⚡Julyan e Ray, da Questo assurdo amore fantasma
In studio, tutti attendono l'arrivo dell'intervistatrice. Le telecamere sono accese, le luci di scena già piazzate sulle due poltroncine dedicate agli ospiti e sulla scrivania.
Altair arriva dopo diversi minuti. Spalanca la porta con un calcio, si toglie il casco da motociclista mentre attraversa la stanza ad ampie falcate. Come al solito, a lei tocca restare in questa stanzetta pulciosa. Chissà perché, non si chiede nemmeno per un attimo se non sia perché hanno paura del casino che potrebbe scatenare in altri mondi.
Si rivolge alle telecamere, scuotendo i capelli, scompigliati a causa del casco. «La vostra stronza preferita è tornata.» Mostrò il dito medio, mentre si issa sulla scrivania. Poi concentra l'attenzione sulla porta, rimasta aperta dopo il suo calcio. «Allora? Chi sono gli sfigati di oggi?»
Il primo a irrompere è Julyan, fiero, il petto gonfio, la statura di due metri che lo rende un gigante e i capelli che svolazzano al vento. La porta si richiude dietro di lui. «Buondì, sono Julyan e lui è...» Ma si blocca. Si gira e sbuffa. «RAY MUOVI IL CULO E VIENI!»
Dall'altro lato della porta arriva una piccola voce bassa. «Non mi va... Ti ricordo che sei tu che mi hai trascinato qui, falla da solo questa intervista.»
Julyan guarda Altair. «Perdonami, arrivo subito.»
Mentre lui sparisce dietro la porta, lei solleva un sopracciglio, battendo il pollice contro la coscia. Attende alcuni secondi, durante i quali lancia delle occhiate in direzione dello staff, come a dire "che genere di soggetti mi toccano, 'sta volta?". Poi Julyan ricompare nella stanza, seguito da un ragazzo che, in confronto a lui, è un tappo; tiene la testa bassa e si vede a chilometri di distanza che è disperato.
Altair abbozza un mezzo sorriso strafottente. Balza giù dalla scrivania e si dà dei colpetti sui pantaloni attillati. «Che è successo, ha il culo pesante?» Indica il ragazzo più basso. Quindi si dà qualche buffetto sulla giacca di pelle. «Mi ci mancava, di intervistare un gigante e un tappo.»
«La volete smettere di chiamarmi tappo?» sbotta Ray.
Julyan lo ignora e ride. «Il culo pesante no, ma ha la voglia di agire pari a quella di un animale investito. Ma ha un bel testone, non è vero?» Appoggia la mano sopra la spalla di Ray.
Lui se la scrolla di dosso, stizzito. «Possiamo muoverci e finire questa buffonata? Almeno posso andarmene.»
Altair fa scrocchiare le dita, distratta. «Questa pagliacciata purtroppo finisce solo quando lo decidono quei deficienti lì.» Alza il mento a indicare lo staff dietro le telecamere, che indietreggia un po'.
Julyan segue il suo movimento con lo sguardo e saluta anche lo staff con un sorriso.
«Da dov'è che venite, voi due sfigati?» chiede allora Altair. Se proprio deve farla, questa pagliacciata, tanto vale darsi una mossa. Prima fa contenti i gestori del programma, prima può tornare a farsi gli affari suoi.
Julyan fa spallucce. «Veniamo da una città qualsiasi, si divide in diversi quartieri denominati con il nome di Nord, Sud, Est e Ovest, roba semplice. Noi veniamo da quello Nord, il più antico.»
Altair intanto fa il giro della scrivania per lasciarsi cadere sulla sedia. «E ce l'avete la magia? La tecnologia? Qualche creatura strana da prendere a calci in culo?»
«Magia ne abbiamo,» risponde lui. «Io e il Tappo siamo fantasmi. Ogni fantasma, in base al tipo di morte ricevuta, viene smistato in una categoria. Le categorie totali sono dodici, e ognuna di queste possiede un determinato genere di poteri. Per questo esistono fantasmi più forti di altri, e si è studiata una classifica di pericolosità.» Si massaggia la fronte. «E... sembrerà strano, ma, per quanto tappo, Ray è molto più forte di me.»
Per tutta risposta, Ray ringhia. «Infatti dovresti mostrarmi un po' di rispetto, dato che posso farti fare tutto ciò che voglio contro la tua volontà.»
Altair ascolta solo per metà la spiegazione di Julyan, la mancanza di concentrazione l'ha fatta distrarre dopo la parola "fantasma". Alla fine, batte una mano sulla scrivania, facendo saltare tutti i fogli e le penne. «Siete fantasmi? Perciò non potete mangiare? Andare al bagno? Scopare?»
Se è così, deve essere proprio una vita di merda... o una non-vita di merda.
Prima che l'altro possa risponderle, però, si rivolge a Ray, entrambe le sopracciglia sollevate. «Perché, che fai, manipoli le teste altrui?» Un paio di scintille le scorrono lungo le braccia al ricordo di un nemico con un potere simile.
