Chapter 18.
Mia e Xene si scontrarono per l'ennesima volta, con la palla che batteva su entrambi i piedi in una folle battaglia a colpi di calci.
Non si guardarono in faccia, mai.
Ormai le caviglie della corvine erano segnate dai tacchetti di metallo dell'avversario, così come quelle di Natasha, che non accennava a cedere ai tentativi di Bellatrix di sminuirla e rubarle palla.
Nel lasso di tempo che intercorre per posizionare la palla in calcio d'angolo, Mia si avvicinó alla gemella, che era intenta a fissare il tabellone che segnava il seguente risultato: 3-3.
«Come potremo superarli?» domandó Natasha, accortasi che l'altra sorella fosse vicina a lei.
«Come abbiamo sempre fatto.» rispose secca, afferrando poi gentilmente la mano della bruna con i capelli legati in una coda. Strinse le dita affusolate fra le sue. «Insieme.»
Sul viso candido si formó un lieve sorriso, prima di sentire il fischio dell'arbitro che segnava il calcio d'angolo.
Un membro della Genesis calció il pallone, che arrivó sui piedi di Bellatrix; chiamó il suo nome, prima di lanciare la palla a Xene, che si ritrovó subito davanti alla porta.
Natasha scattò in avanti, andando a proteggere la porta prima che il rosso e sua sorella potessero eseguire la loro tecnica.
«BARRIERA DI NEVE!» una coltre di neve si elevó dietro la ragazza, andando a scagliarsi poi sui due giocatori.
La palla scivoló dunque indietro, proprio sotto al naso di Axel che successivamente si mise a correre verso la porta avversaria.
«Non passerai!» Bellatrix era arruvata a pochi centimetri da lui, bloccandogli l'avanzata.
Il capocannoniere saettò lo sguardo intorno a sè; Jude e Shawn erano placcati, così come la sua ragazza rimasta dietro di lui. Vide poi un ammasso di capelli corvini scattare di fianco a sè e senza proferir parola, con un colpo di tacco passó la palla a Mia.
Lei la ricevette senza alcun problema e riprese a correre a ritmo costante, fino a quando, quasi a centrocampo, l'ultima persona che avrebbe voluto si presentó davanti a lei.
Ancora una volta, nessuno dei due spiaccicó parola.
La Collins cercava di dribblarlo, scostarlo, spingerlo via, ora il suo unico problema era arrivare in area di rigore.
«Non voglio combattere con te Mia!» sibiló Xene, senza distaccare la sua attenzione dalla palla sotto di se.
«Io sì!» diede una forte spallata al ragazzo, che, forse per lo stupore della sua risposta o per stanchezza, molló la presa sul pallone.
La ragazza, peró, si pentii subito della sua risposta; dopotutto, Xene la amava e lei amava lui.
Il pensiero di doversi separare la stava divorando dall'interno e ció non le fece notare Bellatrix, che si era affiancata a lei.
«Non hai ancora finito questa sceneggiata, Collins?!» sbraitó, prima di entrare in scuvolata e falciarla di netto sulla caviglia.
Il dolore era comparabile ad un'ascia che si scaglia sulla tibia.
Mia cadde a terra, picchiando anche la testa e la spalla, rimanendo rannicchiata in posizione fetale e la caviglia stretta fra le mani.
«Ma che fai?!» Urló Xene alla turchese.
Si avvicinó alla gemella Collins, ma fu subito bloccato da Natasha.
«Toccala ancora una volta, e giuro che non uscirai da questo stadio con le tue gambe.» ringhió contro al capitano della Genesis. Lui rimase interdetto, con occhi e bocca spalancati a fissare la ragazza mentre si avvicinava alla sorella.
Era quello che gli altri provavano per lui? Lo odiavano? Ma se allora l'Alius Academy e i membri sono visti dalle altre persone come nemici, come poteva pretendere suo padre di esercitare il potere?
Tutti i tasselli del folle piano del Sign.re Schiller stavano cadendo a pezzi sotto gli occhi del povero Xene.
Guardó Mia rialzarsi barcollando, per poi cadere fra le braccia di Natasha; si scambiarono una veloce occhiata, ma poi gli occhi del rosso furono catturati dalla caviglia della ragazza: era rossa, visibilmente gonfia e in alcuni tratti un grosso ematoma si stava espandendo.
«Non puoi continuare così.» le sussurró Natasha.
«Devo continuare.» rispose, togliendo il braccio dalla presa della corvina. «A costo di rompermi una caviglia.» provó a fare un altro passo, ma l'espressione sul suo viso candido e pallido la tradì. Provava un dolore fortissimo, che quasi le dava la nausea, ma come aveva già specificato, non avrebbe abbandonato partita per nulla al mondo.
Non sapendo cosa fare, Natasha fissó Nelly seduta in panchina in attesa di un consiglio, ma questa alzó le spalle, anche lei senza alcun idea.
Anche senza l'aiuto di una delle due gemelle Collins, non ci volle molto prima che la Raimon segnasse un quarto e definitivo Goal.
L'arbitro aveva fischiato il fischio finale, il punteggio era di 4-3 per la Raimon, avevano finalmente sconfitto l'Alius Academy.
Tutti intorno stavano festeggiando, ma non lei, non Mia.
Lei aveva gli occhi fissi su una sola ed unica persona, che, in quel momento, stava discutendo con quella odiosa e viziata della sorella adottiva.
«È solo colpa tua! Ti sei lasciato indebolire dai tuoi sentimenti!» continuava a ripetere Bellatrix, come se fosse un disco rotto.
«Fatti un'esame di coscienza prima di parlare! L'hai falciata e le hai quasi rotto la caviglia!» ormai quel litigio era sotto gli occhi di tutti, persino dell'Allenatrice Shiller.
«E allora? Ho sempre giocato così!»
«Hai sempre giocato commettendo dei falli...» concluse il ragazzo, voltando le spalle alla sorella.
«Non voltarmi le spalle!» esordii, ma Xene non l'ascoltó continuando a camminare imperterrito.
La ragazza strinse i pugni e digrignó i denti, posizionando poi il pallone ai suoi piedi.
«Se è la guerra che vuoi...» alzó la gamba per colpirlo, e Mia sentii il sangue gelare nelle sue vene. Se avesse colpito male la schiena o addirittura la testa del rosso, gli avrebbe causato dei seri danni. «Guerra avrai!»
Calció il pallone con forza inaudita.
Xene aspettava di ricevere un forte colpo e contrasse i muscoli, aspettando che la sfrra bianca e azzurra lo colpisse in qualsiasi punto.
Quando toccó il corpo, si sentii un suono sordo che fece quasi rabbrividire. Ma Xene non sentii alcun dolore, anzi, l'unica cosa che si udiva era Natasha che chiamasse sua sorella.
Fu allora che si giró, notando poi la corvina, con il pallone che ancora le rotolava a fianco, svenuta ai suoi piedi.
—-
Allora scusate se questo capitolo è un po noioso ma è di passaggio per il prossimo!
Mi duole dirvi che siamo quasi arrivati alla fine di questa storia...:(
Ma sono anche qui per chiedervi se vi piacerebbe un sequel!? Sarà ambientato in Inazuma Eleven Go, perchè, essendo le mie protagoniste due donne e come sappiamo, le donne al Fiotball Frontier International non sono ammesse, sarebbe inutile per me scrivere una parte anche su quella stagione (cioè la terza e ultima di IE).
Che ne dite? Ci state?
Fatemelo sapere nei commenti!
Un bacione a tutti, a presto!
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