le impediva di alzarsi e riprendere a correre verso la sua unica salvezza. Cercò di farsi forza sulle braccia per trascinarsi avanti strisciando sul suolo, ma inutilmente.

Pochi secondi dopo, sentì alle sue spalle la presenza del Cacciatore che la osservava in silenzio. Sapendo di non avere alcuna speranza si raggomitolò su stessa, attendendo il colpo finale. Non sentendo alcun rumore alle sue spalle si girò, per capire cosa stesse accadendo.

Quello che vide la paralizzò totalmente: Gabriel, il suo Gabriel che la osservava con due occhi iniettati di odio e rancore, in attesa di colpirla.

- Tu... tu sei uno di loro? -

- Non si capisce Heli? - chiese con fare ironico - Credimi aspettavo da tempo questo momento, per potermi rifare di tutto quello che mi hai fatto passare. -

-Tutto quello... pensavo stessimo bene insieme. -

- Stare bene? Ma come credi sia possibile con un elfo. Voi siete la feccia della terra, la parte peggiore di questo pianeta, per questo dovete essere annientati. -

Lo osservò incredula che fosse veramente lui a dire quelle orribili parole sul suo popolo. Iniziarono a scendere silenziose delle calde lacrime dai suoi luminosi occhi gialli, che lentamente si scurivano sempre più.

- Se pensi veramente ciò che hai detto allora uccidimi, uccidimi! Perché sei qui a parlarmi se il tuo unico scopo è quello di sterminare la mia razza?! -

Le si avvicinò lentamente, non staccando mai i suoi magnetici occhi verdi da quelli gialli dell'elfo.

- Non adesso, piccola Helina, ma presto. Molto più presto di quanto tu possa pensare ci incontreremo ancora, allora, ma solo allora, sarò più che felice di ucciderti. A presto. -

Lo guardò allontanarsi lungo la direzione da cui era venuto e sopraffatta da tutte le emozioni che l'avevano investita, svenne.

Gli era pianto il cuore vedendola in quelle condizioni a causa sua, ma non poteva fare altrimenti. L'amava con tutto se stesso ma non poteva in alcun modo farglielo sapere. Doveva farle credere di averla ingannata, tradita, era l'unico modo per tenerla lontano da lui e permetterle di salvare la Terra.

Aprì il portone del condominio dove risiedeva al momento e raggiunto il suo appartamento si diresse subito verso la camera da letto, per trovar conforto dalle sue pene nel sonno.

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