Julyan scruta prima Altair, poi Ray. «Domanda buffa...» dice. «Noi non mangiamo... Ma possiamo assumere poche e rarissime erbe medicinali che ci guariscono. Perché si: possiamo beccarci dei malanni e farci del male fisico. Ovviamente per male fisico intendo dire volare giù da una montagna spezzandosi qualche osso, cosa che, se fatta da un vivente, può ammazzarlo.»
Praticamente rimangono solo le fregature, pensa Altair.
«In bagno non ci andiamo e l'ultima... Ehm... Sì possiamo, perché sia un fantasma... Ora possiamo passare alla prossima domanda?» termina Julyan.
Altair scrolla le spalle. Almeno una cosa divertente ancora ce l'hanno. «Come vuoi tu.»
Ray invece si innervosisce. Gli occhi gli si accendono lievemente di rosso. «Manipolare le menti altrui non la definirei la spiegazione giusta. Manipolarle fino a portarle alla pazzia invece sì.»
«Fai impazzire le persone? Serve un potere speciale, non basta rompere le palle?» Altair si punta un pollice addosso, per aggiungere il sottinteso: "come faccio io". Poi prende una penna e se la rigira fra le dita. «Tu, gigante? Che sai fare?»
Ray alza gli occhi al soffitto. «Di certo gli esseri come voi non lo possono capire. Appena muori fammi sapere.»
Julyan tenta di tenere a bada la schiettezza dell'amico, senza riuscirci. «Ah... Io? So muovere gli oggetti con il pensiero, di qualsiasi tipo o peso, purché non siano ancorati a terra...»
Altair però non lo sta ascoltando, è concentrata su Ray. Un paio di fulmini le percorrono le mani. Ha capito come fa a far impazzire le persone, non è un potere, è con quel suo modo da saputello, ne è sicura. «E appena ti resuscita il senso dell'umorismo, fammi sapere.» Si appoggia allo schienale e accomoda i piedi sulla scrivania.
«Così come la tua delicatezza,» le dice Ray.
Lei solleva il sopracciglio, un mezzo sorriso infastidito sul volto. Il senso dell'umorismo non può resuscitargli, dopotutto dubita ce l'abbia mai avuto a questo punto. «Come vi sono conosciuti, voi due? Prima o dopo essere schiattati?» chiede piuttosto.
Julyan le lancia un'occhiata infastidita. Non gli piace come si sta comportando con il suo amico. Tuttavia, cerca di ignorare la rabbia e concentrarsi sulla domanda. «Ci siamo conosciuti da morti, Ray è il marito di mia sorella, Nayla. Solo che, prima che loro si sposassero, ho iniziato a seguirlo di nascosto perché ero geloso. Non volevo che stesse con mia sorella, all'epoca ero un po' ristretto di mente. Così l'ho inseguito per giorni, spiato e minacciato, sfruttando il fatto che mia sorella non sapesse della mia presenza in quel mondo. Noi... Ehm... Quando una persona muore può scegliere se rimanere sul proprio pianeta, oppure andarsene in un'altra dimensione. E... Be', dato che io e mia sorella siamo morti in anni differenti... Lei ha ceduto che fossi andato dall'altra parte, quando ero io che non volevo farmi vedere.» Fa spallucce. «Poi però gli ho chiesto scusa e abbiamo fatto amicizia.»
Ray si limita ad annuire.
Altair inclina la testa da un lato. «Fratello geloso, eh?» A questo sorride, perché dopotutto è una cosa che capisce. Ci prova, a immaginarsi al suo posto. Probabilmente minaccerebbe il marito in questione, spaventandolo con qualche scherzo. Specie se quello fosse il marito.
«Quindi ora andate d'accordo? Litigate mai?» chiede allora.
Julyan sorride. «Nah, sembra strano, ma andiamo piuttosto d'accordo.»
«Il paradosso degli opposti, direbbe quella pazza di Eve, o qualche stronzata del genere.» Ricorda che deve aver detto qualcosa di simile, in qualche occasione, a proposito di lei ed Elettra. Non che Altair le dia ragione, definire che lei e la ghiacciolina vadano d'accordo è ridicolo.
Schioccando la lingua, si rialza in piedi. «C'è una persona che prendereste volentieri a calci in culo?» Fa un cenno con la mano. «Io non conto,» aggiunge, guardando Ray.
Lui fa un ghigno maligno. «Oh, io solitamente sono molto pacifico...» Lei porta una mano sul fianco – le riesce difficile credergli. «Rare persone mi fanno molto ribrezzo.» Lui le scocca un'occhiataccia. «Ma se dovessi trovare proprio qualcuno, sfonderei volentieri la faccia a Elil, il marito di mia sorella, non lo sopporto.»
Altair si appoggia alla scrivania con la schiena, tamburellando con le dita. Fa un mezzo sorriso. «Ma dai, non l'avrei mai detto.»
