Thirty-Three.
Change of point of view pt.3
POV SCORPIUS.
Il Natale per me, era un giorno come gli altri. Mio padre da quando mamma era morta, lo vedevo raramente. Dovevo tutto ad Albus per avermi adottato come nuovo componente della sua famiglia.
Fissai il soffitto annoiato. Isabelle si era portata via Rose per farle mettere qualcosa di decente per il pranzo. Sinceramente di cosa indossava, non me ne poteva fregare di meno. Era stupenda anche con i capelli tutti scompigliati ed il trucco sbavato.
Una delle cose che mi piacevano di lei, era il fatto che non si vergognasse a farsi vedere anche nelle condizioni più disastrose. Dell'opinione degli altri non le importava minimante. Avevo conosciuto ragazze che da struccate, non mettevano piede fuori dalla stanza.
La porta si spalancò con un tonfo e la mia piccola pel di carota, comparve sulla soglia imbronciata. -La detesto- sbottò avanzando, lanciandomi un'occhiata veloce.
Ero ancora in mutande, di vestirmi non ne avevo proprio voglia.
-Ma chissene frega delle scarpe con il tacco!- brontolò -Io voglio le mie ciabatte pelose!-
Ridacchiai. Avevo una voglia tremenda di stringerla.
Mi venne in contro, poggiando un ginocchio sul materasso per sporgersi e baciarmi sulle labbra. Chiusi gli occhi e mi godetti il momento. Non appena si staccò, puntando le sue iridi scure nelle mie, le afferrai la vita, facendola cadere il mio petto.
Mugugnò qualcosa, forse era un insulto. Con Rose i momenti di stucchevoli non esistevano. Riusciva a sparare certe cose assurde, anche nelle situazioni meno opportune. La amavo anche per questo.
I suoi capelli rossi mi solleticarono il viso. E giuro, da qualche mese a questa parte, quello era diventato il mio colore preferito.
-Albus ti cerca. Sta maledicendo chiunque gli si pari davanti perché non riesce a mettere il tacchino nel forno- ridacchiò, e la sua risata mi mandò fuori di testa.
E chi l'avrebbe mai detto, che un giorno Scorpius Malfoy si sarebbe innamorato follemente di una gnoma lentigginosa, isterica e Weasley?
Le presi il viso con una mano, poggiando le mie labbra sulle sue. Ricambiò il bacio, cingendomi il collo con le braccia.
Un secondo dopo, capovolsi la situazione, facendola ritrovare stesa sotto di me. Mi guardò con i suoi cavolo di occhi scuri ed io mi ci persi letteralmente dentro. Borbottò qualcosa che suonava come un imprecazione e un verso di approvazione, allo stesso tempo.
Le baciai il collo e sentì i brividi percorrerle la pelle. Adoravo l'effetto che avevo su di lei. Piegò la testa di lato, chiudendo gli occhi e facendomi diventare matto.
Era di una bellezza disarmante. Avrei inventato qualsiasi scusa per poterle stare vicino, persino contarle le lentiggini del viso. Sorrisi al pensiero di sapere che le lentiggini non le aveva solo in faccia, ma anche da un'altra parte, ed io lo sapevo perché lo avevo visto.
-ROSE WEASLEY!- La voce di Isabelle mi fece sobbalzare. Albus se ne era scelto una con un bel caratterino, lo avrebbe sicuramente messo in riga. -NON PENSARE DI POTERMI SFUGGIRE!-
Provò ad abbassare la maniglia più volte, ma la bambolina l'aveva chiusa a chiave, senza che me ne accorgessi.
-SCORPIUS, PEZZO DI MERDA, APRI QUESTA PORTA!-
Rose mi guardò, mettendosi un dito davanti alle labbra. -Se stai zitto se ne andrà-
Ed infatti pochi secondi dopo, sentimmo il rumore di passi che si allontanavano e una serie di insulti che avrebbero fatto accapponare la pelle ai primini.
-Ok meglio che andiamo- mi spostò di lato con un spinta e balzò giù dal letto. -Quando è arrabbiata mi fa davvero paura-
-Non ci penso proprio- la voce mi uscì più roca del previsto e lei arrossì appena. -Restiamo qui tutto il giorno...-
Si sistemò il vestito con le mani -Sarebbe davvero figo, ma poi a James prenderebbe un collasso e Fred scatenerebbe il finimondo, mettendo in giro la voce di una mia presunta gravidanza. Meglio non rischiare-
Alzai gli occhi al cielo divertito, mettendomi una mano dietro la nuca. Vidi il suo sguardo, saettare sui miei addominali mentre stirava un ghigno compiaciuto. Iniziai a battere le dita sul materasso, come per chiederle di tornare sul letto con me.
