🦎 Jasmine e Azzurra, da Lo spirito della tavola Ouija
È la prima intervista per Leean, e già le sembra strano doversi portare appresso uno staff pieno di telecamere – che tra l'altro ha tutto, meno che l'aria professionale – figurarsi entrare in un castello antico e riempire di domande persone che nemmeno conosce.
Il castello di Brissac. A quanto pare, è finita in Francia. Qualsiasi cosa sia la Francia.
Alto, sebbene non come i palazzi a cui lei è abituata, ed enorme, il maniero ha un aspetto tanto elegante quanto inquietante. L'edera ricopre per metà il lato destro, lasciando scoperta solo la finestra, che si affaccia verso l'esterno.
Leean non è abituata a vedere niente di simile, perciò rimane incantate per qualche minuto. Quando un uomo dello staff le dà una spinta in avanti, con uno «scusate,» si dirige verso l'ingresso. Bussa al portone, e si chiede se chiunque sia dentro la sentirà: in un luogo tanto enorme, il suono può perdersi facilmente, no? O magari no.
Mentre aspetta, si passa una mano fra i capelli, sperando siano in ordine.
E finalmente una ragazza le apre. «Siete qui per l'intervista?» chiede. Va dritta al punto.
Leean alza le spalle con un mezzo sorriso imbarazzato. «A quanto pare. Siamo del Freakshow, lo show più qualcosa che non mi ricordo... Folle di tutti?» Guarda lo staff, in attesa di un aiutino con quella che le avevano detto essere la frase di apertura; loro però fanno spallucce. Be', se non interessa a loro.
Schiarendosi la gola, torna a concentrarsi sulla ragazza. «Tu sei Jasmine, giusto?»
«Sì, sono io, accomodatevi pure, io intanto vado a chiamare Azzurra. Vi avviso, è un fantasma di una bambina, è albina ma non abbiate paura, è una brava ragazzina,» li avverte lei. Poi indica il gigantesco corridoio dietro di lei. «Il salotto si trova nella seconda stanza di quel corridoio, a destra,» spiega.
Leean prova un brivido salirle su per la schiena. Un fantasma? Ma perché, esistono? Come diamine si intervista un fantasma? Queste le domande che le affollano la testa. Entra nel castello, seguita dallo staff. «Un fantasma?» chiede, prima di lasciarla andare. Alza il sopracciglio, a metà fra la confusione e la curiosità. «Davvero? Come... Ma "infesta" questo posto, o qualcosa del genere?»
Il pensiero che le anime possano rimanere bloccate tra la vita e la morte, in un'esistenza incorporea, senza un vero futuro ma solo un brutto passato alle spalle, la inquieta più di quanto vorrebbe dar a vedere. In più, distrugge tutte le sue convinzioni.
«Si racconta,» inizia a dirle Jasmine, scacciandole quei pensieri, «che questo sia il castello più infestato della Francia.»
Ah, ottimo, pensa Leean. Come sono fortunata.
Jasmine continua: «Ma noi non ne abbiamo visti molti, lei è stata evocata con la tavola ouija fatta con i miei amici, sì lo so abbiamo fatto una cazzata bella e buona.»
«Be', poteva andarvi peggio, potevate evocare un demone a forma di...» la pancia le brontola mentre parla, «...broccoli,» termina. Non riesce a pensare a nulla di più terrorizzante al momento. «Aspettiamo qui allora. Sono curiosa di conoscerla,» dice poi, entrando nel salotto.
Il suddetto salotto è pieno di quadri e mobili antichi. I lampadari scendono dal soffitto di legno, sfarzosi come il resto della stanza. In un angolo, adagiati su un tappeto azzurrino ci sono due sedie rosse e un tavolino.
Jasmine la segue ridendo. «A me i broccoli non piacciono.» Subito dopo, chiama la piccola fantasma, che in pochi minuti appare davanti ai presenti.
In effetti, non ha l'aria minacciosa, ma solo da fantasma, sebbene non sappia se sia per via del suo albinismo, che la rende così eterea, o se per via del fatto che, be', è un fantasma.
In ogni caso, Leean scrolla le spalle alla risposta di Jasmine. «Esiste qualcuno a cui piacciono?» Allora si rivolge alla bambina, poggia le mani sulle ginocchia e si china appena per guardarla negli occhi. «Tu sei Azzurra, giusto? Pensi anche tu che un demone a forma di broccoli sarebbe la cosa più spaventosa del mondo?»
