🕶️ John Stephenn, da On Road

Elettra è già seduta al proprio posto, intenta a riaggiustarsi bene il visore che le copre gli occhi. Le luci di scena sfarfallano un paio di volte, ma poi tornano a posto. Oggi c'è una sola poltrona, quindi deduce che l'ospite sia uno solo. Non le hanno voluto dare molte indicazioni, dopotutto.

Le fanno cenno di iniziare. Dalla regia qualcuno le dice qualcosa, e lei arriccia il naso, perplessa. «Come sarebbe a dire che non abbiamo più una frase d'entrata? Quella di prima?» Alla risposta, si passa una mano fra i corti capelli platinati e sospira. «Perché era scontata. Va bene. Perché ancora non mi sono licenziata?»

Sospira ancora, ma prova a ricomporsi. «Benvenuti a Freakshow, il programma d'interviste senza senso più famoso di sempre. Fate entrare pure l'ospite di oggi.»

L'uomo in questione fa la sua entrata dalla porta. Si guarda intorno con i suoi occhi a mandorla, chiedendosi in quale show sia. Per l'occasione indossa giacca e cravatta, che gli danno un'aria elegante. Elettra intanto si tira giù fino ai polsi le maniche del maglione e nasconde le mani sotto la scrivania. Non azzecca mai il vestiario giusto, lei.

«Salve!» dice l'ospite.

Lei gli fa cenno di accomodarsi sulla poltrona. «Salve e benvenuto. Io sono Elettra.» Si sporge per allungargli una mano, che lui le stringe.

La pelle di lui è chiara, cosa che lo pone in netto contrasto con i capelli castani, acconciati in stile moicano.

Elettra si rimette seduta composta. «Potrei sapere il tuo nome?» gli chiede. «E cosa ti porta qui, in questo programma...» di pazzi, vorrebbe dire, ma si trattiene e sorride, «di interviste?»

Lui si accomoda sulla poltrona. «Ok, il mio nome è John, e il mio agente mi avevo detto che avevo un appuntamento a questo...» ci pensa su, «programma.»

«Oh, hai un agente? Che lavoro fai?» Deve essere qualcuno di famoso, pensa.

«Faccio il pilota automobilistico,» risponde lui. «Sono quasi arrivato in Formula 1, comunque la popolarità e le interviste stanno già arrivando.» Ride.

Un pilota automobilistico. Elettra conosce una sola persona che ama fare gare su veicoli a motore, e spera tanto che John non guidi alla stessa maniera. Maschera appena la risatina che le viene a causa del pensiero e annuisce. «Sogni di diventare il migliore, immagino.» Aspetta qualche secondo, ma dato che l'altro non risponde, aggiunge: «Come hai scoperto questa passione?»

«Guarda, per me è una cosa genetica, sono stato sempre attratto da auto moto ma anche dagli aerei!»

«Anche gli aerei?» ripete lei con una certa sorpresa. «Conosco una persona con una passione simile, per le moto soprattutto.» Volta la testa in direzione delle telecamere, anche se in realtà sta fissando nel vuoto. «Ma è una cosa che non ho mai capito. Cos'è che vi rende così innamorati della guida? È la sensazione di libertà? Perché a me metterebbe solo ansia,» ride.

«È una sensazione che non può essere descritta, ma è fantastica!» dice John.

«Capisco.» In realtà non è sicura di capire, ma non le sembra il caso di farlo notare. Si prende il pollice fra le dita mentre riflette qualche istante. «Dimmi, sei fidanzato? Hai qualche amico che ti supporta? Familiari?»

«Ah, questi sono tasto dolenti. I miei familiari non mi hanno mai supportato, sono quel che sono grazie a i miei sforzi. E no, per adesso sono single.» Accompagna l'ultima affermazione con una risatina.

«Mi dispiace,» gli risponde sincera. Poi abbozza un sorriso gentile e muove una mano in direzione delle telecamere. «Hai appena dato una buona notizia alle tue fan, però,» scherza. «Hai una grande forza morale se sei riuscito ad arrivare fin qui da solo. Ma se dovessi dirci il tuo difetto più grande, quale sarebbe?»

«Beh, qualche volte mi comporto da cinico, ma per il resto sono calmo ed equilibrato,» risponde John.

