Chapter 9.
I giorni seguenti, Natasha notava in Mia la solita freddezza, ma questa volta poteva benissimo percepire un velo di tristezza su quei suoi occhi cerulei.
Si ripeteva più volte di non dover intromettersi negli affari di sua sorella, ma quando le sfuggiva qualche domanda, la gemella declinava la risposta e cambiava discorso.
Tutto ció le sembrava strano e inusuale, come la situazione attorno a lei e il ritorno del famoso cannoniere della Raimon, Axel Blaze.
Contro la Epsilon, in quel momento attuale squadra di punta dell'Alius Academy, l'aiuto delle due gemelle era stato irrilevante, come tutta la Raimon in generale.
Ma poi, questo ciuffo platinato aveva fatto il suo ingresso in campo, con il numero dieci stampato sulla maglietta e la sicurezza di un leone, mettendo K.O in meno di quindici minuti gli avversari.
Inutile dire che Natasha rimase letteralmente affascinata dal ragazzo, che le scambió soltanto qualche occhiata di soppiatto.
«Nat, noi andiamo a fare una passeggiata, vuoi venire?» le chiese cortesemente Celia facendola destare dai suoi pensieri.
«Non mi va.» concluse, tornando a guardare l'orizzonte davanti a se, in cima a quella collinetta. Voleva imprimere nella sua mente quel posto magnifico e rilassante vista l'imminente partenza.
Le cuffie con la musica al massimo l'aiutavano a rilassarsi, e per la prima volta era in completa solitudine. Solitamente affianco a lei vi era Mia, ma era andata da qualche parte nella cittadina, sotto insistenza di Nelly.
Era strano a pensare le due gemelle Collins divise, persino a scuola frequentavano gli stessi corsi per rimanere una accanto all'altra.
Farsi nuove amiche era un pretesto molto importante per Natasha fino a poche settimane prima, ma adesso che sentiva la mancanza della sorella, cambió del tutto i suoi ideali.
Erano sempre state Mia e Natasha. E non solo Mia, o solo Natasha.
Erano sempre insieme.
«Disturbo?» queste parole arrivarono ovattate alle orecchie della corvina, visto la musica ad alto volume.
Tolse una cuffia disinvolta, quasi contro voglia, ma quando i suoi occhi incontrarono le due pozze color cioccolato di Axel, la sua espressione cambió drasticamente.
«N-no.» rispose, completamente colta alla sprovvista quando il cannoniere giallo-azzurro si sedette di fianco a lei, ammirando il cielo tingersi dei classici colori del tramonto.
«Come mai stavi qui da sola?» chiese lui. «Le ragazze sono andate a fare un giro...» continuó.
«Avevo voglia di starmene tranquilla.» sorrise a quel volto pallido circondato dai capelli chiari, mentre quest'ultimo le riservava uno sguardo un po sorpreso.
«Pensavo fosse l'altra Collins la gemella solitaria.» rise tra se e se Axel, mentre rivolgeva i suoi occhi scuri verso l'orizzonte.
Natasha guardó per un momento il biondo di fronte a sè: non sapeva come interpretare l'espressione in quelle sue due iridi color caffè, nè se fosse venuto da lei soltanto per indagare su sua sorella.
«A volte le persone ci confondono...ma poi notano subito Mia e allora me ne resto in disparte.» cominció a giocherellare con i fili d'erba sotto il tessuto dei suoi pantaloni, abbassando lo sguardo sentendo quello pesante di Axel su di lei.
«Non sempre.» sibiló il ragazzo e Natasha sentii un improvviso calore invaderle le guance. Incorció i suoi occhi celesti con quelli di lui, ma ancora una volta, non riusciva a decifrare niente su quel viso leggermente abbronzato.
«E tu? Come mai hai lasciato la Raimon?» chiese, colta da una leggera curiosità e un pó per deviare il discorso, che si era stranamente fatto imbarazzante.
