⚡Debora e Wanda, da Color Smeraldo
Illuminata dalle luci di scena, Altair se ne sta seduta sulla scrivania a rigirarsi il casco fra le mani. C'è agitazione fra le persone dello staff, fra gente che urla e si lamenta e chi trema spaventato.
Temono un disastro, questo è certo. Altair alza il sopracciglio con una certa soddisfazione. Quando le fanno cenno di iniziare, lei dà un paio di colpetti sul casco. «Benvenuti in questa stronzata di programma che se non fosse per me non vedrebbe nessuno,» agita una mano in aria. «Avanti, vediamo chi sono gli stronzi di oggi.»
A fare la loro entrata in scena sono due ragazze.
«Eeehii! Stronza sarai tu!» urla una delle due.
Altair mostra il suo ghigno beffardo. Ha capito perché lo staff era agitato. Magari questa volta ci sarà da divertirsi.
L'altra ragazza però tappa la bocca alla prima. «Io sono Debora,» le dice. «Non far caso a Wanda, fa sempre così.»
«Adesso cominci a fare come Wendi!» sbraita Wanda, togliendosi le mani di Debora di dosso.
«Cosa dici! Questo è buonsenso, non copiare Wendi!»
«Forse era meglio venire con Winda e fare l'intervista con Seral... almeno lei poteva insegnarmi come ingannare le persone che vengono nel negozio quando non c'è la mamma.»
«Ma sei scema! Cosa dici, Wanda!» Debora non capisce di cosa stia parlando, perché non conosce questa tipa che va nominando. «Ma chi è Seral?» chiede allora.
Porca troia. Altair ha sbagliato tutto, queste qui sono soggetti da manicomio, altro che il solito duetto di svitati. Si rigira il casco fra le mani. Incredibile a dirsi, ma in quella stanza al momento lei è la più tranquilla. «Chi cazzo sarebbe Seral? La nanetta bionda?»
Non è che abbia parlato un granché con le altre intervistatrici. Soprattutto la bionda, che tende a evitarla nei camerini.
«Ma non siamo qui per un'intervista?» Una strana voce le interrompe. Da chissà dove, è sbucata una piccola palla di pelo dagli occhi giganteschi.
«Smeme! Ti avevo detto di non venire! Le regole sono chiare! Massimo due persone,» lo sgrida Debora.
«Ma io non sono una persona, sono un essere misterioso dai fantastici occhi,» la corregge lui.
«Smeraldo ha ragione, dobbiamo essere intervistate se Altair si sbriga!» interviene Wanda.
«Su questo hai ragione,» concorda Debora.
Altair solleva una mano e la chiude a pugno davanti a sé. «Ohi, occhi a palla, le regole dicono massimo due.» Alcuni fulmini le guizzano sulle nocche. Gli si avvicina. «Che ne dici, ti dilegui da solo o devo farti schizzare via io?» Poi si gira un attimo verso Wanda. «Ma poi che cazzo di nomi avete? Wanda, Winda, Wendi. Vostra madre ha problemi di fantasia, deduco.»
«Tu non puoi ammazzare Smeme, perché io lo devo aiutare a ritrovare il pezzo della collana di mia madre!» Una lacrima scende sulla guancia di Debora, ma la asciuga subito.
«Non è colpa mia se i genitori di Winda l'hanno voluta chiamare così,» sbotta Wanda, «e poi sono morti in un incidente in auto! E se mia madre è morta per colpa mia quando sono nata e mio padre si è suicidato! E allora i miei genitori adottivi dopo aver adottato Winda e aver preso me, dovendo decidere un nome, mi hanno chiamata Wanda! E Wendi è stata abbandonata, e non è colpa mia se i miei genitori hanno voluto chiamarla così! STRONZA TU NON CAPISCI NIENTE DELLA MIA VITA!»
Piena di rabbia, Wanda scocca una freccia elettrica in direzione dell'intervistatrice, ma va a conficcarsi nel muro.
