⚡Kasumi e Jilian, da USG - United States Of Galaxy

La stanza è illuminata e le telecamere accese, tutto è pronto per iniziare l'episodio... Ma la donna dai capelli rossi che dovrebbe condurre l'intervista non è al suo posto, ha i fulmini che le scorrono lungo le braccia e punta lo staff con il dito.

«Non mi pagate abbastanza per condurre un cazzo di programma da sola!» urlava. «Ma le altre che fanno, dormono? Col cazzo che spreco tutte le mie serate a intervistare dei poveri scemi. Fatelo voi, io ho chiuso!»

Proprio mentre lei fa per uscire, la porta si apre ed entrano i due intervistati.

Una donna spalanca la porta con la grazie di un elefante, e per poco non colpisce l'intervistatrice. «Ehilà gente!» esclama Kasumi, una strana e fin troppo felice donna vestita con un abito tradizionale cinese. Assieme a lei c'è un uomo che, dalla faccia e dai continui sbuffi, vorrebbe essere ovunque tranne qui.

«Sta attenta!» le dice Jilian. «Non vedi sta tipa qua?»

«Oh sempre a seccarmi...»

«Io non ti secco, io ti do solo dei consigli. Utili peraltro!»

Altair è abituata ai battibecchi strani, però per un attimo rimane zitta ad ascoltare quei due che hanno fermato la sua rivolta. I fulmini guizzano sempre più numerosi lungo il suo corpo. Va da Kasumi e la squadra dall'alto in basso. «Ehi, Kimono,» stringe i pugni e mostra i denti, «se vuoi un pugno basta dirlo!»

«Ohi ciccia,» risponde lei, «questo è un cheongsam, un abito tradizionale cinese. Impara un po' di cultura generale... e ora portami dall'intervistatrice che non ho tempo da perdere con i stagisti. Sciò, vai via!» Fa un gesto con la mano, come per scacciare un animale.

Altair fa schioccare la lingua. Ma quanto è rompipalle 'sta tizia? «Che differenza fa?» Sbuffa. «E non sono una stupida stagista del cazzo, sono io l'intervistatrice.» Purtroppo, aggiunge fra sé e sé.

«Ah...» Kasumi la squadra con un cipiglio indagatore, mentre un'espressione di disgusto si forma sulle sue labbra. «Beh, se sei l'intervistatrice che quelli de La Repubblica Galattica mi hanno mandato, non ci posso fare niente.» Poi, a bassa voce e a denti stretti, mormora una parola poco carina: «Stracciona.»

«Kasumi, smettila di trattare le persone male e presentati. Civilmente.» Jilian sottolinea l'ultima parola, poi porge la mano all'altra. «Piacere miss, sono Jilian, il sostituto Ammiraglio della tipa qua presente...»

Altair alza il sopracciglio e si pianta una mano sul fianco, il piede che batte sul pavimento a un ritmo costante. «Sempre meglio stracciona dell'avere una scopa infilata su per il culo,» risponde a Kasumi. Quindi guarda il ragazzo e fa un risolino. «Jilian?» Femminuccia di nome e di fatto, pensa. Solleva le mani in aria in segno di resa e indietreggia di un poco. A quanto pare, quei due non vogliono permetterle di andarsene, perciò è costretta a fare l'intervista. Potrebbe anche pestarli, ma dubita che sia divertente picchiare due tipi simili. «Altair,» dice e fa un gesto scocciato con la mano.

«Ohi vacci piano!» esclama Kasumi. «Non sono così estrema a letto... cioè, ora che mi ci fai pensare, quella volta... insomma, le cose erano diventate particolari. Ora ti raccont-...» Jilian le dà una gomitata nelle costole per interromperla. Le manca quasi il respiro e smette di parlare, piegandosi leggermente mentre tiene con la mano il punto colpito. «Jii, ma che fai...?» mormora sofferente.

«Questo spero non finirà come fuori onda per Striscia la Galassia...» chiede l'altro, rivolto ad Altair.

I fulmini sul suo corpo si ritirano e lei sbotta a ridere. «Non so cosa sia Striscia la Galassia, ma il discorso diventava interessante.»

Dallo staff arriva un colpo di tosse. Altair nota che le stanno indicando lo schermo. Sbuffa, ma si va a sedere alla scrivania, facendo cenno ai due di fare lo stesso sulle poltroncine per gli ospiti.