«È una storia un pó lunga...» ammise con un leggero cipiglio sul viso, che fece subito capire alla corvina di aver fatto la domanda sbagliata nel momento sbagliato.
Per alcuni tratti Blaze le ricordava Mia: introverso, freddo e quasi insepressivo e taciturno. Eppure, qualcosa in quel tono e aspetto severo e autoritario l'attraeva, fin da quando vedeva il biondo giocare in tv al Football Frontier.
"Scusa" avrebbe voluto dirgli. Ma dalla sua bocca non uscì nulla, era completamente immersa a fissare il ragazzo che continuava a guardare il Sole attraversare l'orizzonte del mare, fino a poi scomparire.
Gli occhi del cannoniere platinato che incontravano il colore aranciato del sole creavano un mix di sfumature in quelle sue iridi ombrose.
Avrebbe potuto fissarlo per ore.
E quando meno se l'aspettava, anche Blaze si voltó e tornó a rifissarla, ma lei fu troppo codarda e riportó lo sguardo a terra.
Forse stava per dirle qualcosa, ma il loro piccolo siparietto fu interrotto da quasi tutta la squadra che, stanca per gli allenamenti, stramazzó a terra di fianco a loro a fissare lo spettacolo per un'ultima volta.
Non avevano parlato per chissà quale tempo, ma anche solo per quelle piccole parole e frecciatine erano bastate per far ritornare il sorriso alla Collins.
«Vado a vedere dove si trova Mark.» disse di punto in bianco il ragazzo che, alzandosi, si pulii dai ciuffi d'erba sulla cosce. «Speró potremo riparlare Natasha.»
«S-si a-anche io.» balbettó, mentre sul viso di lui si formava un sincero sorriso, prima di voltarle le spalle e cominciare a camminare.
Non ebbe tempo di pensare ad altro se non che, il suo nome, detto da quelle labbra, suonasse così bene.
-
Mia adorava l'atmosfera che riusciva a crearsi quando sul piatto mare cominciavano a riflettersi alcune stelle.
Poteva rimanere incantata a fissare quel paesaggio per sempre, ma Nelly la risvegliava ogni qual volta si soffermava.
Avevano camminato davvero tanto, mentre scambiavano qualche parola e guardavano alcune vetrine di quel piccolo paese marittimo. Era la prima volta che la Collins si sentiva davvero a suo agio, ma nella sua testa rimbombava l'eco di soltanto un nome: Xene.
Ogni qual volta pensava a quelle parole e quall'ultimo bacio in lacrime, le si formava un groppo alla gola tale da fargliela bruciare.
Nelly aveva quasi, anzi, sicuramente, capito che qualcosa nell'animo di quella ragazza non andasse, ma ricordandosi della cattiva condizione del padre decise di non interferire e per una volta di farsi gli affari suoi.
«Dovremmo ritornare, comincia a fare buio.» ammise la rossa e la Collins acconsentii.
Cominciarono a camminare sulla strada del ritorno, ma quest'ultima aveva la costante sensazione di essere osservata.
Camminó più velocemente, venendo continuamente richiamata da Nelly, ma poco le importava.
Proprio quando meno se l'aspettava, vide un qualcosa che le fece tremare le gambe.
Una chioma rossa. Pochi passi più avanti, una chioma rossa camminava verso di loro, ma era troppo lontano per poter capire di chi si trattasse.
Cosa doveva fare? Di fianco a lei c'era Nelly, e certamente si sarebbe posta non poche domande se sapesse che lei aveva baciato uno dei più spietati nemici della Raimon.
Si morse le labbra rosee e carnose, ma continuava ad andare avanti.
Quando fu talmente vicina da poter vedere le piccole lentiggini sul viso di quello sconosciuto, Mia capii che non si trattasse di Xene.
Riprese a respirare e in quel momento capii anche che, del pensiero di quel ragazzo all'apparenza perfetto, non se ne sarebbe liberata molto facilmente.
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