Julyan ci pensa un attimo. «Quello stronzo di mio cugino Oliver, abbiamo avuto passati... Uhm... Molto incasinati.»
«Avete proprio problemi con i mariti delle vostre sorelle, eh?» nota lei.
Julyan si fa una piccola risata. «Già... È l'istinto da fratelli maggiori, viene fuori anche se tu non vuoi. E poi, sia il che Ray siamo molto legati alle nostre sorelle e possiamo imbestialirci se loro non sono felici.»
Lei annuisce, ma per un attimo perde il sorriso. Aggrotta la fronte. Alla fine spalanca le braccia, tornando del suo solito umore. «È il dovere dei maggiori impedire che si caccino nella merda.» Fa un sospiro. «Prossima domanda: quali sono pregi che invidiate l'uno dell'altro? E cosa invece vi dà più fastidio?»
I due si scambiano un'occhiata, parlare apertamente non è il loro forte.
«Ahem... Ok, ok, momenti sentimentale,» dice Julyan. «Invidio l'intelligenza di Ray, è un bravo ragazzo, sa farsi amare da tutti...» Altair qui quasi sbotta a ridere. «Mentre io... Io sono un po' uno stronzo patentato che prende in giro la gente.»
Ray è abbastanza colpito, rimane immobile per qualche secondo. «Io credo sia l'estremo lato divertente che Julyan riesce ad assumere. È spesso allegro, riesce a tirare su il morale a qualcuno... Ma... Ogni tanto diventa quasi assillante e non sopporto quando mi prende in giro e mi chiama Tappo, oppure Nanerottolo.»
Julyan scuote la testa. «Ah sì? E a me non piace che continui a fare il saputello. Mi dai i nervi quando correggi qualcuno che ha sbagliato una frase! Oppure quando ti chiudi in te stesso e credi fermamente nelle tue idee, senza che nessuno possa dirti più nulla.»
Ray sbuffa. «Permaloso...»
«Tappo.»
«Bene, Permaloso e Tappo,» Altair si passa una mano fra i capelli. Dallo staff le fanno un cenno. Non rimane molto tempo ancora, un paio di domande. «O Saputello e Allegrone, scegliete voi. Qual è il vostro più grande obiettivo, al momento?»
Ray, molto secco, risponde: «Andarmene da qui.» Ci ripensa un secondo. «Oltre a questo, rendere felice mia moglie e la mia famiglia, basta.»
Altair alza gli occhi al soffito. «Va bene, Mr Noia.»
«Portare la mia arte da pianista in giro per la città, facendo conoscere a tutti i fantasmi la mia passione per il pianoforte,» dice invece Julyan.
«Non ti facevo tipo da pianoforte,» commenta lei. Torna a darsi qualche buffetto sulla giacca. «Va bene, ultima domanda e poi abbiamo finito questa stronzata. Potete tornare indietro nel tempo e impedire un evento. La vostra morte, o quello che cazzo vi pare. Cosa fate? Accettate? Cosa cambiate?»
Julyan lancia un'occhiata spaventata in direzione di Ray, ma prima che lo posso fermare l'altro sbotta: «Non sono affari tuoi.» Digrigna i denti.
Julyan cerca di calmare i bollori. «Lui... Non ama parlare della sua morte. In quanto a me sono stato travolto da una carrozza trainata da cavalli... Io l'accetto.» Cerca di allontanare Ray da Altair senza risultati, il ragazzo vorrebbe farle seriamente del male.
Per tutta risposta, lei gli sbotta a ridere in faccia. «Ohi, amico, se non vuoi rispondere non me ne frega un cazzo. Non mi pagano mica a risposta.» Indica i tizi dello staff. Poi fa uscire i fulmini, che le scorrono lungo il corpo e scrocchia le nocche. «Ma se vuoi fare a pugni, ti accontento volentieri.»
Julyan si scalda. «Vedi di non trattarlo male, amica.»
Lei schiocca la lingua. «Trattarlo male? Certo, perché lui invece è un coniglietto coccoloso, vero?» Fa scrocchiare il collo. «Quindi. Ci divertiamo a prenderci a calci o ve ne andate?»
Ray acciuffa l'amico per un braccio. «Andiamocene, IMMEDIATAMENTE.»
Julyan sbuffa. «Ovvio, grazie a mille per la scenetta Alta-cosa. Ci si vede.»
«Io spero di no,» dice Ray. Poi i due escono dallo studio.
Rimasta sola, Altair lascia rientrare i fulmini e sbuffa. «Cazzo, anch'io spero proprio di no.» E, se dovesse esserci una prossima volta, li prende a calci di sicuro. E mentre lei riprende il casco e si passa una mano fra i capelli, una dissolvenza in nero conclude lo spettacolo.
Ok, direi che Altair e Ray si odiano a vicenda e manco poco xD Sono due casi disperati ahaha!
Bene, se vi sono piaciuti Julyan e Ray, fate un salto sul profilo di Yuwy_ghost, e leggete la sua storia "Questo assurdo amore fantasma".
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