Altair si gira a guardarla, mostra un sorriso e torna a guardare Wanda. Questo sì che è divertente.
«Oh, alla svitata piace giocare con l'elettricità.» Lascia che i fulmini le scorrano lungo mani e braccia. Alza il pugno. «Vuoi provare un gioco nuovo?»
Ma l'altra si trattiene dal mandarle un'altra freccia, anche se vorrebbe tanto centrare il suo brutto muso, così Altair lancia un'occhiata veloce a Debora, sebbene poco interessata. «Perché devi aiutare lui a ritrovare la collana, se la collana è di tua madre?» le chiede.
«Io... ecco... Smeme non me l'ha detto!» risponde lei.
«Io ho perso la memoria e so solo che devo prendere quel pezzo per fare... non so che cosa, ma so che devo prenderlo!» dice Smeraldo.
«Mi chiedo come sia possibile che ci fidiamo di 'sto coso che neanche sa cosa deve fare...» borbotta Wanda, ancora arrabbiata.
Altair abbassa il braccio e si scuote la giacca di pelle. Ancora non richiama i fulmini, però, che continuano a circondarla. «Quindi fate cose senza manco sapere perché? Poi dicono che la svitata che non pensa sono io.» Torna alla scrivania e ci poggia il casco. «E quindi, che dovete fare per ritrovare la collana? Minacciate la gente con le frecce per farvi dare indicazioni?»
«Debora ha scoperto che nello Smeraldo che porta al collo c'è una bussola che indica la via, e con quella abbiamo incontrato un minotauro che ci stava per uccidere, ma Wanda e Wendi ci hanno salvati,» dice Smeme in modo molto fiero, cercando di tirare in fuori il petto che non ha.
Altair scaccia l'argomento agitando la mano. «Ma che cosa sei di preciso, occhi a palla?»
«L'ho già detto che sono Smeraldo, non serve chiedere cosa sono se lo sai già! Sembri Rex!» la rimprovera lui. Comincia a scaldarsi anche lui.
L'unica che ancora sembra riuscire a mantenere la calma è Debora, forse perché non ha voglia di scatenare un tornado contro Altair. Bisogna solo vedere quanto resisterà ancora.
Altair rotea gli occhi. Non ci sta capendo niente, ma non si preoccupa di non farlo notare. Si porta una mano alla tempia. «Sentite, mi state facendo venire il mal di testa. Non significa un cazzo che sei Smeraldo, occhi a palla, ma sai cosa? Non mi frega!» Alza le mani. «Cambiamo argomento prima che mi fate uscire scema. Da che razza di mondo venite?»
Se solo potesse riempirli tutti e tre di pugni.
«Dalla Terra, nella via cochea,» risponde Wanda. «Lo sanno tutti, almeno nel nostro mondo.»
«Via cochea? Cos'è, una parolaccia?» Sbuffa Altair, e cade sulla propria sedia con un tonfo. «Ed è normale vedere gente andarsene in giro con frecce elettriche per la strada?»
«Non è detto, le persone non combattono tra di loro e non tutti usano delle frecce. Per esempio le mie sorelle usano un bastone per incanalare la magia all'interno e beh... Debora usa un boomerang...» Wanda riflette sul fatto che non dovrebbe prendere sul serio una persona che usa un boomerang come arma.
Altair scoppia a ridere. «Un boomerang? E per cosa lo usi, per far cadere le noci di cocco dagli alberi?» Fa una pausa, sospira. «Quindi, in quanti siete a cercare questa collana, di preciso?»
«Per ora io, Debora, Winda, Wendi e Wanda,» dice Smeraldo.
RREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEX!
«Ma le voci vengono in ritardo?» chiede Debora a Smeme.
«Di nuovo le voci che sentite solo voi due?» chiede Wanda. «Ma è uno scherzo?»
