Chapter 1.2

—- 5 anni dopo —

La bambina scoppió a piangere nel bel mezzo della notte. Il silenzio che fino a quel momento aveva preso possesso della casa cessó improvvisamente, lasciando spazio a singhiozzi e stridolii acuti.

«Xavier...» cercó di svegliarlo la ragazza, dandogli dei colpi sulla spalla. Risultarono poco efficaci, visto la voce bassa e impastata e i pugni che tutt'altro erano che potenti. «Xavier, tua figlia sta piangendo.»

«Guarda che è anche tua figlia..» mormoró assonnato il rosso, girandosi sull'altro fianco e volgendo il suo sguardo dall'altra parte del letto matrimoniale.
Sospirando, Mia si alzó dal letto, non prima di aver tirato il suo cuscino addosso al fidanzato.
Percorse il corridoio avvoltó nella completa oscurità e arrivó fino alla stanzetta tinteggiata di lilla, ove al centro spiccava la culla color avorio.
La creaturina di appena qualche mese si dibatteva con mani e piedi, sul suo volto un'espressione disperata, tipica dei neonati quando piangono.

«Sono qui Youka tranquilla.» (Pron.: Yūka) la madre prese fra le braccia la bambina e cominció a cullarla molleggiandosi sulle gambe e passeggiando per la camera. La lieve luce della Luna che filtrava dalla finestra illuminava con ardore freddo la figura di Mia; capelli color del petrolio che ormai le arrivavano fino ai glutei, la pelle talmente pallida da essere resa quasi azzurra dal bagliore lunare.
Teneva stretta a se sua figlia, mentre con un dito le accarezzava le piccole gote color rubino cercando di fermare il suo pianto.
In poco tempo, Youka si calmó al contatto con la ragazza e riprese a dormire beatamente, godendosi le braccia di Mia che fungevano da culla.
Quanto avrebbe voluto anche la madre riuscire a riprendere sonno così in fretta; ma quando, ogni mattina o ogni notte che la corvina riapriva le palpebre, mille pensieri l'assillavano.
E come da copione, il sonno se ne andó completamente.
Con la piccola avvolta in una tenera tuta violacea ancora fra le sue braccia, si avvicinó alla finestra e scrutó il cielo notturno sopra sè.
La sua mente galoppava alla ricerca di una giustificazione, di un qualsiasi metodo per capire il comportamento di lei, ma non riuscii a sviare alcuna teoria.

«Hey, amore.» Un Xavier a torso e piedi nudi entró nella cameretta, avvolgendo con le braccia i fianchi di Mia e dandogli un tenero bacio sulla guancia. «Che hai, come mai non torni a dormire?»

«Mi è passato il sonno...» sussurró, per non svegliare Youka. Si staccó dalle braccia del fidanzato e poggió delicatamente la bambina nella culla, avvolgendola con le coperta.

«Dovresti smetterla di pensarci, Mia.» l'ammonii lui.

«Come posso, è mia sorella!» stava facendo di tutto pur di non destare la neonata. «È scomparsa nel nulla, non si è neanche presentata al battesimo di mia figlia. Dovrei stare qui con le mani in mano a non fare nulla?» forse a quelle domande neanche lei stessa poteva dare una risposta.
Natasha, successivamente alla laurea di medicina che avvenne praticamente alla pari a quella di legge di Mia, non si presentó più a casa Collins, nemmeno nelle festività. E cosí anche Axel.
La gemella era rimasta in contatto con Nelly Raimon, coniugata in Evans da pochi mesi, e neanche lei aveva notizie dei due ragazzi.
Non sapeva che cosa fare a questo strano comportamento e avendo convissuto in simbiosi per praticamente tutta la vita era normale che la ragazza si preoccupasse.
Non avevano litigato, neanche minimamente discusso, fatto sta che un giorno Natasha invió una lettera a Mia, dicendo che avrebbe intrapreso una carriera all'estero, molto lontano dal Giappone, e che quindi non sarebbe tornata a casa per un pó.
La ragazza avrà provato a chiamarla infinite volte e a mandargli vari messaggi e alcune lettere; niente.
La gemella non rispose a nessuna di queste.

«Natasha non avrebbe avuto motivo di non contattarmi più.» continuó, dopo aver socchiuso la stanza della piccola.
Xavier accennó ad un sorriso e prese fra le mani il candido volto della fidanzata; le diede un flebile bacio sulla punta del naso.

«Non devi preoccuparti. Vedrai che starà bene, vorrà solo i suoi spazi, siete entrambe grandi e vaccinate.» accarezzó la guancia di Mia con il palmo della sua mano. «Dai, torniamo a dormire. Domani avrai un processo molto importante, non è così?»
La ragazza sorrise ed annuii, stampando poi un bacio sulle labbra del rosso, che non aveva altro che ragione. Data la sua laurea a pieni voti, la Collins era entrata in uno degli studi di avvocati più importanti di tutta Tokyo.
Ritornó a letto, sistemandosi le coperte fino a petto e beandosi delle braccia del ragazzo che la strinse a sè come un peluche.
Ma anche se Mia ora poteva avere la vita che aveva sempre desiderato, con l'uomo che amava al suo fianco e una fantastica bambina, sentiva qualcosa che le mancava, il pezzo restante del puzzle:

Natasha.





Aaah, sono riuscita a terminarlo oggi! Ci ho lavorato praticamente tutta la mattinata, trascrivendolo milioni di volte perchè non mi convinceva🤔
Spero vi piaccia e che La storia delle gemelle Collins vi posso intrigare ancora!
Un bacione e buona notte a tutti quanti!😴

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