«Sì, io sono Azzurra, ho cinque anni,» risponde lei. «Un demone a forma di broccoli non fa paura, farebbe ridere, ma meglio quello di demone che quello che conosco io. Meglio non incontrarlo.» Finito di parlare, guarda i presenti. Non ha mai visto delle telecamere dal vivo, prima d'ora, solo in tv in quei film horror dove giravano con le telecamere, film tanto amati dalle sue sorelle. Lei spiava spesso le sorelle.
Leean sorride. «Immagino tu abbia ragione.» Si solleva e segue il suo sguardo. «Io sono Leean,» si presenta finalmente. «Quindi, voi... Vivete...» azzarda, ma si morde il labbro: forse "vivere" non è il termine adatto, per un fantasma. Ricomincia da capo. «Voi due state qui? In questo castello enorme?»
La prima a rispondere è Jasmine. «Io e i miei amici siamo venuti qui ieri sera, abbiamo deciso di passare la notte di Halloween qui, poi abbiamo fatto la tavola ouija, da dove è apparsa Azzurra. Lei sì, viveva qui.» Vorrebbe andare avanti e raccontare tutto ciò che sa, ma teme di far scappare i presenti, quindi non aggiunge altro.
«Ah, è una cosa così recente.» Annuendo, Leean si siede su un sedia. È più comoda di quanto avesse pensato. «E sei stata tu ad avere l'idea o uno dei tuoi amici?»
«Io? No no, uno dei miei amici, io non volevo assolutamente farlo, ma ero in minoranza quindi ho dovuto accettare. Io sono un po' fifona, ma una mia amica mi ha detto che erano solo stupidaggini e così l'abbiamo fatta.»
Tipica cosa da ragazzini, probabilmente. In un mondo diverso, forse anche Leean avrebbe partecipato a una cosa del genere.
«Sono stati stupidi,» commenta Azzurra.
Leean si gratta la nuca. «In effetti, un punto per Azzurra,» ammette. Poi si rivolge alla bambina. «Tu sei contenta di aver avuto visite?»
«Si, mi sentivo molto sola qui non ho più nessuno, ed è bello avere compagnia quando si è soli per tanto,» risponde. «La prima volta che mi hanno visto, però soprattutto Jasmine, avevano paura, ma li posso anche capire anch'io al loro posto lo sarei.»
«Immagino. Ne avrei anche io.» L'unica fortuna è che sapeva già in anticipo che non ci fosse niente di cui aver paura. «Ma vai d'accordo con tutti loro? O c'è qualcuno che sopporti meno?» Volta appena il busto verso Jasmine. «Vale anche per te. Vai d'accordo con questi amici, anche se ti hanno obbligata a partecipare a questa... cosa?»
«Io sì, vado d'accordo con tutti,» dice Azzurra.
«Io invece litigavo spesso con la mia amica Taylor,» risponde Jasmine. «Spesso mi prende un po' in giro perché ho paura di tutto, ma nonostante ciò e una brava ragazza.»
Leean si dà qualche buffetto sui pantaloni, distrattamente. Le sarebbe piaciuto avere una qualche indicazione sulle domande da porre, ma le sue colleghe più esperte le hanno fatto capire chiaramente che qui l'improvvisazione è tutto. Quindi, totalmente a caso, se ne esce con la prima cosa che le viene in mente: «Qual è il vostro animale preferito?»
«Io amo i conigli,» dice Jasmine.
«Sono amante dei gatti,» risponde invece Azzurra, «ma mi piacciono anche i cani ? Avevo un gatto nero che chiamai Salem, lo feci scappare prima di morire.»
«Lo hai fatto scappare? Come mai? Lo hai fatto apposta? Lo trattavano male?» chiede preoccupata.
«L'ho fatto scappare di mia volontà il giorno in cui sono morta, perché secondo me questo era il solo modo per evitare che rischiare di morire come me e la mia famiglia, scappando da mio padre che, posseduto da un demone, ha ucciso i miei genitori e le mie sorelle. Non volevo che uccidesse anche il mio gattino.»
«Mi... dispiace.» Cosa si dice a una bambina che racconta di essere stata uccisa? Onestamente non ne ha idea. Fa schioccare le unghie, con la schiena poggiata contro lo schienale, a disagio. «Posso chiederti perché non sei scappata anche tu?»
«Io veramente non sono stata uccisa, ma sono morta mentre scappavo cadendo giù dalla finestra.»
«Ah.» Il fatto che ne parli con tutta questa naturalezza è surreale. Le viene quasi da ridere, invece si gratta una guancia, ancora più a disagio di prima. «Scusami, non lo sapevo. Mi dispiace molto per quello che hai passato.» Poi si alza in piedi, in uno scatto.