Altair prende una penna e se la rigira fra le mani. «Perché non mi stupisce che sentite le voci?» li prende in giro. Poi continua. «E il Rex che avete nominato prima?»
«È mio fratello, il rompipalle più assurdo del mondo,» dice Debora. «E comunque se vuoi essere travolta da un tornado con il mio boomerang, che secondo te serve a raccogliere noci di cocco che non si trovano neanche a Eria, basta chiedere.»
A quanto sembra, Altair è riuscita a far incazzare anche lei. Ha un dono speciale per queste cose.
«Eria è la città da cui provengo,» specifica poi Debora, poi continua a rispondere. «Le voci le sentiamo io e Smeme, perché ogni volta che qualcuno di nuovo lo vede e scopre chi è, sentiamo questa voce di qualcuno che grida il mio nome o quello di mio fratello, ma stavolta è venuto in ritardo.»
Altair sistema i piedi sulla scrivania e si porta le mani dietro la testa. «Ehi, calma, svitata. Fosse per me potresti agitare il boomerang quanto ti pare e vedere se cade qualche noce di cocco, ma sai, poi mi tocca ripagare ancora lo studio.» Lancia un'occhiata in tralice allo staff. Poi torna a guardare Debora e Smeme e increspa la fronte. «Siete sicuri di non esservi riempiti di qualche droga strana?»
«La droga te la sarai presa tu,» sbotta Wanda. «Ne ho abbastanza di te! Ma chi ti credi di essere per dire queste cose! E poi a Debora! È la ragazza più gentile che io conosca!» Tende l'arco e scaglia un'altra freccia elettrica, mirando alla brutta faccia di Altair.
Lei dà un calcio alla scrivania, che si solleva, bloccando la traiettoria della freccia, per poi ricadere rovesciata davanti a lei. Si alza in piedi, di nuovo con i fulmini che le guizzano fra le dita. «Quanto cazzo siete permalose. Dovreste imparare e farvi una risata, ogni tanto.» Si avvicina e fronteggia Wanda. «Ma se proprio ci tieni, posso farti assaggiare un bel pugno elettrico in faccia.» E alza la mano dalle dita serrate.
«Accetto!»
«Ferma!» Debora si mette tra Wanda e Altair.
«Ritiro quello che ho detto, sei una rompipalle come mia sorella.» Wanda la sposta e prepara una freccia elettrica.
Altair stira le labbra in un sorriso strafottente. Finalmente almeno può divertirsi un po'.
Ma non appena fa per attaccare, dal soffitto si sente uno scoppio, e una pioggia si coriandoli di carta le investe. Con una smorfia, Altair apre il palmo e uno dei pezzi di carta le ricade sulla mano. Sopra c'è la scritta "vi prego, non uccideteci tutti, con amore, lo staff". Lo chiude fra le dita e lo carbonizza con una scossa elettrica.
Che rottura di palle.
«Ah, lasciamo perdere.» Si allontana. «Continuiamo questa pagliacciata di intervista, così magari poi possiamo prenderci a calci fuori di qui. Che ne dite?»
«Nooooo!» Wanda si avvicina allo staff, ma subito Debora fa un mini tornado per riportarla sulla sua sedia. «MA COS'È, CARNEVALE?» grida allora Wanda.
Altair osserva la scena con il sopracciglio sollevato, mentre ricade sulla sedia come se nulla fosse. Questi sono davvero tre pazzi. «C'è qualcuno che prendereste volentieri a calci in culo?» Fa un ghigno. «Rispondere me non vale. E comunque la cosa è reciproca.»
«Questo schifo di staff!» Wanda prende la poltroncina e la butta verso la povera gente dello staff, ma pochi secondi dopo la sedia fluttua indietro, verso di lei. «Debora!»
«Credo che sarebbe saggio continuare senza questi attacchi di rabbia, se vuoi te ne puoi andare,» dice con molta tranquillità Debora, e Smeme fa un cenno di approvazione.
