Thirty-Two.

Era notte, probabilmente. Il sedere mi si era intorpidito a forza di stare sdraiata a stella marina su quella panca del cavolo. Tom era seduto a terra, con la schiena poggiata contro il muro e James era spiattellato al centro del pavimento con la bacchetta stretta in un pugno, con la quale fino a cinque minuti fa, aveva inondato i nostri cugini di patronus.

Eravamo dei maghi; mi sarebbe bastato schioccare le dita e far saltare in aria questo posto, ma non ero maggiorenne e se l'avessi fatto il ministero lo sarebbe venuto a sapere, e di conseguenza anche mia madre. Preferivo marcire in prigione piuttosto che affrontare Hermione Granger.

-Tu e Scorpius avete litigato?- bofonchiò James, fissando il soffitto. -Devo spezzargli le gambe?-

-Mi farebbe piacere se lo facessi- esclamai in un sussurro, senza guardarlo.

-Isabelle ti ha detto che in realtà quello che hai visto era Juan?- domandò Tom, chiudendo gli occhi, stanco.

Un secondo.

-CHE COSA?- balzai in piedi, buttandomi a terra e afferrandolo per la maglietta.

Lui strabuzzò gli occhi e mi prese per le spalle allontanandomi -Calma bionda, pensavo lo sapessi-

James si mise seduto, passandosi una mano tra i capelli. -Vorrei dormire, fate silenzio!-

-Juan ha usato la polisucco- Mi spiegò il moro -Voleva che tu e Scorpius litigaste in modo da avere un'altra possibilità con te.-

Mi sedetti a terra sentendomi una totale imbecille. Lo avevo picchiato, trattato di merda ed ero quasi andata a letto con un suo amico, mentre lui non aveva fatto niente. -Sei sicuro non...-

-Sicurissimo- tagliò corto -Ho sentito Isabelle che ne parlava con Albus questa mattina, mentre tu eri in bagno a fumarti le mie canne-

Sentì come se il mio cuore fosse stato liberato da un enorme peso e mi spalmai sul pavimento, con un sorriso da ebete stampato in viso.

Tom scosse la testa -Sei matta pure da sobria-

-Comunque- continuò imperterrito -Se lo ami, diglielo. Io mi sono fatto prendere a pugni per coprirvi!!-

Scossi la testa divertita.

-Ragazzi, psss, ragazzi!- mi alzai sulle ginocchia, intravedendo la testa di Albus galleggiare in aria come un palloncino. -Appena uscite da qui, vi spacco la faccia a tutti e tre. Alohomora-

Le sbarre cigolarono e sperai con tutta me stessa che nessuno lo avesse sentito.

Non riuscì a trattenere la felicità che stavo provando nel lasciare quella cella puzzolente e sporca.

-Sali sulla mia schiena Rose- mi ordinò il mio migliore amico, con la stessa espressione di uno che vuole ucciderti e poi gettare il tuo cadavere in un inceneritore. -Se ci stringiamo riusciamo a stare qui sotto tutti e quattro- sussurrò facendoci cenno con le mani di sbrigarci.

Sollevò il mantello dell'invisibilità e con un balzò saltai a cavalcioni su di lui, afferrandogli le spalle. Tom e James si presero a braccetto e si spiaccicarono contro Albus.

Attraversammo il corridoio, incrociando una guardia che sonnecchiava con la testa a penzoloni e una poliziotta che masticava una gomma e parlava al telefono.

Uscimmo a passo svelto dalla centrale, richiudendoci la porta alle spalle senza fare il minimo rumore.

-Siete degli irresponsabili- sbraitò Albus, scoprendosi. -Il vostro era il compito più semplice di tutti! Dovevate solo comprare quello che c'era sulla lista e tornare!-

-Ci avete mandato i culonia!- sbottò suo fratello -Quella macchina di merda non ha neanche quel coso con una voce che parla e ti dice dove andare!-

Mi alzai sulle punte e gli stampai un bacio su una guancia -Scusa Al, non lo faremo mai più- detto ciò cominciai a correre verso la macchina nera parcheggiata in fondo alla strada. Scorpius era poggiato con il sedere sul cruscotto e stava fumando una sigaretta, mentre il vento gli scompigliava i capelli.