«Jilian non è l'unico pudico,» si lamenta Altair, «a quanto pare preferiscono non scendere troppo nei dettagli interessanti.» Poggia i gomiti sulla scrivania. «Kimono, ma te lo porti sempre dietro il fidanzatino-nonnina?»

«Sì!» dice Kasumi.

«No!» dice Jilian nello stesso momento.

Dopo le rispettive risposte, si girano a guardarsi per qualche istante, poi si voltano verso Altair, e le loro risposte diventano al contrario.

«No!» dice Kasumi.

«Sì,» dice Jilian.

C'è qualche istante di silenzio imbarazzato, poi ricominciano.

Jillian: «Forse...»

Kasumi: «Ogni tanto...»

Jilian: «...più o meno...»

Kasumi: «...direi sempre.» Poi lei si schiarisce la gola. «Ma forse ti interessa dei particolari, ecco quella sera...» Ma non fa in tempo a finire che dalla direzione le lanciano qualcosa in testa mentre Jilian le tira un calcio. «Ma ditelo che non volete farmi arrivare viva alla fine di sto strazio!»

Altair solleva gli occhi al soffitto. Che strazio sono questi due! «Mi sembrate anche fin troppo affiatati.» Batte il palmo sulla scrivania e guarda male quelli dello staff. «Potreste anche farla parlare, eh, almeno ci faremmo due risate.» Sospira. Non può aspettarsi di divertirsi in questo programma, deve smetterla di sperarci. «Ma quindi? State insieme, voi due? È con lui che quella sera...? Perché insomma, mi sembrate una coppia assurda, ma ehi, chi sono io per giudicare?» Alza le mani.

«No no,» risponde Jilian, «e poi sono già sposato...»

«Quasi sposato, hai lasciato tua moglie all'altare tre volte,» lo corregge Kasumi, sottolineando il "quasi" con fare saccente.

«Ma si dai, parla pure degli affari miei... e, per essere precisi, io l'ho lasciata solo due volte, la terza mi ha lasciato lei.»

«Va bene va bene.» Kasumi solleva le mani con fare colpevole. «Solo due volte.»

Altair fa un fischio. «L'hai lasciata sull'altare due volte? Cazzo, bello, sei senza cuore. La terza volta secondo me non ci credeva più manco lei, ecco perché ti ha mollato.»

«Vero?» concorda Kasumi. «Una volta mi ha anche venduta alla mafia galattica per pagarsi le rate della macchina. Lascia che te lo dica,» si sporge sulla scrivania e si avvicina all'altra per aggiungere a bassa voce: «gli uomini di questo universo fanno schifo, ecco perché vado sempre con gli spogliarellisti, una notte, botta e via. Perfetto e liscio come l'acqua.»

«Brave,» si lamenta Jilian, «continuate pure a parlare degli affari miei come se niente fosse. Scommetto che adesso ti avrà raccontato di quella volta che le ho messo il ketchup sulla pasta.»

«Assassino della buona cucina. Lo sai che amo la pasta eppure il dispetto me l'hai fatto lo stesso!»

«Ancora me lo rinfacci? È stato tempo fa...» Jilian si lascia scappare un sospiro e rotea gli occhi, infastidito dalle due donne

«È stato l'altro ieri!!» Kasumi sta quasi urlando.

Altair scrolla le spalle. Non capisce se i loro battibecchi la facciano sentire come a casa o le diano solo fastidio. «Ma perché te lo porti appresso, allora? A parte per farti rovinare la pasta, intendo.» Accomoda i piedi sulla scrivania e si stiracchia. «O per farti vendere alla mafia galattica?» Fa schioccare la lingua e guarda Jilian. «Sei fortunato, nonnina, al posto suo» e indica Kasumi «ti avrei già fatto volare dalla...» Si blocca un attimo. Hanno nominato la galassia, no? «...dalla navicella? Aspetta, ma voi siete tipo nello spazio?»

«Vacci piano con le parole!» scatta Kasumi. «Potremmo avere la stessa età, ciccia!» Si stiracchia anche lei sulla poltroncina e accomoda i piedi sulla scrivania.

«Il "nonnina" non è riferito all'età, ce l'avevo con il suo atteggiamento.» Altair si alza in piedi e si massaggia il collo.

«Mi deve sopportare a forza, direi...» Jilian si lascia sfuggire un sorrisetto. «Dopotutto mi ha mandato a controllarla suo padre, quindi le tocca. Diciamo che non la devo far finire nei guai...»

