Chapter 14.

La solitudine è una paura comune di tutti, il buio, il silenzio, la voglia di piangere che reprimi perchè pensi sia tutto inutile.
E come altre persone, questa paura era di Mia.
Ed ora che si trovava in quel posto, a lei sconosciuto, isolata dal mondo e avvolta dall'oscurità più totale, la sorella Collins sentiva in lei crescere sempre più paura e angoscia, susseguita da tremolii e sudore freddo, che lentamente le colava dalla fronte.
Le labbra le tremavano, continuava a guardarsi intorno con gli occhi sbarrati, ma oltre alle palpitazioni del suo stesso cuore non udiva nulla.
Un sapore caldo e salato si fece strada nella sua bocca, una sostanza bagnata; si portó le mani ai lati delle labbra e proseguii la scia lasciata da quella goccia, fino ad arrivare al condotto lacrimale del suo occhio ceruleo.
Mia Collins stava piangendo?
Com'era possibile?
Non riusciva ancora a capacitarsi delle sue stesse emozioni che dietro di lei sentii alcuni passi.
Si voltó e quando la vide, rimase immobilizzata, non riusciva a credere che lei fosse lì, appena dietro di lei.

«Natasha!» un sorriso le si formó sulle labbra e corse dalla gemella, ma ancora prima che potesse abbracciarla, la corvina alzó una mano per tenerla lontana.
Mia la guardó, con la vista ancora offuscata dal pianto, con un espressione interrogativa.

«Non ti voglio piu vedere Mia.» sibiló.
All'altra sorella, quelle parole la colpirono come forti spilli, che la fecero irrigidire.

«Che cosa stai dicendo?» Natasha pareva non possedere espressione sul viso. Fissava la gemella con neutralità, senza abbozzare ad alcuna emozione, solo il grande 'nulla'.

«Sai a cosa mi riferisco.» rispose secca. «Ci hai traditi, hai tradito la nostra squadra, ma peggio hai tradito me.»
Mia non riusciva più a percepire il suo cuore battere. Non disse nulla, ormai le lacrime si erano impossessate del suo viso. «Hai tradito la tua famiglia!» continuó.

«Io non ti tradirei mai!» che cosa strana, la voce strozzata dal pianto, pensó. Non l'aveva mai provato prima ed era una sensazione dolorosa e stancante.

«A me non sembra.» e con queste ultime parole, Natasha volse le spalle a Mia e cominció a camminare a passo svelto.

«Ti prego, Nat!» cercó di raggiungerla, ma qualcosa la immobilizzó. Spostó lo sguardo sui piedi, notando una sostanza scura e viscosa avvolgerle le gambe.
«Natasha!» urló ancora, ma la gemella continuó a camminare imperterrita, mentre quell'essere appiccicoso era arrivato alle sue anche, avvolgendola.

«NATASHA!»

Mia si sveglió di scatto, sedendosi sul letto e trasportando con se le lenzuola.
Dalla finestra il chiarore freddo della luna penetrava attraverso le sottili tende, illuminando anche il ragazzo dalla chioma rubino di fianco a lei. Si erano addormentati insieme, la sera prima, stremati dall'allenamento del pomeriggio.
Era sudata, con il respiro pesante e la mancanza del caldo tepore delle coperte fece risvegliare anche Xene.

«Che hai?» chiese ancora con la bocca impastata dal sonno.

«N-nulla...solo un brutto sogno.» la bruna teneva gli occhi fissi davanti a se, mentre il ragazzo continuava a fissarla. I suoi occhi, velati da un sottile strato lucente come lacrime, gli ricordavano vagamente un caleidoscopio*, così unico e superbo.
Avrebbe passato intere ore a fissare la Collins di fianco a se.
Si alzó lievemente, tenendo il peso sui gomiti e guardandola con preoccupazione.

«Sicura?» domandó flebilmente.
A quel punto lei si voltó a guardarlo, ammiccando ad un sorriso sommesso e timido.

«Si...torna a dormire.» Mia si buttó indietro, coricandosi nuovamente e dando le spalle al rosso, che nel frattempo le rivolgeva ancora uno sguardo attento e curioso.
Stettero in silenzio, per un tempo che a entrambi sembró non cessare mai, fino a che le lenzuola non fecero di nuovo attrito sulla pelle candida della corvina.
Si giró appena per vedere Xene alzarsi a sedere.
«Che hai?»

«Torno in camera mia...» le disse, accarezzandole la chioma nero pece. Lei le prese la mano e lo attiró a se, affondando la testa nell'incavo del suo collo.

«Ti prego, stai qui, non voglio rimanere da sola.» lo imploró.
Anche se non voleva ammetterlo, quell'incubo aveva spaventato la ragazza e il pensiero di rimanere in solitudine, in silenzio e avvolta dall'oscurità la faceva tremare.
Il rosso sorrise e senza dire nulla si coricó nuovamente, beandosi del profumo della corvina che ora lo stava riscaldando in un tenero abbraccio.

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Nota Autrice:

*Caleidoscopio

Ho aggiornato all'01:00 di notte, e si, non ho sonno.
Vi avverto che questa domenica parto per la gita con la scuola e saró assente per un po, ma non preoccupatevi, le sorelle Collins torneranno presto e con loro anche i loro 'amori'😉❤️

Buonanotte fanciulli!❤️😴

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