Era stupendo e io avevo commesso la cazzata più grande della mia vita. Dovevo smetterla di passare a conclusioni affrettate.

Anche se, sinceramente, come potevo anche solo pensare che Juan, un dolce grifondoro ammaestrato, fosse così vendicativo?!

Lo vidi mentre si raddrizzava con la schiena e mi guardava. Gli corsi in contro, e non me ne fregava niente se puzzavo di topo morto ed ero così bianca da riflettere la luce della luna. Gli saltai addosso con un salto, stringendolo e poggiando la testa sulla sua spalla.

Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata.

Lo sentì stringermi la vita. -Rose, per Merlino stai bene?- domandò preoccupato, senza lasciarmi andare.

Sollevai il viso e incrociai il suo sguardo. Era perfetto, dannatamente perfetto. Non riuscì a trattenere un sorriso, gli poggiai le mani sulle guance e scossi la testa -Sei un coglione- un secondo dopo le mie labbra erano sulle sue, impegnate nel bacio più atteso e desiderato di tutta la mia esistenza.

Mi era mancato il suo profumo, i suoi capelli così morbidi, il calore del suo corpo contro il mio e quelle sue adorabili fossette.

Avrei fatto pentire a Juan di aver commesso una cosa simile. Lui ed il suo accento spagnolo avrebbero fatto una fine orribile.

Mi accarezzò la schiena ed io non esitai ad affondare le dita tra i suoi capelli chiari, tirandoli leggermente. Quando la sua lingua iniziò a giocare la mia, una scarica elettrica mi attraversò la spina dorsale.

Mi ritrovai con il fondoschiena poggiato sopra al cofano della macchina, e il corpo di Scorpius tra le gambe. Lo tirai per le spalle e mi inarcai contro di lui, per evitare di mettere la schiena sul vetro. Le sue dita si infilarono sotto la maglia extra large sporca di cenere e che puzzava di galera, che indossavo, facendomi rabbrividire.

Nonostante la temperatura da pinguini, sentivo tremendamente caldo. Tutti quegli strati di vestiti mi sembravano dannatamente inutili, li avrei preferiti se fossero stati per terra. C'era decisamente troppa stoffa a dividerci.

Mi baciò il collo ed io mugugnai qualche verso di approvazione. Buttai la testa all'indietro e chiusi gli occhi, sentendo una piacevole sensazione che si impossessava del mio basso ventre.

-SEI UN DEFICIENTE- il suono di uno schiaffo bello forte sul faccino di James Sirius Potter, arrivò probabilmente fino in Burundi.

Io e Scorpius ci staccammo e lui mi guardò negli occhi, gli sorrisi in preda ad una crisi ormonale, e mi voltai verso la fonte del rumore. Non mi sembrava il caso di farmi sbattere qui, c'era decisamente troppa gente.

Dominique Weasley era furiosa. Aveva in mano alzata a mezz'aria ed il viso arrossato.

James si tastò una guancia, guardandola dall'alto, con gli occhi spalancati.

Si fissarono per un tempo che mi parve interminabile, poi la bionda lo afferrò per la maglietta ed io ebbi paura per lui. Dom arrabbiata faceva davvero paura. Ma invece di picchiarlo a sangue, lo baciò.

Restammo sbalorditi a fissarli. Non era tanto in fatto che fossero cugini a lasciarmi scioccata, ma lo era che Dominique e James non erano mai andati d'accordo, ma com'è che si dice: al cuor non si comanda.

Lys fischiò ed io iniziai a battere le mani, seguita poi dal resto dei parenti.

Tom, sentendosi forse l'unico povero single della situazione, afferrò Lucy per le spalle, le fece fare un casque sollevandole una gamba e si buttò con foga sulle sue labbra.

Quella era la miglior vacanza della mia vita.