Uno dello staff le fa un cenno. Il tempo sta per finire. Giusto un altro paio di domande, e poi l'intervista sarà conclusa.
«Cambiando argomento, qual è il vostro pregio di cui andate più fiere?» chiede, guardando Jasmine. La ragazza è, fra le due, quella che ha parlato con meno gentilezza di se stessa. La capisce, ma vorrebbe sapere se è consapevole di avere anche dei pregi.
«Un pregio di cui vado fiera,» riflette Jasmine. «Non saprei, io vedo la mia timidezza sia come pregio che difetto, pregio perché evita di finire nei pericoli, rispetto a qualcuno più spigliato che fa amicizia con tutti, anche con chi poi risulta pericoloso.»
Leean fa un sorriso. «Io riesco a finire nei pericoli in ogni caso, direi che stai messa meglio di me.»
«Il mio invece è l'allegria, faccio divertire tutti, e se qualcuno è triste, gli faccio passare la tristezza,» rispose Azzurra.
Il sorriso di Leean si allarga un po' di più. «È un'ottima qualità, posso rubartela?»
Poi prende a passeggiare per la stanza. Ha un'ultima domanda da fare, non vorrebbe sprecare l'occasione per qualcosa di stupido o scontato. Ci riflette qualche secondo di troppo, alla fine fa un sospiro e si blocca. «Ok, vi faccio l'ultima domanda e vi lascio tornare alla vostra inquietante vita al castello. Se poteste decidere un mondo in cui rinascere, come sarebbe? Vale qualsiasi cosa, sbizzarritevi pure con la fantasia.»
Jasmine non esita. «Il mio mondo ideale in cui vorrei rinascere sarebbe un modo tutto romantico dove ci sono persone che si amano, ragazzi e ragazze che si baciano in posti romantici. Si vede che sono una romanticona?»
Leean trattiene a stento una risata. «Mi ricordi tantissimo una persona che conosco.»
È il turno di Azzurra. «Io invece vorrei rinascere dove ci sono solo gli animali, solo io e Salem, vivere con tanti gatti e tanti cani, ma anche tutti gli altri animali, tutti tranne serpenti, ragni e insetti, mi fanno paura, non li vorrei nel mio modo.»
Leean si porta una mano ai capelli e punta un dito verso la bambina. «Nel tuo mondo ci verrei anche io. Ci divertiamo a dare un nome a tutti gli animali.» Un po' le dispiacerebbe per i ragni e gli insetti, però.
«Sei la benvenuta nel mio modo con solo gli animali,» le risponde Azzurra.
Leean annuisce e tende la mano a Jasmine. «Credo che l'intervista finisca qui. Buona fortuna con i vostri rituali strani, cercate di non invocare troppi demoni e creature strane.»
«Questo devi dirlo ai miei amici.» Jasmine attende un paio di secondi, poi aggiunge: «Nessuno sa del mio modo oppure mi prenderebbero in giro.»
«Dovresti incontrare Ben allora, lui ti capirebbe di sicuro,» le risponde Leean. Brie invece sarebbe fra quelli che la prendono in giro, probabilmente, e le viene da ridere al pensiero di lei che rotea gli occhi al cielo sentendo un desiderio simile, ma si trattiene.
«Mi piacerebbe molto conoscerlo.»
Leean sorride ancora, poi si guarda intorno, spaesata. « Ehm, non è che potreste accompagnarmi all'uscita? Credo di aver dimenticato la strada...»
«Seguitemi,» si offre subito Jasmine. Così si dirigono tutti verso l'uscita, Leean li saluta per l'ultima volta e si allontana assieme allo staff.
«È stata una bella esperienza, un po' fuori dal comune, non sei d'accordo con me?» chiede Jasmine.
Azzurra annuisce. «Ciao, Lee!» saluta la piccola.
Leean si volta per un'ultima volta e agita la mano sopra la testa per dirle addio.
Eccoci qui. Intervista d'esordio per Leean, che non ci si raccapezza ancora, ma va benissimo così XD Si è divertita a parlare di animali con Azzurra, questo di sicuro.
In ogni caso, se vi sono piaciute Azzurra e Jasmine di Warriorcats_55 , andate a leggere la sua storia "Lo spirito della tavola ouija".
Colgo l'occasione per dire che domani aprirò finalmente una nuova lista. Quindi se siete interessati, tenetevi pronti, ahaha
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