«Come quella volta che hai messo la mia nave in vendita su ebay?»

«Quella sei stata tu. E sì, abbiamo un'astronave... un Galeone spaziale per l'esattezza.»

«Che io ho, per l'esattezza, è mio,» lo corregge Kasumi con una nota di disappunto nella voce. «L'ho pagato io, è mio.»

«È nostro, perché il mutuo l'ha fatto tuo padre. Io lavoro per lui, perciò, per proprietà transitiva, è nostro.»

«Comunque non mi sembri un granché come balia,» interviene Altair. «L'hai venduta alla mafia, le hai venduto la nave, le hai messo il ketchup nella pasta.» Si avvicina a Kasumi e si china verso di lei per sussurrarle: «Sei sicura che invece non l'abbiano mandato a ucciderti?» Poi si allontana di nuovo. «La vostra nave è un Galeone che va nello spazio? Cazzo, questa è una figata. Perciò cosa siete? Pirati spaziali?»

«Io non sono una balia,» si lamenta Jilian, «al massimo un assassino con un nome di merda, ma sicuramente non una balia.»

«Cazzo. Lo sapevo che mi faceva sta domanda,» mormora Kasumi fra i denti. Mette una mano sotto al mento, pensando a cosa dire all'intervistatrice.

«Andiamo, Kasumi merita questo e altro, sono tutte esperienze per crescere! E comunque siamo pirati, solo che adesso starà pensando, di nuovo, a cosa fanno i pirati spaziali...» Jilian scrolla spalle e fa un sospiro, mentre Kasumi continua a borbottare sotto voce parole incomprensibili.

Altair già non ha voglia di starli a intervistare, ma se non se la finiscono di lamentarsi prima o poi li fa saltare in aria. «Non è un nome di merda, solo da femmina, nonnina assassina,» dice a Jilian. Scrolla le spalle e si rimette a sedere alla scrivania. «Mah, da quello che ho capito, cazzeggiate in giro e fate casini. Ma se non ne volete parlare, mi frega poco, io devo solo farvi domande finché non scade il tempo. Mi accontento anche del resoconto di quella famosa serata...» Ammicca e arriva una rispostaccia dallo staff, ma lei mostra loro il dito medio.

«Appunto fa schifo. E lo sai perché ho un nome simile?!» esclama Jilian.

Kasumi intanto continua a ignorare il discorso dei due e borbotta a bassa voce cose che solo i cani possono udire, persa così nel suo mondo.

«Ah comunque meglio lasciarla stare, si riprenderà da sola... anzi, meglio, falle qualche domanda sullo stipendo e sul Gran Ammiraglio, non capirà più nulla e inizierà a dare i numeri.» Fa un sorrisetto sfregandosi le mani divertito da quell'idea. Si pregusta già le urla dell'altra quando qualcuno osa toccare quei tasti dolenti.

«No, non lo so. Perché hai questo nome? C'è un motivo diverso dall'odio evidente di tua madre?» Altair si toglie qualche pelucchio dai vestiti. Decide di accogliere la richiesta di lui, anche perché se quella non se la finisce di bofonchiare con le buone, dovrà pensarci lei. «Ehi, Kimono! Che mi dici del Gran Ammiraglio?»

Kasumi, a quelle parole, si ridesta immediatamente dai suoi pensieri e, alzatasi in piedi, sbatte le mani sul tavolo. «Quel figlio di una grandissima *****, b******* pazzo, gran corn***, se lo piglio giuro che gli strappo le ***** e poi...»

E mentre le censure prendono il sopravvento sulle parole della piratessa spaziale, Jilian, alla domanda dell'intervistatrice, cade anche lui in crisi. Si prende la testa fra le mani poggiando i gomiti sulle gambe e iniziando a parlare con un groppo in gola. «La buon'anima del mio padre adottivo voleva una figlia... poi l'ho ucciso, ma non per il nome, eh! Povero, era solo un pazzo megalomane che voleva conquistare la Galassia, al contrario di sta scema! Non potevo stare con lui, no? Nooo, e che, una vita nel lusso non mi andava bene...»

Ma da dove cazzo sono usciti questi due?

Altair vorrebbe ridere, ma sono talmente assurdi che riesce solo a sbattere le palpebre e sogghignare. Va da Kasumi e le dà uno schiaffo sulla nuca. «Ohi, chiudi il becco, Kimono! Ho capito, ho capito, ti fa andare in tilt. Ma datti una calmata, non sento quest'altro scemo.» Poi si avvicina a Jilian. «Hai fatto palesemente una cazzata. Forse sei masochista.»