Isabelle suonò il clacson, sbucando con la testa fuori dal finestrino -E andiamo, muoviamoci prima che ci arrestino tutti quanti!-

***
Chiusi la porta della camera da letto di Scorpius e mi poggiai con la schiena al muro.

Sospirai; ammettere che effettivamente avevo sbagliato, per una grifondoro come me era un duro colpo, ero forse la più orgogliosa della famiglia.

Inclinai la testa da un lato e mi mordicchiai un labbro a disagio, mentre lui era solo a pochi metri da me. -Sono testarda- esclamai.

Lui sorrise, sollevando le sopracciglia divertito -Oh credimi, lo so-

Roteai gli occhi -Sto cercando di chiederti scusa, quindi adesso tappati quella bocca-

Ridacchiò e mi prese le mani tra le sue, trascinandomi sul letto con lui. -Mi basta questo- borbottò prima di stamparmi un bacio casto sulle labbra. -Non hai niente di cui scusarti-

Mi fece sedere a cavalcioni sulle sue ginocchia, ed ebbi quasi il terrore che riuscisse a sentire quanto il mio cuore stesse battendo all' impazzata in quel momento. Con le dita mi scostò la bretella del reggiseno e della canottiera chinandosi per poggiare le sue labbra sulla mia spalla. Gli misi le mani dietro la nuca e lui mi strinse i fianchi.

-Io e Tom ci siamo baciati- sbottai tutto d'un fiato. Era meglio che sapesse tutto, non si sa mai.

Scosse la testa -Non mi interessa-

Era come se mi sentissi incredibilmente più leggera.

-Voglio davvero che tu sia la mia ragazza- avvertì il suo respiro farsi irregolare -Non ti avrei mai fatto una cosa del genere, capisco che non ti fidi di me, se fossi in te farei lo stesso. Il mio passato non è esattamente quello di un santo, ma ti giuro che nella mia testa ci sei solo tu-

Gli presi il viso tra le mani, costringendolo a guardarmi. I suoi occhi erano di un azzurro così intenso che faticai a trattenere l'inizio di un attacco di iperventilazione. Avevo una morsa allo stomaco, come se un centinaio di elefanti stessero ballando la macarena al suo interno, non mi ero mai sentita così.

Dovevo ammetterlo, per la prima volta nella mia vita avevo davvero paura. Paura di quello che provavo, paura di rimanere delusa, paura di soffrire, paura che tutto potesse finire, paura di sbagliare. Due mesi fa non avevo la più pallida idea di cosa fosse l'amore, invece adesso ero completamente pazza di lui.

Vidi il suo sguardo spostarsi sulle mie labbra. Eravamo talmente vicini che sarebbe bastato che uno dei due si sporgesse leggermente in avanti per dare inizio ad un bacio. Fremevo dalla voglia di sentire quel contatto.

Ed invece Scorpius riportò tutta la sua attenzione suoi miei occhi. -So che di uno come me non te ne fai niente- parlò a bassa voce, lentamente e con un tono che non gli avevo mai sentito usare prima. Mi mancò quasi il respiro. -Sei forte, incredibilmente intelligente, bellissima. Potresti avere chi vuoi, io ti incasinerei solo la vita. Oltre al mio aspetto c'è altro, un sacco di difetti ad esempio, ma quando sono con te, Dio, mi sento come se stessi toccando il cielo con un dito, come se oltre noi non ci fosse nient'altro. Quindi ti prego, non lasciarmi andare perché ho un fottuto bisogno di te-

Se non fossi stata così sconvolta avrei avuto stampato in faccia un sorriso a trentadue denti, ma siccome il mio livello di scombussolamento era alle stelle, mi limitai a fissarlo.

Non sentivo nient'altro oltre al suo respiro accelerato e il cuore che mi martellava nelle orecchie.