«Finalmente andiamo d'accordo su qualcosa,» commenta invece Altair. Poi sospira, esasperata dagli altri due, ma non commenta. «Ditemi la qualità che vi piace di più l'una dell'altra, così magari la smettete di litigare tutto il tempo e possiamo finire questa stronzata.» Fa un cenno della mano nella loro direzione, e si abbandona contro lo schienale.
«Beeeeh...di Debora mi piace la determinazione, di Smeme il fatto che se ne va se glielo chiedi,» si mette a ridere e fa una linguaccia a Smeraldo.
Debora rivolge un sorriso a Wanda e strapazza la palla di pelo. «Smeme è un po' misterioso ma mi aiuta sempre. Wanda, se vuole, sa essere molto altruista.»
«Odio quando fai così.» Smeraldo si libera dalle braccia dell'altra e fluttua via. «Debora mi vuole aiutare, quindi la adoro per questo, e poi non fa così tante domande come Rex. Di Wanda mi piace... in realtà nulla, quindi me ne vado sempre da lei... però lei ha un osservazione molto acuta, perché quando io mi nascondevo sotto il letto della camera di Winda quando ci hanno ospitati, lei mi ha vista anche se ero nascosto in uno zaino!»
«Davvero ha un'osservazione acuta? Non l'avrei mai detto.» Altair reclina la testa all'indietro. La parte che odia di più delle interviste è proprio dover pensare a delle stupide domande da fare. Meno male che è quasi finita. «Qual è il vostro desiderio più grande? Storia della collana a parte.»
«Scoprire a cosa serve quella collana!» dice Smeraldo.
«Quale parte di "a parte la storia sulla collana" non capisci, occhi a palla?» lo prende in giro lei.
«Oltre a far fuori lo staff, vorrei viaggiare per tutto il mondo» risponde invece Wanda.
«Voglio tornare ad Eria e rivedere la mia migliore amica Dalia,» ammette Debora.
Altair poggia i gomiti sulle ginocchia e sporge il busto in avanti. «Ultima domanda, poi questo strazio sarà finalmente finito. Che ne pensate della vostra autrice?»
«Dovrebbe aggiornare più spesso i capitoli! Sono stufa di star lì a far niente intanto che aspetto che ricominci a scrivere!» dice Debora «Però è molto fantasiosa e se il nostro mondo esiste e solo grazie a lei.»
Certo, e anche il mal di testa di Altair esiste grazie alla sua idea di mandarle quel manico di pazzi a fare l'intervista.
Si solleva dalla sedia e si dà dei buffetti sulle maniche. «Se non avete altro da dire, direi che qui abbiamo finito.»
E proprio nello stesso momento risuona il jingle che segna la fine dell'episodio.
«Ehi, frecce elettriche,» schiocca le dita in direzione di Wanda, «che ne dici di finire con il botto?» E così dicendo, prende la sedia e la lancia contro lo staff. Quelli si spostano, e centra solo una telecamera.
Wanda prende la sedia e copia Altair, ma prende la gamba di un tizio dello staff, che si lamenta. «Divertente!»
Debora e Smeme dicono in coro: «Io mi dissocioooo.»
Altair si passa una mano fra i capelli. «Non c'è divertimento a prendersela con le scartine.» Si rivolge a Wanda. «Se vuoi divertirti a farti prendere a calci in culo, ti aspetto fuori,» le dice, ed esce dalla stanza.
«Sono pronta, e Debora non potrà fermarmi,» risponde lei con un sorriso, e corre verso l'uscita.
Questa è fra le interviste più strane, di sicuro xD E ci è mancato poco che non succedesse un macello, o che Altair e Wanda non iniziassero uno scontro epocale!
Che dire? Se vi è piaciuta l'intervista, andate a fare un salto sul profilo di MartyFranza e leggete Color Smeraldo!
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