«Forse sono anche gay...»

Kasumi intanto si porta una mano alla guancia colpita. Guarda Altair con la bocca spalancata. «Questa è la prima volta che qualcuno osa colpirmi fuori da uno scontro... non so se essere piacevolmente stupita o terribilmente incazzata.»

Altair scrolla le spalle. «Non la finivi di lamentarti. Ma se vuoi posso sempre fare il bis.»

«E no,» Kasumi la ignora e si rivolge al collega, «non sei gay, ho visto come guardavi Scarlett Johansson, e ti ho beccato per sbaglio anche mentre...» pensa qualche istante alle parole da dire, «"pensavi" a lei.»

«Tu cosa?!»

Kasumi fa spallucce e alza le mani con fare colpevole. «A mia discolpa posso dire che ho accesso illimitato a ogni parte della nave, non sarei entrata se avessi saputo ciò che facevi... per l'amor del cielo, io preferisco Gillian Anderson, ma fa come credi...»

Altair guarda Jilian e ride al loro ennesimo battibecco. «Voi due avete il rapporto più assurdo che abbia mai visto, e vi assicuro che è tutto dire. E poi perché spari cazzate sull'essere gay, tu?» Si sposta i capelli da davanti al viso con un gesto secco. Nessuno le fa caso.

«Andiamo, non dire assurdità! Scarlett Johansson è una dea scesa in terra, come puoi dire che è meglio Gillian?» dice Jilian.

Kasumi ignora il collega e si rivolge all'intervistatrice. «Senti, non per fare il tuo lavoro... anzi, un po' anche per fare il tuo lavoro, ma tu che razza di giornalista saresti? Non dovresti non so, fare domande su cosa facciamo, come vanno le cose nel nostro universo, qual è il nostro lavoro eccetera? Perché a me sembra che qua stiamo solo perdendo tempo... poi ti lamenti che non ti pagano abbastanza, è ovvio se non fai nulla!»

La sta prendendo per il culo? Altair stringe i pugni e i fulmini le saettano sulle nocche. «Siete due cazzo di pazzi che vanno in crisi quando chiedo qualcosa!» sbotta. «E no, non mi pagano abbastanza per questa stronzata di programma che mi hanno costretto a fare. Ma sai cosa? Va bene!» Alza le mani, ma alcune ciocche di capelli si elettrizzano. «Come funziona il vostro stupido mondo? Cosa fate per non morire di fame, signori pirati spaziali? Siete contenti adesso?»

Se vanno di nuovo fuori di testa, pensa, li ammazzo questa volta.

«Oh cazzo!» Jilian afferra Kasumi per le spalle. «Perché diamine l'hai provocata?!?»

Kasumi distoglie lo sguardo da lui e lo volge verso la porta. Le sue gambe poco ci mancano che si muovano da sole, ma si limita a fare un grosso respiro e, liberandosi dalla stretta dell'uomo, si rivolge ad Altair con la faccia più seria mai fatta fino a quel punto. Tira fuori da non si sa dove un piatto di pasta e lo porge all'altra senza dire nulla.

Altair la guarda stranita. Batte le palpebre, inclina la testa e apre la bocca per parlare ma la richiude subito dopo. A che gioco sta giocando quella pazza? «Mi prendi per il culo?» Le dà un colpo al piatto, facendolo volare in aria. Si sporca tutto il set. «Cosa cazzo ci dovrei fare con un piatto di pasta che...» Fa una smorfia, che si trasforma subito in un ghigno. «Ma da dove l'hai tirato fuori, dalle mutande?»

Kasumi guarda il piatto di pasta sfuggire dalle sue mani, volare in aria e infine ricadere a terra. Il tempo, per quei secondi, è come se si fosse dilatato e la scena appare agli occhi della donna come a rallentatore. «La... la pasta...» balbetta, senza trovare le parole per esprimere ciò che prova. «P... perché...?»

Jilian intanto smette di parlare da solo delle grazie della Johansson e si blocca. Ripresosi dalla sorpresa si sbatte il palmo in fronte. «Oh no! Non lo sai, Altair? Lei è italiana... la pasta è sacra, anche se sono italiani spaziali... tipo il calcio, Maradona e la Ferilli... oh la Ferilla, lei è una divinità scesa in terra.» E si perde nei suoi pensieri.