Presi coraggio, dopo tutto o ero una grifondoro valorosa o il capello parlante mi aveva smistata nella casa sbagliata. Gli sorrisi ed in un secondo vidi i suoi occhi illuminarsi. -Malfoy- mi avvicinai e le punte dei nostri nasi si sfiorarono -Con il cavolo che ti lascio andare-

L'ultima cosa che vidi, prima che le sue labbra si posassero sulle mie, furono quelle sue adorabili fossette che gli comparivano quando sorrideva.

Mi stesi sul letto a pancia in su e lo portai sopra di me. Mugugnò qualcosa di incomprensibile e poggiò la testa sul mio petto, stringendomi. Mi venne spontaneo allungare una mano ed iniziare a giocare con i suoi capelli biondissimi. Era stupendo.

Chiusi gli occhi e mi concentrai su quel momento. Non ci potevo credere: non solo stavo avendo la mia primissima esperienza nel campo amoroso, ma non stavo andando neanche tanto male, incomprensioni escluse.

Ma la cosa più sorprendente era che ero completamente cotta e stracotta di lui. Se me lo avesse chiesto, giuro, mi sarei messa a scodinzolare a quattro zampe.

Quando lui sollevò il viso per guardarmi negli occhi, un'ondata del suo profumo mi arrivò dritta alle narici, rischiando di stordirmi. Si posizionò meglio tra le mie gambe, e mi fissò senza dire niente.

Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Dovetti usare tutta la forza di volontà che avevo in corpo, per non strappargli i vestiti di dosso e sedermi sulla sua faccia.

Stare con lui mi faceva schizzare gli ormoni alle stelle...

Sorrise e si sporse in avanti per baciarmi sulle labbra. Lo lasciai fare ed un secondo dopo, mi ritrovai distesa sopra al suo petto, mentre mi scrutava con un ghigno divertito. -Rose- disse, e la sua voce lasciò trasparire tutta la sua agitazione.

Miseriaccia, forse avevo qualcosa tra i denti. Non avrei mai dovuto mangiare quelle dannate patatine al formaggio, stupido James.

-Che c'è?- domandai titubate, distogliendo lo sguardo.

Ok, non me ne era mai fregato più di tanto del mio aspetto; chissene frega se avevo i capelli sparati in tutte le direzioni, e al diavolo l'acool che avevo bevuto durante quei giorni e che mi aveva gonfiato la pancia. Quindi, se gli piacevo, mi doveva trovare stupenda anche da struccata e con la bava alla bocca.

Mi preparai un discorso mentale sulla bellezza interiore, spiattelandomi in testa robaccia che avevo sentito blaterare centinaia di volte a Dominique. Schiusi le labbra e sollevai un dito, come facevo sempre quando spiegavo ai mei amici piani preparati al momento, per saltare un compito o rubare la traccia di un esame.

-Ti amo-

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Iniziai a tossicchiare, mettendomi una mano sulla bocca per evitare di sputacchiare ovunque a scattai a sedere con un balzo decisamente troppo azzardato, che mi fece ritrovare con la farfallina sul tronco di Scorpius.

Che aveva detto?

-Non ho capito, puoi ripetere?- lo scrutai con gli occhi leggermente socchiusi e lui mi strinse la vita in una morsa, riportandomi sdraiata su di lui.

Le sue parole erano facilmente fraintendibili. Un "ti amo" poteva essere confuso con "Milano" o con "ano"

Sorrise, in un modo che raramente gli avevo visto usare. Era un sorriso dolce, sincero. -Ho detto che ti amo-

Persi letteralmente il controllo e per evitare di svenire, o di urlare, o di mettermi a ballare, o di fare entrambe le cose contemporaneamente, mi fiondai sulle sue labbra.

***
Si dice che molti ragazzi non si facciano scrupoli a navigare nel mar rosso, beh Scorpius era molto più di un marinaio, poteva benissimo fare una sega a Jack Sparrow.

-Scorp- lo richiamai, sollevando appena la testa dal suo petto scoperto, per guardarlo.

-Uhm- borbottò stanco, puntando i suoi occhi azzurri nei miei, doveva essere decisamente troppo presto, ancora non era sorto il sole.

-Ti amo anche io-

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