Scosse la testa -Non ci provare- si voltò iniziando ad afferrare dal pavimento la sua roba sparsa in giro.
La guardai. Feci scorrere lo sguardo sulle sue curve da capogiro. La vidi mentre si piegava in avanti per afferrare i suoi tacchi dal pavimento e non potei fare a meno di puntare gli occhi sul suo sedere pazzesco, fasciato da quel dannato vestito nero. Vederla lì, in piedi, con i capelli rossi che le ondeggiavano e le sbattevano contro schiena, mi fece partire il cervello.
Cazzo era perfetta.
Si girò verso di me, beccandomi a fissarla con la bava alla bocca. Dannazione, sembravo un dodicenne in preda ad una crisi ormonale.
Mi sorrise e giurai di aver sentito qualcosa sciogliersi nel centro del mio petto. Le sue labbra carnose e arrossate a causa dei baci che ci eravamo scambiati fino a qualche minuto prima, mi fecero sentire tremendamente orgoglioso di me stesso.
-Forza alzati- esclamò, scrutandomi con i suoi occhioni scuri. Avevo una voglia tremenda di stringerla tra le braccia e sentire, di nuovo, il calore del suo corpo contro la mia pelle. -Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto-
Sinceramente, gli Albus e co potevano andare benissimo a farsi fottere.
Mi misi in piedi, facendo qualche passo per raggiungerla. -Scordatelo- posai lo sguardo sulla profonda scollatura del suo vestito. Se non fossimo stati in famiglia avrei dovuto spaccare un sacco di facce. -Ancora non abbiamo finito qui-
Alzò gli occhi al cielo, spintonandomi divertita. Sapere che ero io a farla ridere mi rendeva felice come non mai -Sei incredibile!- ridacchiò -Ho appena finito di vestirmi, questo coso è così stretto che ho sudato per infilarmici dentro-
Provai a trattenermi, ma cazzo, riusciva ad eccitarmi anche non facendo nulla. L'afferrai per un braccio, per poi cingerle quella strepitosa vita stretta in una morsa.
Il suo profumo mi inondò le narici, era diventato peggio di una droga. Mi piegai per riuscire a raggiungere un suo orecchio e i suoi capelli spettinati mi solleticarono le guance. -Per quanto ti stia da dio, preferisco vederlo sul pavimento-
Le provocai i brividi, non riuscì a non sorridere compiaciuto.
-Dai Malfoy ho anche fame, andiamo!- poggiò le mani sul mio petto ed io le feci l'occhiolino; amavo stuzzicarla, in tutti i sensi.
-Se è per questo anche io- la strinsi più forte non appena iniziò a dimenarsi come un anguilla.
-Non metterai la tua faccia tra le mie gambe- decretò severa, senza però risultare convincente.
Per Merlino, stavo utilizzando tutto l'autocontrollo che avevo in corpo, per non strapparle quel vestito di dosso e sbatterla sul letto.
La baciai in modo casto, vedendo immediatamente le sue pupille dilatarsi. -Piccola è tutto da vedere- detto ciò mi rifiondai su di lei.
Il suo orgoglio da grifondoro la costrinse a mordermi con forza il labbro inferiore, prima che mi tirasse per le spalle e facesse incontrare le nostre lingue.
Mi faceva impazzire.
Si staccò da me, ma solo per potersi stendere sul materasso tirandomi con lei. Le accarezzai le cosce, stringendo quanta più pelle possibile. Il vestito le si era pericolosamente sollevato, non esitai ad infilare le mani sotto la stoffa, rischiando di venire nelle mutande.
Buttò la testa all'indietro quando le baciai il collo, offrendomi una meravigliosa visuale del suo seno, su cui un secondo dopo si andarono a posare le mie labbra.
La sentì sospirare e la sua bocca semiaperta e arrossata, me lo fece diventare ancora più duro.
-Preferirei che li togliessi- esclamò in un sussurro afferrando con le mani l'elastico dei miei boxer.
Mi stupì di essere tremendamente d'accordo con lei.
***
-Mi devi quarantasette galeoni, figlio di puttana!- Roxanne lanciò addosso a suo fratello Fred, un cuscino.
-Ehi, non insultare nostra madre!- il rosso corse verso di lei, caricandosela in spalla. Un urlò mi perforò le orecchie. -E poi avevamo detto trenta, non quarantasette-
Tom, con addosso solo un pantalone della tuta, si sedette con molta poca grazia, sul bracciolo della poltrona su cui Lucy stava leggendo, e le strappò il libro dalle mani.
