Five.
-Mettimi giù, razza di idiota, ce la faccio benissimo da sola- sbottai, tenendo le braccia legate intorno al suo collo, per paura di cadere.
-Ma fammi il piacere!- Scorpius mi pizzicò una gamba -Sembri un ottantenne zoppo che cammina!-
Sbuffai e non risposi, tanto sapevo che avrebbe fatto tutto di testa sua.
Poggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai invadere dal suo profumo. Perché si, profumava nonostante avesse dovuto ripercorrere tutta la strada dalla capanna di Hagrid, fino al castello con me in braccio.
Probabilmente gli era pure venuta un ernia.
Dietro di noi, Albus, si guardava un braccio shockato. L'idra lo aveva graffiato con un artiglio, strappandogli una manica del mantello e della camicia. Appena aveva visto del sangue era sbiancato ed Isabelle aveva dovuto tiragli un ceffone, per farlo riprendere dal suo stato di trance.
-È grave- esclamò -Probabilmente dovranno tagliarmelo-
Isabelle lo guardò sollevando entrambe le sopracciglia -È solo un graffio, idiota!-
-Un graffio che mi farà morire dissanguato!-
ridacchiai divertita, anche se non c'era niente da ridere. La caviglia mi faceva malissimo ed era gonfia.
Se per colpa di quello stupido animale non posso giocare a Quidditch, giuro che ucciderò Hagrid con le mie stesse mani.
Varcammo la soglia dell'infermeria e Madama Chips corse verso un letto libero, indicando a Scorpius dove lasciarmi -Cosa è successo?-
Un idra ha cercato di fare colazione con la mia gamba.
-Sono caduta e ho preso una storta-
Scorpius mi poggiò delicatamente sul lettino, indietreggiando per fare posto all'infermiera che, mi levò le scarpe.
-Cortesemente signorina Weasley, si tolga le calze-
-Perché?-
-Devo controllare le condizioni della sua caviglia-
Ringraziai mentalmente Isabelle, per avermi obbligata a fare la ceretta e senza mostrare quello che non doveva essere mostrato, mi sfilai le calze leggerissime e nere, facendole scendere fino alle cosce.
Non potevo rischiare che mi si rompessero, era l'ultimo paio che mi era rimasto.
Sentivo lo sguardo di Scorpius addosso che, percorreva con gli occhi tutta la mia figura.
Albus e Isabelle entrarono in infermeria battibeccando, facendo voltare l'infermiera che, alla vista del sangue che imbrattava la camicia di Albus, cominciò ad allarmarsi, andando verso di lui.
-Signor Malfoy, aiuti la signorina Weasley. Torno subito-
Scorpius mi guardò ghignando e io mi limitai ad ignorarlo.
Si sedette sul letto, accanto a me -Lascia, faccio io-
Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi che mi guardavano divertiti. -Pff, ti piacerebbe-
Come se il mio evidente messaggio nascosto che, lo invitava ad andare a farsi fottere, non fosse stato abbastanza chiaro, lui afferrò i lembi delle mie calze, cominciando a tirarle verso il basso, lentamente, senza mai staccare gli occhi dai miei.
Le sue mani calde, mi sfiorarono più volte la pelle gelata delle gambe, facendomi rabbrividire. Lui se ne accorse e sorrise.
È inutile dire la mia faccia stava andando letteralmente a fuoco, confondendosi con i capelli.
Santo Godric, Rose! Ripigliati.
Le sfilò definitivamente, facendole passare delicatamente dalle caviglie. Distolse lo sguardo e si alzò dal letto dirigendosi verso il suo migliore amico che imprecava, senza dire una parola.
Mi accorsi solo in quel momento, di aver trattenuto il respiro.
-Cazzo! Cosa minchia è questa roba! Brucia-
Albus era a petto nudo, con il braccio teso verso Madama Chips. Isabelle stava borbottando qualcosa, tenendo in mano una specie di vassoio, con sopra dei medicinali.
La signora Chips, era l'unica di lavorare la mattina, quindi spesso approfittava degli studenti per farsi aiutare.
-È un disinfettante Signor Potter, smetta di lamentarsi-
Alla vista di Scorpius, Isabelle gli ficcò tra le mani il vassoio e mi venne incontro, con le guance leggermente arrossate.
Poggiai la teste sul cuscino, chiudendo gli occhi.
***
Dopo aver rischiato, più volte, di vomitare un intruglio verdastro, Madama Chips mi aveva fasciato la caviglia, obbligandomi a rimare in infermeria a riposare per almeno qualche ora.
Isabelle e Scorpius erano andati via già da un po'. E Albus era steso sul lettino accanto al mio, senza camicia, con il taglio che già stava cominciando a rimarginarsi.
Mi girai su un fianco, per guardarlo. Aveva un ciuffo di capelli corvini che gli ricadeva su uno di quegli smeraldi, anche chiamati occhi.
-Al?-
-Mh?- mi guardò curioso, passandosi la lingua sulle labbra. Se ci fosse stata qualche ragazza, alla vista di quel gesto, sarebbe sicuramente impazzita.
-Ti piace, vero?-
Non rispose.
-Il boss è qui- James entrò in infermeria, tenendo sotto braccio un libro. Svegliò un ragazzino che dormiva poco distante da noi.
Roteai gli occhi ridacchiando.
Dietro di lui, Dominique e il resto del clan Weasley-Potter.