«Quelli che si definiscono calmi a volte sono i peggiori,» scherza lei. «Tipo me.» Si nasconde una ciocca di capelli dietro l'orecchio e preme qualche tasto sul visore. La vista le sfarfalla un attimo, ma poi il mondo torno a posto.

«Se potessi tornare indietro nel tempo,» gli chiede allora, «c'è qualcosa che cambieresti della tua vita? O preferiresti andare nel futuro e vedere cosa ti aspetta?»

Per John la risposta sembra fin troppo facile. «Preferirei assolutamente andare nel futuro.»

Elettra appoggia i gomiti sulla scrivania e accomoda il mento sulle mani. «Posso chiederti come mai? Cosa ti piacerebbe vedere nel futuro?»

«La tecnologia, e possibilmente anche le metropoli con tutte le innovazioni che gli anni porteranno!»

«Sei un tipo curioso, quindi.» Elettra si alza, fa il giro della scrivania e ci si appoggia appena sopra, incrociando le braccia sul petto. «Hai dei rivali, o in generale persone che sopporti poco con cui devi avere a che fare per forza?»

Lui annuisce. «Sì, il mio compagno di squadra, Harold Haley. E' una testa calda ma riesco a domarlo.»

«Una testa calda, eh? Temo di saperne qualcosa.» Lei ha a che fare solo con soggetti di quel tipo, dopotutto, perciò di certo sa come ci si sente a dover mantenere l'ordine. Anche se lei ci riesce solo la metà delle volte.

Torna a sedersi, lenta. Afferra un plico di fogli in disordine e li sistema, mentre riflette su cosa chiedere. «Ti andrebbe di raccontarci di una gara particolarmente significativa, per te?»

A questo domanda, lui sembra illuminarsi. «Una classica! La mia prima gara! Può essere una partita o una gara ma tutti gli sportivi se la ricordano, famosi o meno! Comunque nella mia prima gara sono arrivato settimo, una grande soddisfazione!»

«La prima gara è un classico, sì,» sorride Elettra, ma fa appena in tempo a terminare la frase che uno squillo del telefono la interrompe. «Scusami,» dice, e preme il pulsante per accettare la chiamata.

La voce si diffonde per l'intera sala. «Scusatemi, chiamo per conto di un'amica... che avrebbe una domanda...» È una donna, anche piuttosto giovane a quanto pare. «È una grande fan di John, e... ecco... vorrebbe sapere, visto che non sei fidanzato... che genere di donna è il tuo tipo?»

Elettra nasconde un sorrisetto dietro la mano. Un'amica, certo. «Be', a quanto pare cominci davvero ad avere popolarità,» commenta.

Lui se la ride di gusto. «Beh, il genere di donna che preferisco è quella abbastanza colta, alta e, beh, la bellezza è un punto che non tralascio.»

«Ma che coincidenza, io sono proprio... cioè, la mia amica è proprio così!»

Elettra scuote la testa, non la sta nemmeno ascoltando troppo. «Vedo che hai alte aspettative.»

«Già, sono fatto così!» ride ancora John.

Elettra annuisce e chiude la chiamata in corso mentre la ragazza all'altro capo continua a farfugliare. Come faccia lui a sopportare l'invadenza dei fan non lo capisce, ma lei dopotutto non è mai stata una tipa da riflettori.

Le fanno un cenno dallo staff, e capisce che manca poco tempo. «Ti faccio un'ultima domanda: qual è secondo te l'errore più grande della tua vita?»

John si prende qualche secondo per pensarci. «Beh, quello di non aver strangolato Harold appena l'ho incontrato, guarda lo rimpiango ogni giorno.»

Elettra risponde alla sua risata con sorriso cordiale. «Quanto ti capisco,» scherza.

Poi risuona il jingle di tre note che segna la fine del programma. Lei gli si avvicina e gli offre la mano. «È stato un piacere incontrarti. Buona fortuna con la tua scalata verso la Formula 1.»

«Grazie! Un augurio anche a te!» Lui le stringe di nuovo la mano, ed Elettra lo accompagna fuori dallo studio.



Un'intervista tranquilla anche oggi. Lo staff comincia a rilassarsi un po' troppo xD

Se volete scoprire se John riuscirà a raggiungere la Formula 1, andate subito sul profilo di TomJr88 e leggete On Road.

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