-TU AVEVI DETTO GENNAIO, MA NOI SIAMO A DICEMBRE. HO VINTO IO STRONZO!- Rox tirò i capelli del fratello e lui la buttò sul divano, con una mossa di wrestling.
-Ehi Ehi stop- James alzò le mani -Sono io che ho spaccato la vostra scommessa, quindi posso decidere chi ha ragione, ovvero Fred-
Il rosso annuì compiaciuto -Grazie mille Jamie-
Il Potter gli fece l'occhiolino -Di niente Freddy-
Rose salterellò contenta, con addosso le sue ciabatte pelose. Si sedette sulle mie ginocchia e mi stampò un bacio sulle labbra. Lysander iniziò a fare versi stupidi e Lily gli tirò uno scappellotto dietro la nuca, facendolo smettere immediatamente.
-Si può sapere di cosa stanno parlando?- domandai, osservando Roxanne che adesso aveva sguainato la bacchetta e fissava i due ragazzi in cagnesco.
La mia rossa scrollò le spalle lasciate scoperte dal vestito, e quando un ciuffo di capelli le cadde nella scollatura, rischiai di avere un infarto -Avevano scommesso su di noi- disse con semplicità, come se scommettere su qualsiasi cosa fosse assolutamente normale.
Credo che non capirò mai il modo di ragionare dei Weasley, ma mi va bene così.
Le baciai quelle splendide labbra coperte da una passata di rossetto rosso e lei mi scompigliò i capelli.
Non mi ero mai sentito così tremendamente giusto, prima d'ora. Finalmente avevo trovato quel pezzo mancante nella mia vita.
Le strinsi i fianchi. Era così piccola, a volte avevo paura di poterle fare male. Mi aveva sempre dato l'impressione di una ragazza che avesse bisogno di essere protetta e di essere stretta tra le braccia. Ma com'è che si dice? Mai giudicare un libro dalla copertina. Rose era la ragazza più forte, indipendente e meno bisognosa di aiuto, che avessi mai conosciuto.
La amavo. La amavo da impazzire.
-Perché mi guardi così!- sbottò tirandomi un pugno scherzoso su una spalla -Ho qualcosa in faccia?-
Scossi la testa divertito, allungando una mano e togliendole una sbavatura di rossetto con il pollice, sotto al labbro. -Sei stupenda-
Arrossì violentemente. Sapere che le facevo questo effetto mi mandava su di giri.
-IL TACCHINO È PRONTO!- urlò il mio migliore amico, con addosso un grembiulino azzurro a pois e dei guanti da cucina, con disegnati sopra dei gatti.
Un orda di cugini pel di carota, smise di fare qualsiasi cosa stesse facendo e si fiondò verso la sala da pranzo. -ALL'ARREMBAGGIO SIGNORI!- urlò Hugo alzando un braccio.
James iniziò a correre per accaparrasi il posto migliore, Rose balzò in piedi sfilandosi una ciabatta e lanciandogliela in testa. Urlò una serie di insulti, molto poco femminili e saltò sulle spalle di Louis, facendogli perdere l'equilibrio.
La mia ragazza era fuori di testa, non avrei mai potuto desiderare di meglio.
Mi alzai anche io, con molta più calma, e Tom mi poggiò un braccio sulle spalle.
Lily ci sfrecciò accanto, mentre si teneva aggrappata alle spalle di Lysander e gli gridava di correre più velocemente. Fred smise di tirare i capelli a sua sorella e lei lo spinse, facendolo andare a sbattere contro il muro, superandolo.
Venni travolto da Lucy e Molly, e Lorcan saltò in sella alla sua scopa, sotto le grida isteriche di Dominique che gli intimava di darle un passaggio.
Raggiunto il tavolo, scrutai divertito la faccia disgustata e delusa di tutti i presenti, davanti al tacchino carbonizzato e con la testa ancora attaccata, che Albus aveva cucinato.
Isabelle guardava il suo ragazzo fregandosene altamente del fatto che avesse mandato a fuoco, l'unica cosa decente che eravamo riusciti a trovare per pranzo. Matt ed i suoi amici americani avevano convinto il proprietario di un pub a dargli un tacchino, vivo, in cambio di una bottiglia di whisky.
-Vabbè- la mia ragazza coprì l'animale con un coperchio -Abbiamo sempre le due birre nel frigo-
A quelle parole, una seconda orda puntò alla cucina. -ALL'ARREMBAGGIO SIGNORI, DI NUOVO!- urlò ancora Hugo.
Rose mi venne in contro e mi afferrò una mano, cominciando a correre. Si girò a guardarmi ed il sorriso che mi fece, le illuminò il volto, facendola sembrare una dea.
Quello era, senza ombra di dubbio, il miglior Natale della mia vita.
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