-Sarei venuta prima se solo non fossi rimasta appesa ad una delle teste dell'idra- esclamò la bionda Delacour, cercando di sistemarsi i capelli arruffati.
Mio fratello Hugo, più piccolo di me di un anno, anche se dalla sua altezza da colosso ad un occhio esterno poteva sembrare che la più piccola tra i due fossi io, afferrò una sedia, girandola e sedendosi con le braccia poggiate allo schienale.
-Mi sembrava strano che questa settimana ancora non fossi finita in infermeria- ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli rossi come i miei.
Eravamo simili, solo che lui, oltre ad essere un dio greco, aveva gli occhi azzurri come papà e i capelli riccioluti come la mamma. Mentre io avevo gli occhi scuri e i capelli leggermente ondulati.
Mi accarezzò una guancia lentigginosa ed io gli morsi scherzosamente un dito.
-ahi! Ma sei matta?!-
Lily scosse la testa divertita e si poggiò con la schiena contro il muro.
Era la più piccola dei Potter. Ed era una specie di Ginny Weasley in miniatura.
Lei e Lys stavano insieme da circa un anno. Non l'avevo mai vista così felice prima d'ora.
C'erano propri tutti, mancavano solo Molly e Lucy, le figlie di zio Percy e Zia Audrey.
Fred battè una mano sulla spalla di Albus che grugnì qualcosa di poco carino.
-Sapete, io James e Roxanne abbiamo finalmente ottimizzato il nostro prototipo di merendine marinare!- esclamò entusiasta -Avevamo in mente di rifilarne una alla preside di nascosto-
-Non vorrete mica farmi espellere- mi misi seduta, poggiandomi alla spalliera del letto -Quella da la colpa a me, per qualsiasi cosa!-
-Tranquilla!- Roxanne, la sorella minore di Fred, che frequentava il sesto anno di grifondoro come me, si sedette sul mio letto -Faremo in modo che non sospetti di te, ci abbiamo già pensato-
-Non preoccuparti Rosie!- James si lanciò a peso morto sul lettino di Albus.
Lanciò un'occhiata al fratello -Ehi Al, come farà la squadra di serpeverde a vincere domani con un cercatore mezzo mutilato?-
-Sta un pò zitto- ringhiò.
-Ragazzi, abbiamo saputo solo adesso che cosa è successo!- urlò Tom, entrando di corsa.
-Mi spiegate dove cavolo lo ha trovato un Idra, Hagrid?!- borbottò l'altro.
Thomas Rodolfus Amadeus Kennedy Timoti Franch, per gli amici Tom, era l'unico essere umano sulla faccia della terra, che riuscisse a spacciare qualsiasi cosa potesse essere spacciata.
All'apparenza poteva pure passare per un bravo ragazzo. Un bravo ragazzo assatanato. E da lontano, con gli occhi chiusi, tutti i suoi tatuaggi potevano sembrare ombre troppo colorate.
Inutile dire che al primo anno, sul corridoio del treno, dopo esserci schiantati e presi a cazzotti, eravamo diventati ottimi amici.
Avevamo la stessa età e lui era alto più o meno quanto Scorpius, aveva i capelli corvini, tutti sparati all'insù, probabilmente grazie a qualche incantesimo. Gli occhi erano blu scuro, magnetici e misteriosi. Aveva un percing sul labbro inferiore e penso di non averlo mai visto vestito di un colore che non fosse nero.
Serpeverde fino al midollo e un irrecuperabile barone.
Matt West invece era un tappo. Biondo con gli occhi azzurri. Sarebbe anche potuto passare per il principe azzurro se solo non fosse stato alto un metro e sessanta.
Era Serpeverde, anche se a prima vista sembrava un adorabile Tassorosso. Penso che in confronto a lui, persino un kebbabaro che puzza di fritto, sia più elegante.
Aveva piantate sul balcone di casa sua, alle Maldive, un centinaio di piantine di marijuana. E se gli frugavi tra le tasche potevi trovare canne a go go.
Ci siamo incontrati al terzo anno mentre stavamo facendo entrabi qualcosa di non proprio legale...
-Coglioni!- esclamai -Ma si può sapere dove cavolo eravate finiti?! Siete spariti per due giorni!-
Tom, scrollò le spalle -Stavamo facendo cose...-
Albus gli tirò addosso un cuscino.
***
Verso le nove di sera, dopo che Dominique ci aveva portato la cena, Madama Chips ci aveva lasciato andare E Albus mi aveva voluto riaccompagnare in camera.
Le altre probabilmente erano ancora in Sala Grande.
Mi buttai sul letto. La caviglia ormai non mi faceva più male, però l'infermiera mi aveva consigliato di tenere la fasciatura per un pò.
Il Potter si chiuse la porta alle spalle e si poggiò sulla scrivania.
-Che vinca il migliore domani- esclamò sorridendo.
-Già, che vinca il migliore-
Mi raggiunse, sdraiandosi al mio fianco. -Riguardo domanda di prima...-
-Tranquillo- tagliai corto, avvolgendogli le braccia intorno al bacino e poggiando la testa sulla sua spalla -Il tuo segreto è al sicuro, cuginetto-
Con Albus riuscivo a smettere di essere un blocco di ghiaccio e ad dimostrargli fisicamente il mio affetto. Dopo tutto quello che faceva per me, se lo meritava.
-Buonanotte piccola- mi baciò la fronte.
E poco dopo mi addormentai tra le sue braccia.
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