Chapter 9.2

Il vicinato era ormai buio, tutte le luci delle case erano spente e il silenzio era padrone di quella piccola stradina di periferia.
Vi erano solo i pali della luce a illuminare l'asfalto, ma in fondo, si poteva notare ancora un flebile bagliore di un'abitazione.
Difatti, la stanza da letto di casa Foster era ancora rapita dalla luce delle due abat-jour.
Mia stava sul letto, immersa nelle scartoffie, mentre Xavier si faceva la doccia dopo una giornata di lavoro estenuante.
Neanche si era accorta che il fidanzato fosse uscito dal bagno, fino a quando non sentii i suoi capelli umidi pizzicarle le spalle e le sue braccia cingerla da dietro.

«Andiamo a dormire.» le intimó, lasciandole una scia di bacia dalla clavicola fino al collo.
La corvina si beó di quel gesto affettivo, lasciando perdere quell'enorme pila di fogli che in comune avevano soltanto un soggetto: il Quinto Settore.
Da mesi ormai Xavier e Mia erano entrati in quella che a Mark e Jude piaceva chiamare 'La rivoluzione.'
Stava andando contro sua sorella, contro la su stessa famiglia per la seconda volta nella sua vita; non si dimenticherá mai l'esperienza con l'Alius Academy, e questo lo sapeva perfettamente anche il rosso.
La ragazza si stese sul letto, lasciando che il fidanzato continuasse a torturarle il collo di baci.
Portó le mani tra i capelli setosi e ancora umidi di Xavier, mentre questi non lasciava andare il corpo di Mia, stretto fra le sue braccia.
Quel momento intimo e privato, fu destato da un rumore di vetri rotti che provenì dal piano sottostante. Il ragazzo dalla chioma cremisi scattó in ginocchio sull'attenti, mentre lei si posizionava sui gomiti, entrambi a fissare la pirta aperta, come se qualcosa, o qualcuno, dovesse far capolino dal'uscio da un momento all'altro.

«Cos'è stato?» sussurró la bruna.

«Rimani qui.» le intimó il fidanzato. Scese dal letto e scomparii dietro la porta, senza prima di aver brandito fra le mani il primo oggetto appuntito che trovó: un soprammobile di ceramica comprato in uno dei tanti viaggi della coppia, prima che nascesse la piccola Youka.
Mia non stette a sentire il proprio ragazzo e dopo un momento di esitazione anche lei si fiondó al piano di sotto, non trovando alcuna traccia di Xavier.

«Xav?» lo chiamó, sibilando appena.
Sentii una mano sulla spalla e sussultó, lanciando un grido acuto e spaventato; dall'altra parte del locale il rosso fece capolino dalla cucina, fiondandosi in salotto.
La ragazzi era girata verso quella figura incappucciata, non brandiva alcuna arma e sentii il suo corpo perdere qualche battito: almeno non le avrebbe fatto del male.

«Chi sei?! Che ci fai in casa-» si ammutolì, quando l'individuo si levó il tessuto che le copriva il viso, rivelando un ammasso di capelli corvini disordinati.

«Natasha...» Mia non seppe come reagire, mentre la mano di Xavier stringeva saldamente il polso della fidanzata.
L'ezpressione di stupore, peró, subito si tramutó in rabbia e rancore; e dopo aver dato uno strattone al ragazzo, la gemella si scaglió su Natasha, spintonandola e inveendole contro.
Il fidanzato non fece nulla per fermare la sua compagna, rimase a guardare la scena, mentre lei spediva alla sorella parole come "Esci da casa mia!" o "Non ti voglio più vedere!"
Anche la gemella Collins a cui venivano dette queste frasi stava in silenzio, lasciando che Mia scaricasse su di lei il suo furore e il rancore che portava dentro.

«Sorella, ti prego!» esordii poi Nat.

«Non mi chiamare in quel modo!» urló l'altra, per poi sussurrare: «Io non sono più tua sorella.»

«Ah, davvero?» Sbottó di rimando, senza lasciarsi prendere dalle ferite provocate dalla voce della sorella. «Se io non lo fossi più non sarei qui.»

«Che. Cosa. Vuoi.» scandii bene la corvina, mentre Xavier posó la mano sulla spalla. Anche se flebilmente, il gesto del fidanzato la calmó.

«Voglio metterti in guardia.»

«E da cosa?»

«Dal Quinto Settore.»

Sotto gli occhi sbigottiti della gemella e del rosso, Mia scoppió in una risata isterica, piegandosi sulle ginocchia.
Le lacrime che le bruciavano negli occhi peró la tradirono miseramente.

«Vuoi dirmi» riprese fiato, con ancora un sorriso maniaco stampato sul volto. «Che vorresti metterti in guardia dal Quinto Settore? Tu? L'Imperatrice?» un'altra risata si fece spazio nel locale, mentre Xavier cercava in tutti i modi di richiamare la compagna a calmarsi e a smetterla.

«Mia.» provó Natasha.

«Zitta!» urló, incredibilmente seria. «Renditi meno ridicola.»

«Potremo provare ad ascoltarla.» finalmente anche dalla bocca di Xavier uscii qualche suono. «Ma sappi, Natasha, che se io e Mia venissimo a scoprire che tutto questo non è altro che una trappola, uscirai dalla nostra vita.»

«E per sempre.» aggiunse la corvina, guardando nei simili occhi cerulei della sorella. Questa deglutii e annuii appena.

«Non è un trappola e...» sospiró. «Nessuno dovrà mai sapere che sia venuta qui. Nemmeno Axel.»

«Hai la nostra parola.» Mia invidiava l'estrema calma del compagno a fianco a lei, che non lasciava trapelare le sue emozioni. Anche lei una volta era così:
Pacata, calcolatrice, quasi apatica, ma da quando ha conosciuto Xavier tutto è cambiato.

«Il Quinto Settore è venuto a sapere della vostra cospirazione contro esso, insieme alla Raimon». disse Natasha, sistemandosi i capelli da un lato.

«Immaginavamo potessero saperlo.» si calmó improvvisamente Mia.

«Non è tutto...» sospiró la corvina, mordendosi il labbro.

«Che c'è di altro?» aggiunse Xavier.

Natasha stette zitta, indecisa se parlare o meno.
O forse non stava semplicemente trovando le parole.

«Allora?» la incitó il rosso, ma dalla bocca rosea della ragazza non uscii nulla.

«NATASHA!» urló per l'ennesima volta Mia e la gemella sembró destarsi dal suo stato di trance.

«È che...» l'ennesima pausa, susseguita da un corto sospiro. Chiusegli occhi come per prendere coraggio, e poi li punto sulla coppia di fronte a lei.

«Penso vogliano usare vostra figlia Youka per...incitarvi ad abbandonare questo piano.» butto tutto fuori come una bomba a orologeria. Senza pensarci troppo, senza abbassare la voce.

«Vogliono toccare mia figlia?!» La sorella fece un passo avanti verso l'altra, che indietreggió appena, puntando le braccia sul ventre a coprirlo.
Fu questo che fece fermare la gemella Di Natasha, quel piccolo e inutile particolare che non le passó inosservato.
Inarcó le sopracciglia, e il fidanzato dietro di lei sembró accorgersi dello stesso dettaglio.

«Nat...» sibiló flebile Mia, saettando gli occhi di Xavier all'interpellata. «Non dirmi che...»

«Si.» la bloccó subito, lasciando la frase a mezz'aria. «Sono incinta anche io Mia.»

E quelle parole, Xavier fece cadere il soprammobile che ancora teneva in mano, facendolo cadere a terra in un tripudio di mille pezzi di vetro.

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