Sul volto di Kasumi passano in rassegna varie espressioni: disgusto, orrore, rabbia. «Tu... TU!!» Porta una mano al fianco, afferra l'elsa della spada e si mette in posizione, pronta a scattare verso Altair. «CHIEDI IMMEDIATAMENTE PERDONO AL DIO DELLA PASTA!»

Altair si batte una mano sulla fronte. Sempre peggio. «È italiana? Con un nome giapponese, un vestito cinese, che vive su un galeone spaziale? Siete seri?» Non che le freghi più di tanto. Se vuole combattere, lei di certo non si tirerà indietro. Fa schioccare le nocche e guizzare i fulmini, poi alza la guardia. «Va bene, fatti sotto se proprio ci tieni, almeno mi diverto un po'. La pasta,» aggiunge, tanto per provocarla, «è sopravvalutata.» E fa partire un calcio.

«Si chiama globalizzazione! E la pasta non è sopravvalutata!!» Kasumi accoglie la provocazione e scatta in avanti; scarta di lato, evitando così il calcio, ed estrae la spada mirando alla gola dell'altra, pronta a dare un fendente.

Altair alza le mani in una finta resa. «Ah, ci sai fare, per una che sta incartata come una caramella.» Le dà un calcetto alla gamba e abbassa la testa per scansarsi e liberarsi. «Quindi hai imparato pure a combattere, fra un piatto di pasta e una nottata con uno spogliarellista? Chi ti ha insegnato?» Le scariche le guizzano sui palmi, e lei prova a darle una spinta sul petto.

Prima che l'altra possa colpirla, Kasumi si tira indietro ed esegue un fendente dall'alto in basso. «Ovviamente mio padre, combatto in giro per la Galassia da quando ne ho memoria!»

Nel frattempo, Jilian si porta con sé la poltroncina e si siede a osservare con un sorrisetto sulle labbra l'intera scena mentre rolla una sigaretta della quale eviteremo di dirne il contenuto. Si lascia sfuggire un fischio. «Forza ragazze, vogliamo una catfight con tirate di capelli, fango, e bikini!»

La direzione intanto gli chiede una canna.

Altair scarta di lato e alza la gamba per sferrarle un calcio alla mano con cui regge la spada. «Poteva insegnarti meglio,» la prende in giro. «È anche lui un pirata, quindi?» Guarda Jilian e quelli della direzione con una faccia schifata. «Se vuoi il bikini puoi indossarlo tu, ti starebbe così bene.»

Kasumi, intuendo la mossa dell'avversaria, prima di sferrare un nuovo attacco alza la spada seguendo la mossa di Altair, ma non abbastanza velocemente da evitare di incassare il colpo. Non lascia la presa, ma la katana inizia a colorarsi di bianco, con qualche fiammella dello stesso colore sprigionata dal filo della lama. «Perché non sto facendo sul serio, genio! E comunque no, eravamo mercenari, poi mi hanno offerto un contratto da pirata con un'ottima assicurazione sanitaria e...» Ma non riusce a finire la frase che si blocca, notando cosa sta accadendo. Fa quindi un salto all'indietro. «Oh no, questo è uno spoiler!» E rimette subito la spada nel fodero.

«Volentieri!» esclama intanto Jilian ad Altair. «Ma solo se andiamo a letto insieme.» Poi si rivolge alla collega. «Questa decisamente non piacerà all'autrice, doveva essere una rivelazione da fare più avanti...»

Altair fa un sospiro rassegnato. Proprio ora che le cose si facevano interessanti... «Carino il trucchetto con la spada. È magica?» Agita un dito per indicarla. Poi, rivolta a Jilian. «Per me nessun problema, ma non lo so se ne esci vivo.» Torna a sedersi e guarda lo schermo con le indicazioni. Hanno scritto solo bikini bikini girlfight, ma dall'orario capisce che è quasi ora.

«No, tecnologia perduta dei vecchi abitanti della Galassia...» risponde Kasumi, «ma è una storia troppo lunga da raccontare, penso che ci si impiegherà uno o due capitoli di flashback.» Si porta una mano sotto al mento, dubbiosa.

Jilian invece è troppo intento a parlare con la direzione per prestare attenzione alle altre due: sta spiegando al regista le sue conoscenze in fatto di droghe galattiche. «Allora, prima di tutto l'erba del pianeta Alpha va bene, ma io preferisco quella del mondo Xeh perché le piantine...»

Altair soffoca a stento un sospiro esasperato. «Va bene, va bene, ho capito. Vi faccio l'ultima domanda, poi se sono fortunata questo strazio sarà finito. Come funziona di preciso questa Galassia? Le persone vivono su altri pianeti? Ci sono gli alieni?» Si blocca, si rende conto di quello che ha appena detto. «Siete mai stati a letto con un alieno?» aggiunge.

Kasumi si siede sulla poltroncina rimasta ancora vicino alla scrivania dell'intervistatrice. Un sorrisetto divertito le si dipinge sulle labbra. «No, gli alieni sono stati quasi tutti sterminati dall'umanità durante l'epoca delle colonizzazioni ma... qualcuno c'è ancora, in qualche riserva da qualche parte nella galassia, e diciamo che qualcosa c'è stato durante i miei viaggi...»

«La mia quasi moglie vale come alieno assassino mutaforma?» chiede Jilian.

«No!» esclama Kasumi, poi continua il suo discorso con Altair. «Comunque, dicevo, l'umanità è andata a vivere su altri pianeti dopo che ci fu una crisi energetica mondiale e grazie a Elon Musk si aprì la strada per le colonizzazioni, gli alieni furono tutti sterminati e i pochi rimasti resi schiavi. Adesso, dopo mille anni, i superstiti sono stati messi in delle riserve.»

«Lei s'è fatta un alieno tentacolare e da allora le piacciono i manga sporcaccioni!» esclama Jilian mentre se ne va via con un paio di ragazze fra showgirl e stagiste varie. «Noi andiamo comunque, credo che rimarrò in questo mondo per un po' di tempo, signorine.» Mentre esce, fa l'occhiolino alle sue nuove pollastrelle e quelle si mettono a ridere.

Kasumi rimane a bocca aperta. «Giuro che quando tornerà nel nostro universo lo meno! Anzi, lo vendo alla sua quasi moglie!»

Altair intanto sogghigna. «Un alieno tentacolare? Seriamente?» Poi si rende conto di quello che è appena successo e scuote la testa. «Ma come lo sopporti, quello lì? È così terribile, la sua quasi moglie?»

«Già... dovresti provare, è stato rilassante...» Kasumi pronuncia quelle parole con aria sognante. «Ah, Jilian, è un bravo ragazzo.» Sospira. «Non farti ingannare dalle apparenze, se non fosse per lui ci avrei rimesso le penne tante di quelle volte che non immagini...» All'ultima domanda, si lascia scappare una risata. «Oh, tu non hai idea! Quella donna è un assassino dell'Impero galattico e quando vuole una cosa la ottiene! Ha giurato che avrà un figlio da Jil e stai pur certa che lo avrà. Anzi...» Si sporge sulla scrivania e abbassa il tono della voce. «Ti va di mandarle un messaggio per dirle che si trova qua?»

«No, grazie, non sono una fan dei tentacoli... Credo. Non ci ho mai nemmeno pensato.» Si sporge a sua volta e fa un sorriso. «Ah, sicuro, perché no. Andiamo insieme a vedere che gli combina?» Si alza. «Sono curiosa di conoscerla, adesso.»

«Come no?! Mai mai? Ti ci devo proprio portare in quella spa...» Anche Kasumi si alza. «Ovviamente! Non vedo l'ora di godermi un bel sano squartamento. Vuoi?» Le porge un pacchetto di pop corn. «Ci sarà da divertirsi! Sai, credo che ti piacerà... credo che abbiate tante cose in comune...»

Altair prende il pacchetto di pop corn. «Un giro nel tuo mondo non mi dispiacerebbe,» ammette. «Ah, sì? Dev'essere una gran donna, allora.» Le fa cenno di seguirla verso la porta, ma prima manda una scarica elettrica alle telecamere e le manda in cortocircuito. «Era da prima che me li volevo togliere dai piedi,» dice ed esce insieme a Kasumi.

Poi anche l'ultima telecamera rimasta ancora miracolosamente accesa esplode.

Bene, ragazzi! Quest'intervista, se così si può chiamare, è venuta più lunga del previsto, ma non si riusciva a fare una conversazione sensata xD Comunque, questi due folli ma simpaticissimi personaggi vengono dalla storia USG - United States of Galaxy, di Floryana_flo, andate a farci un salto, vi divertirete di sicuro!

Ora lo staff dovrà raccattare le ragazze e comprare nuove attrezzature... poi il programma sarà pronto ad accettare nuovi iscritti! 

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